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Dizionario Geografico Fisico
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Galeata, Caligata - Via, Strada Traversa di Romagna

 

(Galeata)

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    GALEATA (Galiata, già Caligata) nella Valle del Bidente. – Borgo dove fu un castello, attualmente capoluogo di comunità, residenza di un potestà di terza classe sotto il Vicariato R. della Rocca S. Casciano, con antica chiesa arcipretura (S. Pietro in Bosco) nella Diocesi di San Sepolcro, già della badia di S. Ellero, in origine di Forlinpopoli e Bertinoro, Compartimento di Firenze.
    È situato sulla sinistra del fiume Bidente lungo la strada provinciale che da Forlì per Meldola e Civitella di Galeata rimonta la valle dei tre
    Bidenti. – Il borgo principale è fiancheggiato da decenti abitazioni, per la maggior parte fornite di portici, con vasta piazza per i marcati situata alla testa del borgo. – Trovasi nel gr. 29° 34’ 4” longitudine e 44° latitudine; 8 miglia toscane a scirocco della Rocca S. Casciano, 16 miglia toscane a ostro di Forlì, 3 e 1/2 a settentrione di Santa Sofia, e 12 miglia toscane circa a settentrione-maestro di Bagno.
    Favoleggiarono molti scrittori sull’origine e sul nome di questo luogo. Taluni lo tennero per un romano municipio denominato
    Mevaniola, cui diedero impulso varie iscrizioni antiche trovate presso Galeata, ora nella chiesa arcipretura; fra le quali è nota quella scolpita nel piedistallo di marmo grechetto, che serve attualmente di base e di bacino al fonte battesimale.
    Ivi si legge in bel carattere del primo o secondo secolo dell’era nostra la seguente iscrizione: – Q VELCENNAE L F STEL. PROCULO DECURIONI MEVANIOLAE CC. MM PATRONO HONORE CONTENTUS IMPENDIUM REMISIT ET (
    pro) DEDICATIONE STATUAE NUMER COLL IPSORUM SPORTUL. DEDIT SING DENARIOS BINOS. L. D. D. D.
    Altri vi furono i quali, esaminando la situazione di Galeata posta nel fondo di un’angusta valle, e il suo pristino nome di
    Caligata, sospettarono che dovesse attribuire
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    la sua denominazione al verbo caligo, quasi luogo nebuloso e fosco; comecchè i più siano di parere, che costà in Caligata si stabilissero molti lavoranti di Calceari (Caligarii), tanto più che di predj di Caligarj, situati in codeste parti, trovasi fatta menzione fra le antiche carte dell’archivio arcivescovile di Ravenna.
    Arroge a ciò il caso di vedere tuttora in Galeata le arti de’calzolai e de’ sarti le più numerose e più costantemente esercitate dal popolo, che ne ha fatto sempre un articolo di sua maggiore industria manifatturiera, e di commercio nei mercati settimanali.
    Il principio della storia meno incerta di Galeata può attaccarsi a quello della sua celebre badia di S. Ellero situata sul poggio sovrastante al borgo di Galeata dal lato di ponente-maestro, la quale badia può dirsi senza dubbio la più antica di quante se ne conobbero nella Toscana, e nella Romagna granducale. –
    Vedere ABAZIA DI GALEATA.
    Quindi non è da tenersi in gran conto la vaga tradizione sorta nei secoli più prossimi alla nostra età di un palazzo di campagna che fece costruire il re Teodorico a grecale del poggio di S. Ellero, in una collina luogo detto la
    Saetta, mezzo miglio toscano a settentrione di Galeata.
    Che però nei secoli anteriori al mille Galeata, o
    Calicata, come allora veniva appellata, non fosse che un piccolo luogo dipendente dai monaci di S. Ellero, ne lo assicura una lettera del papa Adriano I scritta a Carlo Magno (anno 786), e una bolla di Gregorio V all’arcivescovo di Ravenna (anno 996), dai quali due Pont. Galeata fu designata col titolo di vico, di luogo, o di predio. – Adriano I con quella lettera reclamava presso il nuovo re di Lombardia
