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Abazia Fiesolana (S. Bartolommeo e S. Romolo) Ponte alla Badia - Ponte all'Abbadia

 

(La Badia)

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    ABAZIA FIESOLANA sotto l'invocazione dei SS. Bartolommeo e Romolo nel poggio di Fiesole. È situata a mezza costa della deliziosa collina fiesolana, fra il ponte alla Badia ed il soppresso monastero di S. Domenico, nella cui parrocchia è compresa, un miglio e mezzo a greco di Firenze, donde si domina la sottoposta capitale e gran parte della sua florida e popolatissima valle. – Fu fondata nel 1028 sul luogo dell'antico duomo di Fiesole dal vescovo Jacopo Bavaro, autore dell'attuale cattedrale e della sua canonica.
    Nonostantecchè fosse invitato dalla Fonte Avellana Azzone discepolo di S. Romualdo all'oggetto di regolare la famiglia del monastero fiesolano, pure vi riscontriamo assai presto i Benedettini Cassinensi, ai quali reputo doversi riferire quel Mauro abate di S. Romolo a Fiesole, che nell'anno 1167 diede in livello a Lanfranco abate di Buonsolazzo terre poste nella villa di
    Pezetole. Forse fin d'allora Fiesole aveva già perduto la sua giurisdizione civile, mentre l'atto fu rogato nel monastero di S. Romolo sito in Fesulas Vicaria Florentina (Annuario Camaldolese Tomo II). – Alla Badia fiesolana furono assegnate in dote dal fondatore varie possessioni della sua mensa vescovile, fra le quali il monastero di S. Salvatore in Val d'Agna, che gl'imperatori Ottone III, e Corrado II avevano donato (anni 984 e 1027) ai vescovi Fiesolani. – Passò dai Benedettini ai canonici Lateranensi di S. Frediano di Lucca per Breve d'Eugenio IV (3 novembre 1442), sotto dei quali la Badia fiesolana crebbe in fama, e divenne una delle più sontuose della Toscana, specialmente per i favori compartiti da Cosimo Medici chiamato padre della patria; il quale, oltre averla fornita di una rara biblioteca, vi spese la vistosa somma di circa ottantamila fiorini nel rifabbricare col disegno di Filippo Brunelleschi un più spazioso chiostro, ed
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    una nuova chiesa, senza togliere all'antica la piccola facciata intarsiata di marmi e di un'architettura che richiama l'epoca della sua prima fondazione, e che sente dello stile medesimo di quelle di S. Miniato al Monte, di S. Salvatore nell'Arcivescovato, e della collegiata di Empoli. Vi volle lo stesso Cosimo un quartiere per suo uso ad oggetto di conversare col suo dotto amico P. Timoteo da Verona. Quivi nel 1489 vestì le divise cardinalizie il suo pronipote Giovanni, poi papa Leone X; e qui morì nell'anno 1516 il di lui fratello Giuliano duca di Nemours. – Figurò fra i canonici regolari di questo monastero il culto abate Matteo Bosio veronese, che seppe acquistarsi la stima ed amicizia di Lorenzo il Magnifico, del Poliziano, e di altri sommi letterati della sua età. In questo chiostro fecero parimente sollazzevole soggiorno un Pico della Mirandola, un Benedetto Varchi, uno Scipione Ammirato; e qui vi ebbe i primordi la più celebre e più antica Accademia agraria per le cure dell'abate Ubaldo Montelatici, primo presidente dei Georgofili. – L'Abazia fiesolana fu soppressa nel 1778; i suoi codici vennero inviati alla Biblioteca Laurenziana, i suoi libri alla Magliabechiana, mentre il locale fu regalato per uso di villa agli arcivescovi di Firenze, in seguito permutato con altro monastero, ed attualmente ceduto al capitolo di Fiesole. In una parte di questo convento, per le cure del chiarissimo cavaliere Francesco Inghirami è stata eretta una tipografia e calcografia, nota già nella repubblica letteraria per le pregevoli opere nate dalla penna di questo autore. La chiesa è uffiziata da una compagnia laicale, ed il sotterraneo cimiterio serve attualmente ai defunti fratelli della Misericordia di Firenze, la più filantropica e benemerita associazione laicale della Toscana.
    Nella collina dirimpetto alla Badia fiesolana dal lato occidentale in luogo alto rilevato siede e quasi
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    si pavoneggia il grande e magnifico palazzo in forma di castello, denominato la Badia, fatto iniziare da quel generoso cittadino Jacopo Salviati, il quale unitamente a Roberto Pucci non si restò di dire francamente a Clemente VII, intento a mettere in schiavitù la sua patria "che considerasse molto bene quello che Sua Santità faceva, e a quanto gran rischio metteva Firenze sua patria, e pensasse all'infamia che perpetuamente gliene sarebbe grandissima." (VARCHI St. Fior. Lib. IX)

    BADIA (PONTE ALLA). Borgata cui dà il nome un ponte di pietra che cavalca il torrente Mugnone un miglio e mezzo a grecale-settentrione di Firenze, tra la Badia Fiesolana e il magnifico palazzo di campagna edificato circa il 1520 da Jacopo Salviati, ora dei principi Borghesi denominato la
    Badia. Il Ponte alla Badia è noto ai paesisti per il pittorico effetto della sua forma e situazione in quella foce fiancheggiata a ponente dal poggio della Lastra, a levante da quello su cui risiede Fiesole con le numerose ville che l’attorniano da tutti i lati. – Vedere ABAZIA FIESOLANA.

    PONTE ALL’ABBADIA sul
    Mugnone nel Val d’Arno fiorentino. – È un ponte pittoresco antico ad un solo arco che cavalca il torrente Sfaffnone sulla strada provinciale del Mugolio, detta delle Salaiole, e che ha il pilone sinistro piantato sopra i macigni del poggio di Fiesole sotto l’Abbadia Fiesolana, e la testata destra alla base di quello su cui risiede la magnifica villa Salviati, ora Borghesi denominata la Badia. – Ved. ABBADIA (PONTE ALL’) – Un altro ponte più maestoso porta lo stesso nome di Ponte dell’Abbadia, ma cotesto attraversa il fiume Fiora fuori del confine Granducale.
Localizzazione
ID: 14
N. scheda: 170
Volume: 1
Pagina: 11
Riferimenti: 10, 19810
Toponimo IGM: La Badia
Comune: FIESOLE
Provincia: FI
Quadrante IGM: 106-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1683656, 4852542
WGS 1984: 11.28401, 43.8047
UTM (32N): 683720, 4852717
Denominazione: Abazia Fiesolana (S. Bartolommeo e S. Romolo) Ponte alla Badia - Ponte all'Abbadia
Popolo: S. Domenico a Fiesole
Piviere: S. Romolo a Fiesole
Comunità: Fiesole
Giurisdizione: Fiesole
Diocesi: Fiesole
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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