REPETTI ON-LINE

Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

cerca... .

S. Maria di Amola, Lamola, Lamole

 

(La Pieve della Mula)

  •   pag. 1 di 4
    LAMOLA, o LAMOLE. – Varie contrade segnalate con la denominazione di Lamola o Lamole, vale a dire di piccole Lame, danno di per sé stesse a conoscere che la loro posizione è poco lungi da un corso di acqua, dove ruppe e trascinò via una parte di ripa. Tale è la borgata di Lamole allo stretto della Golfolina, il casale di Lamole sul poggio corroso dalle acque della Greve, la chiesa di Lamole fra Arcidosso e Monte Latrone sulla ripa sinistra dell’Ente, tre luoghi che qui sotto descrivo.

    AMOLA (S. MARIA DI) o LAMOLA. Antica cella dei monaci del Montamiata fra Arcidosso e Monte Laterone alle pendici occidentali del Monte Amiata sul torrente Ente tributario dell’Orcia, popolo di Monte Laterone, Comunità Giurisdizione e un miglio toscano a maestro di Arcidosso, Diocesi di Montalcino, già di Chiusi, Compartimento di Grosseto.
    Questo luogo di cui si trova menzione sino dall’860 apparteneva alla Badia Amiatina, cui fu confermato dal pontefice Gregorio V, dall’imperatore Arnolfo nell’896, e da Corrado II nel 1036. – Non resta oggi che una chiesa a tre navate di antica struttura, dove si venera un simulacro della B. Vergine tenuto dai popoli limitrofi in grande venerazione. Poco lungi di qua trovansi i ruderi dell’antico convento di S. Processo abitato sino al 1782 dai Minori conventuali di S. Francesco, le cui sostanze furono date all’ospedale di Castel del Piano.

