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Castiglion Fiorentino, Castiglion'Aretino, Castiglione (SS. Michele e Giuliano) - Mercatale di Castiglion Fiorentino

 

(k Castiglion Fiorentino)

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    MERCATALE. – Varii casali e villaggi della Toscana portano questo nome sinonimo di Foro e di Mercato, dove concorrevano i popoli dei contorni per vendere e comprare vettovaglie. – All’Articolo FORO dissi, che tutte le località destinate nel medio evo a servire di Foro o di Mercato divennero paesi, taluni dei quali crebbero di gente e di abitazioni tanto che si convertirono in castelli, borghi o terre le più popolate della contrada. – Sono fra gli altri di questa origine e qualità i seguenti Mercatali: Mercatale di Campoli fra la Val di Pesa e la Val di Greve, Mercatale di Castiglion Fiorentino in Val di Chiana, Mercatale di Galeata, Mercatale a Greve, Mercatale di Val d’Ambra nel Val d’Arno superiore, Mercatale di Val di Pierle sul Nicone in Val Tiberina, Mercatale di Dicomano (Vedere DICOMANO e POZZO in Val di Sieve), Mercatale di Forcoli (Vedere FORCOLI in Val d’Era), Mercatale di Ranco (Vedere RANCO sulla Marecchia), Mercatale di Signa (Vedere PONTE A SIGNA) e Mercatale di Vernio (Vedere VERNIO nella Valle del Bisenzio).

    MERCATALE DI CASTIGLIO FIORENTINO in Val di Chiana. – Subborgo della Terra di Castiglion Fiorentino, che ebbe nome probabilmente dalla località dove si tenevano i suoi mercati.

