REPETTI ON-LINE

Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

cerca... .

Anghiari - Abazia di Anghiari

 

(Anghiari)

  •   pag. 1 di 12
    ANGHIARI (Anglarium, già Castrum Angulare). Terra nobile la più ragguardevole della Valle Tiberina, capoluogo di Comunità, residenza di un vicario R. nella Diocesi e Compartimento di Arezzo da cui è 14 miglia toscane a greco, nel grado 29° 43' di longitudine e 43° 33' di latitudine. – Giace sull'angolo orientale di un'agevole collina spettante ai poggi che propagansi dall'Alpe di Catenaja tra il fiume Sovara e il torrente Singerna dal lato che guarda la bella pianura della Valle Tiberina dirimpetto alla città di Sansepolcro.
    Trovasi Anghiari a 770 braccia sopra il livello del mare, 5 miglia toscane a ponente di Sansepolcro, 14 miglia toscane a maestro di Città di Castello, quasi nel centro della Valle superiore del Tevere che domina da tutti i lati per modo che deve questa terra alla posizione vantaggiosa in cui risiede il suo vistoso incremento e prosperità. Infatti essa non era che un piccolo castello di figura triangolare quando lo possedeva il priore di Camaldoli, per donazione dei Conti di Galbino suoi più antichi dinasti.
    La memoria più remota di Anghiari sino a noi pervenuta spetta ad un instrumentum del 13 novembre 1083, in forza del quale Bernardo, soprachiamato
    Sidonia, figlio di Ranieri signore di Galbino e di Montedoglio feudatario dei marchesi del Monte S. Maria, acquistò dal fratello Alberico la porzione che a questi si perveniva del castello e giurisdizione d'Anghiari, della pieve di Micciano e di altri luoghi dello stesso piviere.
    Erano decorsi appena anni 21, allorché (7 settembre 1104) Bernardino figlio di Sidonia dispose del castello d'Anghiari e di tutta la sua eredità a favore del priore di CamaldoIi, a condizione che questi ivi fondasse un monastero della stessa regola, cui soggettava gli abitanti di Anghiari e di altre parrocchie. La qual disposizione testamentaria, nel susseguente gennajo, venne approvata
  •    pag. 2 di 12
    dal marchese Ranieri del Monte, promettendo al priore di Camaldoli di non recare per parte sua nè de'suoi figli alcuna molestia, cui potesse dar luogo simile donazione di giuspadronato. Il monastero di S. Bartolommeo di Anghiari era già in piedi nel 1105, quando il pontefice Pasquale II lo confermò al Maggiore del S. Eremo, a nome del quale governava i monaci di S. Bartolommeo e i sudditi Anghiaresi un cenobita Camaldolese col titolo di Visconte. Intento questi a richiamare popolo intorno alla nuova Badia, concedeva a favorevoli condizioni terreni e privilegi a chi avesse edificato abitazioni, mentre otteneva dal vescovo di Arezzo (anno 1136) l'indipendenza del popolo d'Anghiari dalla pieve di Micciano, ed impetrava nel temporale dall'imperatore Lotario III (1137) immunità ed esenzioni di tributi.
    Lo stesso Visconte esercitava il diritto di nominare il giusdicente, di presedere i comizi comunitativi, ti sanzionare e di riformare i statuti municipali, uno dei quali firmato dagli Anghiaresi nel 16 febbrajo 1182, si conservò sino alla nostra età, nell'archivio di Camaldoli.
    Accadeva tutto ciò innanzi che il priore del S. Eremo accordasse in subfeudo (anno 1187) il Viscontado di Anghiari a Ranieri conte di Galbino cui ben presto (1191) si associarono altri nobili della stessa consorteria, ai quali venne tolto il dominio circa il 1322 dal potente Guido Tarlati Vescovo di Arezzo per investirne il fratello Pier Saccone di Pietramala. Questi ne tenne costantemente il governo sino al trattato del 1337, in forza del quale Arezzo si diede per 10 anni ai Fiorentini, e Anghiari venne accordato per altrettanto tempo ai Perugini. Credesi opera di questi ultimi la rocca esistita nel punto più eminente del castello dove già fu l'antica Abbazia di S. Bartolommeo traslocata poco lungi di là nel monastero abitato posteriormente dalle monache. Restituito il castello d'Anghiari alla giurisdizione di Arezzo, se ne impossessò