    LAMOLE, LAMOLA, AMOLA (
    Lamulae) in Val d’Orcia. – Pieve antichissima (S. Maria ad Lamulas) attualmente ridotta a pubblico oratorio nella parrocchia arcipretale di S. Clemente a Monte Latrone, dal qual castello è distante circa un miglio a levante-scirocco, nella Comunità Giurisdizione e miglia toscane 1 e 1/2 a maestrale di Arcidosso, Diocesi di Montalcino, già
  •    pag. 2 di 4
    di Chiusi, Compartimento di Grosseto.
    È una chiesa di antica struttura a tre navate, situata quasi a mezza strada tra Arcidosso e Monte Latrone, sul cammino tracciato lungo le discoscese balze che bagna alla sua sinistra il fiumicello Ente.
    Del vico e pieve di Lamole sussistono memorie fino dal secolo IX fra le carte della badia del Monte Amiata, al quale Monastero sino d’allora la stessa chiesa plebana apparteneva. Il più antico istrumento fu stipulato nell’anno 853 di gennajo nel
    vico di Lamole. – Anche la grancia, ossia cella di S. Maria a Lamule venne confermata alla badia Amiatina dall’Imperatore Lodovico II con diploma dei 4 luglio 853 spedito in Pavia dalla residenza regia. – Sette anni dopo il preposto della stessa badia, per atto pubblico rogato in Monticello, allivellò una casa con terreni posti a Lamole, ad Arcidosso ed a Monticello per l’annuo tributo di 9 denari in moneta, e di un’anfora di vino da recarsi alla cella di Lamole.
    Che l’ubicazione del casale, ossia villata di
    Lamole, fosse dov’è ttutora la chiesa già pieve omonima, lo prova un contratto della stessa badia rogato in Chiusi li 12 settembre 899, per il quale Pietro abate di quel monastero diede a 1ivello un pezzo di terra posto nel casale di Lamole confinante col fiume Ente, con la via pubblica e con la vigna di Ansichisi.
    Pochi anni innanzi lo stesso abate Pietro aveva ottenuto un privilegio dall’Imperatore Guido, dato nella città di Roselle li 14 settembre 892, mercè cui furono confermati alla badia di S. Salvadore nel Monte Amiata tutti i feudi, giurisdizioni, decime, chiese, celle e corti statele concesse dall’Imperatore Lodovico II, a condizione peraltro che gli abati ed i monaci ne erogassero il prodotto in benefizio dello spedale sin d’allora
  •    pag. 3 di 4
    esistente all’Abbadia S. Salvadore, ed in elemosine ai poveri.
    In tale occasione lo stesso Imperatore Guido concedè alla badìa Amiatina la facoltà di aprire un
    mercato sabbatino, e di poterlo stabilire dove fosse piaciuto all’abate o al proposto del monastero, con i tributi consueti da erogarsi in vantaggio dei monaci e dei poveri pellegrini. – Infatti il nuovo mercato venne dai monaci aperto e introdotto nel casale di Lamole, e non già all’Abbadia S. Salvadore, come in principio aveva io congetturato, e di che mi fanno ricredere tre inediti documenti di quel celebre monastero. Uno è dei 15 giugno 1240, stipulato nella curia di Monte Latrone, quando Manfredi abate del Monte Amiata davanti a don Graziano castellano imperiale di Arcidosso protestò, e recatosi nel campo imperiale davanti al castello di Selvena rinnovò la protesta innanzi don Pandolfo capitano generale in Toscana, dichiarando: qualmente il monastero del Monte Amiata possedeva i diritti pro individuo sulla metà del mercato di Lamole, esibendosi 1’abate Manfredi pronto a rispondere ai suoi contradittori in giudizio.
    Il secondo documento riguarda l’esame di diversi testimoni fatto li 5 marzo 1249 per ordine spedito da Poggibonsi li 29 Novembre 1248 da Federigo d’Antiochia, vicario generale in Toscana per l’Imperatore Federico II di lui padre. I quali testimoni comparsi davanti a ser Matteo notaro Imperiale in S. Quirico asserirono, che il
    mercato Sabbatino era solito farsi dal Monastero di Montamiata ab immemorabili davanti alla Pieve di Lamole.
    Finalmente il terzo documento è una citazione fatta da Iacopo notaro del Castel dell’Abbadia di commissione del vicario Imperiale Federigo d’Antiochia, con la quale fu intimato Giovanni camarlingo e rappresentante della comunità di Arcidosso a comparire personalmente dentro il termine di otto giorni nella curia imperiale davanti al vicario Federigo di
  •   pag. 4 di 4
    Antiochia per cagione che la comunità di Arcidosso aveva aperto nel proprio paese un mercato in pregiudizio di quello che il Monastero Amiatino teneva nel luogo di Lamole. (ARCH. DIPL. FIOR. Badìa cit.)
    Nel secolo XIV la chiesa di S. Maria di Lamola, ossia
    Lamole, continuava ad essere la pieve matrice di Monte Latrone, di cui è filiale l’attuale arcipretura di S. Clemente, siccome lo dimostra fra gli altri un istrumento degli 8 ottobre 1363, con il quale don Bernardo abate del Monastero amiatino elesse un monaco di quella badìa in pievano amovibile della pieve di Lamole, che fu rettore nel tempo medesimo di S. Clemente a Monte Latrone.
    In seguito il battistero fu trasportato col titolo di arcipretura nella chiesa di S. Clemente, restando l’antica matrice di Lemole semplice oratorio sotto lo stesso popolo di Monte Latrone, comecchè per venerazione del santuario la chiesa di Lamole resti costantemente ufiziata nei giorni festivi. –
    Vedere LAMOLA (S. MARIA DI).
Localizzazione
ID: 165
N. scheda: 2110
Volume: 1; 2
Pagina: 82; 633 - 634
Riferimenti: 33610
Toponimo IGM: La Pieve della Mula
Comune: ARCIDOSSO
Provincia: GR
Quadrante IGM: 129-4
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1706148, 4750874
WGS 1984: 11.52515, 42.8842
UTM (32N): 706211, 4751048
Denominazione: S. Maria di Amola, Lamola, Lamole
Popolo: (S. Maria a Lamola annesso a) S. Clemente a Monte Laterone
Piviere: (S. Maria a Lamola annesso a) S. Clemente a Monte Laterone
Comunità: Arcidosso
Giurisdizione: Arcidosso
Diocesi: (Chiusi) Montalcino
Compartimento: Grosseto
Stato: Granducato di Toscana
  trova nel testo
 
  scarica scheda
  aggiungi note