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Dizionario Geografico Fisico
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Gajole nel Chianti

 

(Gaiole in Chianti)

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    GAJOLE (Gajolae già Cajolum) del Chianti nella Valle dell’Arbia. – Piccolo borgo sulla strada provinciale del Chianti alto, capoluogo di comunità con pieve (S. Sigismondo a Gajole) già S. Pietro in Avenano, Giurisdizione di Radda, Diocesi di Fiesole. Compartimento di Siena.
    Risiede nel fianco occidentale del monte
    Grosso o Grossi lungo il torrente Massellone sulla strada provinciale del Chianti che da Siena guida a Montevarchi, nel gr. 29° 15’ 6” longitudine, 43° 28’ 5’’ latitudine; circa 3 miglia toscane a levante scirocco di Radda, 9 a levante della Castellina, 10 miglia toscane a ponente libeccio di Montevarchi, e altrettante a settentrione di San Giovanni in Val d’Arno.
    I vocaboli di
    Gajole o Gajolo, quelli di Avane e Avenano, con cui vennero designate tre pievi del Chianti alto, ne richiamano all’antico stato selvoso di cotesta contrada posseduta da marchesi, da conti e da altri baroni della Toscana, i quali costà nel Chianti nei secoli intorno al mille ebbero il loro Brolio, (chiusa con casa signorile) il Gagio o Gagiolo– Vedere AVANE, AVENANO, BROLIO, CHIANTI, GAGGIO e CAGIOLO.
    Forse a questo
    Gajole corrispondeva la villa di Gajo di cui si fa parola dal march. Ugo nella donazione fatta nel 998 alla badia di Poggibonsi, alla quale assegnò fra gli altri terreni del Chianti un manso posto in villa Gajo, e uno in quella di Ama.
    Il borgo di Gajole ebbe origine dai mercati che in mezzo ai boschi e pascoli di Gajole lungo la strada maestra nel secolo XII si praticavano; per modo che il Mercato di Gajole, o il Mercato di Barbistio sono rammentati in
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    varie pergamene della badia di Coltibuono, ora nel R. Arch. Dipl. di Firenze, segnatamente sotto gli anni 1077, 1214,1235 e 1275.
    Questo paese non aveva a quell’epoca ancora una chiesa parrocchiale sua propria, ma era compreso nel popolo della Pieve di S. Pietro in Avenano, poscia di S. Maria a Spaltenna, situata in un poggio poco lungi dal borgo di Gajole, di dove nell’anno 1709 fu traslatato il battistero nella chiesa di S. Sigismondo a
    Gajole riunita a quella di S. Margherita a Castelvecchio, (ERRATA: mentre i beni della pieve di Spaltenna dalla famiglia Ricasoli patrona della pieve medesima vennero ammensati al canonicato fondato nella Metropolitana di Firenze) mentre la pieve di Spaltenna dietro le istanze dei Ricasoli patroni fu ridotta a semplice benefizio laicale con breve del Pontefice Alessandro VIII dei 19 settembre 1690, conservando ai Ricasoli il giuspadronato.
    Infatti nella statistica del 1551 non comparisce ancora il popolo di Gajole, compreso allora in quello di S. Bartolommeo a Vertine, siccome risulta dal seguente prospetto.

    MOVIMENTO della popolazione del borgo di GAJOLE unito alla cura di VETRINE a tre epoche diverse, divisa per famiglie.

    ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici -; numero delle famiglie 109; totalità della popolazione 656.
    ANNO 1745: Impuberi maschi 87; femmine 61; adulti maschi 87, femmine 66; coniugati dei due sessi 151; ecclesiastici 2; numero delle famiglie 79; totalità della popolazione 454.
    ANNO 1833: Impuberi maschi 125; femmine 119; adulti maschi 144, femmine 71; coniugati dei due sessi 220; ecclesiastici 2; numero delle famiglie 114; totalità della popolazione 681.