    CASTIGLION FIORENTINO già CASTIGLION' ARETINO, e inanzi tutto semplicemente Castiglione nella Val di Chiana. Terra nobile, cospicua e quasi piccola città murata con insigne collegiata (SS. Michele e Giuliano) capoluogo di un'estesa Comunità, sede di un Vicario Regio nella Diocesi e Compartimento di Arezzo.
    Siede sulla estrema pendice di un contrafforte che scende verso maestrale dall'
    Alta di S. Egidio alla base dei poggi che separano la valle Tiberina da quella della
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    Chiana, fra Cortona e Arezzo, a cavaliere della strada Regia postale che guida a Perugia.
    Trovasi fra il
    grado 29° 35' di longitudine e il grado 43° 20' 8'' latitudine, 9 miglia a ostro di Arezzo, 6 miglia a settentrione-grecale di Montepulciano, e 24 migla a settentrione della città di Chiusi.
    Non ripeterò l'opinione di alcuni scrittori che fanno di Castiglione Aretino l'
    Arretium Fidens, o il paese popolato dagli Aretini proscritti al tempo della guerra Sillana, mentre altri attribuiscono l'origina di questa Terra alla decadenza di Cortona. Dirò solo, che le memorie superstiti, le quali ci rammentano questo luogo sotto il vocabolo generico di Castiglione, non sono più antiche del secolo X, quando vi dominavano i marchesi della stirpe dei Bourbon del Monte S. Maria, antichi dinasti nel contado aretino. Vi risiedeva infatti nell'ottobre del 1066 un individuo di questa illustre prosapia (il marchese Ranieri del fu marchese Uguccione, alla cui moglie Wuilla scrisse una tremenda lettera S. Pier Damiano) quando avvisò i suoi visconti, castellani e vassalli di avere egli concesso in dono ai monaci di Camaldoli la chiesa e il colle di S. Savino nel piviere di S. Maria di Val di Chio nel contado aretino, nel tempo stesso che il di lui fratello Arrigo offriva ai monaci del Sacro Eremo l'intiera sua porzione della chiesa di S. Savino posta nel plebato di Chio, nel luogo detto Colle S. Savino; istrumenti entrambi rogati intus castello de Castellione in comitata aretino. (ANNAL. CAMALD.)
    Nel secolo XII s'incominciò ad aggiungervi il distintivo di
    Aretino, poichè in un privilegio di Arrigo VI, dato in Siena nell'ottobre del 1191 a favore della cattedrale di Arezzo, fra le chiese confermate a quel vescovato si specifica Capellam S. Angeli in Castellione,
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    che era l'antica parrochiale di Castiglione. Altronde cinque anni dopo (ottobre 1196) lo stesso imperatore con nuovo diploma spedito da Montefiascone accordava ai vescovi di Arezzo i diritti e privilegi che le furono compartiti dall'imperatore Arrigo II, eccettuato il castello e distretto di Castiglione Aretino, che riservò all'immediata sua protezione e difesa.
    Simile protezione e privilegi furono rinnovati ai Castiglionesi dall'imperatore Federigo II, nel luglio del 1225, da Carlo I d'Angiò, nel 1273, da Arrigo VII, nell'agosto del 1311, e da Carlo IV nel maggio del 1355. Distinta sopra ogn'altra terra del contado aretino, Castiglione figurò di buon’ora nella storia, come popolo che reggevasi a comune e che faceva capitolazioni e trattati anche nel secolo XII.
    Fra le carte di questa Comunità che attualmente conservansi nell'Arch. Diplom. Fior. la più antica riferisce a una convenzione del 1198, fra i consoli di Arezzo e gli uomini di Castiglion Aretino, suoi borghi, ville e corti di Mammi, di Tuori e di Val di Chio; mercè la quale gli Aretini si obbligarono a stare in pace, a difendere e a non prendere alcun pedaggio dai Castiglionesi, e viceversa promettevano questi ultimi di pagare agli Aretini un Testatico annuo di due soldi per focolare, ad eccezione di quando fossero tenuti di contribuire la stessa tassa all'imperatore.
    Tali patti furono rinnovati sotto il 14 ottobre 1214, mentre era potestà di Castiglione uno dei marchesi del Monte S. Maria, chiamato Rigone (Arrigo).
    Quale estensione occupasse in quel tempo il distretto di Castiglione, quante e quali fossero le ville dipendenti dalla sua curia si può dedurre da un placito di Gerardo di Arnestein legato imperiale, dati in Castiglione li 8 maggio 1239, col quale fu stabilito che le ville di
    S. Antonino, Cozzana, Noceta, S. Enea, S. Margherita,
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    Collesecco, S. Cristina, S. Agnese, S. Martino de Teto, Vignale, Agello, Polvano, S. Lorenzo, S. Stefano, Pieve di Chio, Fontanella, Petreto, Castello di Tuoro, e le ville di Pergognano, di S. Lucia e di Rucavo fossero tutte della curia e distretto di Castiglione. (ARCH. DIPL. FIOR., Carte di detta Comunità)
