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Dizionario Geografico Fisico
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Cutigliano

 

(Cutigliano)

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    CUTIGLIANO (Cutilianum) in Val di Lima. Terra aperta, nella montagna superiore di Pistoja, già difesa da una rocca denominata la Cornia, capoluogo di Comunità e di piviere, nella Giurisdizione e circa 5 miglia toscane a maestrale di San Marcello, Diocesi di Pistoja, Compartimento di Firenze.
    Risiede a 1200 braccia sopra il livello del mare Mediterraneo, nel fianco meridionale dell’Appennino che scende dal giogo, detto l’
    Alpe alla Croce, che è circa 1800 braccia più elevato di Cutigliano, fra le creste del Libro Aperto e del Corno alle Scale, presso la ripa sinistra del fiume Lima, e poco lungi dal magnifico ponte del Sestajone, sul quale passa la strada Regia modenese; nel grado 28° 25’ di longitudine e 44° 6’ 3’’ di latitudine, 23 miglia toscane a maetsro di Pistoja, altrettante a settentrione di Pescia, e 14 miglia toscane circa a scirocco di Pieve a Pelago e dalla cima del monte Cimone spettante alla provincia del Frignano nel ducato di Modena.
    Molti hanno vagheggiato sull’origine di
    Cutigliano, che alcuni supposero derivata dagli Aborigeni costà recatisi dalla distrutta città di Cutilia presso Rieti; mentre ad altri piacque di trovare in Cutigliano una somiglianza col nome romano di Cutilio, Catiliniano, e Acutiliano.
    Non so per altro con quale sicurezza si possa richiamare a que’tempi la fondazione di Cutigliano e della maggior parte dei paesi della montagna pistojese, per la sola ragione di somiglianti etimologie, com è quella di Cavinana, o
    Gavinana, derivandola dai Gabini del Lazio; di Popiglio dalla gente Popilla; di Piteglio dalla Petilia; di Marliana dalla Marlia; di Mamiano dalla Mamiana; di San Marcello, già Marcello, dalla Marcella, di Lizzano dalla Selva Litana,
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    ec.
    Lasciando a parte tali induzioni, che ogni contrada può mettere in campo, ci contenteremo di richiamare alla memoria che l’Appennino di Cutigliano, il quale confina mediante il suo dosso con quello del Friniano, fu per qualche tempo occupato dai liguri Friniati, innanzi che il console C. Flaminio, nell’anno di Roma 563, combattendoli, da primo nella pendice australe del nostro Appennino, gli incalzasse colla spada alle reni sull’opposto fianco, cercando essi scampo nel vicino monte Augino (forse il Cimone). E fu costà, dove per la fidanza del sito alpestre quei montanari si difesero alquanto innanzi di arrendersi alle legioni del console romano (LIV.
    Histor. Roman. lib. IL c. 1 e 7)
    Dalle espressioni pertanto dello storico padovano resulta, che i Liguri Friniati a quell’epoca occupavano i due fianchi dell’Appennino fra Modena e Pistoja, e che essi non furono come oggi ristretti alla provincia del Frignano; tosto che tenevano più fermo anco nel fianco meridionale della catena (
    cis Apenninum), dove esiste il paese di Cutigliano. Lo che è pur conforme a quanto dissero di passaggio Strabone, Polibio, Cicerone e Cornelio Nepote sull’Appennino dei Liguri, alle cui falde meridionali cominciava la regione degli Etruschi. – Vedere Articolo APPENNINO TOSCANO. E fu alla radice di questi stessi monti pistojesi, dove Catilina fu costretto ad arrestarsi per accettare quell’incruento conflitto che tutto il suo esercito combattendo da forte annichilò.
    Il passaggio dell’Appennino di Pistoja per il varco dell’
    Alpe alla Croce sopra Cutigliano, se non vi è memoria che esistesse ai tempi di Catilina, contasi certamente fra i più antichi varchi dell’Appennino toscano, giacchè lo troviamo frequentato sino dai tempi longobardici. Prova ne sia la villa dell’Ospitale nella Giurisdizione di Sestola sul dorso dell’Appennino Cutiglianese sorta da uno spedale (S. Jacopo di Val di Lamola
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    ) che sino dalla metà del secolo VIII per opera di S. Anselmo cognato del re Astolfo fu eretto lungo la strada che dall’Alpe alla Croce guidava a Fanano, dove lo stesso Santo fondò il primo monastero Nonantolano.
