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Castiglion d'Orcia, Castiglione d'Orcia

 

(Castiglione d'Orcia)

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    CASTIGLION D'ORCIA in Val d'Orcia. Castello capoluogo di Comunità, e di piviere sotto la potesteria di San Quirico, nella Diocesi di Montalcino, già di Chiusi, Compartimento di Siena.
    Risiede l'antico suo castello sulla sommità di un poggio a cavaliere dell'Orcia di fronte ai bagni di Vignone, là dove questo fiume per una profonda gola si fa strada nella valla dell'Ombrone. È nel
    grado 29° 16' 5'' di longitudine e 43° 0' 5'' di latitudine, 4 miglia toscane a ostro di San Quirico, 11 miglia toscane per la via rotabile, e 8 miglia toscane per la traversa, a scirocco-levante di Montalcino, un miglio toscano dal ponte d'Orcia sulla strada Regia romana e 28 miglia toscane a scirocco di Siena.
    Fu signoria dei conti Aldobrandeschi di Santa
    Fiora, uno dei quali, Ildebrandino figlio di Rinaldo, nel 1154, alienò i suoi diritti sopra questo castello alla badia del Monte Amiata. Contuttociò i monaci Amiatini sino dal secolo X, ebbero padronato della pieve di S. Stefano, detto allora in Tutona. In Castiglion d'Orcia dominarono molto tempo gli Aldobrandeschi, che quasi lo facevano da despoti nel 1250, anno in cui i Senesi vennero a campo e tolsero il castello di Castiglione al conte Aldobrandino di Bonifazio, cui fu reso alla pace stata conclusa in quell'anno fra le parti belligeranti. Sennonchè nel 1280 Castiglion d'Orcia fatto nido di fuorusciti senesi, fu posto in stato di assedio da un numero di armati della lega Guelfa di Toscana, la quale oste dopo 40 giorni, per un sinistro avvenimento accaduto sotto il castello di Pari, dovette sloggiare di costà. (G. VILLANI, e A. DEI, Croniche.)
    Più felice riescì l'impresa venti anni dopo, poichè nell'aprile del 1300 l'esercito senese s'impadronì di Castiglion d'Orcia, per cui poco stante i conti Guido e
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    Guglielmo di S. Fiora fecero accordo col Comune di Siena di rinunziare per sempre ad ogni possesso e giurisdizione di questo paese, per fiorini 3000, al dire del Malavolti, o per maggior somma che poi non ebbero, se vuolsi credere al cronista Dei.
    Mentre che la Repubblica di Siena acquistava (anno 1303) dai monaci di Montamiata la parte dei diritti suoi e quella che un Aldobrandesco aveva ceduto nel 1154 alla stessa badia, Castiglion d'Orcia, che reggevasi a comune, aveva un anno innanzi (1302, 21 ottobre) comprato per proprio conto dai Tolomei di Siena con lire 900 di piccoli denari senesi la tenuta di
    Colle lungo presso l'osteria della Scala. (ARCH. DIPL. SENES. e FIOR. Carte di S. Mustiola di Siena)
    Nel 1338, essendo nata vertenza fra i terrazzani e i monaci del Vivo per causa di pascoli che questi ultimi avevano nel territorio di Castiglion d'Orcia, fu delegato dal pontefice in giudice l'abate Vallombrosano di S. Trinita di Spineta, il quale pronunziò contro i Castiglionesi sentenza di scomunica.
    Nella riforma del governo di Siena i Signori Dodici, volendo riconoscere i servigj resi dai Salimbeni alla patria, con deliberazione dell'anno 1368 diedero loro con titolo di feudo cinque castelli, fra i quali
    Castiglion d'Orcia, che venne confermato a Cocco di Cione Salimbeni col trattato di pace stipulato nel 1404 fra la Repubblica di Siena e quella di Firenze, di cui il Salimbeni era raccomandato.
    Fu probabilmente opera di questo dinasta la costruzione del castello, di cui restano tuttora in piedi gli avanzi della alte mura costruite in pietra riquadrata, dentro al cui recinto si racchiudono tra scoscesi vicoli meschine abitazioni.
    Dominò il Salimbeni in Castiglion d'Orcia sino a che, nel 1418, da un drappello di soldati fu assediato con la moglie nel cassero nel frattempo
