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Dizionario Geografico Fisico
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Chianciano - Cave di Marmi

 

(Chianciano Terme)

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    CHIANCIANO (Clanciaum) in Val di Chiana. Terra murata capoluogo di Potesteria e di Comunità con insigne collegiata (S. Giovanni Battista) nel Vicariato, Diocesi e 8 miglia toscane a maestrale di Chiusi, Compartimento di Arezzo.
    È situata sopra una quasi isolata collina alla base australe del Monte della
    Maddalena, fra quelli di Tutona e di Cetona; fiancheggiata a ostro e settentrione da due fossi che si vuotano nel torrente Parce, sulla strada provinciale che da Montepulciano per Chianciano guida a Chiusi, a Sarteano e Cetona; nel grado 29° 29’ 4” di longitudine e 43° 3’ 8” di latitudine a un’elevatezza di 796 braccia presa dalla sommità del campanile della collegiata, circa 4 miglia toscane a scirocco di Montepulciano; 11 da Cetona nella stessa direzione; 12 miglia toscane a levante di Pienza; 34 a ostro di Arezzo, e 45 a scirocco di Siena.
    È di forma bislunga ripiena di abitazioni, il cui recinto ha tre porte con altrettante strade principali che portano il nome di
    strada di sopra, dov’è il castello, strada di mezzo e via del poggiolo, detta comunemente il borgo.
    Non ripeterò le congetture di chi derivava il nome di Chianciano dal
    Cis Clanas, la quale etimologia potrebbe con egual misura di probabilità applicarsi da chi dicesse, che Cetona fosse quasi un Cis Tuniam, perché trovasi situata di qui dalla Paglia (che Tunia, o Tinia chiamossi) come Chianciano è di qua dalle Chiane.
    Chi volesse per tanto indagare dell'origine e antichità di Chianciano, o farebbe opera perduta, o anderebbe contro a scogli pericolosissimi a urtare. Nell'intenzione di evitare noi quelle e questi ci atterremo alle pochissime memorie che di Chianciano ci restano, oltre i
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    varj monumenti di arte dell'epoca etrusca e romana scavati nelle campagne Chiancianesi e sfuggiti alla distruzione.
    A una certa rocca di
    Scanciano compresa nel contado e diocesi di Chiusi, che Lanfranco vescovo di detta città e l'abate di S. Pietro in Campo ai monaci del Monte Amiata contrastavano, allude un placito del 7 giugno 1072 emanato dalla contessa Beatrice marchesa di Toscana presente la Contessa Matilde sua figlia, il vescovo suddetto, quello di Siena, Ranieri e Bernardo conti di Chiusi e varj altri magnati. (MURAT. Ant. M. Aevi)
    Più chiaramente specificato si legge il nome di
    Chianciano in una istanza fatta in Sarteano li 27 gennajo 1171, relativa all’oblazione che fece di se stesso un tale di Pratale a favore della badia di S. Pietro in Campo. Alla quale badia egli donò quanto possedeva nel vescovato di Chiusi e specialmente in Chianciano e sua corte, in Sellena e sua dipendenza. (ANNAL. CAMALD. - GIUS. BALDASSARRI Sulle Acque minerali di Chianciano)
    Già si disse all'articolo BAGNI di SELLENA, che questo nome al principio del se-colo XIV era comune con quello delle famose Terme di Chianciano. Che poi, costà sul confine del territorio di Moutepulciano, esistesse nel 1176 una chiesa (
    S. Michele di Sellena) di padronato della badia di S. Pietro a Petrojo con un castellare omonimo a poca distanza dalle sorgenti del Bagno, chiaramente risulta da varj istrumenti del 1276, 1278, 1281 e 1308, rintracciati dall’erudito Chiancianese Luigi Antonio Paolozzi e pubblicati dal Baldassarri nell'opera sopraindicata: istrumenti che ci danno a conoscere qualmente il territorio di Montcpulciano si estendeva a quella età e abbracciava una porzione del Poggio di Sellena, posto fra il Monte di Cetona e quello di Totona.
    Ma ciò che più importa alla storia
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    di questa contrada è, che quei documenti medesimi danno ragione di credere che Chianciano a quell'epoca si reggeva a comune sotto l’accomandigia degli Orvietani. Nè io ho potuto rintracciare alcun documento che dimostri positivamente Chianciano dipendente dai conti della famiglia Manenti di Sarteano, o da altri baroni del territorio Chiusino.
    Ciò è coerente alla lunga permanenza tenuta in Chianciano dai vescovi di Chiusi, che fecero di questa chiesa una concattedrale e la sua canonica ridussero in Episcopio. Lo dichiara un diploma di Lodovico il Bavaro nel 15 aprile 1328 concesso ai conti di Marsciano dei Manenti consorti, nel quale, non solo si esclude il distretto di Chianciano dal dominio dei conti di Sarteano, ma ivi sono indicati i territorj delle Comunità limitrofe alla contea Sarteanese con queste precise parole:
    videlicet a prima parte districtum civitatis Clusii, et castri Sertoni (Cetona); a secunda districtum castri Clanciani ejusdem Clusinae Diocesis; a tertia districtum castri Castiglionis Latronorum et castri Radicofani; a quarta districtum castri Mojonae et cimam sive summitatem Montis Pisis Clusinae dioecesis. (UGHELLI, Dei conti di Marsciano)
    Una prova finalmente, che il paese di Chianciano si governasse indipendentemente dagl’altri, è quella di un trattato di lega concluso in Pisa nel 1390 da Giovanni Galeazzo Visconti Duca di Milano con varii potentati, Repubbliche e Comunità, fra le quali ultime si trova compresa quella di Chianciano; e lo conferma una capitolazione di amicizia che questo paese fece nel 1454 con il Comune di Montepulciano.
    Ciò non ostante, il Kaleffo vecchio dell’Archivio Diplomatico di Siena, all'anno 1230, riporta un obbligazione di due figli di Tancredi conti di Sarteano (Bolgarello, e Rimbotto) con la quale promettono di consegnare al potestà di Siena il loro castello di Chianciano e di far guerra ai Montepulcianesi e agl’Orvietani ad ogni richiesta della Republlica senese.
    Anche
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    il Kaleffo nero dello stesso Archivio, all'anno 1302, conserva un atto di renunzia a tutte le ragioni che potesse pretendere per diritto ereditario sopra la terra e gl’uomini di Chianciano il nobile Ugolino di Buonconte dei Monaldeschi di Orvieto.
    Si cita inoltre una sentenza pronunziata nel 1235 dal legato pontificio Jacopo vescovo di Palestina fra gli Orvietani e i Senesi, affinché questi restituissero ogni conquista fatta sopra il castello di Chianciano. La quale sentenza, se mai ebbe effetto, esso fu di corta durata, perché nell'anno 1245 gli Orvietani trovavansi all’assedio di Chianciano occupato in quel tempo dai Senesi. Al quale dominio i Chiancianesi formalmente si sottomisero per contratto stipulato nel 16 gennajo del 1346, nel quale fra le condizioni e patti vi erano i seguenti: di avere un potestà e un ufiziale notaro da eleggersi dagli uomini di Chianciano fra i cittadini di Siena; di offrire un palio di seta per la festa di S. Maria d'agosto del valore di 20 fiorini d'oro con tre ceri di libbra; di dovere somministrare e mantenere 30 pedoni ben armati quando il Comune di Siena fosse per fare esercito; di tener per amici gli amici, e per nemici i nemici della Signoria di Siena; di potere appellare nelle sentenze date dal potestà a tre sindaci eletti dal consiglio comunitativo di Chianciano; e qualora non consentisse al giudizio una delle parti, di rimettere la decisione al parere di un giurisperito eletto dal magistrato; di non doversi imporre finalmente nuove gabelle o dazj nel distretto di Chianciano, ec.
    Dopo quell'epoca il popolo di Chianciano seguitò la sorte della Repubblica di Siena sino all'anno 1556, quando il suo distretto entrò a far parte del Granducato.
    Nel 1577 furono ritrovati e stabiliti i confini fra il territorio di Chianciano e quello di Montepulciano.
    Lo statuto di Chianciano più antico rimonta al
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    secolo XIII. Uno più moderno fu scritto in bellissimi caratteri dal padre Cherubino Ghirardacci frate Agostiniano, che asserisce ciò nella sua istoria di Bologna all’anno 1543, in occasione di raccontare un caso di asfissia occorso nel 13 settembre dello stesso anno a un Chiancianese, mentre acconciava il vino nuovo nella sua cantina.
    La collegiata di Chianciano ha otto canonici, fra i quali tre dignità (l'arciprete, l’arcidiacono e il decano) con diversi beneficiati. La sua chiesa fu restaurata, nel 1809, a disegno di Luigi Vegni allievo e figlio adottivo di Leonardo de’Vegni Chiancianese architetto, letterato e inventore della plastica dei tartari prodotti dalle acque termali di S. Filippo.
    All’occasione della restaurazione di questo tempio, risarcito la prima volta nel 1229, si riscontrò dai suoi antichi fondamenti, che la primitiva fabbrica era di figura esagona, forma consueta dei primitivi battisteri, piuttosto che attribuirla, come altri opinarono, agli avanzi di un tempio pagano, supponendo che esso alla divinità di Giano fosse stato dedicato.