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    i danni fatte dalle genti condotte in cotesti monti dal suo duca fiorentino Gundibrando, perchè egli aveva messo a ruba gli ospizj di pertinenza del monastero di Galeata, fra i quali la corte Sassantina; corte che potrebbe corrispondere all’eremo del Sasso, altrimenti detto dell’Alpe di Cortine nei monti del Corniolo, dove s’incontrano i suoi ruderi; vale a dire poco lungi dal giogo dell’Appennino della Falterona, confine naturale della Toscana, e dell’antico contado fiesolano-fiorentino. – Vedere CORNIOLO e SASSETTO DI SANTA SOFIA.
    Rapporto alla bolla di Gregorio V, allorchè confermava a Giovanni arcivescovo di Ravenna il monastero di S. Ilario, dichiarò essere questo situato
    in agro cognomento Caligata.
    Il paese pertanto di Galeata fino dal secolo ottavo dipendeva dall’abbate e dai monaci di S. Ilario, donato in origine da un nobile ravennate Obrizio, sebbene il castello di Galeata in seguito tornasse sottoposto ai vescovi di Bertinoro o ai loro conti. Che infatti questi ultimi, un ramo dei quali prese il titolo di conti di Ghiazzuolo, avessero qualche fiata tolto ai monaci di S. Ilario alcuni possessi e giurisdizioni, lo conferma un testamento fatto nel gennajo del 1062, col quale il conte Gherardo figlio di Ugo conte di Bertinoro fra le altre cose dispose, che nel caso in cui il di lui figlio ed erede non lasciasse successione, fosse restituito al monastero di S. Ilario tuttociò che egli possedeva
    in Galeata. – (FANTUZZI, Monum. Ravenn. T. I.).
    La badia medesima aveva a quel tempo anco giurisdizione sul vicino castello di Civitella di Galeata, attualmente nello Stato pontificio. Quindi si trova, nell’anno 1076, che Manfredi abbate di s. Ellero col consenso de’ suoi monaci confermò a Wiperto Arciv. di Ravenna il castello di
    Civitella con tutte
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    le dipendenze, e quello di Castel vecchio, situati entrambi nel contado di Forlinpopoli, pievanato di S. Pietro in Bosco, ossia di Galeata. (ANNAL. CAMALD.). Dondechè gli abbati commendatarj di S. Ellero sino da quella età, con beneplacito, prima dei Metropolitani di Ravenna, poscia dei conti di Bertinoro, e finalmente dei principi (ERRATA: Malatesta di Forlì) Malatesta di Rimini, esercitarono doppia giurisd., spirituale e temporale, non solamente nel paese di Galeata, ma sopra gli abitanti della loro diocesi abbaziale; e ciò finchè i popoli di Galeata, nel 1411, si costituirono a comune con proprii statuti, e finalmente, nel 1425, si sottoposero alla Rep. fiorentina, a patti di pagare un annuo tributo a S. Giovanni Battista, e di ricever potestà e castellano dalla Signoria di Firenze.
    Se non che uno dei primi ad esercitare cotesto doppio ufizio in nome della Repubblica fu quel Zanobi del Pino, che nel 1426 vilmente cedè la rocca sopra Galeata all’esercito del duca di Milano.
    L’attuale chesa maggiore ossia l’arcipretura di Galeata fu consacrata nel 1182, e la facciata restò compita nel 1194, anno di gran terremuoti, cui fu spesse fiate soggetta questa contrada.
    L’arcipretura di Galeata, sotto il titolo di S. Pietro
    in Bosco, attualmente ha sotto di se le seguenti quattro ch. parrocchiali; 1. S. Zenone a S. Zeno con battistero e titolo di arcipretura; 2. S. Martino a Pianetto, già convento di Minori francescani, ora prioria; 3. S. Maria al Pantano; 4. S. Mamante a Chiesole, o a Bufalano;