    Il quale
    Ospitale di Fanano aveva pure sul varco dell’Alpe alla Croce una cappella dipendente dal vescovo di Pistoja, siccome apparisce dalle bolle dei pontefici Pasquale II, nel 1105, Innocenzo II, nel 1134, Onorio III, nel 1288, e di altri pontefici spedite ai vescovi Pistojesi.
    Per la restaurazione e mantenimento della stessa strada di Fanano, nel novembre del 1225 fu stipulato un trattato di concordia fra i Comuni di Modena e di Pistoja pubblicato dal Muratori nelle sue ANT. M. AEVI. T. V col 413.
    La via di Cutigliano a Fanano per il varco predetto frequentavasi pure nei secoli posteriori, poiché nel 1479 vi passò un esercito milanese di 2000 cavalli e 500 pedoni comandato da Federigo Gonzaga marchese di Mantova; e attraversò la stessa via nel 1642 Odoardo Farnese duca di Parma, prendendo alloggio nel palazzo pretorio di Cutigliano. Infatti per ordine del Granduca di Toscana la strada di quel giogo fu restaurata e selciata con provvisione del 22 giugno 1633.
    In grazia della sua vantaggiosa situazione posta sotto quel passaggio, la Terra di Cutigliano acquistare dovette incremento sino dai primi secoli dopo il mille; allorchè non vi era costà che una semplice villa con chiesa parrocchiale dipendente dalla pieve e dalla giurisdizione civile di Lizzano.
    Un documento del 1255 dell’archivio di S. Jacopo di Pistoja, indicante i confini fra la comunità e potesteria di Pupiglio e quella di Lizzano, dimostra che questi due territorj erano fra loro a contatto sino al giogo dell’Appennino e della provincia del Frignano; in guisa che il rio di
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    Rifreddo posto fra Boscolungo e Cutigliano divideva il territorio di Pupiglio (oggi Piteglio) da quello di Lizzano; a rivo de Rifredo usque ad silvam filiorum Berardini de Cutiliano (i Berardini, oggi Barnardini di Cutigliano, che hanno dato alle lettere nel secolo attuale il ch. P. Mauro Bernardini delle Scuole Pie di Firenze, possederono e posseggono in dette selve) et via Lizanensium inferius usque ad viam Pupilianam… Item commune de Lizano et ejus territorium protenditur et trahit versus comune et universitatem de Ferignano, scilicet a Scalis (Corno delle Scale) usque ad Girellium, et a dicto Girellio usque ad Lalbajolam etc.
    Erano appena scorsi sei anni dacchè i Pistojesi avevano accettato presidio e giusdicenti fiorentini, allora quando i popoli della Montagna alta si sollevarono quasi in massa, e negarono obbedienza ai magistrati e ordini del Comune di Pistoja. Il quale, per riconquistare i castelli e popoli ribellati, nel 21 marzo 1368, in pieno consiglio deliberò, che gli uomini della Montagna superiore, tanto della fazione detta de’Chiavelli, quanto di quella de’Cannetani, dopo aver consegnati i castelli, le rocche e le torri al governo di Pistoja, dovessero restituirsi reciprocamente fra loro i possessi, come innanzi l’agosto del 1357, salve alcune condizioni, fra le quali eravi questa: che alla fazione dei Cannetani di Cutigliano concedevasi di poter costruire un fortilizio in qualunque parte del suo territorio volesse farlo, purché non dominasse la via di Fanano, ivi appellata via Cassiorana, sed fieri non posset a via Cassiorana supra.
    Dopo tale epoca pertanto devesi riportare la rocca denominata la
    Cornia situata a cavaliere di Cutigliano dalla parte di maestrale, mentre la diruta torre di Cassioli era posta a grecale sulla strada di Fanano.
    Fu inoltre in quella
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    medesima Riformagione deliberato d’inviare nella Montagna superiore un capitano Guelfo forestiero con sua famiglia a quei patti e istruzioni che piacesse al consiglio degli Anziani di Pistoja di suggerire. (ZACCARIA, Anecd. Pistor.)
    Infatti d’allora in poi un solo giusdicente maggiore venne sostituito nella Montagna superiore, invece di tanti ufiziali minori; e con altra provvisione del 25 novembre 1373 fu deciso, che il capitano con i suoi notari e famigli
    teneatur residentiam facere in villa Cutiliani. (FIORAVANTI, Mem. Istor. di Pistoja cap. XXIII)
    Già uno di essi, Bardo di Guglielmo Altoviti fiorentino, nel settembre del 1377, risedeva in Cutigliano in una casa privata, quando ivi si raccolsero i sindaci dei sette paesi maggiori della Montagna; cioè di Cutigliano, S. Marcello, Lizzano, Popiglio, Piteglio, Mammiano e Cavinana, ad oggetto di far acquisto in nome dei loro committenti di due case poste nella piazza del Comune di Cutigliano, per ridurle a uso di pretorio, siccome infatti avvenne. Da quel tempo sino al declinare del secolo XVIII il capitano della Montagna pistojese tenne residenza per sei mesi dell’anno in Cutigliano, passando gli altri sei mesi, da primo in Lizzano, e poscia in San Marcello, dove a forma del regolamento del 30 settembre 1772 fermò costante la sua sede.
