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Chianni delle Colline Pisane, di Rivalto - Colline Pisane

 

(Chianni - Il Carmine)

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    CHIANNI delle COLLINE PISANE, ossia di RIVALTO (Castrum Clani) in Val d'Era. Castello smantellato, capoluogo di Potesteria e di Comunità con pieve (S. Donato e S. Giovanni Batista) nella Diocesi di Volterra, Compartimento di Pisa.
    Risiede sopra un poggio scosceso, nel cui fianco orientale prende origine il fiume Cascina, mentre a ostro nasce il torrente
    Sterza dell'Era, a 500 braccia sopra il livello del Mediterraneo, nel grado 28° 18’ 2” di longitudine e 43° 29’ 5” di latitudine circa 14 miglia toscane a settentrione di Pontedera, 18 a ponente-maestrale di Volterra, e a 27 miglia toscane a scirocco di Pisa.
    Si trova appellato Clanum in diverse carte del medio evo; nè vi è da arguire sulla significazione di questo nome alcuna etimologia che possa accettarsi con qualche fiducia. Avvegnachè, se vi fu qualcuno che derivava tal voce da greca origine, quasi che si volesse denotare una china o pendio, altri supponeva
    Chianni sincope di Giovanni, tanto più che al santo Precursore fu dedicata la primitiva pieve di Chianni. Alle quali congetture potrebbe aggiungersi quella di far derivare il Clanis, Clanum, Clancianum, o altri nomi consimili dal verbo clango, come luoghi coperti di foreste favorevoli alle gran caccie clamorose. – Vedere CHIANTI.
    Chianni di Rivalto appartenne sempre nello spirituale ai vescovi di Volterra, mentre per il temporale, dal secolo XII in poi, tanto Chianni che Rivalto trovasi costantemente nel contado Pisano.
    Infatti nei privilegi imperiali da Arrigo VI, da Ottone IV, da Federigo II e da Carlo IV concessi alla Repubblica di Pisa trattasi di questo Chianni delle colline pisane, diverso da altro Chianni in Val d'Elsa compreso pur esso nella diocesi Volterrana. –
    Vedere CHIANNI di GAMBASSI.
    O bisogna distinguere il Chianni di Rivalto, da Arrigo VI nel 30 maggio 1192,
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    e nuovamente nel 29 giugno 1193 alla Repubblica di Pisa confermato, da quel castello di Chianni che lo stesso Arrigo vivente il padre, nel 28 agosto 1186 assegnava a Ildebrando Pannocchieschi vescovo di Volterra, o bisogna dire che tali donazioni fossero assolutamente precarie.
    Che infatti le promesse di Arrigo imperatore non corrispondessero a quelle che lo stesso Arrigo aveva dato al vescovo di Volterra, mentre egli era semplicemente re dei Romani, fu già avvertito all'articolo BIBBONA. Quindi le dispute, i contrasti, le guerre battagliate, a cagione della doppia donazione del castello di Chianti, fra il Comune di Pisa e i vescovi di Volterra, sino al punto che il vescovo Ranieri, nel 1285, interpose la Repubblica fiorentina, perché volesse custodire il castello e territorio di Chianni, i di cui abitanti in numero di 80 rappresentati da due sindaci, nel 13 maggio 1288, giurarono di obbedire agli ordini di Lapo di Rosso de'Rossi vicario del vescovo di Volterra nelle parti di Val d’Era. (GIO. MARITI
    Odepor. delle Colline Pisane MS.)
    Nondimeno il castello di Chianni fu occupato in questo stesso anno 1288 dall’oste pisana capitanata dal suo potestà Conte Guido da Montefeltro, restando dopo quel tempo sotto il dominio di Pisa, ad onta delle antiche pretensioni dei vescovi di Volterra avvalorate da nuovi diplomi che facilmente compartì Carlo IV a quei prelati, nel 1355 e 1363, ricopiando quello concesso nel 1186 dal sesto Arrigo.
