REPETTI ON-LINE

Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

cerca... .

Cercina, Cersina, Cersino

 

(Cercina)

  •   pag. 1 di 6
    CERCINA, già detta CERSINA e CERSINO nel Val d’Arno fiorentino. Pieve antica (S. Andrea, una volta S. Jerusalem in Cersino) con casale ch’ebbe nome talora di luogo, più spesso di castello, nella Comunità Giurisdizione e circa miglia toscane 3 e 1/2 a maestrale-levante di Sesto, Diocesi e Compartimento di Firenze, da cui è quasi 6 miglia a settentrione.
    Trovasi mezzo miglio a ponente dal castellare e chiesa diruta di
    Cercina vecchia altrettanto dal lato di ostro distante da Castiglion di Cercina, nel fianco orientale del monte Girello, presso le sorgenti del torrente Terzolle, dove la sua vallecola fra l’Uccellatojo di Pratolino e monte Morello si chiude.
    È una questa delle poche pievi della diocesi fiorentina, di cui trovasi qualche notizia che rimonta ai secoli longobardici.
    La sua più antica ricordanza stà in una membrana della cattedrale fiorentina fatta in
    loco Cersino finibus Florentiae, li 9 luglio dell’anno primo del regno di Carlo Magno in Lombardia (cioè 774). Trattasi della donazione di un podere posto in Cercina in luogo detto Serviano presso la pieve di S. Jerusalem. Ad asicurare al beneficato una tale donazione volle la monaca Rotruda donatrice, che restasse a suo favore ipotecata una terza parte di tutti i suoi beni situati a Settimo e in Palude. (LAMI, Mon. Eccl. Flor.)
    Un’altra nobil donna, Waldrada del fu Roberto vedova di Guido, col consenso di Sigifredo suo secondo marito e di Ridolfo suo attual suocero, nel 24 aprile del 1042, risedendo in
    Cersino giurisdizione di Firenze, vendè a Ridolfo suo figlio tutte le case e possessi che aveva in Firenze, in Petriolo, in
  •    pag. 2 di 6
    Sesto e in Val di Marina, con più la sua corte e castello situato in loco Cersino, ec. (ARCH. DIPL. FIOR. Badia di Passignano.)
    Fu probabilmente moglie del suddetto Ridolfo figlio di Waldrada quell’
    Areberga del fu Azzo lasciata vedova da Ridolfo figlio di Azzo, la quale trovandosi inferma in Firenze, nel 28 marzo del 1050, lasciò al capitolo della cattedrale fiorentina un’intiera corte situata nel luogo detto Cornito prope Cersino nel territorio della pieve di S. Jerusalem di Cersino, con patto che Gherardo vescovo di Firenze, (Papa Niccola II) o i di lui successori senza adesione dei canonici della cattedrale non potesse disporre di detti beni donati; i quali beni in tal caso dovevano ritornare ai parenti più prossimi della donatrice. (LAMI l. c.)
    Sennonchè l’arcidiacono del capitolo di San Giovanni di Firenze di alcune sostanze poste in
    Cersino costituì un enfiteusi di nuovo genere, allorchè nel 24 agosto 1098 ne investì Teuzzone figlio di Eppone col solo obbligo di presentarsi per la festa di San Giovanni e di mostrare, ma non consegnare (monstrandi et non dandi) 12 denari di moneta lucchese a nome di pensione fra censo e oblazioni. (LAMI l. cit.)
    La prima volta che trovasi la chiesa di
    Cercina sotto l’intitolazione che tuttora conserva di S. Andrea, è in una membrana inedita del 25 luglio 1051, con la quale Teuzzone chiamato Rustico, figlio del fu Giovanni, stando in Fighine del Val d’Arno superiore, vendè a Ridolfo del fu Sigifredo tutte le corti, castelli, chiese, sorti, domnicati, servi e ancille che aveva comprato nello stesso giorno dai fratelli Sigifredo e Bulgaro figli del fu Ridolfo stato suocero della prenominata Waldrada. Le quali sostanze erano poste nei castelli e distretti di