    All’epoca pertanto del 1377 Cutigliano non solo figurava fra le comunità della Montagna, ma ancora trovasi designato in residenza del capitano di tutta la contrada. Infatti fu sotto il capitanato di Michele Carelli fiorentino, quando nel dì 14 luglio 1381 fu rogato nella chiesa di S. Bartolommeo di Cutigliano un istrumento per fissare le differenze insorte fra le Comunità di Cutigliano, di Lizzano e di Popiglio, relativamente ad alcuni luoghi di confine, fra i quali si nomina il monte dell’
    Uccelliera, Voltragia, e Valico Vicano.
    La parrocchia di S. Bartolommeo a
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    Cutigliano si trova annoverata nel sinodo del 1313, ordinato per ripartire le pubbliche tasse che vennero imposte al clero della città e diocesi di Pistoja.
    Fino al 1419 la suddetta chiesa fu senza fonte battesimale, che l’ottenne ad istanza di quei popolani per bolla del pontefice Martino V, data da Firenze il dì 20 dicembre 1419, riservando alcuni diritti all’antica pieve di Lizzano; diritti che poi furono redenti con un tributo pecuniario.
    La chiesa di Cutigliano fu innalzata all’onore di pieve nel secolo susseguente, e fu costà dove si adunarono; nel 16 febbrajo del 1524, i Cautiglianesi della fazione Cancellieri in numero di 75, asserendo essere due terzi di votanti di quella fazione domiciliata in Cutigliano. Si trattava di dovere (a forma degli ordini superiori) rinnovare giuramento di concordia con la contraria fazione dei Panciatichi di Cutigliano, e di essere pronti a comparire in ogni caso davanti il magistrato degli Otto di Pratica della Repubblica fiorentina.
    La pieve di Cutigliano non ebbe chiese succursali con cura d’anime sino a che sotto il Gran Duca Leopoldo I ne furono istituite quattro; 1. S. Leopoldo a
    Boscolungo; 2. S. Giovanni Grisostomo al Melo; 3. S. Maria e S. Cirillo al Pian degl’Ontani; 4. S. Policarpo a Pian Asinatico. Erano semplici oratorj quelli di S. Anna a Cornia tuttora esistente, sebbene rifatto sulla chiesa diruta; S. Rocco a Roboreta; S. Michele a Valle a Lenta; S. Giovanni a Serrafosca; S. Maria de’Cecchi; S. Maria al Ponte; e la chiesa di S. Bonaventura delle monache clarisse di Cutigliano.
    Quest’ultima, tuttora annessa a un esemplare conservatorio di claustrali, possiede pregievoli tavole di Matteo Rosselli, che lasciò varie altre pitture nella pieve, attualmente quasi tutte in cattivo stato, al pari
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    della circoncisione di Giovanni Mannozzi e del martirio di S. Bartolommeo di Sebastiano Veronese.
    Cutigliano conta fra i provvedimenti di letteraria istruzione due posti nella Università di Pisa istituiti dal concittadino Pietro Pacioni giureconsulto distinto e autore di un’opera legale. Vi sono in Cutigliano due scuole elementari per i maschi, e una per le fanciulle viene data dalle clarisse di S. Bonaventura.
    Furono da Cutigliano varj uomini di merito; in lettere e scienze diversi individui della famiglia Pacioni; un Anastasio Farinati-Uberti che pubblicò a forma di dialogo le notizie della Terra di Cutigliano, e il pievano cutiglianese Giovanni Farinati-Uberti che fu governatore del collegio Ricci di Pisa e maestro di eloquenza della poetessa pisana Selvaggia Borghini. Nell’arte della guerra si resero famosi Santi Borri, appellato
    Santaccio, e Luca Giacomelli detto il capitano Mattana, il primo dei quali si distinse nella guerra contro Siena, e segnatamente nella battaglia data sotto Chiusi contro Ascanio Sforza, e l’altro in quella di Montemurlo a favore degli Strozzi sostenitori della già estinta repubblica fiorentina.