    In quest’intervallo di tempo Chianni fu fatto ribellare al Comune di Pisa da Benedetto Maccarone della famiglia Gualandi seguace di Arrigo figlio di Castruccio, da cui nel 1345, fu costretto a bevere quel veleno che egli aveva contro l’Antelminelli preparato nella lusinga di essere rimesso in grazia della sua patria. (MURAT.
    Cron. Pis. in R. I. Script. T. XV)
    Li 6 del mese di marzo 1406, Chianni insieme
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    con Rivalto cadde in potere dei Fiorentini; e i due popoli fecero la loro formale sottomissione, li 25 luglio susseguente, con l'onere di presentare il giorno di S. Giovanni un palio del valore di sette fiorini d’oro.
    Momentaneamente Chianni e Rivalto, nel 1496, si sottrassero dalla Signoria di Firenze al pari di molti altri castelli delle Colline Pisane, sotto il dominio della quale poco dopo dovettero ritornare senza più rimuoversi.
    Nel 1515 i due paesi ottennero dal governo fiorentino un particolare statuto, rinnovato sotto Cosimo I nel 1576.
    Chianni nell'aprile del 1629 fu eretto in feudo dal Gran Duca Ferdinando II, che insieme con
    Montevaso e Mela lo assegnò con titolo di marchesato alla nobil famiglia Riccardi di Firenze, cui fu unito nel 1634 Rivalto. La quale infeudazione fu rinnovata nel 1738 a favore di Cosimo Riccardi che la ritenne sino alla legge sull’abolizione dei feudi granducali.
    Innanzi che fosse marchesato, Chianni e Rivalto dipendevano dal Potestà di Peccioli pel civile, dal Vicario di Lari pel criminale.
    L'antica pieve di Chianni da lungo tempo diruta, sotto il titolo di S. Giovanni a
    Paterno, era situata in un colle domestico circa due miglia toscane a scirocco del capoluogo. Essa, all'epoca del sinodo Volterrano del 1356 aveva per suffraganee la chiesa di S. Maria di Chianni e quella di S. Donato, eretta in pieve e ricostruita nel 1810 nel punto più elevato del paese.
    A S. Donato fu riunita sulla fine del secolo XV la chiesa matrice di S. Giovanni, cui apparteneva la tavola rappresentante la Natività del Signore esistente nel coro della chiesa attuale; nella quale tavola è segnata la data del 1464. II quadro della Madonna del Rosario nella cappella a
    cornu evangeli è pittura di Aurelio Lumi, rinomato artista pisano del secolo XVI.
    L'altra chiesa di S.
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    Maria e S. Bartolomeo di Chianni riunita pur essa alla nuova pieve di S. Donato, era distante da Chianni quasi un miglio toscano, dove si veggono ancora le sue mura in rovina.
    La più antica notizia allusiva alla chiesa di S. Donato a Chianni è un atto di ricognizione di enfiteusi a favore del vescovo di Volterra, rogato in detta chiesa nel dì 8 maggio 1277 davanti Ferrante rettore della medesima.
    Al pievano di Chianni è diretta una bolla data li 17 aprile 1301 dal pontefice Bonifazio VIII con la quale fu incaricato di rivendicare i beni della badia di Morrona, ch’erano stati alienati illegittimamente dai di lei abati. (GIO. MARITI
    Odepor. delle Colline Pis. MS.)
    Comunità di Chianni. – lI territorio di questa Comunità è situato sul nodo di tre diocesi, dove il Volterrano pastore, quello di Pisa e quel di Sanminiato.

