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Corneto della Faggiuola, Castel della Faggiuola - Castello della Faggiola

 

(k Ville di Corneto)

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    FAGGIOLA, FAGGIUOLA, FAZOLA, FAJOLA, e FAJOLO. – Diverse sezioni dell’Appennino conservano un tal nome, sia perché furono, o perché tuttora si mantengono rivestite di faggi, che sono gli alberi naturali e aborigeni dei monti più elevati della Toscana, dove essi vegetano sino alle più alte cime, e a una temperatura atmosferica più bassa di quella che potrebbero comportare i cerri, gli aceri, i frassini, gli abeti, gli ontani e altre piante dell’Appennino.
    Noi citeremo fra le più conosciute
    Faggiole quella dell’Appennino di Soraggio nella Garfagnana, rammentata all’articolo ALPE FAZOLA; la Faggiola di Palazzuolo in Romagna sul confine del Granducato; la Faggiola di Strabatenza, sul dorso della Falterona, che diede il nome all’Eremo nuovo di Fajolo, ma più nota sotto il distintivo di Macchia dell’Opera di S. Maria del Fiore di Firenze, accennata agli articoli BAGNO Comunità, CORNIOLO nella Valle del Bidente e FALTERONA.
    Una però delle più estese
    Faggiole dell’Appennino toscano è quella che dal Sacro Eremo di Camaldoli si distende da maestrale a scirocco per i gioghi della Falterona, per quelli della Badia di Prataglia, e per il Bastione del Trivio; mentre li sproni che diramansi dal Bastione fra il Savio, il Tevere e la Marecchia veggonsi ricoperti dalla Faggiola di Verghereto, da quella della Cella di S. Alberico e dalla cotanto ricercata Faggiola, dove ebbe origine, e dove propagò il suo avito dominio il valoroso Uguccione della Faggiola, nato dal Faggiolano Ranieri da Corneto, che Dante confinò nell’Inferno per essere del numero di quelli che fecero alle strade orribil guerra, in una parola l’autore di quell’Uguccione che innalzò la sua stirpe fra i dinasti di Monte Feltro, di Sarsina e della Massa Trabaria.

    CORNETO DELLA FAGGIUOLA nella
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    Valle del Savio. Casale con torre e chiesa parrocchiale (S. Martino) nella Comunità e 8 miglia toscane a grecale di Verghereto, Giurisdizione di Bagno, Diocesi di Sarsina, Compartimento di Arezzo.
    È situato sopra un poggio, alla cui base orientale scorre la fiumana
    Para, fra gli antichi possessi dei nobili della Faggiuola e quelli appartenuti ai monaci del Trivio, ai quali i Faggiuolani servirono un tempo in qualità di giusdicenti, o di vicarj, innanzi che la facessero costà da assoluti padroni.
    Un documento del 9 dicembre 1298, proveniente dalla preaccennata badia, ci scuopre quel
    Ranieri che Dante Alighieri figurò nella bolgia infernale del sangue bollente (INFERNO. Cant. XII) fra quei prepotenti che fecero alle strade tanta guerra: quel Ranieri da Corneto che fu padre del famoso capitano ghibellino Uguccione della Faggiuola. Un atto rogato in S. Martino di Corneto per interesse dell’abbazia del Trivio da una, e i fratelli Uguccione, e Ribaldo figli del fu Ranieri della Faggiuola dall’altra parte, ne mette a portata su di ciò. È un compromesso, pel quale le parti testè nominate si obbligano di stare al giudizio degli arbitri per causa di alcune pretensioni dei Faggiuolani contro i monaci del Trivio. I quali arbitri lodarono, che questi ultimi dovessero pagare ai fratelli Uguccione, Ribaldo e Fondazza figli di Ranieri della Faggiuola lire 900 per le spese da essi fatte all’oggetto di custodire per conto e interesse dell’abate del Trivio il suo castello di Selvapiana e per le provvisioni e salarj, di cui essi erano creditori.
    Un’altra conferma che quei Faggiuolani esercitassero l’ufizio dei giusdicenti o di viarj dell’abate del Trivio, si trova in altro istrumento della stessa badia, fatto ai 31 dicembre 1298, col quale l’abate Giunta costituì per sei mesi Uguccione di Ranieri della
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    Faggiuola in vicario delle terre, castella e luoghi tutti del monastero del Trivio, a condizione di rilasciare a quell’ufiziale la terza parte delle multe dovute dai vassalli.
    Ma appena Federigo fratello di Uguccione ebbe indossato la cocolla dei Camaldolensi, fu facile a Uguccione d’installare il germano nella carica di abate del Trivio, per impadronirsi dei possessi della stessa badia, e ritenere a titolo di feudo i paesi, dei quali era stato poco innanzi un mero amministratore.
    Infatti col trattato di pace di Sarzana del 1353 a Neri di Uguccione, come seguace dell’arcivescovo Visconti, vennero confermati in proprietà assoluta 72 castella o ville del Trivio e della Massa Trabaria, fra le quali fuvvi anche il castello di Corneto.
    La parrocchia di S. Martino a Corneto conta 71 abitanti.