    Comunità di Gajole. – Il territorio comunitativo di Gajole abbraccia una superficie di 36954 quadr., 639 dei quali sono occupati da corsi di acqua e da strade. – Vi si trovava
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    nel 1833 una popolazione di 4398 abit., equivalenti a 97 persone per ogni miglio toscano quadr. di suolo imponibile. La figura del suo territorio si accosta a quella di un romboide coi lati volti a scirocco a grecale a maestro e a libeccio; e fronteggia lungo il suo perimetro con sei comunità del Granducato.
    Dal lato di scirocco a levante ha di fronte la comunità di Castelnuovo della Berardenga, a cominciare da una lingua estrema che si prolunga sino al ponte a
    Pianella sull’Arbia rasente la strada provinciale di S. Gusmè, di dove si dirige verso settentrione rimontando il poggio di S. Giusto alle Monache, e le acque del Borro di Burnia sino presso alla chiesa di Nebbiano. Da questo punto per termini artificiali sale nella sommità del monte di Sestaccia o di Cita Mura, e quindi sulla cima di (ERRATA: Monte Ficalli) Monte Fenali, dove si dischiude la valle dell’Ambra, lasciando a tergo quella dell’Ombrone senese.
    Da cotesto vertice, piegando verso levante, si dirige lungo il torrente dell’
    Ambrella nel fiume Ambra, alla cui influenza subentra a confine la Comunità del Bucine. Con questa rimonta l’alveo del fiume Ambra per salire verso maestro sul Monte Luco, nella vetta del quale davanti alla ch. di Nusenna trova la Comunità di Montevarchi. Di fronte alla medesima percorre la giogana dei monti più elevati del Chianti sino al poggio dell’Aquila. Costà subentra la Comunità di Cavriglia, con la quale continua a percorrere nella direzione di maestro la stessa giogana, sino passato il giogo fra Monte Rotondo e Monte Grossi, al di là della strada provinciale del Val d’Arno. Al borro detto del Lavatojo penetra nel Val d’Arno per abbracciare una parte
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    della pendice settentrionale di quei poggi, dov’è la soppressa badìa di Coltibuono. Costà presso lascia la Comunità di Cavriglia ed entra a confine quella di Radda, con la quale risale sul crine dei poggi passando a settentrione di S. Donato in Perano. Quindi volta dal lato di ponente per scendere dalla sommità del monte, lungo i borri di Fontercoli e di Vallimaggio, passa fra Radda e Vertine sino a che al di là della ch. di S. Giusto in Salcio incontra il borro del Rigo, il di cui corso seconda per arrivare nell’Arbia. Mediante quest’ultima fiumana la Comunità di Gajole ha di fronte dal lato di libeccio quella della Castellina del Chianti, che dopo un tragitto di quasi tre miglia lascia al ponte a Pianella, dove ritrova la Comunità di Castel nuovo della Berardenga.
    Il territorio comunitativo di Gajole, di cui è centro il castello di Broglio de’Ricasoli, costituisce la parte più elevata e più montuosa del distretto del Chianti, mentre quasi tutti i poggi che le riscuoprono possono dirsi altrettanti contrafforti diramati dalle pendici occidentali e meridionali del
    Monte Luco, la cima del quale s’innalza a 1422 braccia sopra il livello del mare Mediterraneo. Ed ha tuttora le vestigie del castellare che portò il nome di Monte Luco della Berardenga. – Vedere BERARDENGA (MONTE LUCO DELLA).
    Esso è fiancheggiato, a ostro dal
    Monte Fenali, e a maestr. dal Monte Grossi, due fianchi immediati del Monte Luco, e che formano la continuazione di quella giogaja del Chianti alto, dalla quale hanno principio le valli dell’Ombrone, dell’Arbia e della Pesa.
    La natura del terreno dominante di questi poggi consiste in calcarea appenninica (
    alberese) ricoperta bene spesso da un macigno schistoso alterato, noto
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    in Toscana sotto il nome di galestro, il quale si nasconde nei contorni di Gajole; e trovasi sostituito da altro terreno stratiforme compatto, mentre più lungi di là, scendendo nell’Arbia, vedesi ricoperto da un terreno terziario conchigliare marino.
    Cotesta qualità di terreno è favorevolissima all’olivo e alle vite, non che agli alberi da frutto di più alto fusto: ed è appunto nella Comunità di Gajole dove si ottengono squisitissimi vini, e lucidissime sete, che somministrano al commercio specialmente le tenute di Cacchiano e di Brolio della casa Ricasoli.
    È altresì vero che il prodotto maggiore di questo territorio è quello che si ricava dalle sue numerose, e folte selve di castagno, e dai boschi di leccio e di cerro, in mezzo alle quali trovano pingue alimento numerose mandre di majali, il commercio dei quali fornisce in molti luoghi del Chianti la maggiore risorsa di quei proprietarii. A rendere più proficuo e più esteso un siffatto genere d’industria agraria resterebbe da desiderare qualche nuova strada rotabile più agevole di quelle, che attualmente attraversano il Chianti alto, troppo anguste o tracciate in troppo ripide posizioni.
    Fra le manifatture agrarie contasi la filanda eretta da pochi anni nel castello di Brolio dall’intelligente agronomo il barone Bettino Ricasoli.
    La Comunità di Gajole mantiene un medico e un chirurgo. Il Vicario regio e l’Ingegnere di circondario risiedono in Radda, l’ufizio di esazione del Registro stà in Greve, la Conservazione delle (
    ERRATA: Ipoteche e la Ruota a Firenze) Ipoteche in Siena e la Ruota a Firenze.

