REPETTI ON-LINE

Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

cerca... .

Elci

 

(Elci)

  •   pag. 1 di 10
    ELCI (Ilicis, o Ilcii Castrum) in Val di Cecina. Villa già castello che diede il titolo a una contea e a un illustre prosapia, ora capoluogo di Comunità, con pieve (S. Niccolò) già filiale della distrutta matrice di Sorciano nella Giurisdizione e circa 6 miglia a ostro di Radicondoli, Diocesi di Volterra, Compartimento di Siena.
    Risiede sopra una rupe che precipita sulla ripa sinistra del fiume Cecina alla base settentrionale delle
    Cornate di Gerfalco, sul fianco dei poggi che separano la vallecola del torrente Pavone da quella del Cecina stessa fra il grado 28° 40 2 di longitudine e 43° 12 8 di latitudine, circa 5 miglia a levante di Castelnuovo di Val di Cecina: 6 miglia a settentrine di Montieri; 16 miglia a settentrione-grecale di Massa marittima; 18 miglia a scirocco di Volterra e 22 miglia a libeccio di Siena.
    Non vi è da dubitare sull’etimologia semplicissima del nome che porta questa villa o castelletto sorto in mezzo alle foreste de’
    Lecci.
    Il castello di Elci fu signoreggiato da diversi dinasti; essendoché nel 989 di agosto, vi risiedeva col ricchissimo conte Ildebrando degli Aldobrandeschi di Maremma la sua madre contessa Willa figlia di Landolfo principe di Benevento e di Capua, vedova lasciata dal conte Rodolfo di altro Rodolfo. E fu costà dove la suddetta signora col consenso del figlio e suo mondualdo, per atto pubblico alienava alcuni beni situati in Pissignano di Val di Pesa, piviere di S. Stefano a Campoli. (ARCHIVIO DIPLOMATICO FIORENTINO.
    Badia di Pissignano)
    I quali personaggi si trovano nella vicinanza di Elci, allorché, nel dì 8 ottobre del 1007, stabilirono una permuta di terreni, case e giuspadronati di chiese con Benedetto vescovo di Volterra. Il qual
  •    pag. 2 di 10
    contratto venne rogato e firmato dalle parti contraenti, da più giudici e notari, e dai periti stimatori, in loco Papiana (o Papiena) prope ecclesiam S. Felicis territorio Volaterrense.
    La qual chiesa di
    Papiena da lunga età distrutta, trovavasi compresa nel piviere di Sorciano, di cui era filiale anche la parrocchia di Elci. – Vedere SORCIANO (PIEVE di).
    Dai conti Aldobrandeschi il castello d’Elci col suo distretto fece passaggio (ignoro il come) nei conti Alberti, mentre Federico I con diploma, dato in Pavia li 13 agosto 1164, confermò al giovinetto conte Alberto i castelli e luoghi appartenuti al conte Alberto di lui avo. Mediante l’atto delle divise tra i figli del Conte Alberto giuniore il castello d’Elci, e varo altri di Val di Cecina e di Val di Cornia toccarono di parte al conte Rainaldo signore di Monterotondo, uno dei di lui figlioli.
    Quest’ultimo dinasta, nel 1213, vendé al Comune di Volterra i suoi diritti, fortilizi e possessioni che aveva in Castelnuovo di Cecina e in Elci; per cui gli antichi vassalli di questi due castelli, sotto il dì 24 maggio 1213, prestarono giuramento di fedeltà al sindaco inviato da Volterra. Non corse però gran tempo che il castello d’Elci passò in feudo a un ramo della potente famiglia Pannocchieschi, cui apparteneva quel conte Ranieri d’Elci figlio di Manovello di Ranieri signor di Travalle; il quale con atto del 6 aprile 1256, acquistò da Ranieri del fu Castiglione di Castelnuovo una casa e podere, situati nel castello di Buriano, con tutta la giurisdizione e gli uomini che appartenevano al venditore nel distretto di quel castello. (ARCH. DIPL. FIOR.
    Carte della Comunità di Volterra.)
    Dal conte Manovello di Ranieri di Travalle nacque un altro conte Ranieri, che troviamo nel 1275, podestà di
  •    pag. 3 di 10
    Volterra. Di un conte anonimo, detto il Conticino d’Elci, fanno pure menzione gli storici intorno a quest’epoca, e segnatamente nel 1288, come amico dei Pisani; in sostegno de’quali accorreva di Maremma con 200 soldati di cavalleria, se non fosse stato raggiunto per via dall’esercito fiorentino staccato da Sanminiato di Val d’Elsa, che quel drappello assalì e disperse, e il Conticino d’Elci fece prigioniero.
    Fratello forse dello stesso Conticino esser doveva quel signore di Elci, che un istrumento segnala col nome antonomastico di
    Conte. Imperocché di lui erano figli Manovello II, Guglielmo e Gaddo, tre fratelli che stavano, nel dì 26 marzo del 1327, nel palazzo pubblico di Colle per assistere a un rogito, mediante il quale essi venderono, per prezzo di lire 2000, cinque delle 7 parti del castello e distretto di Bruciano (Castrum Brusciani) in Val di Cecina a favore di un loro consorte, chiamato Andronico del fu Cantino de’conti d’Elci.
    Con altro contratto rogato del cassero di Fosini lo stesso Andronaco del fu Cantino rivendé per lire 3000 a don Albizzo del fu Scolajo de’Tancredi da Colle capitano di detta Terra cinque delle sette parti dell’intiero distretto e castello di bruciano, suoi fortilizj, giurisdizione e servigj personali.
    Il quale atto di vendita, portando la data del 24 maggio dell’anno 1331, starebbe a contraddire l’epoca della morte violenta data dai Colligiani al loro arciprete capitano Albizo di Scolajo, la quale per asserto di Giovanni Villani, seguì li 10 marzo 1330, (