    FAGGIOLA (CASTELLO della). Molti scrittori di merito, attenendosi per avventura più alle tradizioni che ai fatti della storia, prescelsero per patria di Uguccione quella selva o torre della Faggiola che più si confaceva ai desiderj di chi bramava voler per concittadino quel potente avventuriere.
    Allo scopo di rinvengare ove fosse il castello della Faggiola, quasi araba fenice, Albertino Musatto lo cercava nel contado di Rimini, monsignore Antonio Graziani nelle selve della
    Gallia Togata, Lorenzo Guazzesi e gli Annalisti Camaldolensi nell’Appennino di Bagno e di Caprese, mentre a Domenico Manni sembrò d’averlo scoperto nelle montagne di Montefeltro; verso dove a tal uopo, nel 1824, si recava dal mezzo giorno d’Italia il ch. autore del Veltro Allegorico, l’illustre mio amico Carlo Troya, per visitare nel monte di Carpegna le rovine del desiderato castello ad esso lui dai villici di Monte Feltro indicato in un’antica torre di quelle selve, che della Faggiola si appella.
    Ma con buona pace di tanti uomini rispettabili, se fosse lecito di proferire dopo di essi anche il
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    mio parere, direi, che il castello della Faggiola, o non è esistito giammai, o se tale si volle appellare una delle 72 bicocche confermate a Neri di Uguccione colla pace di Sarzana del 1353, bisogna credere che quella rocca fosse situata nell’Appennino di Val di Para, cioè nella sede antica dei Faggiolani. – Vedere CORNETO della FAGGIOLA.
    Infatti è Corneto dove il curioso dovrebbe rivolgere i suoi passi per andare in traccia del controverso castello, mentre costà egli troverebbe presso la chiesa di S. Martino a Corneto la tuttora esistente
    Torre della Faggiola, da cui prese il cognome la nobile prosapia Sarsinantese de’Faggiolani, e la contrada, in cui per quasi un intiero secolo essi ebbero la più estesa signoria.
    Dissi la più estese signoria essere stata nel territorio e diocesi di Sarsina, e me ne porge ragione, oltre il trattato di pace di Sarzana, un istrumento del 10 ottobre 1350, in cui viene segnata la demarcazione dei confini tra i possessi del monastero della Cella di S. Alberigo
    inter ambas Paras e quelli spettanti ai nobili della Faggiola. – Vedere CELLA S. ALBERIGO.

    FAGGIUOLA (CASTEL DELLA) nella Comunità di
    Verghereto. Al suo Articolo dissi, qualmente la patria di Uguccione della Faggiuola, era quasi un’ Araba Fenice, comecché altri, fra i quali un moderno poeta Feretrano la riponga nei monti di Carpegna, non già, diceva egli, per seguire l'opinione dell' eruditissimo C. Troya, ma per altre ragioni che avrebbe al bisogno sottomesse al giudizio degli eruditi. Frattanto che queste ragioni non siano rese di pubblico diritto ho motivo di confermarmi nell’ opinione in quell’ Articolo e nell’ altro di CORSETO DELLA FAGGIUOLA esternata.
Localizzazione
ID: 1641
N. scheda: 18420
Volume: 1; 2; 6S
Pagina: 801 - 802; 84 - 85; 90
Riferimenti:
Toponimo IGM: k Ville di Corneto
Comune: VERGHERETO
Provincia: FC
Quadrante IGM: 108-4
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1748739, 4859492
WGS 1984: 12.09534, 43.84816
UTM (32N): 748803, 4859666
Denominazione: Corneto della Faggiuola, Castel della Faggiuola - Castello della Faggiola
Popolo: S. Martino a Corneto
Piviere: S. Martino a Corneto
Comunità: Verghereto
Giurisdizione: Bagno in Romagna
Diocesi: Sarsina
Compartimento: Arezzo
Stato: Granducato di Toscana
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