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    che l'oste entrava nel sottoposto paese, e poco dopo dentro il castello e in quello della Rocca a Tentennano o d'Orcia, incorporando tutti due i distretti al contado della Repubblica con l'onere ai Castiglionesi di presentare un palio del valore di lire 80. (ARCH. DIPL. SENES.)
    Dopo il precitato assedio Castiglion d'Orcia non soffrì più altro danno per cagione di guerre, meno il guasto ricevuto dai tedeschi che vi entrarono senza ostacolo nel 1554, quando la Repubblica di Siena tentava di mantenersi libera a fronte delle armate imperiali e dei denari di Cosimo dei Medici, che voleva in ogni maniera assoggettarla al suo scettro.
    I più antichi statuti comunitativi di Castiglion d'Orcia
    , esistenti nelle Riformagioni di Siena, sono scritti nel 1440.
    La chiesa battesimale di Castiglione d'Orcia, dedicata a S. Stefano, contasi fra le più antiche della Diocesi di Chiusi, mentre si trova designata nel privilegio concesso dall'imperatore Corrado II, lì 5 aprile 1027, all'Abbadia di S. Salvatore sul Montamiata sotto il vocabolo di S. Stefano
    in Tutona. Essa ha per suffraganea la cura di campagna, detta la Madonna della Querce, quasi 3 miglia toscane a ostro del capoluogo.
    L'antica chiesa plebana, che porta il titolo della Madonna della Pieve da una vetustissima immagina di Nostra Donna, resta distante circa 300 passi dal castello.
    Esistono dentro il castello due oratori ufiziati da congregazioni laicali. Nel numero delle chiese non parrocchiali spettanti al territorio di questa Comunità si conta quella di S. Maria Maddalena, posta al piè del poggio di Castiglion d'Orcia, e l'ospizio di S. Pellegrino delle
    Briccole o di Bricola, entrambi appartenuti in origine ai Camaldolensi del Vivo e di S. Pietro in Campo, ridotti attualmente a semplici oratorj.
    Castiglion d'Orcia col suo territorio nel 1605 fu dal Gran Duca Cosimo II eretto in feudo,
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    e concesso con titolo di marchesato a Giulio Riario nobile bolognese, e sua discendenza mascolina, la quale terminò col secolo XVII in Ferdinando Riario.
    Dalla quale concessione feudale furono eccettuate le persone e i molti beni che i conti Cervini del Vivo possedevano nel territorio di Castiglion d'Orcia, fra i quali la tenuta con l'osteria della
    Poderina.
    Fu opera di Giulio Riario un rovinoso palazzo ch'esso fece edificare in Castiglion d'Orcia sopra uno scheletro della potenza baronale del medio evo.
    Comunità di Castiglion d'Orcia. Il territorio di questa comunità, posto per la massima parte sulla sinistra dell'Orcia, occupa una superficie di 31707 quadrati, dai quali sono da detrarre 1526 quadrati presi dal letto spazioso dell'Orcia, da altri corsi d'acqua e da pubbliche strade.
    In tutta questa estensione di suolo si trovano 1865 abitanti a ragione di 50 individui per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
    Confina con 7 comunità; a levante con quella di Radicofani, mediante il torrente
    Formone, rimontando dalla sua foce in Orcia sino alla confluenza in esso del fosso Banditella, nel quale entra lasciando fuori il torrente accennato. A questo punto trova la Comunità dell'Abbadia S. Salvatore, con cui entra per breve tragitto nella strada postale sino al ponte del Ruffinello, dove volgendosi a scirocco sale verso il monte di Campiglia d'Orcia, prima per il fosso Ruffinello, poi per termini artificiali rasentando il villaggio del Vivo dal lato orientale, e di là, oltrepassando le sorgenti del rivo omonimo, sale il fianco settentrionale del Montamiata sino alle Case nuove. In questo punto, dove forma un angolo acuto, cessa la Comunità dell'Abbadia di S. Salvatore, e piegando a ponente sottentra quella di Castel del Piano, con la quale riscende la montagna, prima per