    MOVIMENTO della popolazione di GALEATA e S. ELLERO a tre epoche diverse, divisa per famiglie.

    ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici -; numero delle famiglie 161;
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    totalità della popolazione 858.
    ANNO 1745: Impuberi maschi 74; femmine 81; adulti maschi 135, femmine 195; coniugati dei due sessi 213; ecclesiastici 16; numero delle famiglie 128; totalità della popolazione 714.
    ANNO 1833: Impuberi maschi 125; femmine 146; adulti maschi 144, femmine 140; coniugati dei due sessi 350; ecclesiastici 10; numero delle famiglie 461; totalità della popolazione 1086.

    Antica diocesi abbaziale di S. Ellero. – Il territorio della giurisdizione ecclesiastica e civile di Galeata ai tempi della repubblica fior. e del governo Mediceo abbracciava una gran parte delle valli superiori dei tre Bidenti, a partire dalla montagna di Falterona, e di là proseguendo sulla giogana dell’Appennino per la macchia dell’Opera del Duomo di Firenze sino a quella del Sacro Eremo di Camaldoli. Confinava nelle parti di Romagna, a ponente maestro con le Comunità della Rocca S. Casciano e di Premilcore nella Valle del Rabbi, mentre verso il lato di scirocco a levante era separata dalla valle del Savio mediante il contrafforte che scende dall’appennino di Prataglia fra la valle del Savio e Valbona; finalmente dal lato di grecale a settentrione terminava con i vescovati di Sarsina e di Forlinpopoli compresi attualmente per la maggior parte nello Stato pontificio. – Permodochè il territorio antico di Galeata doveva far parte, o almeno avere a confine, da ponente a maestro la tribù de’Galli Boi, cangiata poscia nell’Esarcato di Ravenna; da levante a grecale i popoli Sarsinatensi dell’Umbria, e a ostro-libeccio la Toscana mediante la criniera dell’Appennino. – Vedere APPENNINO TOSCANO.
    Dall’abbate di Galeata dipendeva l’abbadia all’Isola, entrambe le quali giurisdizioni abbracciavano il distretto di 32 popoli, già descritti all’articolo BADIA di S. MARIA IN COSMEDIN. Coteste popolazioni si ridussero in seguito a 19 comunelli della comunità di Galeata, descritti nel Regolamento parziale del 21 agosto 1775 relativo alla nuova organizzazione e riforma della
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    stessa comunità dipendente dall’antico distretto fiorentino.
    La diocesi abbaziale di S. Ellero a Galeata fu soppressa nel 1784, e le sue chiese parrocchiali assegnate al vescovo di Sansepolcro con il titolo di abbate perpetuo di S. Ellero e di S. Maria in Cosmedin. –
    Vedere SANSEPOLCRO (DIOCESI DI)
    Comunità di Galeata. – Il territorio che costituiva l’antica comunità di Galeata componevasi, siccome fu testè accennato, di 19 comunelli; ma in ordine a un decreto dell’Imp. Napoleone, emanato li 9 maggio 1811, fu essa ridotta a 12 comunelli, destinando gli altri sette per la nuova comunità di Santa Sofia.
    Contemplata la Comunità di Galeata nello stato attuale, essa occupa una superficie territoriale di 21460 quadr., dei quali 805 quadr.sono presi da strade e da corsi di acqua. – Vi si trovava nel 1833 una popolazione di 2890 abitanti, equivalenti a circa 112 individui per ogni miglio quadr. di suolo imponibile.
    Confina da tre lati con altrettante comunità del Granducato; dal quarto lato lambisce per termini artificiali lo Stato pontificio. Essendochè verso maestro fronteggia con la Comunità della Rocca S. Casciano mediante la cresta dei poggi di
    Monte Colombo, che dividono la Valle del Montone da quella del Rabbi, finchè per il fosso di Cà Martino scende in quest’ultimo. A tale confluenza rimonta il Rabbi che poi abbandona a ponente per entrare in un tributario del lato destro, denominato il fosso di Ripacavallo. Quivi trova a confine dal lato di libeccio la Comunità di Premilcore, con la quale per termini artificiali sale sul poggio di Montalto e quindi attraversa il torrente di Fantella e la sua vallecola per ritornare sul contrafforte che separa la valle del Rabbi da quella del Bidente. In questa schiena di poggi cessa la Comunità di Premilcore, e