    Nel suo vestibolo, dove trovansi riunite varie iscrizioni etrusche e romane, avvi pur anche un’arca antica di travertino, in cui furono riposte le ceneri del beato Paolo Salimbeni di Chianciano. Nel suo coperchio leggesi un'iscrizione bilingue (etrusco-romana) illustrata dall'erudito Chiancianese dott. Desiderio Maggi, autore di un bel
    Saggio dei monumenti Etruschi e Romani trovati a Chianciano.
    Oltre la collegiata, varie chiese minori conta Chianciano dentro le sue mura, ma tutte sono di gran lunga superate in bellezza dalla vaghissima chiesa della Madonna della Rosa fuori della porta che guida a Sarteano. È opera disegnata da un Lanci Urbinate oriundo e allievo della scuola Senese.
    Per quello che spetta agli stabilimenti pubblici, Chianciano conta un moderno teatrino di vaga struttura, un conservatorio di Clarisse, in cui si educano a convitto le fanciulle, e si ammaestrano gratuitamente quelle bisognose del paese; una pia congregazione che
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    porta il nome dei suoi fondatori (Scuderi e Cherubini), e provvede di doti le oneste ragazze, di vitto e di medicinali i poveri malati.
    Finalmente una deputazione sorveglia a tuttociò che ha rapporto all'accreditatissimo stabilimento delle acque termali, le quali sgorgano due scarse miglia toscane distanti da Chianciano.
    In questa Terra ebbero i natali un Giuseppe Cignozzi medico della corte Medicea e illustratore di un trattato d'Ippocrate; un Luigi Paolozzi erudito antiquario, e un Leonardo de’Vegni scrittore e ar-chitetto, conosciutissimo per la plastica dei tartari poc'anzi rammentata.
    Comunità di Chianciano. – Il territorio di questa Cominità occupa una superficie di 10757 quadrati, 286 dei quali sono presi da corsi d'acqua e da strade. Vi è una popolazione di 2166 abitanti equivalenti a 166 individui per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
    Ha la sua maggior larghezza da settentrione a scirocco più che raddoppiata nella sua lunghezza, che è da ponente a levante. Confina con 4 Comunità; a ostro con quella di Sarteano, a partire dalla sommità del monte che divide la Valle di Chiana da quella dell’Orcia, principiando dallo sbocco del rio
    Chiarantana nel fosso del Giuncheto, il quale ultimo per breve tragitto percorre nella direzione di libeccio e poi lascia a sinistra, per rimontare il borro della Fornace o dei Prati, col quale va nel crine della montagna al varco delle Foci, dove volta faccia da ponente a scirocco per entrare mediante il fosso di Valle buja, ossia dell'Astroncello, nel torrente Astrone, la di cui impetuosa discesa seconda da ponente a levante sino a che lo cavalca al bivio della strada provinciale che da Chianciano guida per Sarteano e per Chiusi. Costà voltando faccia a scirocco sottentra la Comunità di Chiusi, con la
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    quale confina, innanzi tutto mediante il rio della Volpe, quindi per il torrente Monaco si dirige verso maestro per la via Regia Longitudinale della Chiana al mulino del torrente Parce. Costà subentra la Comunità di Montepulciano, con la quale fronteggia, da primo lungo la strada comunitativa che scende in Chiana rasente il torrente Parce, poi per termini artificiali attraversando la via di Cervognano, indi quella prov. che viene da Montepulciano, per salire di là il monte della Maddalena a occidente della vallecola delle Terme Chiancianesi. Sopra queste trova il vertice della giogana che divide l’Orcia dalla Chiana; sino a che trapassando il varco delle Foci ritorna sul fosso della Fornace, col quale scende in quello del Giuncheto al punto in cui lasciò la Comunità di Sarteano.
    Da cotesto lato sul confine delle tre Comunità (Chianciano, Sarteano e Montepulciano) esiste la tenuta di Chiarantana, già rocca dei Salimbeni, la quale sebbene compresa in gran parte nella parrocchia del Castelluccio della Comunità di Pienza e in quella di Castiglioncello del Trinoro della Comunità di Sarteano, appartiene per l'economico alla Comunità di Chianciano.
    Piccoli torrenti passano per questa Comunità, eccettuando il
    Parce che per corto spazio la lambisce dal lato orientale e l’Astrone che la costeggia verso ostro per più lungo tragitto.
    In mezzo a questi due corre per il territorio di Chianciano il torrente
    Ribussolaje, il quale ha la sua origine presso le acque termali di Chianciano.