  •    pag. 3 di 12
    nuovamente nel 1352 Saccone Tarlati, mentre le rendite della ricca Badia di Anghiari servirono in seguito a beneficare i familiari dei pontefici, tra i quali Pietro Accolti, nel 1490, quand'era cappellano di Alessandro VI.
    Dominava, nel 1360, in Anghiari Maso di Pietramala, il quale a cagione del partito preso a favore del Duca di Milano ne fu spogliato dalla Repubblica fiorentina. Questa nel 1383, riserbandosi di Anghiari la custodia e l'alto dominio, ne rilasciò la Signoria per 10 anni al di lui figlio Bartolommeo; accomandigia che, nel 1407, fu rinnuovata ai figli di questo e alla loro madre Anfrosina da Montedoglio. La qual donna per maneggi tenuti con i nemici della Rep. fu cacciata dai suoi dominii, e bandita all'occasione della famosa battaglia combattuta nel 29 giugno 1440 a pié del colle di Anghiari tra l'esercito fiorentino e quello del Duca di Milano condotto da Niccolò Piccinino. Della quale vittoria si rinnova in Firenze annualmente la rimembranza con la corsa del palio il giorno di S. Pietro, ed è festeggiata dagli Anghiaresi con un'animatissima fiera.
    Due altri fatti d'armi di minore conseguenza, ma che fanno prova del valore degli Anghiaresi, accaddero, allorché quei terrazzani (
    ERRATA: nel 1512) nel 1502 vollero vedere piantate le artiglierie innanzi di aprire le porte del castello a Vitellozzo Vitelli fautore di Piero de'Medici bandito dai fiorentini; e maggior prova di coraggio e fedeltà essi dettero nel 1517, quando investiti dalle genti di Francesco Maria della Rovere resero vano ogni sforzo non ostante la debolezza delle mura castellane e la scarsità delle munizioni.
    Non dirò alle cittadine fazioni, né di quelle gare municipali fra gli Anghiaresi e i Borghigiani loro vicini, da spirito di parte, da gelosie commerciali e più che altro dalla rivalità delli stati limitrofi fomentate, fra le quali è ridevole quella del
    Catorcio
  •    pag. 4 di 12
    rapito, che servì di argomento ad un poema eroicomico di Federigo Nomi. Imperocchè ogni spirito di fazione fu compresso, innanzi tutto dall'assoluto governo di Cosimo I, più tardi dalla crescente civiltà e dalla cessazione delle cause che tali fazioni promossero.
    Anghiari cominciò sotto i Tarlati a migliorare di aspetto nel suo fabbricato. Devesi a Pier Saccone il disegno e incominciamento dell'ampia e lunga contrada tracciata a ponente del vecchio castello, fiancheggiata da decenti case e palazzi, il più grandioso dei quali fu eretto sulla fine del secolo XVIII dall'illustre famiglia Corsi, con un elegante oratorio di fini marmi incrostato e un vasto ben inteso teatro nell'annesso giardino. Recentissima é la grandiosa chiesa propositura tetta la Madonna del Fosso, sebbene conservi il titolo di S. Bartolommeo prestatovi dalla antica Badia. Risiede essa sul vertice del colle fra la rocca, oggi pretorio, ed il soppresso convento di S. Francesco. Là si ammira il maraviglioso Cenacolo con la Lavanda del Sogliani; e la bella deposizione della Croce del Puligo; nell'altra chiesa di S. Francesco situata di prospetto al grandioso borgo, si contempla una decadente dipintura del Passignano e un altra della scuola di Carlo Dolci. Trovansi pure oggetti di arte di qualche merito in altri edifizi pubblici e privati.