    La vittoria di Monteaperto accrebbe forza al partito Ghibellino che reggeva la città di Arezzo, per modo che tutti i paesi del suo contado furono costretti ad aderire ai patti dei vincitori, che vuotarono ai Castiglionesi le pubbliche casse, sino alla somma di lire 10000, trasportandole in Arezzo sotto pretesto di aver concesso la cittadinanza aretina a 50 persone di Castiglione. La qual somma non fu più restituita ai Castiglionesi, non ostante i reclami e gli ordini ripetuti di Carlo d'Angiò re di Sicilia, il quale, con lettere date in Firenze li 2 agosto 1273, ordinò che si revocassero tutte le novità e istrumenti fatti dagli Aretini a danno dei Castiglionesi nel tempo (anno 1267) che era Vicario Regio in toscana il conte Guido di Montfort. (l. c.)
    Dopo la disfatta degli Aretini a Campaldino, Castiglione aprì le porte ai Fiorentini che per qualche tempo ritennero guardato da un presidio. Nell'anno stesso il conte Precivalle Fieschi di Lavagna Vicario generale dell'imperatore in Toscana accordò un privilegio ai Castiglionesi, (22 gennajo 1289) confermato loro dall'imperatore Arrigo VII con diploma del dì 17 agosto 1311 spedito dal campo d'assedio avanti Brescia. (l. c.)
    Dopo 15 anni i Fiorentini, nel 1303 perdettero Castiglione, cacciati dagli Aretini e dai Senesi alla testa del loro potestà Federigo da Montefeltro. (ANNAL. ARET.)
    Nell'anno che fu
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    eletto il vescovo di Arezzo Guido Tarlati (1313), Pietro di lui fratello trovasi vicario imperiale di Castiglione, dove signoreggiò con lo stesso titolo anche mancato il vescovo Guido. Durante il di lui governo i Castiglionesi furono costretti a firmare un atto di sottomissione e obbedienza alla città di Arezzo, il quale fu revocato per deliberazione pubblica nel consiglio tenuto li 3 di febbrajo 1336, in contemplazione dei danni sofferti dai Castiglionesi nella guerra fra i Perugini, Cortonesi e Aretini.
    Un tale provvedimento ci richiama alla sconfitta data ai Perugini, li 8 giugno 1355, da Pier Saccone Tarlati, che uscito loro contro arditamente da Castiglion Aretino con 500 cavalieri di sue masnade e molti pedoni, dopo aver messo l'oste in fuga, cavalcò guastando per cinque giorni nel contado di Perugia sino a due miglia da questa città. (G. Villani,
    Cronac.)
    Dopo che la Repubblica fiorentina fu al possesso della città a contado d'Arezzo (marzo 1336 st. fior.) tenne presidio e potestà anche a Castiglione, e quindi provvide con varie deliberazioni, perchè gli Aretini e i Castiglionesi vivessero in reciproca pace.
    Nel tempo che il duca Gualtieri era signore dello Stato fiorentino, il popolo di Castiglione con atto del 17 ottobre 1342 se gli dette a vita. Ma appena sentita la rivolta e cacciata del tiranno da Firenze, Andrea de'Bardi e Jacopo de'Pulci, che erano in Castiglione per la Repubblica, senza alcun contrasto venderono la Terra a Pietro Tarlati per 7000 fiorini; lo che fu cagione della morte di molti guelfi. Avvertivano di tale tradimento gli ambasciatori Perugini venuti a Firenze per rallegrarsi della cacciata del duca d'Atene, e per esibire aiuti in nome della loro città.
    Infatti, nel 1 marzo del 1344, a difesa comune fu conclusa un'alleanza per dieci anni fra la Repubblica di Firenze e quella di Perugia, per la quale
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    i Tarlati dovettero lasciare la Terra di Castiglione ai soldati della lega e ai loro ufiziali onde esser governata a parte Guelfa dai Perugini.
    Varj atti degli anni susseguenti stanno a conferma di ciò. Tale è il lodo del 15 maggio 1347 di un giudice di Perugia eletto in arbitro per definire una vertenza di confini fra la Comunità di Castiglione e quella di Montecchio, ciascuna delle quali pretendeva la giurisdizione sulla così detta valle di
    Rucavo, mentre il lodo decise che spettava a quella di Castiglione.
    Arroge a ciò una deliberazione del 12 novembre 1350, per la quale i priori e gonfaloniere del Comune di Perugia determinarono il salario del potestà di Castiglione, (detto allora
    Perugino) a 460 fiorini d'oro ogni sei mesi. (ARCH. DIPL. FIOR. l. c.)
    Nel trattato di pace concluso nell'anno 1353 fra l'arcivescovo di Milano, i Fiorentini e i Perugini, figurò anche il Comune di Castiglione, come quello che nel 12 maggio di detto anno per deliberazione del consiglio generale ratificò quel trattato, in cui furono presi in contemplazione dal duca di Milano i ghibellini fuorusciti di Castiglione. Uno dei capitoli della pace specifica la restituzione della fortezza di Tuori in Val di Chio, occupata sino allora dai soldati di Pier Saccone e i suoi consorti.
    La diuturna soggezione di questa Terra ai Perugini fruttò ai Castiglionesi un interdetto del vescovo aretino che fu tolto dal pontefice Urbano V, quando con bolla del 15 maggio 1370 dichiarò Castiglione sotto la protezione immediata della chiesa Romana.
    Al quale effetto Angelico Legato per la S. Sede in Italia inviò a Castiglione, nel gennajo del 1371, Enrico vescovo di Cittanuova per riformare detta Terra. (l. c.)