    QUADRO della Popolazione della Comunità di GAJOLE a tre epoche diverse.

    - nome del luogo: Barbistio, titolo della chiesa: SS. Jacopo e Filippo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti del 1551 n° 138, abitanti del 1745 n° 145, abitanti del 1833 n° 145
    - nome
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    del luogo: Brolio, titolo della chiesa: S. Regolo (Prioria), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti del 1551 n° 169, abitanti del 1745 n° 279, abitanti del 1833 n° 322
    - nome del luogo: Campiglie, titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo,
    abitanti del 1551 n° 136, abitanti del 1745 n° 256, abitanti del 1833 n° 200
    - nome del luogo: Castagnetoli, titolo della chiesa: S. Pietro (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo,
    abitanti del 1551 n° 184, abitanti del 1745 n° 243, abitanti del 1833 n° 278
    - nome del luogo: Coltibuono, titolo della chiesa: S. Lorenzo già Badia, diocesi cui appartiene: Fiesole,
    abitanti del 1551 n° -, abitanti del 1745 n° 89, abitanti del 1833 n° 194
    - nome del luogo: GAJOLE, titolo della chiesa: S. Sigismondo (Pieve), diocesi cui appartiene: Fiesole,
    abitanti del 1551 n° -, abitanti del 1745 n° 138, abitanti del 1833 n° 295
    - nome del luogo: Lecchi, titolo della chiesa: S. Martino (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo,
    abitanti del 1551 n° 155, abitanti del 1745 n° 254, abitanti del 1833 n° 317
    - nome del luogo: Lucignanello, titolo della chiesa: S. Cristofano (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo,
    abitanti del 1551 n° 124, abitanti del 1745 n° 143, abitanti del 1833 n° 185
    - nome del luogo: Monteluco a S. Vincenti, titolo della chiesa: S. Vincenzio (Pieve), diocesi cui appartiene: Arezzo,
    abitanti del 1551 n° 92, abitanti del 1745 n° 275, abitanti del 1833 n° 181
    - nome del luogo: Nebbiano o Torricella, titolo della chiesa: S. Michele (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo,
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    abitanti del 1551 n° 91, abitanti del 1745 n° 83, abitanti del 1833 n° 71
    - nome del luogo: Nusenna, titolo della chiesa: S. Giusto (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo,
    abitanti del 1551 n° 104, abitanti del 1745 n° 90, abitanti del 1833 n° 116
    - nome del luogo: S. Polo in Rosso con l’annesso di Adine, titolo della chiesa: S. Paolo (Pieve), diocesi cui appartiene: Fiesole,
    abitanti del 1551 n° 249, abitanti del 1745 n° 426, abitanti del 1833 n° 490
    - nome del luogo: Rietine, titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo,
    abitanti del 1551 n° 111, abitanti del 1745 n° 174, abitanti del 1833 n° 195
    - nome del luogo: Selvole, titolo della chiesa: S. Niccolò (Rettoria), diocesi cui appartiene: Fiesole,
    abitanti del 1551 n° 95, abitanti del 1745 n° 102, abitanti del 1833 n° 135
    - nome del luogo: Starda, titolo della chiesa: S. Martino (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo,
    abitanti del 1551 n° 207, abitanti del 1745 n° 118, abitanti del 1833 n° 192
    - nome del luogo: Valle, titolo della chiesa: S. Marcellino (Pieve), diocesi cui appartiene: Arezzo,
    abitanti del 1551 n° 316, abitanti del 1745 n° 405, abitanti del 1833 n° 548
    - nome del luogo: Venano, titolo della chiesa: S. Pietro (Prioria), diocesi cui appartiene: Fiesole,
    abitanti del 1551 n° 34, abitanti del 1745 n° 196, abitanti del 1833 n° 148
    - nome del luogo: Vertine, titolo della chiesa: S. Bartolommeo, diocesi cui appartiene: Fiesole,
    abitanti del 1551 n° 622, abitanti del 1745 n° 316,
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    abitanti del 1833 n° 386
    - Somma totale
    abitanti anno 1551 n° 2882
    - Somma totale
    abitanti anno 1745 n° 3782
    - Somma totale
    abitanti anno 1833 n° 4398