    A questi due si potrebbe aggiungere Ser Bastiano di Santi Cocchi da Cutigliano stato commissario generale dell’esercito Spagnuolo nella guerra di Ravenna e nel sacco di Prato, nel 1512.
    Comunità di Cutigliano. – Il territorio di questa Comunità occupa una superficie presso che tutta montuosa di 18955 quadrati, dei quali 440 sono presi da corsi di acqua e da strade. – Vi si trova una popolazione di 2199 abitanti a ragione di 95 individui per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
    Confina dal lato di levante e di ostro con due Comunità del Granducato (
    San Marcello e Piteglio, già Popiglio). Verso libeccio ha di fronte la Comunità dei Bagni di Lucca del Ducato di questo nome, e per parte di maestro e
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    di settentrione, mediante la giogaja dell’Appennino, tocca la Comunità di Pieve a Pelago e di Fanano nella provincia Modenese del Frignano.
    A partire dal lato di levante-grecale fra il lago
    Scafajolo e il laghetto di Acqua Marcia al varco denominato l’Alpe alla Croce, la Comunità di Cutigliano confina con quella di San Marcello, e con essa scende la montagna al di là della via comunale che guida per quel giogo a Fanano, passa quindi per la Doganaccia e per la bandita del Teso sino a che arriva sul fiume Lima, là dove confluisce il torrente Torta.
    Al passaggio della Lima cambia direzione, e voltando da levante a scirocco varca per il poggio delle
    Murizze sino a che arriva alla via delle Prata, dove forma una angolo acuto per dirigersi da scirocco a ponente. Da quest’ultimo lato confina per il tragitto di un miglio con la Comunità di Piteglio mediante la predetta via delle Prata, e quindi per il fosso di Fontana fredda sino alla macchia detta di Giannone. Costà sottentra la Comunità dei Bagni del Ducato di Lucca, con la quale fronteggia per il crine dei monti lungo il piano degli Ontani nella direzione di scirocco a maestrale salendo al Lago nero, al di là del quale trova il giogo delle Tre Potenze, punto di contatto fra tre Stati (Modena, Lucca e il Granducato).
    A questo termine geografico, che serve pure di confine a tre diocesi, subentra dal lato di maestrale, e quindi di ponente la provincia del Frignano, avendo di fronte la Comunità della Pieve a Pelago, con la quale il territorio di Cutigliano rasenta
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    il laghetto Piatta e di là percorre il crine dell’Appennino, toccando assai dappresso le sorgenti del fiume Lima, dopo aver attraversato la strada Regia modenese alla dogana di Boscolungo, sino alle due piramidi situate sul varco della Serra Bassa. Costà piegando da ponente-maestrale a settentrione passa sul dosso della montagna detta il Libro Aperto, poscia per i risalti del Monte Maggiore, del Monte Rotondo, del poggio Bianco e delle balze de’Taufi sino alle scaturiggini del rio Arsiccio sopra il Conio. A questo punto, volgendo da settembre a grecale si dirige per le cime dell’Acqua Marcia, del Campicciulo e delle Piagge; al di là dei quali gioghi ritrova l’Alpe alla Croce e la Comunità granducale di San Marcello.
    La prominenza più elevata dell’Appennino compreso nel territorio di Cutigliano è quella che sporge dal Libro Aperto, ossia dalla
    Spianta, la quale si trova a braccia 3308,8 al di sopra del mare Mediterraneo.
    Fra i maggiori corsi d’acqua che nascono e scendono da questa parte di Appennino contasi il fiume Lima che ha la sua origine presso Bosco lungo e accoglie per via, dal finaco del
    Libro Aperto i torrenti di Rio Maggiore, Rio Arsiccio, e Rio di Rifreddo, mentre parte dal Lago nero alla destra dello stesso fiume il grosso torrente di Sestajone, sopra il quale poco innanzi di vuotarsi nella Lima passa il magnifico ponte del Ximenes per munificenza del Gran Leopoldo lungo la strada Regia modenese nel 1770 innalzato.
    La struttura fisica del suolo di questa Comunità consiste nella massima parte in pietra arenaria più o meno fissile, alternante
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    con lo schisto marnoso, ben spesso modificata e convertita in quella roccia argillo-silicea volgarmente appellata galestro.
    Il ch. geologo Ermenegildo Pini, allorché percorreva nel 1792 questa contrada, vide verificato ciò che aveva osservato anche altrove; cioè, la molta influenza che hanno i boschi montuosi sulla costituzione delle basse pianure; come quella operata dagli alberi, i quali colle loro radici tengono collegate le pendenze e le balze dei monti, mentre coi loro tronchi dividono le acque di dirotte piogge, in guisa che queste non possono raccogliersi così di furia in frananti torrenti.