    Ma nell'anno stesso fra il comune di Castiglione e quello di Arezzo si rinnovarono patti di amicizia e di reciprocità di difesa, obbligandosi il
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    primo ad un censo annuo di lire 50 in denaro, e di libbre 50 di cera; censo che i Castiglionesi pagarono sino al 1380, epoca dell'arrivo in Arezzo di Carlo di Durazzo alla coda di un esercito tedesco, cui tenne dietro quello francese del suo avversario il duca di Angiò. Entrambi i quali, nel 1384, mercanteggiarono la vendita di Arezzo mettendone in possesso il Comune di Firenze, gli uni con la consegna delle fortezze per 18000 fiorini, gli altri della città e contado aretino per 45000 fiorini d'oro.
    Non corse molto da che tutti i luoghi dell'antico dominio di Arezzo vennero incorporati al contado di Firenze, e il primo fu Castiglione. Fu allora che questa Terra dopo aver cambiato lo specifico di
    Aretino in quello di Perugino, si volle chiamare, come attualmente si denomina, Fiorentino.
    Il primo atto pubblico, in cui trovasi l'ultima variazione è una provvisione della Signoria di Firenze del 28 febbrajo 1398.
    Con deliberazione del 21 maggio 1412 la stessa Signoria decretò la diminuzione del debito dell'imposizione che pagava la Comunità di Castiglione, in vista dei gravi danni fatti alla sua campagna dall'esercito di Ladislao re di Napoli che aveva occupato per più d'un anno la città di Cortona, oltre la strage portata dalla peste sopraggiunta e dalla carestia nell'anno stesso 1412.
    Nel 1432, di dicembre, i Reggitori della Repubblica di Firenze vendono per 60 fiorini d'oro al Comune di Castiglion Fiorentino il
    lago di Brolio, posto in luogo denominato la selva di Castiglione, confinante con la via della Lega e con Castroncello.
    Nel 1442 era potestà di Castiglion Fiorentino Luca di Bonaccorso Pitti, uno dei più stimati e più ricchi cittadini di Firenze, il fondatore del magnifico palazzo, che poi divenne reggia
    de'Pitti.
    Nel 1452 i
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    Castiglionesi, avendo dimostrato alla Signoria di Firenze i gravissimi danni sofferti nella guerra che allora faceva Alfonso re di Napoli alla Repubblica, la cui oste del campo di Fojano discretava le loro campagne, domandavano di poter sostituire per sei mesi in luogo del potestà un commissario con il salario di lire 1200, invece di lire 2000 che pagavano ai potestà durante il loro ufficio semestrale; cui in seguito fu destinato a residenza il cassero del castello, che per fiorini 800 la Repubblica fiorentina nel 1412 alla Comunità di Castiglione aveva alienato. (l. c.)
    Se la storia ci rammenta una passeggera rivolta dei Castiglionesi, all'anno 1502, istigati dai nemici della Repubblica fiorentina, la storia eziandio ha tramandato alla posterità un fatto che fa prova della fedeltà e coraggio di quelli abitanti; allorchè, nel 1529, sostennero con animo forte l'impetuoso assalto dell'esercito imperiale condotto dal marchese del Vasto a danno di Firenze, il quale se non che per insidia penetrò a saccheggiare Castiglione, nel tempo che stipulava un accordo con gli assediati ad esempio dei Cortonesi. (SEGNI,
    Stor. Fior.)
    Nella guerra ultima della Repubblica di Siena (anno 1554) Castiglion Fiorentino cadde momentaneamente in potere di Piero Strozzi per troppa debolezza di presidio. Dopo questo fatto Castiglion Fiorentino non offre alla storia accidente politico che dissenta da quanto operò la città di Arezzo.
    I migliori edifizi fiancheggiano la strada principale che attraversa la Terra nella sua maggior lunghezza.
    Molti sono gli stabilimenti filantropici che onorano la pietà, la beneficenza e il civismo dei Castiglionesi. Noteremo fra i più antichi due spedali; uno dei quali, da lunga mano soppresso , esisteva sulla strada Regia perugina al ponte del Cilone, sino dal 1229 rammentato; dell'altro dentro la Terra sotto l'invocazione di S. Maria della Misericordia si trovano memorie sino dal secolo XIV. Quest'ultimo spedale, ben tenuto e
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    ben provvisto di rendite, è capace di circa 40 letta. – Otto monasteri, tre dei quali di donne, si contavano costà innanzi che ne restassero soppressi due di maschi e due di femmine. Il più antico era quello di S. Girolamo delle donne del terz'ordine di S. Francesco, alle quali il pontefice Niccolò V, per bolla del 5 dicembre 1450, concesse licenza di fabbricarsi una clausura con chiesa, campanile e cimitero, mentre la Comunità di Castiglione un anno dopo (18 novembre 1451) esentava i beni di quel monastero da qualunque gravezza comunitativa.
    Non dirò degli ospizi, priorati e badiole fondate per i Camaldolensi, nei secoli XI e XII, a Noceta a S. Savino in Val di Chio e in altri luoghi della Comunità di Castglione. –
    Vedere NOCETA, e S. SAVINO di CHIO.