    Giuseppe Baldassarri nella sua dotta Relazione di queste acque minerali, pubblicata in Siena sino dal 1756, somministrò alla scienza osservazioni nuove ed importantissime sulla qualità delle rocce e struttura geognostica di questa contrada; e le indagini posteriori instituite da valenti naturalisti, fra i quali i prof. Giorgio
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    Santi, Giuseppe Giulj e Antonio Targioni-Tozzetti, hanno sempre più avvalorato quelle segnalate dal Baldassarri, che io chiamerei il secondo campione fra i geologi toscani del secolo XVIII.
    Il suolo della collina, sulla quale risiede Chianciano, come pure il terreno delle adiacenti campagne, consiste in un profondo banco di ghiaja e di rena disposto a foggia di strati paralleli all'orizzonte; strati che talvolta alternano con altre stratificazioni tufacee contenenti testacei marini, e che tal altra fiata sono da un sugo spatoso cotanto solidamente conglutinati da resultarne una specie di
    poudinga suscettibile di essere adoprata per pietra da macine.
    Scendendo dalla collina verso la Chiana e il lago di Montepulciano, comincia a mancare a poco a poco la ghiaja succedendo un grés arenario, sul quale si ada-gia un suolo cretoso coperto da recenti alluvioni. Dalla parte dei poggi sopra a Chianciano la ghiaja continua a trovarsi sino alla collina di
    S. Elena, dove comparisce l'ossatura del monte composta di calcareo compatto cavernoso con larghi spacchi ripieni di filoni di spato. Il quale, non di rado prende l'aspetto di marmo, com'è il nero venato di bianco sull’Astrone, o di fondo presso che totalmente candido, come quello della Maddalena. Comecché siffatta qualità di pietra più spesso apparisca sotto forma concrezionata di travertino, e quasi a contatto del solfato calcareo compatto (gesso), copiosissimo massimamente lungo il torrente Astrone.
    Nel lembo estremo fra le colline tufaceo-ghiarose e i superiori poggi calcareo-gessosi trovansi le sorgenti minerali, delle quali tutte eseguì diligentissima analisi nel 1823 il ch. prof. Antonio Targioni Tozzetti. Avendo già all'articolo BAGNI DI SELLENA, o di CHIANCIANO, riportati i resultamenti, non tornerò a farne qui altra ripetizione.
    Non dirò delle cristallizzazioni di manganese, di ferro cubico e di quarzo dodecaedro, le ultime delle quali si trovano per la
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    maggior parte tinte di nero, alcune colorite di rosso, più di rado candide e limpide nelle vicinanze della sorgente dell'Acqua Santa e in altre località, il più spesso isolate, qualche volta racchiuse in mezzo alle gessaje, se non per avvertire della recente origine di tali cristalli di monte, volgarmente appellati Pietre cancanute, le quali si formano in seno alle rocce di natura calcarea.
    La parte montuosa del territorio dall’autore della statistica agraria della Val di Chiana fu valutata circa miglia 6 quadrate delle quali trovò un solo quinto ridotto a cultura, il restante nudo o boschi di alto e basso fusto e selve di castagni. All’opposto del terreno di collina di un'egual estensione, di cui segnalò cinque sesti ridotti a cultura e un sesto a bosco. In tutto il territorio di Chianciano l'autore stesso nel 1828 contava 50,000 piante di olivi, 740,000 viti e 200 gelsi, 6000 stajate di terreno a sementa di cereali, 1500 a granturco, 2500 per seminarvi le canape e il lino, 500 per i legumi.
    La bonificazione della pianura, dovuta ai lavori di colmate e ad altre opere idrauliche con regolare sistema proseguite alla nostra età, ha migliorato assai la salubrità dell'aria di Chianciano e quella dei suoi contorni nella stagione dei bagni; talchè i concorrenti alle terme Chiancianesi non hanno di che temere per questo rapporto; siccome si aumentano i comodi della vita dentro la Terra, per non lasciare alcunchè da desiderare in aggiunta alla discretezza e urbanità degli abitanti.
    Quasi tutta la popolazione trovasi raccolta nel capoluogo, dove la Comunità mantiene un medico, un chirurgo e un maestro di scuola.
    Si fanno in Chianciano i mercati nell'ultimo mercoledì di ciascun mese. Erano essi settimanali ai tempi della Repubblica Senese.
    Risiede in Chianciano un Potestà, che ha la giurisdizione civile solamente sulla Comunità di questo nome,
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    dipendente per gli atti di polizia e per le cause criminali dal Vicario Regio di Chiusi. La sua cancelleria comunitativa, e l’ufizio di esazione del Registro sono in Sarteano; l’ingegnere di Circondario e la conservazione delle Ipoteche in Montepulciano; la Ruota in Siena.

