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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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SS. Stefano e Lorenzo alla Castellacciola - Castellacciolo della Massa Trabaria - Massa Trabaria, Massa Trabara - Metauro

 

(Castellacciola - Torrente Auro (a O) - Fiume Metauro)

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    CASTELLACCIOLA (SS. STEFANO E LORENZO ALLA) nella Valle del Metauro. Parrocchia spicciolata nella Comunità Giurisdizione e 6 miglia toscane a scirocco dalla Badia Tedalda, Diocesi di Sansepolcro, già Nullius di Sestino, Compartimento di Arezzo.
    Risiede sul monte detto l’Alpe della Luna alle sorgenti del fiume Metauro presso al confine del territorio Granducale e della comunità della Badia Tedalda.
    La parrocchia della Castellacciola ha 145 abitanti.

    MASSA TRABARIA, o TRABARA – Sebbene sotto nome di
    Massa Trabaria molti geografi volessero intendere quella provincia montuosa che, a partire dall’Alpe della Luna stendesi fra i contrafforti orientali dell’Appennino donde si aprono le valli del Metauro e della Foglia, già dell’Isauro; altri però non sembra che abbiano voluto escludere dalla provincia di Massa Trabaria la Valle superiore del Tevere, comecchè quest’ultima nel medio evo si specificasse coll’epiteto di Massa Verona. Della seconda sentenza fra gli altri si mostra Dino Compagni, il quale nella sua Cronaca fiorentina, discorrendo all’anno 1302 del bando dato a Corso Donati e ai suoi aderenti, confinandoli al Castello della Pieve, poco appresso soggiunge; che essendo messer Corso a’ confini a Massa Trabara, gli ruppe e andossene a Roma; quasi che il cronista avesse inteso quel luogo di esilio non già il Castello della Pieve in Val di Chiana, ma il castello della Pieve S. Stefano in Val Tiberina. – Cotesta opinione non so se debba rimontare sino ai tempi di Plinio il Vecchio, il quale discorrendo delle travi che si conducevano pel Tevere a Roma, disse, che questo fiume era fatto artificialmente navigabile nella sua valle superiore mediante steccaje. (Histor. Natur. Lib. III. Cap. 5). Dondechè ad alcuni indagatori di storia patria parve di raffigurare gli avanzi di simili chiuse nei ruderi che
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    restano tuttora presso il ponte di Valsavignone, come ancora sotto il ponte di Formole tra i diruti castelli di Murlo e di Monte Petroso, non che in quelli che incontransi alla base occidentale del poggio di Montedoglio a poca distanza dalla città di Sansepolcro.
    Che poi il distretto di Sansepolcro confinasse con la provincia della
    Massa Trabaria lo diede in certo modo a conoscere Giovanni Villani nella sua cronica, tostochè al Lib. XI cap. 25 scriveva, come nel 1335 fu tolto ai Tarlati di Arezzo il Borgo S. Sepolcro e tutte le sue castella, e quelle di Massa Trabaria, dominando come tiranni infino nella Marca, e avendo disertato Neri d’Uguccione della Faggiuola, i conti di Montefeltro, e quelli di Montedoglio, ecc. ecc. – Comecchè sia, la cosa meno dubbia è, che la Massa Trabaria, di cui trovasi la prima denominazione al secolo IV nella vita del Pontefice Silvestro I, di Anastasio Blibiotecario, fu nel secolo XV corograficamente descritta da Flavio Biondo, ponendola nelle parti dell’Appennino che per difficile salita l’Etruria dalla Romagna divide, là nei gioghi che standosi fra il Metauro e la Foglia, dal borgo di Mercatello sino alla città di S. Angelo in Vado. Quindi lo stesso autore soggiunge: quia ex ipsis Appenninis jugis immensae magnitudinis abiegnae trabes Romam in aedium, basilicarumque structuram portare consueverint, prout etiam nunc portantur. (FL. BIONDI. Descript. Ital. In Regione V).
    Infatti ho veduto tre istrumenti nell’Arch. Dipl. di Firenze provenienti da quello generale dei contratti, il primo dei quali fu rogato lì 24 giugno 1390 da ser Giov. Del fu Barcalino, nella cappella del castel Montarone, canonica di Cerreto.
    Per esso varie donne del Castello del
    Tribbio vendono tutte le loro ragioni sopra una casa posta nella
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    curia di Castelnuovo, piviere di Sestino della Massa Trabaria.
    Il secondo contratto dal 29 febbrajo 1404 fu scritto nella villa di Val di Celle nel distretto del
    Castel di Monte Romano, provincia di Massa Trabaria; e il terzo del 24 giugno 1412 fu rogato da Giovanni del fu Giorgio del Castel S. Donato, nella chiesa di S. Maria a Domicelli del piviere di Sestino, che dichiara nella provincia di Massa Trabaria. (loc. cit.)

    METAURO fiume
    . Esso ha la sua origine sulle spalle dell'Alpe della Luna sopra il Casale di Castellacciolo della Massa Trabaria, nella Comunità della Badia Tedalda; il qual fiume appena percorse tre miglia toscane nel territorio Granducale entra nello Stato Pontificio dirigendosi per Mercatello prima a levante e poscia a grecale per attraversare la catena dei monti di Gubbio e Fossombrone, onde arrivare nell'Adriatico presso la spiaggia di Fano.
Localizzazione
ID: 1127
N. scheda: 13390
Volume: 1; 3; 6S
Pagina: 550; 174; 146
Riferimenti:
Toponimo IGM: Castellacciola - Torrente Auro (a O) - Fiume Metauro
Comune: BADIA TEDALDA
Provincia: AR
Quadrante IGM: 115-1
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1760410, 4839565
WGS 1984: 12.23065, 43.66501
UTM (32N): 760473, 4839740
Denominazione: SS. Stefano e Lorenzo alla Castellacciola - Castellacciolo della Massa Trabaria - Massa Trabaria, Massa Trabara - Metauro
Popolo: SS. Stefano e Lorenzo alla Castellacciola
Piviere: S. Leone ai Palazzi
Comunità: Badia Tedalda
Giurisdizione: Badia Tedalda
Diocesi: (Nullius di Sestino) - Sansepolcro
Compartimento: Arezzo
Stato: Granducato di Toscana
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