    Dirò bensì di quell'edifizio sacro che ogn'altro dovè precedere, siccome attualmente primeggia per dignità se non per bellezza, nella terra di Castiglion Fiorentino, cioè l'insigne sua collegiata.
    Le memorie più vetuste di questa chiesa, quando ere semplice parrocchia sotto l'invocazione di S. Michele, si deducono, per quanto mi è noto, da un diploma dell'imperatore Arrigo VI degli 8 ottobre 1191, col quale alla cattedrale Aretina fra le molte chiese di sua giurisdizione la
    cappella di S. Angelo in Castiglione confermava; e una si fatta espressione di cappella ci da a conoscere che la chiesa parrocchiale di Castiglione a quell'epoca non era stata ancora innalzata al grado di pieve.
    Tale però essa divenne nel secolo susseguente sotto il vescovo Guglielmino degli Ubertini, mentre il di lui nipote Uberto figlio del fu Ranieri de'Pazzi, nel 1264, fu eletto
    pievano di S. Angelo in Castiglione Aretino dai canonici (curati suffraganei) di quella pieve; e fu nell'anno stesso in Cortona dal vescovo prenominato, in presenza del valente
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    capitano Guglielmino de'Pazzi, in tal dignità confermato. (ARCH. della CATTEDR. di AREZZO.)
    Aveva già questa pieve per contitolare S. Giuliano, quando Niccolò V, con breve del 19 gennajo 1450, concedeva indulgenza a chi avesse visitato nella festa dell'Apparizione di S. Michele (8 maggio) la parrocchia di S. Giuliano di Castiglione, e porgesse qualche sussidio per la sua riedificazione. La fabbrica della chiesa era già compita nel dì 9 maggio del 1501, epoca in cui essa fu eretta in collegiata insigne da Cosimo de'Pazzi vescovo di Arezzo, confermata dal pontefice Alessandro VI con bolla del 30 ottobre susseguente; colla quale assegnò alla medesima una sola dignità nell'arciprete con sei canonici; sebbene nei tempi a noi più vicini il numero dei canonici sia stato aumentato sino a 18, comprese due altre dignità, il primicero e l'arcidiacono.
    Una recente vistosa dote fu lasciata a questa chiesa da pia persona Castiglionese con l'intenzione che si riedificasse un più vasto e più nobile tempio che meglio confacesse alla dignità del culto, alla devozione del popolo, al lustro di Castiglione.
    Quattro stabilimenti di pubblica istruzione possiede questa Terra; 1° il Seminario e Collegio di S. Filippo con cattedre di belle lettere, di filosofia e di teologia; 2° le Scuole Pie erette con la chiesa della SS. Annunziata dai seguaci del Calasanzio, i quali sino alla metà del secolo XVII recavansi dalla loro casa di
    Banco presso Mammi ad istruire la gioventù di Castiglion Fiorentino; 3° le scuole pubbliche per le femmine, stabilite nel secolo XVIII; 4° il conservatorio delle Oblate di S. Chiara per ammaestrare fanciulle a convitto e fuori di convitto.
    Varj posti per mantenere giovani all'università e ai licei furono fondati da pie congregazioni o fraternite di Castiglionesi a profitto dei loro concittadini.
    Avvi inoltre costà una cattedra d'istituzioni civili, che autorizza i Castiglionesi al notariato senza
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    uopo di ricorrere altrove. – Il qual privilegio ci ricorda una deliberazione del 24 febbrajo 1395 fatta dai governatori della gabella dei contratti del Comune di Firenze, con la quale fu ordinato, che ogn'anno un notajo fedele e guelfo si recasse alla Terra di Castiglion Aretino, a tenore dei privilegi di detta Terra, non erano tenuti a mandare la copia dei loro rogiti alle gabelle dei contratti a Firenze. (ARCH. DIPL. FIOR. l. c.)
    Fra gli edifizi sacri si distinguono, per armonia di disegno e per ornati la chiesa della SS. Annunziata dei PP. Scolopi dentro la Terra, quella di S. Francesco che é dei Minori Conventuali, e quella più antica a tre navate dei Cappuccini fuori di porta Cortonese: e fuori della stessa porta la bella chiesa ottagona della Madonna della Consolazione.
    Pochi oggetti di belle arti richiamano gl'intendenti in Castiglione, se non fosse per vedere all'altar maggiore della collegiata un quadro a tempra del miniatore Camaldolense Bartolommeo della Gatta, autore di un'altro dipinto, in cui trovasi come nel primo un S. Michele, entrambi lodati assai dal Vasari, mentre é opera del Vasari medesimo una tevola da altare nella chiesa di S. Francesco.
    In Castiglion Fiorentino hanno avuto i natali varj uomini illustri, fra i quali il geografo e storico Tommaso Poracci, il medico Marco Mancini professore di filosofia nello studio Pisano, Guglielmo Dragomanni capitano di armi della Repubblica di Pisa; Giovanni Dragomanni vescovo di Pienza; Sigismondo Tizzi autore di una voluminosa storia senese ms.; e Giovanni Francesco Salvemini che figurò sul finire del secolo XVIII fra i primi giureconsolti, e fu presidente del Regio Istituto a Berlino.