    Segnar potria, se fesse quel cammino.

    Avvegnachè Rivalto e Chianni sono le pievi più occidentali della giurisdizione ecclesiastica di Volterra, vicine a quella di Santa Luce, che è l’ultima a scirocco della diocesi pisana, limitrofa questa e quelle alla parrocchia di Colle Montanino nel piviere del Bagno a Acqua. La quale parrocchia di Colle Montanino era la più lontana e più meridionale dall’antica diocesi lucchese, innanzi che fosse data alla nuova chiesa vescovile di Sanminiato.
    Il territorio della Comunità di Chianni occupa una superficie di 18096 quadrati compresi 392 quadrati per corsi di acqua e strade. Vi si trova una popolazione di 1996 abitanti equivalenti a 90 individui per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
    Confina con sei Comunità. A libeccio con quella della Castellina Marittima a partire dal borro alle
    Donne, dal quale passa nel rio detto de’Noccioli e contr'acqua sale il giogo del poggio della Cerreta che oltrepassa nell'opposto fianco,
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    donde scende per il fosso del Confine nel torrente Marmolajo. Costà trova sulla ripa destra del Marmolajo la Comunità di S. Luce, con la quale fronteggia, prima mediante il botro della Sughera, poscia lungo quelli delle Fabbriche e delle Prunisce, il quale ultimo abbandona rasente la via comunitativa di Pastina a Chianni. Da questo punto per termini artificiali arriva alla strada che da S. Luce guida a Rivalto e a Chianni. Costà trova il torrente Fine, detto di Rivalto per distinguerlo dal fiume Fine che scende sull’opposta pendice dei monti di Chianni alla spiaggia di Vada. Il quale torrente Fine è uno dei tributari del fiume Cascina, mediante il quale confina dal lato di maestro la Comunità di Lari con questa di Chianni sino a che il Fine termina il suo corso in Cascina. A questo sbocco succede dal lato di levante-grecale la Comunità di Terricciola, di fronte alla quale l’altra di Chianni cammina contro acqua sino a che abbandona la Cascina per seguitare uno dei suoi confluenti a sinistra, il fosso di Mezzane. Di là volgendo la fronte a scirocco per i borriciattoli Sondria e Grilaja scende nel torrente Sterza, dove subentra nella opposta ripa la Comunità di Lajatico e con quest’ultima rimonta la Sterza sino al pontone di Strido. Costà ha di fronte la Comunità di Riparbella, con la quale fronteggia mediante il torrente Sterzuola e il botro di Faggeta suo tributario sino al confluente Malconsiglio. Oltrepassato di poco quest’ultimo trova il botro alle Donne, e per esso ritorna a contatto la Comunità della Castellina Marittima.
    Non
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    passano altre strade rotabili per questa Comunità eccetto quella che viene dalla Val d’Era per Terricciola, la quale termina a Chianni.
    Fra i principali corsi d’acqua, che attraversano, o che costeggiano questo territorio, avvi a levante il fiume
    Cascina che divide la Comunità di Chianni da quella di Terricciola; a scirocco il torrente Sterza che separa il medesimo distretto da quello di Lajatico, mentre dal lato occidentale scorre il torrente Fine di Rivalto, che divide la diocesi di Sanminiato, già di Lucca, da quella di Volterra e dalla diocesi di Pisa. Il botro dei Cimpoli, che dà il nome a una villa presso Chianni, divide il popolo di Rivalto da quello di Chianni.
    Montevaso è il poggio più elevato di questa montuosa contrada. –
    Vedere MONTEVASO.
    La natura del terreno in generale è marnoso, che viene interrotto da un galestro di color rossigno, specie di cinabrese, cui serve di base una calcarea compatta.
    Abbonda di boschi di alto fusto e fruttiferi di ghiande, senza poter far esito del legname per mancanza di strade rotabili. Vi nasce spontanea e in gran copia l'erba sulla (
    Hedisarum coronarium Lin.), alimento squisito delle api, dalle quali, se vi si propagassero gli alveari più che nol sono, si otterrebbe un delicatissimo miele.
    Vi sono pochi frutti e meno gelsi; abbondano bensì i castagni, che costituiscono uno dei maggiori prodotti della Comunità di Chianni.
    In annate ubertose vi si raccolgono circa 2000 barili d’olio, ma la maggior parte delle olive sono
    Frantoje; si ottengono pure da 4000 barili di vino spiritoso, ma di sapore salmastroso. Dei cereali se ne raccolgono appena per il consumo degli abitanti. Abbondano costà i pascoli naturali, che nutriscono circa 4000 capi di bestie, la maggior parte pecorine.
    I suoi boschi producono inoltre
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    molte coccole di ginepro e moltissimi funghi, che si esitano a Livorno.
    La Comunità mantiene un medico, un chirurgo e un maestro di scuola nel capoluogo; un altro maestro fa scuola in Rivalto.
    Le parrocchie di Chianni e di Rivalto, nel 1491, erano ridotte a non più di 306 abitanti compresi in 50 fuochi, o capi di famiglie. Quale aumento abbia fatto questa Comunità, lo manifesta la tavoletta posta in calce di questo articolo.
    Da Rivalto trasse il nome e i natali il beato Giordano, oratore, teologo e uno dei primi e più tersi scrittori di nostra lingua nel 300. –
    Vedere RIVALTO.
    Non vi sono mercati, e una sola piccolissima fiera si pratica in Chianni nel mese di luglio, il giorno dopo la festa della Madonna del Carmine.
    Risiede in Chianni un Potestà di terza classe, il quale dipende per le cause criminali e per gli atti di governo dal Vicario Regio di Lari, dove ha la sua cancelleria comunitativa, l’ufizio di esazione del Registro e l'ingegnere di Circondario. La conservazione delle Ipoteche è in Livorno, la Ruota in Pisa.