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    la via di Tregginaja, poi per il poggio di Castagnuolo sotto cui ritrova il torrente Vivo, che dopo mezzo miglio toscano abbandona per entrare nel borro detto del Confine e con esso nel torrente Ansedonia.Costà volgendo la fronte a ostro seguita la corrente dell'Ansedonia, con cui s'incammina nell'Ente. Questa fiumana dal lato di ponente divide la Comunità di Castiglion d'Orcia da quella di Cinigiano per circa mezzo miglio sino alla confluenza dell'Ente con l'Orcia. Dallo stesso lato per un più lungo cammino si toccano le Comunità di Castiglion d'Orcia e di Montalcino, da primo per tre miglia toscane mediante il fiume Orcia, cioè, dalla foce dell'Ente sino alla foce dell'Asso, quindi mediante l'Asso medesimo, il cui alveo percorrono insieme sino al borro del Cerretello che scende nell'Asso dalla pendice occidentale del poggio di Vignone. lungo il Cerretello sottentra a confine dal lato di maestrale la Comunità di San Quirico, con la quale l'altra di Castiglione passa tra i poggi di Ripa d'Orcia e di Vignone per ritornare nell'Orcia al ponte nuovo presso la posta della Poderina, e di la per il larga letto del fiume, di faccia a settentrione, appena oltrepassate le rovine del ponte rotto, trovo alla confluenza del fosso Sambucheto, o Sambuco la Comunità di Pienza, con la quale fronteggia per circa due miglia e mezzo sino a che ritorna alla foce del Formone la Comunità di Radicofani.
    Il maggiore corso di acqua è quello del fiume Orcia che a settentrione fiancheggia, e poscia dalla parte di maestrale attraversa, quindi verso ponente di nuovo bagna i confini del territorio di Castiglion d'Orcia. Fra i torrenti
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    più copiosi che passano o che toccano questo territorio si contano; a levante del capoluogo il Formone, il Vellora e l'Onzola; a ostro l'Ansedonia e il Vivo; a ponente il Reciola e per corto cammino il fiumicello Ente.
    Fra le strade rotabili, oltre la postale romana tracciata per sei miglia sul territorio di Castiglion d'Orcia, havvi quella provinciale, che è malamente carreggiabile. Quest'ultima staccasi dalla romana alla posta della Poderina, e sale a Castiglione per la Rocca d'Orcia, di dove per bastirovesci s’innoltra sul fianco occidentale del Montamiata per girare intorno al suo pianoro passando per Seggiano, Castel
    del Piano, Arcidosso, S. Fiora, Pian Castagnajo e l'Abbadia S. Salvadore.
    Fra le strade comunitative rotabili vi ha un solo tronco che parte dalla via provinciale, fra Castiglion d'Orcia e la Madonna della Querce, per avviarsi sul Montamiata sino al villaggio del Vivo.
    Il
    Formone che costituisce anche oggidì il confine del territorio comunitativo di Campiglia d'Orcia, pare che servisse una volta di limite al contado Senese coll’Orvietano, dell'ultimo dei quali allora faceva parte il Chiusino.
    Imperocchè la mansione della
    Bricola, oggi detta le Briccole, antico ospizio dei Camaldolensi del Vivo, situata sulla strada maestra romana a piè del poggio di Campiglia d'Orcia, era sul confine del contado di Siena, innanzi che questa repubblica avesse obbligato i Visconti di Campiglia, i Conti Aldobrandeschi, i Manenti di Sarteano e i Cistercensi dell'Abbadia di S. Salvatore a prestarle obbedienza e ad assoggettare ad essa i castelli del Chiusino, sui quali dominavano. Tali sottomissioni non furono ferme sino a che i Senesi non ebbero per loro la fortuna amica tanto da potere allontanare dalla Val d'Orcia e dalla Chiane della Toscana attuale i