    POPOLAZIONE della Comunità di CHIANCIANO a tre epoche diverse

    - nome del luogo: CHIANCIANO, titolo della chiesa: S. Giovanni Battista (Collegiata), abitanti nel 1640: n° 1839, abitanti al 1745: n° 1217, abitanti al 1833: n° 2036

    -Frazioni della popolazione di Chiarantana dipendente da parrocchie fuori della Comunità di Chianciano

    totale abitanti nel 1833: n° 130

    - TOTALE
    abitanti nel 1833: n° 2166

    CHIANCIANO nella Val di Chiana. – Si aggiunga. – Rispetto ai conti Manenti di Sarteano e di Chianciano vedansi gli
    Articoli BADIA A SPINETA E SARTEANO, cui deve aggiungersi un lodo del 30 giugno 1235 riguardante la pace da stabilirsi fra la Repubblica sanese da una parte, e Firenze, Arezzo e Pepone de’ Visconti di Campiglia d' Orcia dall’ altra parte, dove si trova fra le condizioni stabilite, che il Castello di Chianciano allora nelle mani dell' arbitro Jacopo Card. e vescovo di Palestina, dovesse da quest’ ultimo restituirsi agli Orvietani per essere poi riconsegnato ai conti suoi veri padroni. – (Arch. Dipl. Sanese T. 2.° delle Pergamene n.° 307.)
    Che poi sul declinare del secolo XV la Repubblica di Siena inviasse un sommo architetto a Chianciano per convenire sui confini fra questo paese della Repubblica sanese e la Terra di Montepulciano, ch'era sotto raccomandigia della Repubblica fiorentina, lo dichiara una lettera scritta da Chianciano lì 6 ottobre del 1487 alla Balia di Siena dal suo commissario Francesco di Giorgio architetto, dopo tornato da Urbino, dov'era stato al servizio del Duca Guidobaldo, che diceva:
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    «Questo dì a ore 18 siamo arrivati a Chianciano, e non avendo notizie del commissario fiorentino, subito scrivemmo e mandammo uno fante a Montepulciano con lettere a quel potestà. – (GAYE, Carteggio inedito di Artisti. Volume I. Appendice 2).
    Cotesto affare de' confini fra l'una a l'altra Comunità fu dibattuto più volte, mentre nel 18 dicembre del 1493 il dottor Antonio de’ Giordani in qualità di commissario scriveva da Chianciano alla Balia di Siena esser giunto col commissario fiorentino a Montepulciano ed insieme con Francesco di Giorgio avere cavalcato al Castelluccio (delle Foci) per rassettare il modello della confinazione in quella parte. – (
    Op. cit.)
    II potestà di Chianciano fu soppresso dalla legge del 2 agosto 1838 che riunì la sua giurisdizione al vicario R.di Montepulciano, dove è pure il suo tribunale di Prima istanza. Risiede in Chianciano un cancelliere Comunitativo che abbraccia anche la Comunità di Chiusi.
    Nel 1833 la Comunità di Chianciano aveva con le sue frazioni 2166 Abitanti e nel 1845 ne noverava 2186, come appresso:

    CHIANCIANO,
    Abitanti N.° 2050

    Annessi

    Castelluccio delle Foci; da Pienza, Abitanti N.° 104
    Castiglioncello del Trinoro;
    da Sarteano, Abitanti N.° 32
    TOTALE,
    Abitanti N.° 2186
Localizzazione
ID: 1494
N. scheda: 15930
Volume: 1; 6S
Pagina: 687 - 691; 72
Riferimenti: 53410
Toponimo IGM: Chianciano Terme
Comune: CHIANCIANO TERME
Provincia: SI
Quadrante IGM: 121-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1730532, 4771244
WGS 1984: 11.83181, 43.06044
UTM (32N): 730596, 4771419
Denominazione: Chianciano - Cave di Marmi
Popolo: S. Giovanni Battista a Chianciano
Piviere:
Comunità: Chianciano
Giurisdizione: Chianciano
Diocesi: Chiusi
Compartimento: Arezzo
Stato: Granducato di Toscana
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