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e Storico della Toscana

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Abazia di S. Galgano - Monte Siepi

 

(S. Galgano, Antica Abbazia - La Cappella)

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    ABAZIA DI S. GALGANO in Val di Merse alla sinistra di questo fiume nel Comunità Giurisdizione e 4 miglia toscane a levante di Chiusdino, Diocesi di Volterra, Compartimento di Siena, da cui è 18 miglia toscane a libeccio. – Fu il primo monastero dell'ordine Cistercense, e capo di tutti gli altri della stessa regola che di là si propagarono in varie Badie della Toscana. Ve li chiamò nel 1201 il vescovo di Volterra Ildebrando dei conti Pannocchieschi fondatore del primo monastero e annessa chiesa, che dedicò al Betao Galgano da Chiusdino, vissuto eremita nelle vicine selve di Montesiepi. Lo accrebbero di facoltà e di privilegi altri vescovi suoi successori, fra i quali si distinsero Pagano dei Pannocchieschi nipote del fondatore facendogli amplissima donazione, nel 1216, e Galgano verso la metà del secolo XIII. Diversi nobili volterrani e senesi concorsero a tributare rendite e doni di vario genere al crescente religioso istituto, preso sotto la protezione di Arrigo VI e d'Ottone IV. L'ultimo dei quali accordò al monastero di Montesiepi generoso privilegio, da Samminiato il 30 ottobre 1209. Ma le rendite maggiori le derivarono dai beni allodiali acquistati in Frosine per vendite, permute e più per donazioni dei vescovi volterrani e dei conti loro feudatari. Tutte le memorie concorrono a far credere che quel vasto fabbricato principiato nel 1240 restasse compito nel 1268. – La storia monastica ha pochi esempi di un'opera cotanto colossale, eretta con prontezza simile, da una piccola e non doviziosa associazione. Di che dare ne possono tuttora qualche idea i copiosi avanzi delle cadenti sue mura che spiombano fra i cerri ed i roveti. La chiesa costruita di travertino e di mattoni, ha tre grandi navate della lunghezza di circa cento, della larghezza di 36 e dell'altezza di 35 braccia con una grandiosa tribuna, dove
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    è fama che vi fossero non meno di 32 seggi per i monaci, e 18 per i conversi. Il claustro spartito in vari edifizi era fornito di tutte le officine bisognevoli ad una isolata popolazione, fra le quali s'indicano tuttora al curioso che ivi capita le fucine per fondere i metalli delle vicine miniere di Montieri, e ridurli in piccola moneta, per privilegio probabilmente accordato dai vescovi di Volterra, cui solo era concesso il regio diritto della zecca. Vi esistevano inoltre fornaci da terraglie, cartiere, concie, gualchiere, siccome avevano apposito locale le arti e mestieri minori.
    Tanta magnificenza fu abbandonata alla total rovina. Cominciò a decadere, quando questa magna Badia fu destinata in commenda a potenti cardinali. Uno di questi vendè perfino il piombo, di cui era coperto il tetto della chiesa, che terminò poi di rovinare nel 1781, nel quale tempo il campanile percosso da un fulmine cadde sul sottoposto pavimento. Rimase questo ingombro da macerie, da sterpi e da rovine, mentre la contigua clausura fu convertita in capanne per gli armenti. – Nel piano superiore esisteva una grandiosa cappella gentilizia della famiglia Pannocchieschi patrona della Badia, sopra la quale si elevava una lanterna, cui stava appeso di notte un fanale per servire di scorta ai viandanti che potevano ritrovarsi per quei deserti, onde essere accolti e caritatevolmente alloggiati nell’Ospizio. – I pochi monaci mantenuti dal commendatario furono riuniti ad altri monasteri dopo la Bolla del 1652 del pontefice Innocenzo X.
    Tentò di rendere questo luogo all’antico culto col fare restaurare una parte del monastero e della sagrestia, e ridurla a chiesa, l’ultimo abate commendatario perpetuo cardinale Giuseppe Maria dei marchesi (
    ERRATA: Ferroni) Feroni di Firenze. Al quale effetto vi chiamò e vi mantenne qualche tempo i monaci Vallombrosani di Chiusdino, e poscia i Francescani, i quali al pari
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    dei primi lo abbandonarono sul declinare del secolo XVIII.
    In vicinanza di quattro miglia toscane circa a settentrione dal monastero evvi la villa di
    Frosini, già castello ceduto dai vescovi di Volterra e dai conti della Gherardesca ai monaci di S. Galgano. (Vedere FROSINI) – Gli abati commendatari lo ridussero a casa di campagna, oggi fattoria della nobile famiglia (ERRATA: Ferroni) Feroni, erede del cardinale sopra nominato.
    La parrocchia di S. Galgano fu traslatata, dopo la profanazione e totale rovina del Tempio annesso alla Badia (anno 1781), in una bella cappella rotonda stata eretta sino dal 1185 e dedicata alla stesso Santo eremita, situata in aria meno malsana sulla cresta del soprastante poggio di Montesiepi.
    Ha una popolazione di 238 abitanti.
Localizzazione
ID: 17
N. scheda: 200
Volume: 1
Pagina: 13 - 14
Riferimenti: 10, 23270
Toponimo IGM: S. Galgano, Antica Abbazia - La Cappella
Comune: CHIUSDINO
Provincia: SI
Quadrante IGM: 120-3
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1675272, 4779779
WGS 1984: 11.15643, 43.15202
UTM (32N): 675335, 4779953
Denominazione: Abazia di S. Galgano - Monte Siepi
Popolo: S. Galgano a Monte Siepi
Piviere: S. Maria e S. Giovanni a Monti e Malcavolo
Comunità: Chiusdino
Giurisdizione: Chiusdino
Diocesi: Volterra
Compartimento: Siena
Stato: Granducato di Toscana
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