    Comunità di Castiglion Fiorentino. – Il territorio di questa Comunità occupa una superficie di 32314 quadrati, dei quali 786 sono presi da corsi d'acqua e da pubbliche strade. – Vi si trova una
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    popolazione di 10105 abitanti a ragione di 258 individui per ogni miglio toscano quadrato di suolo imponibile.
    Confina con 4 Comunità. A maestrale e poi a settentrione per il giro di circa 12 miglia toscane ha di fronte la Comunità di Arezzo, a partire dalla sponda destra del Canale maestro della Chiana sotto il fosso di
    Cozzana, verso le cui sorgenti si dirige salendo i poggi che dividono le acque della Val di Chiana da quelle che si vuotano nel Tevere. Giunta a questo punto piega da maestro a settentrione, attraversa due volte il tortuoso corso del Cerfone, e per il crine dei poggi piegando a grecale s'innoltra fino al piano del Desco, dove volta a levante dirigendosi sul fianco orientale dei poggi di Largnano e di Ranchetta, sino a che per termini artificiali, designati sotto i nomignoli di Toppo di Bonuccio e Toppo del Grillo, arriva alla sponda sinistra del fiume Nestore. Costà lascia la Comunità di Arezzo, e voltando la fronte a scirocco sale sull'Alta di S. Egidio avendo a contatto la Comunità di Cortona, mediante il Nestore prenominato, il quale abbandona a levante per salire il poggio di Spinabbio e penetrare nel fosso di Rignana. Da queste sommità, che forma orlo alle due Valli, riscende in quella della Chiana per il fosso di Ristonchia, di cui é tributario quello di Rignana; quindi per la via pedonale cortonese, e finalmente per il borro di Mezza via arriva alla strada Regia perugina. Attraversata la quale entra nel rio di Montecchio e con esso nel torrente Vingone che cavalca sotto lo sbocco del rio della Lega per dirigersi nel canal maestro
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    della Chiana al porto di Brolio. Fin qua fiancheggia con la Comunità di Cortona, alla quale subentrano di faccia a ponente quelle di Fojano, e di Marciano mediante il canale medesimo della Chiana, sino a che davanti al così detto Porto di Cesa torna a confine la Comunità di Arezzo.
    Fra i corsi d'acqua che bagnano il territorio comunitativo di Castiglion Fiorentino, sul rovescio dei poggi che acquapendono in Val Tiberina si trovano le prime fonti del
    Nestore e del Cerfone: dal lato poi che versa nella Chiana i fossi di Ristonchia, di Mezza via e di Cozzana ne segnano i confini, mentre il Vignone e il Cilone scendendo dalla Val di Chio attraversano la parte più bella e più estesa della Comunità, sino a che essi riuniti in un alveo presso al rio Lega sono accolti e perdono con tutti gli altri borri il loro nome nel canale di Montecchio. Il quale ultimo, dopo aver corso per circa 4 miglia parallele al canal maestro della Chiana, si unisce a questo innanzi di escire dal territorio di Castiglion Fiorentino.
    Il rio
    Lega é attualmente l'emissario di quel lago di Brolio, di cui si é fatto di sopra menzione, all'anno 1432. Dicesi tuttora lago della Lega dell'antica strada che lo costeggiava. Esso é ridotto a un piccolissimo bacino mediante i lavori idraulici che hanno cangiato fisionomia a questa contrada.
    Molte, e tutte ben tenute, sono le strade carreggiabili tracciate in questa Comunità. Oltre la Regia postele perugina, e il grandioso stradone di Montecchio, vi sono quelle che diramansi dalla Regia; una della quali sale a Castiglione per la Madonna del
    Rivajo, opposta alla quale partono altre
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    strade per la pianura della Misericordia, di Castroncello e di Brolio; mentre dalle porte di Castiglion Fiorentino escono altre due vie rotabili dirette, una a scirocco, e l'altra a grecale-levante.
    Quest'ultima rimonta lungo il torrente Vignone la deliziosa vallacola di
    Chio, alla quale fanno corona, verso levante i poggi della Mentanina; a settentrione quelli di Largnano e di Castellonchio; a ponente le colline di Mammi e di Castiglion Fiorentino; a ostro quelle di Montecchio e di Ristonchia.
    Il terreno dei poggi sunnominati spette nella massima parte all'arenaria micacea cerulea e grigia (
    pietra serena, o macigno) disposta in grandi strati alternati con lo schisto marnoso (bisciajo), cui serve la calcarea appenninica (alberese); mentre intorno alle pendici delle colline alle rocce predette servono di mantello altre meno antiche e più copiose di avanzi fossili terrestri e marini; rocce tutte che nella pianura restano sepolte dalle torbe, dalle arene e dalle ghiaie, nascoste esse medesime sotto un profondo terriccio.
    Stando ai calcoli che ha dato il professor Giuli nella sua Statistica Agraria della Val di Chiana, la coltivazione del territorio in questione offrirebbe i seguenti prodotti ripartiti in terreno di monte, di collina e di pianura, nella proporzione che appresso.

