REPETTI ON-LINE

Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

cerca... .

S. Cecilia a Decimo

 

(Decimo)

  •   pag. 1 di 4
    DECIMO (S. CECILIA A) (Ad Decimum miliare) in Val di Greve. Casale con antica pieve matrice della vicina Terra di S. Casciano a Decimo, da cui è un terzo di miglio a grecale-levante, Comunità e Giurisdizione medesima, Diocesi e Compartimento di Firenze.
    Trovasi quasi sul dorso dei poggi che dividono la valle della Greve da quella della Pesa sull’antica strada senese, assai d’appresso alla prima posta da Firenze, che è 8 miglia toscane al suo ostro, pari a 10 miglia romane di otto stadj per miglio.
    Se è vero pertanto che il nome di
    Decimo conservato a questa località sia derivato dalla decima pietra migliare, a partire da Firenze, non ne consegue altresì, che per di là passasse un’antica via militare, o consolare.
    Sul qual proposito parve al Borghini da avvertire, che fra i molti e veri segni del proprio e primo sito della città di Firenze non fosse da dispregiare questo di cotai nomi delle miglia che intorno intorno la cingono; perché essi ci accennano col dito e ci misurano il luogo appunto, dove ella era; avvegnaché non sono questi i modi di chiamare le miglia, né i nomi de’tempi bassi de’Longobardi, ma del proprio secolo romano.
    Se è vero tutto ciò conviene altresì ammettere per vero, che tali nomi di
    Quarto, Quinto, Sesto, Settimo, Ottavo, Decimo, ci richiamiamo alla costruzione delle vie vicinali o municipali aperte in varie direzioni del distretto de’respettivi municipi sotto il romano impero, dopo però che quest’ultimo variò con le leggi i costumi e i nomi antichi; quando cioè ogni capitale di provincia e ogni potente città, aprendo nuove strade o restaurando le vecchie, introdusse l’uso di segnare la numerazione delle miglia a cominciare dal capoluogo di quel di quel distretto, e non già dal migliare aureo di Roma, siccome per il
  •    pag. 2 di 4
    tempo trapassato erasi praticato per le grandi strade romane, Appia, Flaminia, Aurelia nuova e vecchia, Emilia, Cassia, ec. Quindi avviene di riscontrare alla distanza di poche miglia dalla città di Pisa, di Luni, di Arles, di Nimes, i cippi migliari con la numerazione III, IV, V, ec. Siccome doveva essere alla decima pietra migliare da Firenze sulla strada municipale il luogo di cui porta il nome l’antica pieve di S. Cecilia a Decimo.
    Se non fosse interpolata e apocrifa la carta di donazione attribuita a Carlo Magno in favore della Badia di Nonantola, si direbbe, che la corte di Decimo e la pieve di S. Cecilia, ivi rammentate, fossero state donate da quel conquistatore del regno Longobardo ai monaci Nonantolani.
    All’Articolo CHIANTI (S. MARIA NOVELLA in) si accennò un istrumento fatto nel novembre del 1043, nel quale è rammentata la pieve di S. Cecilia a Decimo, e la corte di S. Pietro a Decimo, oggi detto S. Pietro di
    Sopra. La qual chiesa con sua corte apparteneva al conte Landolfo figlio del conte Gottizio dei nobili di Monte Rinaldi nel Chianti, nel tempo stesso che i vescovi di Firenze tenevano signoria nel castello di Decimo e in altre ville e casali dello stesso piviere.
    Infatti nel secolo X Lotario III imperatore, e poco dopo Ottone III, per favorire i prelati fiorentini, esentarono i popoli del piviere di Decimo dall’imposizione dell’
    Albergaria dovuta ai re d’Italia o ai loro vicarj nel tempo che essi percorrevano la Toscana. La qual esenzione venne confermata ai vescovi di Firenze dai marchesi Corrado e Federico, mentre rappresentavano il sovrano nella Toscana (anno 1120 e 1127).