  •    pag. 3 di 6
    Riofino nel piviere di Cavriglia, a Fighine nel piviere di Gaville, a Petriolo nel piviere di Brozzi, a Cerreto nel piviere di S. Pietro a Vaglia, a Cersino nel piviere di S. Andrea a Cersino, e altrove.
    Nello stesso castello di Cercina abitavano pochi anni dopo (anno 1070, 24 febbrajo) Rolando del fu Teuderigo e Berta di Pagano sua moglie, quando essi conjugi donarono all’ospedale di
    Barberino sul torrente Cestio nel Val d’Arno superiore un pezzo di terra posto vicino allo spedale predetto. (ARCH. DIPL. FIOR. l. c.)
    Se non era questi il
    Rolando di Cersino cortigiano della contessa Matilde, che l’assistè in molti placiti dati in diversi luoghi della Toscana, esso senza dubbio corrisponde a quel Rolando di Federigo del Borghini, il quale, nell’anno 1072, insieme con Ariotto di Sichelmo rinunziarono in mano di Ranieri vescovo di Firenze a qualunque ragione che essi aver potessero nel castello di Cersino.
    Dalle quali offerte e rinunzie si avvalorarono vieppiù i diritti che i vescovi fiorentini per lungo tempo mantennero sul castello di Cercina e suo distretto.
    Di qui le contese insorte verso il 1230 per sostenere tali giurisdizioni sopra quel castello contro la famiglia Catellini da Castiglione, la decisione della cui lite fu rimessa in quell’anno agli albitri nominati dal pontefice. (BORGHINI
    Dei vescovi fior.)
    È incerto però, se dai primi signori di Cercina discendessero i
    figli di Tieri, o quelli che costituirono il ceppo della prosapia magnatizia fiorentina che porta tuttora il casato da Castiglione, e di cui si trova la prima memoria nel sarcofago di pietra all’ingresso della pieve di Cercina, dove si legge: SEP. TADDEI. TIERI. DIOTISALVI, ET. FILIOR. A.D. MCCXLVIII.
    Dal qual Tieri di Diotisalvi
  •    pag. 4 di 6
    nacque un altro Tieri o piuttosto Lottieri, che fu insieme con suo fratello Durante, detto per contrazione Dante, nel novero dei fidejussori alla pace fra i Guelfi e i Ghibellini, stabilita in Firenze nel 1280 per la mediazione del cardinale Latino.
    Da
    Taddeo di Tieri di Diotisalvi (al quale riferisce l’iscrizione sepolcrale di già riportata) nacque quel Matteo da Castiglione, rammentato in un sigillo illustrato dal Manni (Tom. XVIII) dov’è il suo nome intorno allo scudo rappresentante tre cagnolini, stemma che sino dal secolo XIV costituiva l’arme parlante dei nobili Castellini da Castiglione.
    Oltre i possessi di Castiglione e di Cercina, quei
    cattani godevano, siccome tuttora conservano, il giuspadronato della pieve di Cercina e delle sue parrocchie filiali, meno che quella ora soppressa del castello di Cercina vecchia, e la cui collazione appartenne sempre ai vescovi fiorentini.
    Sennonchè per mezzo secolo il magistrato della Parte Guelfa tolse tali diritti ai
    cattani di Cercina, stante la famosa insurrezione promossa nel 1250 dai Ghibellini di Firenze contro il partito Guelfo ivi dominante. Nella quale sommossa gli Agolanti e i Brunelleschi si fecero forti alla torre di mess. Lancia de’cattani da Castiglione e da Cersino, nel sestiere di Porta del Duomo, stati ott’anni dopo essi stessi vinti ed esiliati da Firenze. (G. VILLANI Cron. lib. VI)