    QUADRO della popolazione della Comunità di CHIANNI a tre epoche diverse

    - nome del luogo: CHIANNI, titolo della chiesa: SS. Giovanni e Donato (Pieve Arcipretura), diocesi cui appartiene: Volterra, abitanti nel 1551: n° 1044 (con SS. Fabiano e Sebastiano a Rivalto), abitanti nel 1745: n° 651, abitanti al 1833: n° 1552
    - nome del luogo: Rivalto, titolo della chiesa: SS. Fabiano e Sebastiano (Prepositura), diocesi cui appartiene: Volterra,
    abitanti nel 1551: n° 1044 (con SS. Giovanni e Donato a Chianni), abitanti nel 1745: n° 342, abitanti al 1833: n° 444

    - totale
    abitanti al 1551: n° 1044
    - totale
    abitanti al 1745: n° 993
    - totale
    abitanti al
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    1833: n° 1996

    CHIANNI DELLE COLLINE PISANE. – Si aggiunga in fine. – Chianni fu patria del prof. di filosofia Carlo Taglini, il quale nel secolo XVIII si distinse nella Università pisana. – Il potestà di Chianni fu soppresso nel 1838 e la sua giurisdizione riunita a quella del vicario R. di Lari.
    Nel 1833 la Comunità di Chianni noverava 1996 Abitanti e nel 1845 ne aveva con gli annessi 2520, cioè

    CHIANNI,
    Abitanti N.° 1819
    Rivalto,
    Abitanti N.° 570

    Annessi

    Castellina; dalla Castellina medesima, Abitanti N.° 131
    TOTALE,
    Abitanti N.° 2020