    I diritti dei vescovi sopra Decimo si estesero sino a quello di nominarvi un giusdicente con titolo di rettore o di podestà, acciò giudicasse nelle cause
  •    pag. 3 di 4
    civili con appello davanti al podestà di Firenze; dal cui governo quei terrazzani dipendevano per il politico e per il criminale, nella stessa guisa che allora praticavasi per gli abitanti del BORGO S. LORENZO, di CASTEL FIORENTINO, ec. Dove pure i suddetti vescovi tenevano i loro rettori. Infatti sappiamo che il vescovo Ardingo II, quando determinò di dare ai suoi popoli di Decimo nuovi statuti civili, essi vennero approvati dal Comune di Firenze col consiglio del podestà, non tanto, credo io col Borghini, perché, dovendo ricercare alcuna fiata l’esecuzione del braccio secolare, ci volesse questa cerimonia e consentimento, quanto per avere anche la Signoria di Firenze sua generale superiorità e propria ragione in que’luoghi, onde fosse necessario, come in cosa di comune partecipazione, formare alcuna maniera di governo, ove avesse ciascheduno rispettivamente parte e soddisfazione. (BORGHINI, Dei vesc. di Firenze.)
    La pieve di S. Cecilia a Decimo, nel principio del secolo XV era stata trascurata e danneggiata dai suoi parroci in guisa che il pontefice Eugenio IV, con bolla data in Firenze il primo novembre 1440, l’ammensò coi suoi beni al convento dei canonici Agostiniani di S. Donato a Scopeto presso le mura di Firenze. Tale unione fu sciolta però dal pontefice Callisto III con bolla spedita il 26 ottobre 1455 all’arcivescovo di Firenze S. Antonio, mercé furono lasciati ai canonici Scopetini i beni poco innanzi donati alla pieve a Decimo da Antonia di Pierozzo Strozzi, vedova di Michele di Lapo da Castellonchio.
    Diminuita ognora più di patrimonio, la parrocchia matrice di Decimo declinava a proporzione che aumentava il concorso alla vicina chiesa filiale di S. Cassiano, situata nel centro del castello omonimo; talché questa venne innalzata all’onore di collegiata, e finalmente nel dicembre del 1797, dichiarata pieve in luogo dell’antica di S. Cecilia a Decimo, stata nominata contemporaneamente prioria.
    La
  •   pag. 4 di 4
    pieve di S. Cecilia a Decimo contava 14 parrocchie, attualmente ridotte a dieci; cioè: I. Prepositura e insieme collegiata de’SS. Ippolito e Cassiano a Decimo; Prioria di S. Maria a Casavecchia; 3. Prioria di S. Martino detto del Vescovo o di Argiano; 4. S. Andrea in Percussina; 5. S. Maria di Argiano; 6. S. Bartolommeo a Faltignano; 7. S. Jacopo di Mucciana; 8. S. Lorenzo di Castel Bonsi; 9. S. Pietro di Sotto; 10. S. Pietro di Sopra. Sono annesse delle sunnominate le quattro cure soppresse di S. Angelo di Argiano; di S. Margherita a Caserotta aggrgata a Caste Bonsi; di S. Stefano in Petriolo e di S. Donato a Chiesanuova, incorporate a S. Bartolommeo a Faltignano.
    La parrocchia di S. Cecilia a Decimo ha 298 abitanti.
Localizzazione
ID: 1749
N. scheda: 19580
Volume: 2
Pagina: 3 - 4
Riferimenti:
Toponimo IGM: Decimo
Comune: SAN CASCIANO IN VAL DI PESA
Provincia: FI
Quadrante IGM: 113-4
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1677095, 4836398
WGS 1984: 11.19718, 43.66105
UTM (32N): 677158, 4836573
Denominazione: S. Cecilia a Decimo
Popolo: S. Cecilia a Decimo
Piviere: S. Cecilia a Decimo
Comunità: S. Casciano in Val di Pesa
Giurisdizione: S. Casciano in Val di Pesa
Diocesi: Firenze
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
  trova nel testo
 
  scarica scheda
  aggiungi note