    Cronache Libro X. c. 173) se non si dicesse, che lo strumento del 24 maggio 1331 fu rogato da un notaro di Sanminiato, che, dichiarò ivi, di seguitare il costume cronologico della sua città, simile a quello pisano, vale a dire, che precedeva di un anno le date croniche dell’antico stile fiorentino. – Vedere
  •    pag. 4 di 10
    COLLE di Val d’Elsa.
    Se poi quella vendita avesse il suo pieno effetto, e per qual modo Bruciano ritornasse, con l’andare del tempo in potere de’conti d’Elci, lo decifri chi lo può. Essendoché nel 28 settembre 1422 il conte Niccolò del conte Andronico di Aldobrando dei conti d’Elci, vendé per sé e per il fratello suo Aldobrando per fiorini 840 di conio fior., tutti i diritti di Bruciano al Comune di Volterra. (ARCH. DIPL. FIOR. Carte della Comunità di Volterra.) – Vedere BRUCIANO in Val di Cecina.
    Aggiungasi che alcuni storici senesi nel parlare del castello di Fosini, quando si sottopose alla loro Repubblica con atto del 18 aprile 1332, vien detto già signoria di messer Albizo de’Tancredi capitano di Colle. Il quale Albizo aveva edificato il castello di Fosini, ornandolo di palazzi e circondando di mura quel castello che altro oggi non è che una casa da fattore. (GIUGURTA TOMMASI.
    Istoria di Siena. Libro IX. – ARCH. DIPL. di SIENA. Kaleffo vecchio.)
    Ma presentandosi dipoi (aggiungono essi) il conte Gaddo d’Elci, e asserendo che il castello di Fosini si spettava ad esso lui, il quale si obbligava di conservarlo per il Comune di Siena, i Signori Nove glielo accordarono a titolo di feudo, con l’obbligo di un annuo tributo, e di altre condizioni onerose.
    Anche gli uomini del Comune di Montalbano, poco innanzi vassalli del conte Cione de’Malavolti di Siena, con atto pubblico del 3 giugno 1331, sottoposero i loro averi e tutto il castello di Montalbano alla Repubblica senese. (ARCH. dell’OSPED. di SIENA.)
    I conti d’Elci al passaggio dell’imperatore Carlo IV da Siena ottennero un amplissimo e onorifico diploma, che li dichiarava conti palatini; talché mediante una tal protezione essi pervennero a recuperare l’assoluta padronanza del loro feudo, come più ampiamente si narra nella relazione
  •    pag. 5 di 10
    fatta nel 1569 dall’assessore della Pratica segreta di Firenze, l’auditore Lelio Torelli.
    A tenore della quale relazione i conti d’Elci vennero dal Gran Duca Cosimo I confermati in tutti i loro privilegi e dichiarati esenti da ogni sorta di soggezione ed omaggio per la contea d’Elci, che restò a tal effetto separata dallo Stato senese.
    Tali diritti feudali cessarono dopo comparsa la legge sull’abolizione dei feudi; per cui il territorio di Elci fu riunito allo Stato senese, e i suoi abitanti fatti partecipi di una legislazione che andava emanando il Solone della Toscana. Il quale legislatore con motuproprio speciale del 22 maggio 1779, costituì la nuova Comunità d’Elci, con accordarle l’amministrazione delle sue aziende economiche al pari di tutte le altre.
    Comunità di Elci. – Il territorio di questa Comunità conservasi presso a poco lo stesso di quello che era all’epoca del 1779, testé accennata. Esso occupa una superficie di 19278 quadrati, dai quali sono da detrarre 997 quadrati per corsi d’acqua e strade.
    Vi si trovava, nel 1833, una popolazione di 1249 individui, a ragione di appena 54 abitanti per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
    Il territorio di Elci situato fra i contrafforti settentrionali del poggio di Montieri e delle
    Cornate di Gerfalco, presenta una figura iconografica di un romboide irregolare, la cui diagonale è diretta da grecale a libeccio.
    Esso confina con quattro Comunità. A settentrione ha di fronte il territorio di Monte Castelli della Comunità di Castelnuovo di Val di Cecina, col quale resta a contatto dalla confluenza del fosso
    Borrone nel torrente Pavone, e di là rimontando l’alveo di quel fosso sino allo sbocco in esso del borro che scende dalla chiesa di Montalbano. Giunto sulla cresta del poggio attraversa la strada di Monte Castelli, quindi scende pel borro Ricavolo
  •    pag. 6 di 10
    nel torrente Fodera, e con esso nel fiume Cecina. A tale sbocco trova sulla ripa destra della Cecina la Comunità di Radicondoli, con la quale rimonta il fiume sino al suo influente Lucignano, che dopo breve tragitto lascia fuori; quindi per termini artificiali, traversando i borri Riverdello e Serraja, giunge sulla strada rotabile che guida da Montingegnoli in Maremma. A questo punto, voltando faccia da settentrione a levante, rimonta il borro del Quartino di dove per termini artificiali sale sul poggio delle Galleraje, nella cui opposta pendice s’incontra la Comunità di Montieri. Di costà ripassa la strada maremmana, e per il fosso delle Galleraje, ritorna nel fiume Cecina, che cavalca allo sbocco del fosso di Rio alto. Di là, incamminandosi alle sorgenti del Rio stesso, varca il poggio di Serra, dove trova la via che scende da Gerfalco a Elci sul fianco delle Cornate fino al borro di Sambucheta. Indi piegando da levante a ostro passa sul poggio Mutti, dopo aver tagliato la via che distaccasi dalla strada Regia di Massa per condurre a Fosini, e ritornare nell’alveo del Pavone, che ritrova assai d’appresso alle sue scaturigini.
    Sul
    Pavone incontra la Comunità delle Pomarance, con la quale fronteggia, innanzi tutto, mediante il borro del Confine, poscia, piegando a ponente e quindi a maestro, per termini artificiali rientra nel torrente Pavone. Poco innanzi di arrivarvi lascia la Comunità delle Pomarance e ritorna a confine con quella di Castelnuovo nella sezione del suo capoluogo. Con quest’ultima fronteggia per breve spazio mediante il Pavone medesimo sino al così detto Botrello, dove abbandona a ponente il torrente