    Comunità di Anghiari. Il distretto comunitativo di Anghiari comprende 25 popoli oltre le frazioni di sette parrocchie situate fuori della Comunità. Essa abbraccia una superficie di 38088,62 quadrati dei quali, 1254,43 quadrati, sono occupati da' letti dei fiumi, torrenti e strade. Conta una popolazione di 6417 anime corrispondenti a circa 145 abitanti per ogni miglio quadrato. – Confina con sei Comunità; a ponente maestro con quella di Subbiano mediante uno sprone dell'Appennino di Catenaja, a settentrione con Caprese, dalle sorgenti del fosso Cerfona sino al torrente Singerna, a greco con la Comunità della Pieve S.
  •    pag. 5 di 12
    Stefano mediante il torrente medesimo sino al suo sbocco nel Tevere, il di cui alveo per il corso di circa cinque miglia serve di limite dal lato di oriente tra la Comunità di Anghiari e quella di Sansepolcro con la quale continua a confinare a al di quà della riva destra per limiti artificiali sino agli stati Pontificii, mentre a ostro traversato al fiume Sovara trova la Comunità di Monterchi, dove si prolunga ad angolo acuto, quindi ripiegasi costeggiando da occidente a maestro la Comunità di Arezzo a partire dalla sinistra ripa del torrente Cerfone, donde si avanza sulle spalle del monte S. Veriano sino alla ChiassadiPietramala, e di là per le Chiassacce al Chiavaretto. Ivi volgendo da maestro a greco passa il poggio di Montauto, attraversa il fiume Sovara, e di là ripiegandosi a settentrione maestro va a ritrovare le sorgenti del fosso Cerfona, costeggiando dalla Sovara sino là con la Comunità di Subbiano.
    Anghiari risiede presso che nel centro del territorio, per quanto lo comporta la figura romboidale del medesimo. Esso è attraversato diagonalmente da maestro a scirocco dal fiume
    Sovara, che bagna le radici occidentali del colle di Anghiari; mentre all’opposta base è irrigato il suo piano dal torrente Gora. Rasentano la stessa Comunità per corto tragitto, a settentrione la Singerna, per più lungo spazio a greco-levante il Tevere; per un miglio di larghezza a ostro il torrente Cerfone, a occidente le sorgenti della Chiassa di Pietramala, e le Chiassacce.
    Molte sono le strade comunitative che mettono al Capoluogo, cinque delle quali sono rotabili. La più spaziosa di tutte è quel-la che da Anghiari porta in retta linea a piè del colle e di là sino al ponte del Te-vere imboccando nella strada Regia
  •    pag. 6 di 12
    dell’Adria-tico, nella quale pure fanno capo dal lato di scirocco e di oriente due altre vie che staccansi dal punto più elevato di Anghiari percorrendo il crine del poggio; la quarta è quella antica di Arezzo volta verso maestro. Essa dirigesi alle sorgenti della Sovara, che attraversa sopra un ponte di fronte a Galbino, ed è rotabile sino al Ponte alla Pie-ra. La quinta costeggia a settentrione le falde della collina d’Anghiari, dove si dirama in vari tronchi diretti per il suo piano orientale a S. Croce, a Viajo e lungo il colle della Pieve a Micciano sino al greto del Tevere dirimpetto a Montedoglio.
    Quasi due terzi del territorio comunitativo di Anghiari è situato nei poggi. I più elevati spettano alla diramazione meridionale dell’Alpe di Catenaja. Essi formano la spalliera occidentale da Montauto sino al monte di S. Veriano. Entra nella serie delle colline una più depressa diramazione, la quale dall’Alpe medesima scende in dire-zione di scirocco fra il Tevere e il fiume Sovara, sul di cui dorso giace Anghiari.
    Il clima è generalmente temperato, se non che la contrada é dominata dai venti grecali, massimamente nei poggi più elevati. Copioso è il terreno di acque perenni e salubri, fra le quali una delle più benefiche all’arti agrarie e industriali è quella del torrente Gora, che percorre il piano di Anghiari, e mette in moto vari edifizi di mulini e di gualchiere.