    Nel Monte

    Oliveti, quadr. 2000
    Castagneti,
    quadr .1500
    Bosco ceduo e di alto fusto,
    quadr. 4819
    Prati naturali
    , quadr. 2000
    Terreno e sementa,
    quadr. 3500
    Sodaglie,
    quadr. 1500
    Somma Quadr. 15319

    Nella collina

    Vitato e a sementa, quadr. 6000
    Pastura e bosco,
    quadr.2000
    Somma quadr. 8000

    Nella pianura

    Campi arabili e vitati, quadr.7000
    Prato naturale,
    quadr.2000
    Somma quadr. 9000

    Somma totale, quadr. 32319

    Che
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    non sia da prendersi a rigore simile divisione, quantità e qualità delle cui designate colture, si arguisce dalla troppo estesa superficie data al suolo agrario di questa Comunità; mentre tutto il territorio non supera i 32314 quadrati, compresi 786 quadrati occupati da strade, alvei di fossi, torrenti e canali; senza anche valutare un maggiore spazio appartenente al fabbricato.
    In quanto alla qualità delle piante e alla coltura del suolo, l'autore stesso, oltre le accennate produzioni, rammenta i molti orti intorno a Castiglione, e una quantità di gelsi piantati in monte, in collina e in pianura in copia tale che egli calcolò ascendessero allora a 33900 piante.
    Infatti la raccolta dei filugelli costituisce una vistosa risorsa di questa Comunità, nel di cui territorio è compresa pure una delle più belle e grandiose Tenute (
    Montecchio) appartenenti alla Regia Corona in Val di Chiana, e una parte di quella di Frassineto.
    Al che si aggiunga un esteso bosco di cerri di alto fusto situato fra Brolio e Montecchio, bosco che sotto il vocabolo di
    Selva di Castiglione, trovasi nominato nell'istrumento del 1432 da noi poco sopra rammentato. – Vedere BROLIO di Val di Chiana.
    La coltivazione adunque della pianura di Castiglione non é da limitarsi alla sola sementa e ai pascoli naturali; molta superficie della quale per sistema di rotazione agraria resta coperta da prati artificiali di trifogli e lupinelle, di rape, di vena, di erba medica, ec.; prati d'importantissima risorsa, non tanto per il numeroso bestiame vaccino, cavallino, porcino e pecorino che alimentano, ma ancora per la copia dei fieni che somministrano ad altre contrade.
    Fra le seminagioni, dopo le granaglie, sono di non piccolo oggetto la canape e il lino, la cui coltura si pratica nella parte più frigida della pianura.
    Il prelodato autorecontava nel 1828 in questa Comunità
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    840 poderi con soli 900 bovi da lavoro, 1680 vacche, 400 vitelli, 840 bestie da soma, altrettanti majali (se non più) e 14850 pecore, senza valutare i numerosi pollami che i contadini e le case di amministrazione agraria alimentano, e senza le risorse dei volatili e selvaggiumi che fornisce la caccia.
    Non vi sono in Castiglion Fiorentino manifatture speciali, meno che un lanificio di panni ordinari, tre tintorie, una gualchiera, una fabbrica di cappelli di feltro, e tre fornaci di terraglie ordinarie situate nella campagna.
    L'agricoltura costituisce l'arte più utile e più estesa. Essa é quella che forma la ricchezza dei Castiglionesi possessori di un ben coltivato territorio, limitrofo a quello di due città, lungo un frequentato cammino, e in mezzo alla più ubertosa valle della Toscana.
    Questa Comunità col regolamento governativo del 14 novembre 1774 divenne il complesso dei preesistenti comuni di
    Castiglion Fiorentino, Montecchio Vesponi, Montanina e Mammi, i quali abbracciavano nel loro corpo la Terra di Castiglione coi suoi Terzieri, cioè; 1° Terziere di Mercato; 2° Terziere di Retina; 3° Terziere di Suscastiglione, oltre 27 ville. Tutti questi luoghi sono compresi nelle 18 parrocchie seguenti: 1. Collegiata di S. Giuliano; 2. S. Paolo Eremita, dentro la Terra; 3. S. Andrea a Petreto; 4. S. Biagio a Montecchio; 5. S. Bartolommeo a Noceta; 6. S. Cristina; 7. S. Donato a Pergognano; 8. S. Giovanni Battista a Brolio; 9. SS. Giusto e Cristofano a Cozzana; 10. S. Lorenzo a Montanina; 11. S. Marco a Castroncello; 12. S. Margherita a Val di Chio; 13. S. Maria a Val di Chio; 14. S. Martino a
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    Ristonchia; 15. S. Michele a Orzale; 16. S. Michele a Largnano; 17. S. Pietro a Mammi; 18. S. Pietro a Polvano.
    In Castiglion Fiorentino si tiene un copioso mercato settimanale nel giorno di venerdì, e vi si praticano diverse fiere nel corso dell'anno; cioè, nel dì 8 maggio, nei primi tre giorni della settimana dopo la terza domenica di giugno, egualmente che dopo la seconda domenica di dicembre.
    La più antica fiera è quella che cade di maggio nel giorno della festività di S. Michele, titolare della primitiva parrocchia di Castiglion Fiorentino; fiera stata accordata dalla Signoria di Firenze con deliberazione del dì 8 aprile 1451.
    La Comunità di Castiglion Fiorentino mantiene due medici e tre chirurghi, oltre gli stabilimenti di pubblica pietà e d'istruzione letteraria di sopra mentovati.
    Risiede nel capoluogo un Vicario Regio che ha la giurisdizione civile e criminale sul territorio di tutta la Comunità, e che dipende per rapporto agli atti di polizia del Commissario Regio di Arezzo. Vi è inoltre un cancelliere comunitativo di 4a classe che serve alla sola comunità di questo nome. L'ufizio dell'esazione del Registro è in Cortona; la conservazione dell'Ipoteche e la Ruota si trovano in Arezzo.

    POPOLAZIONE della Comunità di CASTIGLION FIORENTINO a tre epoche diverse

    - nome del luogo: Brolio della Chiana, titolo della chiesa: S. Giovanni Battista (Prioria), abitanti nel 1745: n° 199, abitanti nel 1833: n° 478
    - nome del luogo: Castiglion Fiorentino, titolo della chiesa: S. Giuliano (Collegiata),
    abitanti nel 1745: n° 3126, abitanti nel 1833: n° 5317
    - nome del luogo: Castiglion Fiorentino, titolo della chiesa: S. Paolo Eremita (Prioria),
    abitanti nel 1745: n° 126, abitanti nel 1833: n° 201
    - nome del luogo: Castroncello, titolo della chiesa: SS. Marco e
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    Francesco (Cura), abitanti nel 1745: n° 343, abitanti nel 1833: n° 764
    - nome del luogo: Cozzana, titolo della chiesa: S. Cristofano (Cura),
    abitanti nel 1745: n° 187, abitanti nel 1833: n° 302
    - nome del luogo: Largnano, titolo della chiesa: S. Michele (Prioria),
    abitanti nel 1745: n° 140, abitanti nel 1833: n° 77
    - nome del luogo: Mammi e Collesecco, titolo della chiesa: S. Pietro (Cura),
    abitanti nel 1745: n° 143, abitanti nel 1833: n° 164
    - nome del luogo: Montanina, titolo della chiesa: S. Lorenzo (Prioria),
    abitanti nel 1745: n° 148, abitanti nel 1833: n° 98
    - nome del luogo: Montecchio, titolo della chiesa: S. Biagio (Pieve),
    abitanti nel 1745: n° 632, abitanti nel 1833: n° 1161
    - nome del luogo: Noceta, titolo della chiesa: S. Bartolommeo (Prioria),
    abitanti nel 1745: n° 141, abitanti nel 1833: n° 248
    - nome del luogo: Orzale o Tuori, titolo della chiesa: S. Michele (Cura),
    abitanti nel 1745: n° 59, abitanti nel 1833: n° 90
    - nome del luogo: Pergognano, titolo della chiesa: S. Donato (Prioria),
    abitanti nel 1745: n° 103, abitanti nel 1833: n° 162
    - nome del luogo: Petreto e Fontanelle, titolo della chiesa: S. Andrea (Cura),
    abitanti nel 1745: n° 93, abitanti nel 1833: n° 90
    - nome del luogo: Polvano, titolo della chiesa: S. Pietro (Cura),
    abitanti nel 1745: n° 40, abitanti nel 1833: n° 49
    - nome del luogo: Ristonchia, titolo della chiesa: S. Martino (Prioria),
    abitanti nel 1745: n° 71, abitanti nel 1833: n° 91
    - nome del luogo: Santa Cristina, titolo della chiesa: S. Cristina (Prioria),
    abitanti
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    nel 1745: n° 94, abitanti nel 1833: n° 247
    - nome del luogo: Val di Chio, titolo della chiesa: S. Margherita (Prioria),
    abitanti nel 1745: n° 75, abitanti nel 1833: n° 120
    - nome del luogo: Val di Chio, titolo della chiesa: S. Maria Assunta (Pieve),
    abitanti nel 1745: n° 347, abitanti nel 1833: n° 446