  •    pag. 7 di 10
    per percorrere lungo i poggi de’Tre colli, dai quali piegando a maestrale ridiscende nel Pavone davanti la fattoria di Sesta. A codesto punto il torrente torna ad essere limite fra la Comunità di Elci e quella delle Pomarance sino alla confluenza del fosso Botrone; lungo il quale a partire dall’imboccatura, la prima entra di nuovo a confine con la sezione di Monte Castelli spettante alla Comunità di Castelnuovo al luogo di dove di partì.
    La Cecina è il maggior corso d’acqua fra quelli che attraversano da ostro a settentrione questa Comunità. Nella qual direzione corre pure il torrente
    Pavone, che è il secondo per copia d’acque e che scorre lungo il lembo occidentale dello stesso territorio.
    Non vi sono strade maestre rotabili, meno qualche breve tronco, uno de’quali staccasi dalla villa d’Anqua per Montingegnoli dove trova la strada provinciale maremmana.
    La maggior parte della superficie di questa contrada è coperta di ondulazioni montuose e di gibbosità provenienti dalle diramazioni spettanti ai poggi di Montieri e di Gerfalco.
    La qualità del suolo appartiene nella massima parte alla calcarea stratiforme di origine secondaria, in molti luoghi conchiglifera, e quasi sempre retata da filoni di spato calcareo, che quella roccia in tutte le direzioni attraversa, scompagina, e la massa stratiforme in minuti frammenti stritola e divide.
    Donde consegue che i fianchi inferiori dei poggi di Elci si trovano coperti da una quantità prodigiosa di sassolini appena rotolati e consunti negli angoli, misti alla terra calcareo-argillosa proveniente dallo stritolamento della roccia suddivisata. La causa di tanti filoni spatici, penetrati negli spacchi della preesistente calcarea carbonata, non è misteriosa per chi si dà a contemplare lo stato fisico di cotesta contrada, la copia e varietà di gas che sbucano dalla sua superficie, o che latenti serpeggiano nei contorni del
  •    pag. 8 di 10
    territorio di Elci; quando si osserva che la stessa Comunità trovasi collocata tra i lagoni o fumacchi di Travalle, quelli di Castelnuovo e di Monte Cerboli; quante volte si esamina, che dal suolo medesimo di Elci emanano in gran copia i gas acido idrosolforico e acido carbonico, liberi o associati ad altre sostanze mineralizzanti; quando si veggono fra mezzo quel terreno stratiforme le masse di gabbro, di serpentino e di diaspro; l’ultimo de’quali abbonda nel poggio Mutti fra Fosini e il torrente Pavone.
    Aggiungasi a tutto ciò il bagno solfureo delle
    Galleraje il quale, sebbene fuori di confine della Comunità di Elci, tramanda alcune sue ramificazioni nella riva manca del fiume Cecina spettante a questa Comunità.
    Ne fece parola il Targioni prima del Santi, che dice esservi in riva della Cecina presso un mulino, due sorgenti d’acqua acidula, solfurea, termale. Ultimamente il professor G. Giulj diede la descrizione di quelle sorgenti, che egli esaminò in numero di tre; due delle quali sgorgano dalla parte sinistra della Cecina, e di sotto un terreno calcareo.
    Una di esse polle appellata
    Acqua forte delle Galleraje, è fredda, acidula e leggermente ferrugginosa.
    L’altra che distinguesi col nome di
    Acqua rossa delle Galleraje, è dessa pure fredda e acidula, e più ferrugginosa della precedente, ma con minore dose di gas acido carbonico. – La magnesia, la calce e la soda formano la base dei sali che trovansi in esse disciolti. (G. GIULJ. Storia delle Acque minerali. Ec. VOL. III.)
    Il suolo circostante a quelle acque acidule è stato ricoperto da banchi di calcarea concrezionata (
    travertino) con la qual pietra nel secolo XVII, il cavalier Marcello de’conti d’Elci fece costruire la magnifica sua villa in Anqua – Vedere ANQUA.
    La villa di
  •    pag. 9 di 10
    Anqua che è posta sui colli, la cui base australe è bagnata dal Rimaggio, mentre nell’opposto fianco vi scorre sotto il torrente Fodera, ha intorno, o assai d’appresso, un borghetto di case, fra le quali quella comunitativa, talché Anqua può dirsi il capoluogo d’Elci.
    I prodotti più rilevanti della Comunità di Elci traggonsi dai pascoli, dalla pastorizia e dalle selve di castagno, pianta che giganteggia in cotesto terreno, per cui sembra essere la risorsa principale del paese, dove pure non mancano siti favorevoli, nei quali si coltivano con qualche successo gli olivi, le viti e altri alberi da frutto. In quanto alla sementa di civaje, il
    mais, la segale, l’orzo e il frumento sogliono sfruttare debolmente ogni due o tre anni lo stesso terreno, che al certo sarebbe suscettivo di assai maggiori prodotti, se vi fossero più braccia, più strade rotabili e un’aria più salubre nella calda stagione.
    Non vi sono fiere né mercati, se si eccettui una buona fiera di bestiame che si tiene nel 6 di settembre nel luogo, detto il
    Palazzone.
    Alla Comunità di Elci sopravvede il potestà di Radicondoli dipendente per gli atti di polizia e per il criminale dal Vicario regio di Casole.
    Ha la sua cancelleria in Chiusdino, l’ufizio del Registro e l’ingegnere di Circondari in Radicondoli. La conservazione dell’Ipoteche e la Ruota sono a Siena.

