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CASTENUOVO DI MAGRA, o CASTELNUOVO DEL PIANO. Grosso Castello capoluogo di Comunità con arcipretura (S. Maria Maddalena) nel Mandamento e Diocesi di Sarzana, da cui è 3 miglia toscane a levante, Provincia di Levante, Regno Sardo.
Risiede sul fianco meridionale di un’amena collina, ultima propagine occidentale dei monti di Carrara, nel grado 27° 40' 4" di longitudine, 44° 2' 6" di latitudine, alla vista del mare e dell’imboccatura del Golfo della Spezia, due miglia a settentrione degli avanzi di Luni, un miglio dalla strada postale di Genova e 3 dalla foce di Magra; 6 miglia toscane a ponente-maestrale di Carrara per la strada rotabile; 9 a maestrale di Massa e 10 miglia toscane a levante della Spezia.
Ebbe nome probabilmente di nuovo dacchè in cotesti poggi di Castelnuovo, di Fosdinovo e di Ortonovo, tutti a cavaliere della distrutta Luni, si raccolsero le popolazioni di questa città, mentre fuggivano una spiaggia divenuta malsana e spesso esposta alle incursioni de’pirati. Al qual proposito Raffaello Volterrano non mancò di avvertire, essere in cotesta parte di Lunigiana sorte plurima castra novo nomine. (COMMENT. URBAN.)
In Castelnuovo, prima che altrove, sembra che il vescovo di Luni col suo capitolo si ritirasse, come in luogo più sicuro e nel tempo stesso vicinissimo alla cattedrale. Costà infatti risedeva (ERRATA: nel principio del 300) nel principio del 1300 Antonio di Canulla vescovo e conte di Luni, quando vi si recò il celebre Dante Alighieri delegato dal marchese Franceschino Malaspina e consorti, ad oggetto di stabilire i preliminari di pace fra quei dinasti e il vescovo, come conte della Lunigiana. Il qual trattato fu per parte di quest'ultimo sottoscritto in Camera Episcopalis Palatii de Castro novo, anno 1306; die V octobris in hora tertia.
Nello stesso episcopio
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di Castelnuovo, in presenza di Bernabò vescovo di Luni, furono pubblicati, sotto il 17 maggio del 1366, gli statuti del capitolo di Luni, segno evidente che anche allora il capo di quella chiesa vi abitava.
Il palazzo dei vescovi a Castelnuovo fu convertito nella rocca tuttora esistente nella parte superiore del castello.
Le memorie superstiti di Castelnuovo di Magra, o non precedono, o sono poco più antiche del secolo XIII. Sino dal 1253 gli abitanti di questo paese si sottoposero al comune di Sarzana che vi mandò per giusdicente un Calandrini; antenato dell'illustre famiglia, dalla quale derivò la madre del pontefice Niccolò V e il cardinale Tommaso Calandrini di lui nipote.
Dopo quell'epoca Castelnuovo seguì costantemente la sorte della città di Sarzana che accettò con pubblico partito del 1470 gli abitanti di Castelnuovo come cittadini Sarzanesi e Lunesi. – Vedere SARZANA.
Il piccolo territorio comunitativo di Castelnuovo di Magra è situato per la maggior parte in poggi fertili e assai bene coltivati a viti e a olivi. – Esso confina a ponente-maestrale con l'exfeudo dei marchesi Malaspina di Fosdinovo; a grecale con il principato di Carrara, entrambi dipendenti attualmente dal duca di Modena; a levante e a scirocco con la Comunità di Ortonovo; a ostro e libeccio con quelle di Ameglia e di Sarzana, tutte tre spettanti al Regno Sardo.
La chiesa arcipretura di S. Maria Maddalena a Castelnuovo è spaziosa e decente.
La sua parrocchia abbraccia tutta la Comunità, che nel 1832 comprendeva 2398 abitanti.

CASTELNUOVO DI MAGRA. – In questo paese ebbe i natali la madrigna del Pontefice Niccolò V, dalla quale nacque il Cardinal Tommaso Calandrini fratello uterino del Pontefice.

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Castelnuovo di Magra, Castelnuovo del Piano

(Castelnuovo di Magra)

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