    - La popolazione del 1551 di Castiglion Fiorentino e sua potesteria non si trova distinta per parrocchie, ma per pendici, ville e capoluogo, cioè: dentro la Terra 2599
    abitanti; pendici 1190; e ville 2504 – Totale abitanti anno 1551: n° 6293
    - totale
    abitanti anno 1745: n° 6067
    - totale
    abitanti anno 1833: n° 10105

    CASTIGLION FIORENTINO in Val di Chiana. – Dove dice, che nel 1264 Uberto de’ Pazzi fu eletto pievano di S. Angiolo in Castiglion Aretino, e nell’anno stesso confermato dal di lui zio il vescovo d’Arezzo Guglielmo Ubertini, si aggiunga. – Nel qual pievanato Uberto de’ Pazzi non molto si mantenne, poiché egli preferì il mestiero della spada a quello del chiericato, ed era già due anni dopo
    spievanato (che tale lo chiamarono Ricordano Malespini nelle sue Stor. Fior. Cap. 182, e Giovanni Villani nella Cronica Lib. VII c. 12), allorché i guelfi usciti di Firenze per la venuta del re Carlo d’Angiò facevano guerra nel Val d’Arno di sopra contro i Ghibellini che allora tenevano Firenze, ed i Guelfi di Castelnuovo (di Avane) erano comandati da Mess. Uberto Spievanato de’Pazzi, il quale ecc.
    Nel 1833 la Comunità di Castiglion Fiorentino contava 10105 Abitanti e nel 1845 ne aveva 11148, come appresso:

    Brolio,
    Abitanti N.° 557
    CASTIGLION FIORENTINO, S. Giuliano Collegiata,
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    Abitanti N.° 4722
    CASTIGLION FIORENTINO, S. Paolo,
    Abitanti N.° 210
    Casrtoncello,
    Abitanti N.° 918
    Cozzana,
    Abitanti N.° 287
    Largnano,
    Abitanti N.° 67
    Mammi,
    Abitanti N.° 223
    Misericordia,
    Abitanti N.° 980
    Montanina,
    Abitanti N.° 102
    Montecchio Vesponi,
    Abitanti N.° 1321
    Noceta,
    Abitanti N.° 260
    Orzale,
    Abitanti N.° 96
    Pergognano,
    Abitanti N.° 186
    Petreto,
    Abitanti N.° 103
    Polvano,
    Abitanti N.° 65
    Ristonchia,
    Abitanti N.° 89
    S. Cristina (Pieve),
    Abitanti N.° 321
    S. Cristina (S. Margherita in),
    Abitanti N.° 142
    S. Cristina (S. Maria),
    Abitanti N.° 499
    TOTALE
    Abitanti N.° 11148
Localizzazione
ID: 1218
N. scheda: 14380
Volume: 1; 3; 6S
Pagina: 608 - 615; 194, 195; 65 -66
Riferimenti: 14381
Toponimo IGM: k Castiglion Fiorentino
Comune: CASTIGLION FIORENTINO
Provincia: AR
Quadrante IGM: 114-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1737028, 4802914
WGS 1984: 11.92507, 43.34325
UTM (32N): 737092, 4803089
Denominazione: Castiglion Fiorentino, Castiglion'Aretino, Castiglione (SS. Michele e Giuliano) - Mercatale di Castiglion Fiorentino
Popolo: SS. Michele e Giuliano a Castiglion Fiorentino
Piviere: SS. Michele e Giuliano a Castiglion Fiorentino
Comunità: Castiglion Fiorentino
Giurisdizione: Castiglion Fiorentino
Diocesi: Arezzo
Compartimento: Arezzo
Stato: Granducato di Toscana
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