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    subentra verso ostro quella di Santa Sofia, con la quale il territorio di Galeata s’incammina di conserva nel fiume Bidente, che trova passata la Casa nuova della strada maestra fra Santa Sofia e Galeata. Il corso del Bidente separa per un breve tragitto dal lato di levante la Comunità di Galeata dallo Stato pontificio; di fronte al quale si dirige di là dal fiume, per circoscrivere le pendici del poggio della Torre Bonini finchè si accompagna per mezzo miglio toscano col torrente Soasa, e quindi rivolgersi verso il fiume Bidente, nel cui alveo rientra davanti la collina della Saetta, volgarmente appellata la villa del re Teodorico. Da quest’ultimo punto fino alla chiesa del Pantano il Bidente serve di limite fra la Comunità di Galeata e lo Stato pontificio, col quale seguita a fronteggiare anche alla sinistra del fiume, camminando contro la corrente del fosso del Pantano per salire sui poggi che fanno cornice alla valle del Rabbi, nella quale il territorio di Galeata riscende mediante il borro di Roncaglia. Costà ripiega da grecale a settentrione rimontando per circa 2 miglia toscane di tragitto il corso del Rabbi, senza valutare una piccola frazione di suolo che ha questa Comunità poco lungi di quà in mezzo allo Stato pontificio, e in fine rimonta sul vertice di Monte Colombo, dove ritorna a contatto la comunità della Rocca S. Casciano.
    Il territorio di Galeata è attraversato dal fiume
    Bidente dopo aver questo accolto in un solo alveo i tre Bidenti delle vallecole superiori; cioè il Bidente del Corniolo, quello di Valbona o di Ridracoli, e il Bidente di Strabatenza. – Vedere BIDENTE fiume.
    Uno dei monti più elevati di
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    questa comunità è quello situato a levante di Galeata fra il Bidente e il torrente Soasa, il quale è segnalato da una torre, denominata del Bonini. Esso si alza 1146 br. sopra il livello del mare Adriatico.
    La qualità dominante del suolo di questa contrada corrisponde quasi perfettamente a quella delle altre valli trasversali alla schiena dell’Appennino, e segnatamente al terreno stato già segnalato nelle valli superiori dei fiumi Savio e Santerno agli articoli BAGNO e FIRENZUOLA. – Infatti li strati, nei quali il Bidente trovasi profondamente incassato, sono quasi tutti composti di arenaria calcarea (
    pietra forte) alternanti con quelli di schisto marnoso (bisciajo). La quale stratificazione il più delle volte s’incontra leggermente inclinata, e in pochi rarissimi casi in giacitura contrastante con altri strati della stessa specie. Coteste rocce a luoghi racchiudono frammenti di vegetabili incarboniti, e conchiglie marine pietrificate.
    Coi frantumi di queste due stratificazioni è ricoperta la valle di Galeata, dove trovasi un terreno profondamente arabile, di natura argillosa calcarea, propizio ai pascoli, alla cultura dei cereali, e più che altro a quella del formentone (
    mais). – Vi prospera eziandio la vite, che fornisce un ottimo liquore, e vi si coltivano con qualche successo i gelsi, talchè il prodotto dei filugelli costituisce per i possidenti di Galeata un articolo di risorsa agraria. In pochi luoghi l’olivo alligna costà al pari che nelle valli contigue del Montone e del Marzeno. Fra gli alberi però di alto fusto abbondano sopra gli altri i castagni e le piante boschive di cerri, lecci, faggi, ed abeti.
    Eccettuata la stagione invernale il clima di Galeata può dirsi temperato; le malattie dominanti in questa, come in molte altre comunità della Romagna granducale, tendono al carattere inflammatorio; sia per l’abuso dei liquori; sia per il quasi quotidiano
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    uso del formentone, di che il maggior numero degli abitanti di campagna suole nutrirsi; sia per i passaggi troppo istantanei di temperatura atmosferica, cui è soggetta codesta contrada.
    Il borgo di Galeata è stato fraquenti volte soggetto a forti scosse di terremuoto, alcune delle quali fanno epoca nella storia. Tale per es. fu quella accaduta nel 1194 registrata nella facciata della chiesa battesimale di S. Pietro in Bosco, dove leggesi la seguente iscrizione:
    Hoc opus est actum post partum Virginis factum, Anno milleno centeno quarto cum nonageno. Ind. XII. Tempore Celestini PP. III. et Enrici imperatoris, et Suarizi S. Ilarii abbatis. – Et eodem anno terremotus magni fuerunt in partibus istis.
    Il Rossi nella sua
    Hist. Ravenn. aggiunge, che i terremoti più violenti accaddero in Galeata nell’anno 1279, talchè fu allora scosso dai fondamenti il monastero di S. Ellero.
    In Galeata nella buona stagione si tiene un mercato settimanale di vettovaglie, merci e bestiami nei giorni di lunedì.
    La Comunità mantiene un medico, un chirurgo e un maestro di scuola. Risiede in Galeata un potestà di terza classe, dipendente per il criminale e per gli atti di polizia dal Vicario R. della Rocca S. Casciano. Esso abbraccia nella sua giurisdizione civile l’antico distretto della comunità, cioè quello di Galeata e di Santa Sofia. Vi si trova pure un cancelliere comunitativo di quinta classe, il quale serve anche alla Comunità di Santa Sofia. Vi abita un ingegnere ajuto del Circondario di Modigliana, dov’è la Conservazione delle Ipoteche. L’Ufizio del registro stà alla Rocca S. Casciano, la Ruota a Firenze.