    QUADRO della Popolazione della Comunità di ELCI a tre epoche diverse (1)

    - nome del luogo: Anqua, titolo della chiesa: SS. Ruffo e Bartolommeo (Pieve), diocesi cui appartiene: Volterra,
    abitanti del 1745 n° 344, abitanti del 1833 n° 362
    - nome del luogo: ELCI, titolo della chiesa: S. Niccolò (Pieve), diocesi cui appartiene: Volterra,
    abitanti del 1745 n° 179, abitanti del 1833 n° 174
    - nome del luogo:
  •   pag. 10 di 10
    Fosini, titolo della chiesa: SS. Niccolò, Pietro e Donato (Pieve), diocesi cui appartiene: Volterra, abitanti del 1745 n° 283, abitanti del 1833 n° 258
    - nome del luogo: Montalbano, titolo della chiesa: S. Lorenzo (Cura), diocesi cui appartiene: Volterra,
    abitanti del 1745 n° 227, abitanti del 1833 n° 251
    - nome del luogo: *Montingegnoli, titolo della chiesa: S. Sisto (Pieve), diocesi cui appartiene: Volterra,
    abitanti del 1745 n° 112, abitanti del 1833 n° 204
    - Totale
    abitanti del 1745 n° 1145
    - Totale
    abitanti del 1833 n° 1249