    La natura del terreno, a cominciare dalla pianura, consiste in un potente deposito di arena, di ghiaja e di ciottoli appartenen-ti alla calcarea compatta, al macigno, e al gabbro trascinati fino là dalle correnti dei fiumi. Nelle colline di Anghiari si affaccia dal lato del Tevere la roccia calcarea com-patta mentre nell’opposto fianco predomi-na il macigno e il tufo arenario colore castagnuolo. Le stesse rocce stratiformi costituiscono l'esterna ossatura del
  •    pag. 7 di 12
    monte di S. Veriano e sue diramazioni sino alla base di Montauto, dove il terreno cambia affatto na-tura, e comparisce in masse non stratificate di gabbro. Questa formazione, non co-mune alla struttura geognostica dell'Appen-nino centrale, attraversa la Valle Tiberina nella direzione da libeccio a greco, da Montauto sino alle pendici occidentali dell'Alpe della Luna fra i torrenti Colledestro e Tignana. – Vedere CAPRESE e PIEVE S. STEFANO.
    Il piano di Anghiari è generalmente coltivato a granaglie e viti sostenute da loppi, cui succedono alle falde della collina selve di lecci. Ad essi subentrano gelsi, olivi, vigne e campi sativi, mentre il castagno, le foreste, i pascoli naturali e artificiali rivestono la maggior parte del poggio alla destra del fiume Singerna.
    Non vi ha fra i prodotti necessari alla vita alcuno di che scarseggi la popolazione Anghiarese, intenta anzi che nò a propagare e migliorare l'industria agraria e pastorizia, che é fonte perenne e quasi unica del suo commercio e dei suoi copiosi mercati settimanali.
    Oltre a ciò contansi in Anghiari, fra i ra-mi d'industria manifatturiera, un lanificio di panni grossolani, otto gualchiere, cinque tintorie, due fabbriche di cappelli di feltro, due di archibusiere, e una di strumenti chirurgici, due polveriere e tre fornaci di terraglie.
    Dopo il Regolamento governativo emanato dal G. D. Pietro Leopoldo il 13 di agosto 1776 relativamente ai popoli destinati a formare il complesso della Comunità di Anghiari, vi fu unito ancora quello di Monte-doglio posto alla sinistra del Tevere. Il quale territorio coll'attivazione imminente del nuovo Catasto venendo assegnato alla Comunità di Sansepolcro, si è tralasciato di de-scrivere in questa di Anghiari, quantunque attualmente vi appartenga.
    La Comunità di Anghiari mantiene due medici ed un chirurgo; provvede all'istruzione pubblica con due maestri di scuola primaria e di belle lettere, mentre che le fanciulle povere sono istruite
  •    pag. 8 di 12
    gratuitamente dalle monache di S. Martino.
    Vi manca l'istruzione importantissima per le arti manifatturiere e meccaniche, di cui ne avrebbe maggior duopo la classe più numerosa e meno agiata del popolo.
    Il Vicario R. d'Anghiari di quarta classe esercita la giurisdizione civile in prima istanza su tutta l'estensione della Comunità; e per il criminale e la polizia egli sopravede anche alle potesterie di Monterchi e di Lib-biano; comecché debba corrispondere per tale ragione con il Commissario R. di Arezzo.
    La situazione d'Anghiari assai favorevole al traffico fra le valli superiori dell'Arno, del Tevere, del Metauro e della Marecchia rende frequentatissimi i suoi mercati ogni mercoledì, e diverse fiere che ivi si praticano il 1 di maggio, il 29 e 30 di giugno, il 29 di agosto, l'11, 12 e 13 di novembre.
    Fra gli uomini di merito più distinto figli di questa terra primeggia il valoroso capitano Baldaccio di Piero Vanni marito di Annalena Malatesti, proditoriamente trucidato nel palazzo della Signoria di Firenze l'anno 1441; nel qual secolo figurò pure Gregorio Mazzoni condottiere di milizie. Di più peregrino ingegno furono Angiolo Canini, e Girolamo Magi, quello il più dotto orientalista del secolo XVI questo il più valente ingegnere militare, storico a un tempo, filosofo, giureconsulto e poeta.