    Fra i più antichi pievani di Cercina spettanti alla famiglia da Castiglione, dopo essere stata questa ribandita, novererò quel Francesco figliuolo di Dante di Bernardo e di Marinetta Picchi che nacque per grazia speciale di S. Antonino primo arcivescovo di Firenze. Del qual pievano fa menzione una lettera diretta nel 1499 dal pontefice Alessandro VI ai capitani della Parte di Firenze, esortandogli a
  •    pag. 5 di 6
    volere, che il possesso della pieve di S. Andrea a Cercina si dasse al cardinale Bartolommeo vescovo di Segovia, piuttosto che a Francesco da Castiglione, che l’aveva già impetrata in benefizio, mentre egli era curato della parrocchia di San Martino a Bugliano succursale di Cercina.
    Non sembra però che tali esortazioni papali avessero effetto, essendo che nel 1502 trovasi pievano di Cercina il prenominato Francesco, il quale poco stante ottenne dallo stesso pontefice Alessandro una bolla d’indulgenze ad oggetto di accrescere venerazione alla figura miracolosa di una Beata Vergine esistente nella sua pieve. E forse a lui si deve l’instituzione di una zelante congregazione secolare di Fiorentini preseduta dal pievano, la quale tuttora costituisce l’opera di quel tempio.
    È questa chiesa grande, di svelta forma, costruita a tre navate, stata più volte restaurata e modernamente (anno 1832) dipinta e stuojata.
    La stessa società prese nuovo impulso dalla visita che fece Leone X alla pieve di Cercina, mentre viveva sempre il prenominato pievano Francesco dei cattani da Castiglione.
    La cavalcata dei cardinali col pontefice e il martirio di S. Andrea dipinti nel vestibolo di questa chiesa sono opere, sebbene cadenti per età, che appartengono a un pennello superiore alla mediocrità. Più antichi sono gli affreschi a terra verde esistenti nel salone della canonica, mentre hanno minore importanza le pitture storiche intorno al cortile della pieve.
    Ma gli affreschi più squisiti veggonsi nella pieve alla cappella della Madonna, molti dei quali sono dipinti dal Pozzetti.
    La pieve di Cercina era matrice delle seguenti chiese: 1. S. Martino a
    Bugliano con l’annesso romitorio de’SS. Girolamo e Maria Maddalena, stato incorporato sino dal 1519 alla pieve; 2. S. Jacopo a Cepeto, da lungo tempo annesso della seguente prioria; 3. S. Michele a Castiglioni; 4. S. Margherita a Cercina vecchia, verso il 1780
  •   pag. 6 di 6
    annessa alla pieve; 5. S. Maria a Starniano, riunita alla pieve sino dal secolo XVI; 6. Eremo di S. Maria e S. Caterina a Monte Morello, soppresso alla metà del secolo XV; 7. Monastero e parrocchia di S. Maria d’Urbana, ammensata nel 1376 al monastero di S. Orsola a Firenze.
    La pieve di S. Andrea a Cercina conta 421 abitanti.
Localizzazione
ID: 1427
N. scheda: 15300
Volume: 1
Pagina: 655 - 657
Riferimenti: 15310, 49410
Toponimo IGM: Cercina
Comune: SESTO FIORENTINO
Provincia: FI
Quadrante IGM: 106-1
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1681938, 4857168
WGS 1984: 11.26424, 43.84674
UTM (32N): 682002, 4857342
Denominazione: Cercina, Cersina, Cersino
Popolo: S. Andrea a Cercina (con annesso S. Margherita a Cercina Vecchia e S. Maria a Starniano)
Piviere: S. Andrea a Cercina (con annesso S. Margherita a Cercina Vecchia e S. Maria a Starniano)
Comunità: Sesto
Giurisdizione: Sesto
Diocesi: Firenze
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
  trova nel testo
 
  scarica scheda
  aggiungi note