    GAJOLE NEL CHIANTI. – Infine si aggiunga. – Il vicario regio di Radda sopravvede alla sua giurisdizione civile e criminale, ed è pure in Radda la sua cancelleria Comunitativa. Nel 1833 la Comunità di Gajole noverava 4398 Abitanti e nell’anno 1845 ne aveva 4558, come appresso:

    Barbistio,
    Abitanti N.° 157
    Brolio,
    Abitanti N.°320
    Campiglie,
    Abitanti N.° 240
    Castagnoli,
    Abitanti N.° 317
    Coltibuono (
    porzione), Abitanti N.° 136
    GAJOLE,
    Abitanti N.°311
    Lecchi,
    Abitanti N.° 339
    Lucignano,
    Abitanti N.°188
    Monte Luco (
    porzione), Abitanti N.°210
    Nebbiano,
    Abitanti N.°83
    Nusenna,
    Abitanti N.°149
    Rietine,
    Abitanti N.°229
    Rosso (S. Polo in),
    Abitanti N.°481
    Salcio (
    porzione), Abitanti N.°62
    Starda (
    porzione), Abitanti N.°227
    Valle (S. Marcellino in),
    Abitanti N.°550
    Veriano,
    Abitanti N.°164
    Vertine (
    porzione), 395
    TOTALE
    Abitanti N.° 4558
Localizzazione
ID: 2088
N. scheda: 23680
Volume: 2; 6S
Pagina: 372 - 374; 107
Riferimenti: 3880, 33530, 49130
Toponimo IGM: Gaiole in Chianti
Comune: GAIOLE IN CHIANTI
Provincia: SI
Quadrante IGM: 113-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1696950, 4815742
WGS 1984: 11.43572, 43.47023
UTM (32N): 697014, 4815917
Denominazione: Gajole nel Chianti
Popolo: S. Sigismondo a Gajole
Piviere: (S. Pietro a Venano, in Avenano, S. Maria a Spaltenna) S. Sigismondo a Gajole
Comunità: Gajole
Giurisdizione: Radda
Diocesi: Fiesole
Compartimento: Siena
Stato: Granducato di Toscana
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