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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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Figline, Figline di Prato - Monte Ferrato, Monteferrato - Cave di Marmi

 

(Figline - Poggio Ferrato (a O))

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    FIGLINE in Val di Bisenzio, o FIGLINE DI PRATO. Villaggio con chiesa prioria e battistero (S. Pietro ad Figulinas), nella Comunità Giurisdizione Diocesi e circa 3 miglia toscane a settentrione di Prato.
    Risiede in valle fra la bsae orientale del Monte Ferrato e quella occidentale del poggio detto della
    Costa, sulla strada comunitativa diretta alle vicine cave delle macine di gabbro, dette perciò di Figline. La torre che attualmente è ridotta ad uso di campanile della chiesa parrocchiale, servì già di difesa, e il cartello che vi è murato accenna l’epoca della sua costruzione, la quale rimonta al secolo XIII.
    La chiesa conserva nelle sue pareti alcune pitture del 1400, e una tavola del santo titolare che riceve le chavi dal Redentore alla presenza degli altri apostoli, opera che arieggia della scuola di fra Bartolommeo della Porta.
    Gli abitanti sono in gran parte cavatori e scarpellini di marmo serpentino e pietra di gabbro che estraggonsi dal contiguo Monte Ferrato, sotto nome, il primo di
    Nero di Prato, e l’altra di Pietra da macine. Tali macine sono le più ricercate per mulini fra tutte quelle della Toscana. Del serpentino di Prato furono incrostati quasi tutti i tempj del medio evo di Firenze, di Pistoja, di Prato e di varj paesi della Toscana. – Un altro ramo d’industria traggono i terrazzani dalle fornaci di mattoni, sostituite probabilmente a quelle di figuline, da cui potè ricevere il primo nome questo villaggio di Figline e la sua chiesa parrocchiale.
    La parrocchia di S. Pietro a Figline conta 617 abitanti.