    QUADRO della Popolazione della Comunità d'ANGHIARI a tre epoche diverse

    popolazione dell'anno 1551, n° degli abitanti 4385
    popolazione dell'anno 1745, n° degli
    abitanti 3387
    popolazione dell'anno 1833, n° degli
    abitanti 6417

    QUADRO della Popolazione della Comunità d'ANGHIARI nel 1833 divisa per parrocchie

    - nome del luogo: ANGHIARI, titolo della parrocchia: S. Bartolommeo (Prop. già Badia), diocesi cui appartiene: Arezzo, popolazione del 1833: abitanti n° 1449
    - nome del luogo: Bagnaja, titolo della parrocchia: S. Michele (Cura), diocesi cui appartiene: Arezzo, popolazione del 1833:
    abitanti n° 96
    - nome del luogo:
  •    pag. 9 di 12
    Casale, titolo della parrocchia: S. Maria (Prioria), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833: abitanti n° 211
    - nome del luogo: Casenovole, titolo della parrocchia: S. Maria (Cura), diocesi cui appartiene: Arezzo, popolazione del 1833:
    abitanti n° 228
    - nome del luogo: Catigliano, titolo della parrocchia: S. Andrea (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833:
    abitanti n° 137
    - nome del luogo: Colignole, titolo della parrocchia: S. Giorgio (Cura), diocesi cui appartiene: Arezzo, popolazione del 1833:
    abitanti n° 162
    - nome del luogo: Corticelle, titolo della parrocchia: S. Salvatore (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833:
    abitanti n° 87
    - nome del luogo: GALBINO, titolo della parrocchia: S. Andrea (Arcipretura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833:
    abitanti n° 345
    - nome del luogo: Gello, titolo della parrocchia: S. Niccolò (Cura), diocesi cui appartiene: Arezzo, popolazione del 1833:
    abitanti n° 114
    - nome del luogo: * Gragnano, titolo della parrocchia: SS. Lorentino e Pergentino (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833:
    abitanti n° 126
    - nome del luogo: S. Leo in Pian d'Anghiari, titolo della parrocchia: S. Leone (Cura), diocesi cui appartiene: Arezzo, popolazione del 1833:
    abitanti n° 295
    - nome del luogo: Micciano, titolo della parrocchia: S. Maria (Pieve), diocesi cui appartiene: Arezzo, popolazione del 1833:
    abitanti n° 486
    - nome del luogo: Pian d'Anghiari, titolo della parrocchia: SS. Girolamo e Stefano (Cura), diocesi cui appartiene: Arezzo, popolazione del 1833:
    abitanti n° 339
    - nome del luogo: Pianettole, titolo della parrocchia: SS. Pietro e Paolo (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833:
    abitanti n° 102
    - nome del luogo: Ponte alla Piera, titolo della parrocchia: S. Giovanni (Pieve), diocesi cui appartiene: Arezzo, popolazione del 1833:
    abitanti n° 276
    - nome del luogo:
  •    pag. 10 di 12
    Scojano, titolo della parrocchia: S. Donato (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833: abitanti n° 124
    - nome del luogo: Sorci, titolo della parrocchia: S. Lorenzo (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833:
    abitanti n° 225
    - nome del luogo: Sovara, titolo della parrocchia: SS. Annunziata (Pieve), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833:
    abitanti n° 205
    - nome del luogo: * Succastelli, titolo della parrocchia: S. Bartolommeo (già Abazia, Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833:
    abitanti n° 215
    - nome del luogo: Toppole, titolo della parrocchia: SS. Clemente e Ruffillo (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833:
    abitanti n° 265
    - nome del luogo: Tortigliano, titolo della parrocchia: S. Bartolommeo (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833:
    abitanti n° 83
    - nome del luogo: Tubbiano, titolo della parrocchia: S. Donato (Cura), diocesi cui appartiene: Arezzo, popolazione del 1833:
    abitanti n° 202
    - nome del luogo: Vajalla, titolo della parrocchia: S. Biagio (Cappell.,Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833:
    abitanti n° 118
    - nome del luogo: Verazzano, titolo della parrocchia: SS. Flora e Lucilla (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833:
    abitanti n° 161
    - nome del luogo: Viajo, titolo della parrocchia: S. Paterniano (Cura), diocesi cui appartiene: Arezzo, popolazione del 1833:
    abitanti n° 128

    - frazioni, popolazione del 1833: abitanti n° 238
    - totale popolazione del 1833:
    abitanti n° 6417

    N.B. * L'asterisco indica le chiese parrocchiali situate dentro la Comunità, sebbene non tutta la popolazione vi sia compresa.

