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Altopascio - Via, Strada Lucchese Romana, Via Francesca

 

(Altopascio)

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    ALTOPASCIO. Ospizio famoso da cui ebbe nome e vita il castello omonimo in Val di Nievole nella Comunità Giurisdizione e 3 miglia toscane a ostro di Montecarlo, Diocesi di Pescia, già di Lucca, Compartimento di Firenze.
    Risiede in pianura al lembo settentrionale del padule che fiancheggia il lago di Bientina sull’antica
    Strada Francesca a confine del Ducato di Lucca. – Prese nome dal rio, che lo costeggia, attualmente chiamato Tassinaja, un dì Teupascio, il quale serve di limite fra i due stati.
    È luogo celebre nella storia per essere stata qui la prima Mansione, e la residenza dei maestri dell’ordine degli Ospitalieri, da dove il loro istituto si propagò in Italia e fuori. Era scopo di questi filantropi di accogliere i viandanti, assistere i pellegrini infermi, risarcire le pubbliche vie, e costruire ponti e navigli per tragitto dei fiumi e dei laghi. È nominato nelle carte dell 'Archivio vescovile di Lucca la prima volta all’anno 952, dopo il qual tempo non se ne trova più menzione sino al 1056. È tuttora ignoto chi fosse il primo institutore di un sì pio stabilimento; il quale era già sorto in reputazione sul cadere del secolo XI, quando due coniugi lucchesi, nel 1092 gli donarono molte facoltà e terreni in quei contorni. Nel 1097 i figli del conte Uguccione di Fucecchio assegnarono all’Ospizio di Altopascio le rendite di alcune terre poste presso Pescia. Situato in vicinanza di Vivinaja, villa celebre del marchese Bonifazio e della di lui figlia contessa Matilde, fu preso sotto la protezione di questa potente donna, talchè gli oltramontani lo designarono nei loro itinerari sotto il nome di
    Ospizio di Matilda. La sua antica chiesa è volta a ponente, e serve di cappella all’altra in più vasta dimensione rifatta nel 1830.
    La prima porta la
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    data del 1330. Essa è lavorata a liste di marmi bianchi, e di serpentina nera con vari ornati e tre statue di marmo di rozza scultura, una delle quali ha scolpito nel libro che tiene in mano, l’anno 1065. Due statue di stile più purgato erano ai lati dell’altar maggiore, una che rappresentava S. Jacopo patrono della Chiesa; l’altra S. Pietro titolare della pieve di S. Pietro in Campo, cui la chiesa d’Altopascio era soggetta. La mansione dell’Altopascio fu privilegiata da diversi pontefici, da Anastasio IV, nel 1154, da Onorio III, nel 1216, e da Gregorio IX. Quest’ultimo approvò, nel 1239, la regola dell’ospedale di Altopascio distribuita in 96 capitoli, e di cui una copia scritta di quel tempo in volgare conservasi presso i Signori Capponi di Firenze. Quattro individui di questa nobile famiglia tennero consecutivamente dal 1446 in poi il regime dell’ospizio suddetto, sino a che il pontefice Sisto IV, nel 1472 concedette ai (ERRATA: marchesi Capponi) conti Capponi il giuspadronato dell’Altopascio e della pieve di S. Pietro in Campo. Tentò di privarneli il pontefice Paolo III per investirne il suo nipote cardinale Farnese. Ma cessò ogni contrasto, e con esso ebbe termine il caritatevole istituto, quando Cosimo I destinò le sue entrate per una commenda del nuovo Ordine cavalleresco di S. Stefano.
    Magnifica è la torre dell’Altopascio di grandi pietre di macigno, la cui sommità trovasi a braccia 88 sopra il livello del mare e di dove si domina tutta la Val di Nievole. Era il suono vespertino della sua campana opportuno segnale di direzione ai viandanti che a quell’ora non avevano ancora attraversato i palustri boschi della Cerbaja. La torre servì posteriormente di fortilizio nelle guerre battagliate tra i Fiorentini e i Lucchesi.
    Dalle frequenti visite e passaggi per l’Altopascio ebbe origine il contiguo castello no-to nella
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    storia militare per la disfatta che ivi seguì nel 1325 dell’esercito fiorentino investito dal capitano insigne lucchese Castruccio Castracani. Continuò a far parte il suo territorio della Repubblica di Lucca sino all’anno 1338, epoca in cui per trattato fu consegnato esso e la maggior parte della Val di Nievole ai fiorentini, che ne fecero un luogo munito. Quivi esiste una Dogana di confine presso al ponte sul rio Tassinaja, al così detto porto, perchè ivi presso si caricano i generi di una gran parte del Pesciatino contado conducendoli per il lago di Bientina e di là per il suo emissario (la Seressa) in Arno. – Vedere LAGO di BIENTINA.
    La parrocchia di S. Jacopo d’Altopascio comprende 1100 abitanti.

    ALTOPASCIO nella Val di Nievole. – Si aggiunga. – All’Altopascio nell’anno 1838 è stata traslocata la residenza della potesteria che trovavasi in Monte Carlo.

    VIA, O STRADA LUCCHESE ROMANA, già VIA FRANCESCA. – E’ un tronco della Via Francesca che viene da Lucca per l’Altopascio, di dove s’inoltra nei poggi delle Cerbaje passando per il Galleno sino a Fucecchio, dove l’antica via passava l’Arno in barca, mentre ora lo passa sul nuovo ponte a Bocca d’Elsa per entrare nella nuova strada Francesca, o Traversa Romana che trova sulla regia postale Livornese all’Osteria Bianca dopo buone 18 miglia di gita.
Localizzazione
ID: 154
N. scheda: 1980
Volume: 1; 5; 6S
Pagina: 76 - 77; 730; 10
Riferimenti: 27000
Toponimo IGM: Altopascio
Comune: ALTOPASCIO
Provincia: LU
Quadrante IGM: 105-3
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1634874, 4852584
WGS 1984: 10.67786, 43.81559
UTM (32N): 634937, 4852759
Denominazione: Altopascio - Via, Strada Lucchese Romana, Via Francesca
Popolo: SS. Jacopo e Cristofano ad Altopascio
Piviere: S. Pietro in Campo - S. Andrea a Montecarlo
Comunità: Montecarlo
Giurisdizione: Montecarlo
Diocesi: (Lucca, S. Miniato) Pescia
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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