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    Perugini e gli Orvietani. Quindi non s'ingannava il padre della nostra storia, Giovanni Villani, quando avvisava, all'anno 1289, che un numeroso corteggio di Fiorentini accompagnò Carlo II di Angiò sino al di là della Bricola, sul confine del contado di Siena con quello di Orvieto. Dopo la vittoria di Montaperto i Senesi avevano già esteso la giurisdizione al di là dell'antico contado: e fu nella chiesa di S. Pellegrino di Bricola, dove, nel 22 agosto 1262, sanzionavano una convenzione i Visconti di Campiglia e di S. Casciano de'Bagni costretti a dichiararsi soggetti al dominio di Siena. – Vedere CAMPIGLIA D'ORCIA.
    Se si considera l'aspetto fisico di questo territorio situato tra i terreni vulcanici sopra Radicofani e il Monte Amiata e le marne terziarie marine, da cui sono coperte le valli superiori dell'Ombrone, dell'Asso e dell'Orcia, si vedrà che esso, dal lato dei poggi che sono a ostro scirocco e a ponente della comunità, appartiene generalmente a una calcarea argilloso-magnesiaca, stratiforme, di tinta ora turchina cupa, e ora rossa pallida che va sino al colore vinaccia con frequenti vene e filoni di candidissimo spato calcare.
    Tale segnatamente è l'esterna carcassa dei poggi della Rocca e di Castiglion d'Orcia dal lato settentrionale, mentre nell'opposta parete, sotto cui scorre il torrente
    Onzola, si affaccia framezzo alla calcarea summentovata, una roccia serpentinosa di un colore verde giallognolo, la quale va a confondersi, dal lato di levante, sotto gli strati di macigno e di alberese che formano la base del Montamiata, nel mentre che alla parte settentrionale la stessa roccia resta sepolta nella marna cerulea che forma il malsano bacino, già piscina palustre dell'Orcia.
    Al contatto della due varietà di terreno (serpentinoso e calcareo) scaturiscono piccole polle di acqua minerale carica di sale marino.
    I maggiori prodotti di
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    suolo di questo territorio sono le granaglie, il bestiame minuto e i boschi. Scarseggia di alberi da frutto dalla parte settentrionale e occidentale, ma ne possiede e ognora si aumenta la coltivazione dell'ulivo e della vite negli opposti lati.
    I poggi fra il Vivo e Castiglion d'Orcia sono in gran parte pascoli o boschi di lecci, di querciuoli e di macchia bassa, dove allignano numerose lepri, starne e pernici. Contuttocchè in generale l'indole del suolo sia sterile, i suoi prodotti sogliono corrispondere alle cure del coltivatore. Le carni di agnello e i caci riescono squisiti al pari di quelli delle crete senesi.
    Fra le industrie manifatturiere non resta che la cartiera, stata eretta dai conti Cervini nel villaggio del Vivo insieme con una ferriera e ramiera, attualmente inoperose.
    Con il regolamento economico del 2 giugno 1777 la Comunità di Castiglion d'Orcia fu formata dal territorio delle due precedenti Comunità di Castiglione e di Rocca d'Orcia con più 9 comunelli, cioè, 1.
    Briccole; 2. Poggio Tracerchi; 3. Geta; 4. Rimbecca; 5. Poggio d'Orcia; 6. Elmo e Vivo; 7. Ripa d'Orcia; 8. Ripa al Cotone; 9. Spedaletto d'Orcia. Questi due ultimi luoghi attualmente dipendono dalle limitrofe Comunità.
    Questa di Castiglion d'Orcia mantiene un chirurgo e un maestro di scuola, i quali risiedono nel capoluogo.
    A tenore della legge del 2 gennajo 1774, per il nuovo compartimento dei tribunali di giustizia della provincia superiore dello stato di Siena, fu confermato a Castiglion d'Orcia un potestà sotto la giurisdizione criminale del Vicario Regio di Montalcino, sino a che la residenza del giudice fu traslocata nell'exfeudo di San
    Quirico, dov'è attualmente la cancelleria di Castiglion d'Orcia; mentre per il criminale e per gli atti di governo questa Comunità
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    dipende dal Vicario Regio di Montalcino, dove trovasi l'ufizio dell'esazione del Registro e l'ingegnere di Circondario. La conservazione delle Ipoteche è in Montepulciano; la Ruota in Siena