    FRAZIONI di popolazioni di parrocchie situate fuori della Comunità

    - nome del luogo: Chiassa, titolo della parrocchia: S. Maria (Pieve), Comunità nella quale è situata: Arezzo, popolazione del 1833: abitanti n° 17
    - nome del luogo: Papiano, titolo della parrocchia: S. Maria della
  •    pag. 11 di 12
    Selva (Pieve), Comunità nella quale è situata: Caprese, popolazione del 1833: abitanti n° 12
    - nome del luogo: Ranco, titolo della parrocchia: SS. Lorentino e Pergentino (Pieve), Comunità nella quale è situata: Arezzo, popolazione del 1833: abitanti n° 37
    - nome del luogo: Scandolaja, titolo della parrocchia: S. Maria (Cura), Comunità nella quale è situata: Monterchi, popolazione del 1833: abitanti n° 108
    - nome del luogo: Tarsignano o Corcello, titolo della parrocchia: S. Giovanni Battista (Cura), Comunità nella quale è situata: Monterchi, popolazione del 1833: abitanti n° 32
    - nome del luogo: S. Veriano, titolo della parrocchia: S. Veriano (già Badia, Cura), Comunità nella quale è situata: Arezzo, popolazione del 1833: abitanti n° 19
    - nome del luogo: Villa Guadagni, titolo della parrocchia: S. Apollinare (Cura), Comunità nella quale è situata: Monterchi, popolazione del 1833: abitanti n° 13
    - totale popolazione delle Frazioni del 1833: abitanti n° 238

    ANGHIARI in Val Tiberina. – Si aggiunga in fine. – Con la legge del 2 agosto 1838 fu soppresso in Anghiari il vicario R. di San Sepolcro, dipendente per le cause superiori dal tribunale di Prima istanza di Arezzo. – Attualmente in Anghiari risiede un Cancelliere comunitativo che abbraccia anche la Comunità del Monte S. Maria. L’ingengere di Circondario e l’uffizio delle Ipoteche sono in Arezzo. La popolazione della Comunità dei Anghiari nel 1833 era di abitanti 6417 e nel 1845 vi si contavano 6358 abitanti cioè:

    ANGHIARI,
    Abitanti N.° 1488
    Bagnaja,
    Abitanti N.° 87
    Casale,
    Abitanti N.° 216
    Casenovole,
    Abitanti N.° 220
    Catignano,
    Abitanti N.° 148
    Colignole,
    Abitanti N.° 153
    Corticelle,
    Abitanti N.° 75
    Galbino,
    Abitanti N.° 391
    Gello,
    Abitanti N.° 131
    S. Leo,
    Abitanti N.° 294
    Micciano,
    Abitanti N.° 504
    Pian d’Anghiari,
    Abitanti N.° 318
    Pianettole,
    Abitanti N.° 113
    Ponte alla Piera,
  •   pag. 12 di 12
    Abitanti N.° 337
    Scujano,
    Abitanti N.° 136
    Sovara,
    Abitanti N.° 207
    Sorci,
    Abitanti N.° 236
    Toppole,
    Abitanti N.° 274
    Tortigliano,
    Abitanti N.° 115
    Tubbiano,
    Abitanti N.° 199
    Vajalla,
    Abitanti N.° 107
    Verrazzano,
    Abitanti N.° 163
    Viajo,
    Abitanti N.° 156
    SOMMANO,
    Abitanti N.° 6098

    Annessi provenienti da altreComunità

    Chiassa; da Arezzo, Abitanti N.° 23
    Ranco;
    da Arezzo, Abitanti N.° 37
    S. Veriano;
    da Arezzo, Abitanti N.° 18
    Montedoglio;
    da S. Sepolcro, Abitanti N.° 9
    Selva,
    per conto di Papiano, o Popiano; da Caprese, Abitanti N.° 23
    Scandolaja;
    da Monterchi, Abitanti N.° 111
    Tarsignano;
    da Monterchi, Abitanti N.° 30
    Villa (S. Apollinare);
    da Monterchi, Abitanti N.° 9
    TOTALE
    Abitanti N.° 6358
Localizzazione
ID: 182
N. scheda: 2290
Volume: 1; 6S
Pagina: 86 - 90; 11
Riferimenti: 52030
Toponimo IGM: Anghiari
Comune: ANGHIARI
Provincia: AR
Quadrante IGM: 115-4
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1746907, 4825441
WGS 1984: 12.05697, 43.54262
UTM (32N): 746970, 4825615
Denominazione: Anghiari - Abazia di Anghiari
Popolo: S. Bartolommeo ad Anghiari
Piviere: (S. Maria a Micciano) S. Bartolommeo ad Anghiari
Comunità: Anghiari
Giurisdizione: Anghiari
Diocesi: Arezzo
Compartimento: Arezzo
Stato: Granducato di Toscana
  trova nel testo
 
  scarica scheda
  aggiungi note