    COLLINE PISANE. Sotto nome di
    Colline Pisane è compresa una vasta estensione di paese del territorio pisano sparsa di frequenti colline, e che merita di essere segnalata sotto il triplice aspetto geografico, fisico e storico, come quello che forma lo scopo di quest'opera.
    Situazione geografica delle Colline Pisane. – La contrada spettante alle Colline Pisane ha per confine, a settentrione il fosso del Zannone, a levante il fiume Cecina, a ostro il torrente Pescera sino al fiume Fine, a ponente Ia via Emilia di Scauro, ossia la R. maremmana.
    Questa contrada trovasi compresa fra il grado 28° 8', e 28° 19' di longitudine e il grado 43° 24', e 43° 37' di latitudine, talchè essa occupa una superficie di circa 110 miglia quadrate.
    Le Colline Pisane confinano a levante, mediante il fiume Cascina con le Comunità di Terricciola e di Capannoli; a settentrione mediante il fosso Zannone e Reale con le Comunità di Ponsacco, di Cascina e di Pisa; a ponente con la Comunità di Colle Salvetti e di Livorno; e dal lato di ostro con quelle della Castellina Marittima e di Rosignano.
    Costituzione fisica della
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    stessa contrada. – In quanto alla struttura geognostica le Colline Pisane appartengono al sistema dei terreni terziarj marini formati di strati orizzontali di marna cerulea e di tufo giallastro, raramente interrotti nelle Colline superiori da rocce di sedi-mento inferiore e medio; ed è per lo più in vicinanza di simile contatto, dove le rocce di sedimento più antico si veggono attraversate da filoni di origine posteriore, ovvero alterate da rocce massicce del grappo Nettuno Plutoniano.
    Sono esse
    Colline generalmente formate di ripetuti depositi di creta argillosa, volgarmente appellata mattajone o biancana. Nei luoghi più elevati, o che furono i meno sconvolti dalle acque e dall'aratro, queste biancane trovansi ricoperte da altri strati orizzontali di tufo calcareo-siliceo, entrambi doviziosi (e il mattajone più del tufo) di testacei fossili marini generalmente calcinati, talora conservanti il lustro madreporico, e in maggior numero accumulati sulla faccia superiore degli strati. Sono essi alcune volte disposti a banchi e per famiglie, altre volte mescolati insieme, siano molluschi bivalvi, siano essi multivalvi, o anche univalvi di varia specie: siccome di specie diverse da quelle che portano i tufi sono i testacei marini racchiusi nel mattajone. È nei tufi giallastri dove s'incontrano quelle conchiglie microscopiche e politalamiche, sulle quali si occupò con tanta pazienza e criterio l'abate Camaldolense Ambrogio Soldani, I'uomo più benemerito di questo ramo di scienza naturale che possa contare l’Italia nel secolo XVIII. Le lumachelle di Parlascio, di Casciana, e le pietre che si cavano a S. Frediano presso Lari, sono un ammasso di politalamiche che non superano per lo più la grossezza di un chicco di lente o di miglio; per cui gli fu dato il volgar nome di pietre lenticolari, o migliari.
    In questa qualità di
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    tufo prosperano assai meglio che nel mattajone le viti, gli olivi e gli altri alberi da frutto o da bosco, mentre nelle biancane, ossia marne argillose producono maggior resultamento i cereali, i trifogli, la lupinella, la sulla (hedysarum coronarium) ed altre erbe saporitissime per la pecuaria.
    Cenni storici sulle Colline Pisane. – L'aggiunto di Pisane dato a queste Colline non è antichissimo, mentre, non tanto nei secoli intorno al mille, quanto anche nei tempi posteriori questa contrada veniva designata sotto il nome generico di Colline. Quindi è che nelle carte della chiesa lucchese, a partire dal secolo VIlI sino al secolo XIV la soppressa pieve di S. Martino di Gello Mattaccino era distinta sino dall'anno 770 col nome di S. Martino in Colline. – E siccome questa era l'ultima pieve dell'antica diocesi di Lucca posta sull'estremo confine delle Colline prenominate, così in altra carta dello stesso ar-chivio, scritta nell'anno 781, si fa menzione di uno di quei popolani, come colui cha abitava in capite Colline.
    Confermano lo stesso asserto varie membrane della primaziale di Pisa; fra le quali una dell'anno 765, che nomina il paese di Orciano situato in loco Colline. Dicasi lo stesso di una pergamena del 776 relativa a un'enfiteusi di beni posti in finibus Colline presso la pieve di S. Angelo (ora S. Luce); così di un altro istrumento del 949, in cui si parla di terreni della chiesa pisana situati in loco et finibus Colline. Anche l’antica pieve di S. Maria a Fine convertita nelle due badie della Castellina, in una carta del 1047, viene dichiarata posta in loco et finibus Colline, ubi dicitur a Fine. Finalmente in un istrumento del 1187 si rammenta la chiesa d S. Regolo
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    de Collinis; e in una pergame-na del 24 maggio 1291 è nominato il castelle di Santa Luce in Collinis: mentre con l'indicazione di S. Luce de Colline fu designata la stessa pieve di S. Angelo nei cataloghi della diocesi pievana redatti nel 1277 e 1372. – È altresì vero che a quest'ultima epoca (anno 1372) le Colline medesime venivano distinte dal governo amministrativo in Colline superiori e in Colline inferiori.
    Si dissero superiori le Colline più lontane e più prossime alle scaturigini dei fiumi Cascina, Tora e Fine; e si chiamarono inferiori, le Colline più umili c più vicine alla pianura meridionale di Pisa, le quali sono situate per la maggior parte nella Valle inferiore della Tora, da Crespina sino a Lorenzana. – Donde avviene, che il vicario, o giusdicente civile e criminale di Lari, nelle leggi e statuti fiorentini è designato così: Vicarius Laris et Collinarum, e più tardi vicario delle Colline superiori, e inferiori pisane. – Vedere LARI.
Localizzazione
ID: 1496
N. scheda: 15950
Volume: 1; 6S
Pagina: 692 - 695, 776 - 777; 72 - 73
Riferimenti: 44950, 15951
Toponimo IGM: Chianni - Il Carmine
Comune: CHIANNI
Provincia: PI
Quadrante IGM: 112-3
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1632843, 4816180
WGS 1984: 10.64366, 43.48831
UTM (32N): 632907, 4816355
Denominazione: Chianni delle Colline Pisane, di Rivalto - Colline Pisane
Popolo: S. Donato e S. Giovanni Battista a Chianni
Piviere: (S. Giovanni a Paterno) S. Donato e S. Giovanni Battista a Chianni
Comunità: Chianni
Giurisdizione: Chianni
Diocesi: Volterra
Compartimento: Pisa
Stato: Granducato di Toscana
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