    POPOLAZIONE della Comunità di CASTIGLION d’ORCIA a tre epoche diverse

    - nome del luogo: CASTIGLION d’ORCIA con la cura di campagna, titolo della chiesa: S. Stefano (Pieve) e Madonna della Querce (Capp. Cur.), diocesi alla quale spetta: Montalcino (già Pienza e prima Chiusi), abitanti nel 1640: n° 1038, abitanti nel 1745: n° 582, abitanti nel 1833: n° 844
    - nome del luogo: Ripa d’Orcia, titolo della chiesa: S. Maria della Neve (Pieve), diocesi alla quale spetta: Montalcino (già Chiusi),
    abitanti nel 1640: n° 151, abitanti nel 1745: n° 117, abitanti nel 1833: n° 165
    - nome del luogo: Rocca d’Orcia, titolo della chiesa: S. Simone (Pieve), diocesi alla quale spetta: Montalcino (già Pienza e prima Chiusi),
    abitanti nel 1640: n°467, abitanti nel 1745: n° 322, abitanti nel 1833: n° 446
    - nome del luogo: *Vivo, titolo della chiesa: S. Marcello (Pieve), diocesi alla quale spetta: Montalcino (già Pienza e prima Chiusi),
    abitanti nel 1640: n° 180, abitanti nel 1745: n° 125, abitanti nel 1833: n° 173

    Frazione di popolazioni provenienti da altre Comunità

    - nome del luogo: Castelvecchio per le Briccole, la Rimbecca e Geta, titolo della chiesa: S. Eustachio (Pieve), comunità donde deriva: Radicofani, abitanti nel 1640: n° 93, abitanti nel 1745: n° ignota, abitanti nel 1833: n° 83
    - nome del luogo: Spedaletto d’Orcia, titolo della chiesa: S. Niccolò (Pieve), comunità donde deriva: Pienza,
    abitanti nel 1640: n° 160, abitanti nel 1745: n° 68, abitanti nel 1833: n° 154

    -
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    totale abitanti anno 1640: n° 2089
    - totale
    abitanti anno 1745: n° 1214
    - totale
    abitanti anno 1833: n° 1865

    * N.B.
    La maggior parte della popolazione del Vivo appartiene alla Comunità dell’Abbadia S. Salvadore. – Vedere ABBADIA S. SALVADORE, Comunità.

    CASTIGLION D’ORCIA Comunità. – Si aggiunga. – Ciò che fosse cotesto paese e sua Comunità nel 1558, al tempo in cui Montalcino e varj paesi dello Stato senese si reggevano sempre a Comune, può rilevarsi dal deposto fatto nel 5 aprile dello stesso anno 1558 ai Commissarj di Francia e della Repubblica di Montalcino dai sindaci del Comune di Castiglion d’Orcia, dal qual deposto si rileva non solo il consumo delle bocche rispetto al sale, che vi si prendeva, ma ancora che cotesta Comunità pel civile era separata dalla vicina Rocca d’Orcia, la quale aveva al pari dell’altra giusdicente proprio, dipendenti entrambi pel criminale dal Potestà di San Quirico. – Vedere MONTALCINO nel SUPPLEMENTO.
    Nel 1838 la Comunità di Castiglion d’Orcia cintava con gli annessi 1845 Abitanti e nel 1835 ne aveva 1910 cioè:

    CASTIGLION D’ORCIA,
    Abitanti N.° 1039
    Ripa d’Orcia,
    Abitanti N.° 198
    Rocca d’Orcia (
    porzione), Abitanti N.° 418
    Vivo (
    porzione), Abitanti N.° 165

    Annessi

    Castelvecchio d’Orcia; da Radicofani, Abitanti N.° 90
    TOTALE
    Abitanti N.° 1910
Localizzazione
ID: 1211
N. scheda: 14320
Volume: 1; 6S
Pagina: 597 - 601; 64 - 65
Riferimenti:
Toponimo IGM: Castiglione d'Orcia
Comune: CASTIGLIONE D'ORCIA
Provincia: SI
Quadrante IGM: 121-3
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1713316, 4764719
WGS 1984: 11.61811, 43.00678
UTM (32N): 713379, 4764894
Denominazione: Castiglion d'Orcia, Castiglione d'Orcia
Popolo: S. Stefano in Tutona, a Castiglion d'Orcia
Piviere: S. Stefano in Tutona, a Castiglion d'Orcia
Comunità: Castiglion d'Orcia
Giurisdizione: S. Quirico d'Orcia
Diocesi: (Chiusi, Pienza) Montalcino
Compartimento: Siena
Stato: Granducato di Toscana
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