    (1)
    Non si conosce la popolazione della Comunità di Elci della prima epoca.
    * Una frazione della parrocchia di Montingegnoli spetta alla Comunità di Radicandoli, dove si troverà riportata.

    ELCI nella Val di Cecina. – Si aggiunga al suo luogo. – Vedi un lodo pronunziato dagli arbitri nel 23 febbrajo del 1209 (stile comune) rispetto alla divisione di feudi ed altri beni allodiali fra i conti Maghinardo e Rainaldo figli del fu conte Alberto di Magona, i quali acquistarono da mess. Ridolfo de’ Belforti di Volterra il Castel d'Elci. – Infine si aggiunga. – La Comunità di Elci nel 1833 noverava 1249 Abitanti e nel 1845 essa ne aveva soli 1239, cioè:

    Anqua,
    Abitanti N° 341
    ELCI,
    Abitanti N° 203
    Fucini,
    Abitanti N° 238
    Montingegnoli (
    porzione), Abitanti N° 185
    Mont'Albano,
    Abitanti N° 265

    Annessi

    Castel del Sasso; da Pomarance, Abitanti N° 7
    TOTALE
    Abitanti N.° 1239
Localizzazione
ID: 1797
N. scheda: 20140
Volume: 2; 6S
Pagina: 47 - 51; 88
Riferimenti:
Toponimo IGM: Elci
Comune: RADICONDOLI
Provincia: SI
Quadrante IGM: 120-4
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1663314, 4785852
WGS 1984: 11.01125, 43.20935
UTM (32N): 663378, 4786026
Denominazione: Elci
Popolo: (S. Giovanni a Sorciano) S. Niccolò a Elci
Piviere: (S. Giovanni a Sorciano) S. Niccolò a Elci
Comunità: Elci
Giurisdizione: Radicondoli
Diocesi: Volterra
Compartimento: Siena
Stato: Granducato di Toscana
  trova nel testo
 
  scarica scheda
  aggiungi note