    Infatti la montagna più alta del Cutiglianese, al pari che quelle di altre sommità dell’Appennino, è spogliata di boschi, che già furono estirpati per aumentare i pascoli. A questi subentrano, da prima gli abeti e i faggi, quindi una zona che occupa circa mille braccia in altezza di pendice ridotta a campi di sementa di segale, o grano, e sotto ai quali incominciano le selve numerose e quasi perpetue di castagni che costituiscono la risorsa e la ricchezza maggiore della montagna di Pistoja.
    La pecuaria è il secondo articolo più fruttifero del territorio, cui succedono i cereali, le piante filamentose, e poco vino.
    I funghi, le fragranti fravole, e le radici montane officinali sono altrettanti articoli di qualche lucro.
    La Comunità mantiene un medico-chirurgo. Trovasi nel capoluogo una dogana di frontiera di terza classe nel dipartimento doganale di Pistoja dipendente dalla dogana di Boscolungo che è situata essa pure nella Comunità di Cutigliano.
    La cancelleria comunitativa di Cutigliano, il vicario Regio e l’ufizio di Esazione del Registro sono in San Marcello, dove pure risiede un ajuto ingegnere di Circondario. La conservazione delle Ipoteche è in Pistoja; la Ruota in Firenze.

    QUADRO della popolazione della Comunità di CUTIGLIANO a tre epoche diverse

    - nome del luogo: Boscolungo, titolo della chiesa: S. Leopoldo (Cura nuova),
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    abitanti nel 1833: n° 434
    - nome del luogo: Conio e Melo, titolo della chiesa: S. Giovanni Grisostomo (Cura nuova),
    abitanti nel 1833: n° 305
    - nome del luogo: CUTIGLIANO, titolo della chiesa: S. Bartolommeo (Pieve),
    abitanti nel 1833: n° 975
    - nome del luogo: Pian degli Ontani, titolo della chiesa: S. Maria e S. Cirillo (Cura nuova),
    abitanti nel 1833: n° 264
    - nome del luogo: Piano Asinatico, titolo della chiesa: S. Policarpo (Cura nuova),
    abitanti nel 1833: n° 221

    - totale
    abitanti nel 1551: n° 1855
    - totale
    abitanti nel 1745: n° 1337
    - totale
    abitanti nel 1833: n° 2199

    CUTIGLIANO nella Val di Lima. – Dove si rammentano le tavole pregevoli che conservami nella chiesa plebana ed in quella del conservatorio, si aggiunga: Cinque di quelle pitture furono restaurate nel 1839 per munificenza sovrana del GRANDUCA LEOPOLDO II, cui i Cutiglianesi in segno di gratitudine offrirono un'iscrizione dettata dal loro concittadino Pad. Mauro Bernardini delle Scuole Pie, dove fu detto:
    Quod munificentia et liberalitatem ejus (LEOPOLDI II) tabulas quinque mente et artificio nobilissimas manu Sebastiani Veronensis Fr. Paulini Pistoriensis Joann. Mannocti a S. Jaanne Mathaei Rosselli Florent. et Nicodemi Ferrucci Fesul. Cutiliani in Ecclesia Principe S. Bartholomm. Apost. majorum Religione expositas et excultas... anno MDCCCXXXIX. monumenta rediviva pnblicae expectationi ad pristinam honoris sedem revelata etc.
    In fine si corregga: Il tribunale di Prima istanza trovasi attualmente in Pistoja.
    Nel 1833 la Comunità di Cutigliano noverava 2199 Abitanti e nel 1845 ne aveva 2586, vale a dire:

    Boscolungo,
    Abitanti N° 481
    CUTIGLIANO,
    Abitanti N° 1151
    Melo,
    Abitanti N° 307
    Pian degli Ontani,
    Abitanti N° 302
    Piano Sinatico,
    Abitanti N° 255
    TOTALE
    Abitanti N
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    ° 2586
Localizzazione
ID: 1732
N. scheda: 19440
Volume: 1; 6S
Pagina: 838 - 842; 84 - 85
Riferimenti:
Toponimo IGM: Cutigliano
Comune: CUTIGLIANO
Provincia: PT
Quadrante IGM: 097-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1640560, 4884547
WGS 1984: 10.75699, 44.10217
UTM (32N): 640623, 4884721
Denominazione: Cutigliano
Popolo: S. Bartolommeo a Cutigliano
Piviere: S. Bartolommeo a Cutigliano
Comunità: Cutigliano
Giurisdizione: S. Marcello
Diocesi: Pistoja
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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