    MONTE FERRATO, o MONTEFERRATO nella Valle dell’Ombrone pistojese. – È un monte, quasi isolato e di tinta cupo ferrigna, donde ebbe nome; la di cui cima si alza 704 braccia sopra il livello del mare Mediterraneo. – Trovasi 3 miglia
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    toscane a settentrione maestrale di Prato, e miglia toscane due a levante-grecale di Monte Murlo, fra le quali due comunità Monte Ferrato è ripartito.
    Per quanto esso tondeggi nella sommità la base è di una forma bislunga da settentrione a ostro, ed occupa circa tre miglia toscane quadrate di suolo. Gli fa spalliera a settentrione il monte Giavello da cui partono due contrafforti, che uno a levante del Monte Ferrato, appellato il monte di
    Cerreto, si estende verso il poggio della Costa fino alla ripa destra del Bisenzio; e l’altro che scende verso libeccio del poggio di Albiano e del Barone lungo la ripa sinistra dell’Agna termina nella collina di Monte Murlo.
    La base meridionale del Monte Ferrato dilungandosi per due miglia da grecale a ponente, è bagnata dal torrente
    Bardena, il quale scorre dalla parte di settentrione e ne costeggia le sue pendici orientali e meridionali, mentre dal lato occidentale scende dal monte Giavello il fosso Bagnolo.
    La piccola pianura interposta fra gli accennati due corsi d’acqua e le falde del Monte Ferrato è cospersa dal
    gabbro rosso o da una varietà di schisto galestrino modificato in diaspro ordinario. Tale si è la roccia sulla via da Prato a Figline, la quale dividesi nuturalmente in piccoli mostacciuoli di figura romboidale, di tinta color di mattone, e d'impasto più o meno fino e compatto. Coteste pietre diasprine, che costituiscono la cornice del Monte Ferrato, precedono immediatamente quelle di serpentina diallagica e di granitone, due qualità di rocce massicce, le quali trovandosi nude di terra vegetativa, e spogliate quasi totalmente di piante, sogliono dare al monte un aspetto nerastro tendente al verde-bottiglia, specchiettato da frequenti cristalli di diallagio color di bronzo.
    Questo monte offre dal lato di grecale un declive meno
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    ripido che altrove; ed è questa la parte più conosciuta e più dai naturalisti e dagli artisti frequentata. Essendoche costà furono aperte e si trovano in attività le cave della serpentina le più estese, le più belle e più di ogni altra screziale da macchie rotonde verdognole, o turchine. È quella pietra di tinta verde cupa tendente al nero, volgarmente conosciuta sotto nome di Marmo nero, o Verde di Prato.
    Suole cotesta roccia non di rado far passaggio ad un gabbro di impasto verde cenerognolo tendente al piombino, e sparso di strie rettangolari consistenti in feldspato bianco compatto, talché essa potrebbe all’spetto rassomigliarsi quasi ad un serpentino antico.
    Dalla parte che guarda dirimpetto a scirocco le masse serpentinose sono rimpiazzate da una roccia composta di diallagioco color verdognolo, o grigio perlato unitamente al feldspato verde-porro, o
    giada, la quale rompendola è scintillante d’acciarino, e presenta una frattura scabra.
    È questa il
    granito di Prato del Targioni, l’eufotide di Hauy, il granitone del Brocchi, fra noi comunemente appellata pietra da macine di Figline da un borgo vicino, dove più che altrove una simile pietra abbonda, ed è in sito più facilmente accessibile, talchè ivi da molti secoli si scava. Quindi è che il granitone di Figline serve di tipo alla specie, perchè vi fu prima che altrove conosciuto e i meglio di tutti gli altri studiato.
    Di cotesto
    granitone pertanto si trovano in Toscana altre varietà, sebbene non in grandi masse come a Monte Ferrato; sull’Appennino, per esempio, delle Filigare in un poggio denominato la Maltesca, 5 in 6 miglia toscane a settentrione grecale di Firenzuola; nei conntorni dell’Impruneta 6 in 7 miglia toscane a ostro di Firenze; a Monte Vaso presso Riparbella
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    nella maremma pisana; a Bellaria presso Pari in Val di Merse nel contado sanese, a Sasso Forte nella maremma grossetana, e altrove.
    Il Prof. P. Savi nelle sue
    Memorie sulle Rocce ofiolitiche della Toscana classò il Monte Ferrato nel gruppo dei colli ofiolitici del continente toscano, i quali incontransi initerrottamente a grandi distanze fra la catena metallifera che percorre lungo il littorale toscano e la faccia meridionale dell’Appennino; a partire cioè dalla Valle di Vara, Zeri, l'Aulla ed il Fivizzanese, dove tali rocce si affacciano in Val di Magra, e di là ricomparendo a Piazza e Camporgiano nella Valle superiore del Serchio, quindi a Monte Ferrato fra Prato e Pistoja, all'Impruneta fra Firenze e San Casciano, a Monte Carelli e all’Erbaja nel Mugello, a Montauto e nei Monti Rognosi in Val Tiberina.
    Il granitone, o l’
    eufotide di Monte Ferrato, presentando una durezza quasi uniforme in tutta la sua massa, fa sì che venne da lunga mano impiegato in varie contrade della Toscana ed anche in alcuni paesi all’estero, specialmente per servire ad uso di macini da grano.
    Come si è messo a profitto il granitone, così si è da molto tempo cavato un buon partito dal serpentino, o marmo nero di Prato (
    ofiolite); essendoché esso è facile a lavorarsi, a ricevere un mediocre lustro e pulimento e a ridursi in delicati oggetti di ornato. Dondechè cotesta pietra prestò agli architetti del medio evo, a concorrenza del candido marmo di Carrara e di Campiglia, uno dei più frequenti materiali per rivestire le mura esteriori delle chiese, che s’innalzarono fra il 1200 e il 1500, non solo in Firenze, Lucca, Pisa,
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    Pistoja, Prato, ecc., ma ancora nelle
    terre e castella, e perfino in mezzo alle aperte campagne. Così di questo marmo nero, o serpentino di Prato, sono formati moltissimi sepolcri e lapide mortuarie di quella età. – Che se nei secoli più vicini al nostro l'uso di simile marmo è assai meno frequente, residuandosi quasi a pochi lavori di scultura e di ornato, ciò avviene perché questa qualità di roccia masiccia e cristallina è molto meno resistente alle intemperie dell'atmosfera di quello che lo siano i marmi bianchi, massimamente il
    Verde e Nero di Prato, quando stanno esposti all’aria aperta.
    Un altro ramo d’industria, benché di esito e profitto minore, viene fornito dalla sterilità vegetale del Monte Ferrato nei lavori di terra cotta che procacci agli abitanti del paese di
    Figline, i quali fabbricano tambelloni o bandoni di pietramorta da servire ai piani dei cammini, alle volte dei forni e varie altre grossolane terraglie. Coteste terre pertanto si ottengono mediante il disfacimento naturale delle masse serpentinose del Monte Ferrato, solite a stritolarsi e a ridursi col tempo in terra argillosa-silicea di colore rosso mattone, capace da ridursi in grosse lastre e di sostenere alla fornace un’alta temperatura. – Vedere FIGLINE DI PRATO.
    Nel fianco occidentale del poggio della
    Costa, circa 400 passi a maestrale della chiesa di Cerreto, e mezzo miglio a levante-grecale della base del Monte Ferrato riaffacciasi il gabbro rosso che va ad immedesimarsi e perdersi nel contiguo macigno in guisa da far credere come l’azione plutoniana, che in mezzo ai terreni di deposito ha prodotto la gran massa ofiolitica del Monte Ferrato, possa avere eziandio influito, e recato un'alterazione negli strati, nella qualità, nella struttura e tinta delle rocce di deposito o nettuniane, che dal
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    lato di levante l’avvicinano, e tostochè esse veggonsi modificate in una specie di gabbro rosso. – Per la qual cosa all’Articolo APPENNINO, Vol. I pag. 97, discorrendo io delle masse di gabbro e di serpentina che affacciansi lungo la catena dell’Appennino toscano, accennai queste del Monte Ferrato e di Cerreto in Val di Bisenzio, tanto più che da una memoria mineralogica sopra alcuni luoghi adiacenti alla pianura di Prato del fu conte Girolamo Birdi apparirebbe, che i monti situati al di dietro di Monte Ferrato, fra i quali cita quelli di Giavello e di Cerreto, fossero, com'egli disse tutti di natura calcarea, e non vi è (sono le sue parole) più vestigio di gabbro e serpentino, ne s’incontra più il granitone a levante al di là del Bardena. (ANNAL. DELL’I. MUSEO DI FIRENZE T. II.) – Vedere MONTE MURLO, e PRATO Comunità.
Localizzazione
ID: 1929
N. scheda: 21620
Volume: 2; 3
Pagina: 139; 387 - 389
Riferimenti: 53410
Toponimo IGM: Figline - Poggio Ferrato (a O)
Comune: PRATO
Provincia: PO
Quadrante IGM: 106-4
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1667913, 4865430
WGS 1984: 11.09248, 43.9244
UTM (32N): 667977, 4865604
Denominazione: Figline, Figline di Prato - Monte Ferrato, Monteferrato - Cave di Marmi
Popolo: S. Pietro a Figline
Piviere:
Comunità: Prato
Giurisdizione: Prato
Diocesi: (Pistoja) Prato
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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