    QUADRO della Popolazione della Comunità di GALEATA a tre epoche diverse.

    - nome del luogo: Chiesole e Bufalano, titolo della chiesa: S. Mamante (Rettoria), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Galeata Nullius), abitanti del 1551 n° 108, abitanti
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    del 1745 n° 97, abitanti del 1833 n° 129
    - nome del luogo: S. Ellero in Valcauria, titolo della chiesa: S. Ellero (già Abbadia, ora Arcipretura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Galeata
    Nullius), abitanti del 1551 n° 95, abitanti del 1745 n° 56, abitanti del 1833 n° 92
    - nome del luogo: Fantella, titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Bertinoro,
    abitanti del 1551 n° 218, abitanti del 1745 n° 168, abitanti del 1833 n° 214
    - nome del luogo: GALEATA, titolo della chiesa: S. Pietro in Bosco (Arcipretura e Pieve), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Galeata),
    abitanti del 1551 n° 858, abitanti del 1745 n° 658, abitanti del 1833 n° 994
    - nome del luogo: Pantano, titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Galeata),
    abitanti del 1551 n° -, abitanti del 1745 n° 15, abitanti del 1833 n° 19
    - nome del luogo: Particeto, titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Bertinoro,
    abitanti del 1551 n° 188, abitanti del 1745 n° 208, abitanti del 1833 n° 311
    - nome del luogo: Pianetto, titolo della chiesa: S. Martino (Prioria), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Galeata),
    abitanti del 1551 n° 297, abitanti del 1745 n° 303, abitanti del 1833 n° 416
    - nome del luogo: *Soglio, titolo della chiesa: S. Donnino (Rettoria), diocesi cui appartiene: Bertinoro,
    abitanti del 1551 n° 199, abitanti del 1745 n° 235, abitanti del 1833 n° 265
    - nome del luogo: S. Zeno, titolo della chiesa: S. Zenone (Arcipretura con battistero), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Galeata),
    abitanti
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    del 1551 n° 291, abitanti del 1745 n° 187, abitanti del 1833 n° 295
    - Somma
    abitanti anno 1551 n° 2354
    - Somma
    abitanti anno 1745 n° 1927

    Frazione di POPOLAZIONI provenienti da altre Comunità

    - nome del luogo: Civitella, titolo della chiesa: S. Michele, Comunità donde proviene: Stato Pontificio, abitanti n° 31
    - nome del luogo: Collina, titolo della chiesa: SS. Matteo e Martino, Comunità donde proviene: Stato Pontificio,
    abitanti n° 11
    - nome del luogo: Montalto, titolo della chiesa: S. Eufemia, Comunità donde proviene: Premilcore,
    abitanti n° 24
    - nome del luogo: Porcontico, titolo della chiesa: S. Lorenzo, Comunità donde proviene: Stato Pontificio,
    abitanti n° 16
    - nome del luogo: Santa Sofia, titolo della chiesa: S. Sofia, Comunità donde proviene: SantaSofia,
    abitanti n° 33
    - nome del luogo: Tontola, titolo della chiesa: S. Pietro, Comunità donde proviene: Stato Pontificio,
    abitanti n° 40
    - Totale
    abitanti anno 1833 n° 2890
    N. B.
    L’asterisco * indica che una frazione di quel popolo spetta a un’altra Comunità.

    GALEATAnella Valle del Bidente in Romagna. – Infine si aggiunga – Attualmente l’ingegnere di Circondario, e l’uffizio per l’esazione del Registro sono alla Rocca di S. Casciano, dove risiede ancora il tribunale di Prima istanza.
    Nel 1833 la Comunità di Galeata, compresi gli annessi, contava 2890 Abitanti e nel 1845 ne aveva 3006, come appresso:

    Chiesole
    Abitanti N.° 127
    S. Ellero,
    Abitanti N.° 72
    Fantella,
    Abitanti N.° 234
    GALEATA,
    Abitanti N.° 1026
    Pantano,
    Abitanti N.° 28
    Particeto,
    Abitanti N.° 311
    Pianetto,
    Abitanti N.° 438
    Soglio (S. Donnino in) (
    porzione), Abitanti N.° 257
    S. Zenone a S. Zeno,
    Abitanti N.° 345

    Annessi

    S. Eufemia; da Premilcore, Abitanti N.°
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    31
    Rio di Campi;
    da Premilcore, Abitanti N.° 12
    Santa Sofia;
    da Santa Sofia, Abitanti N.° 33

    Da Parrocchie Estere

    Da Civitella, Abitanti N.°24
    Da Collina,
    Abitanti N.°10
    Da Porcentino,
    Abitanti N.°23
    Da Tontola,
    Abitanti N.°35
    TOTALE
    Abitanti N.° 3006

    VIA, o STRADA TRAVERSA DI ROMAGNA. – Porta questo nome il tronco di strada rotabile che staccasi dalla regia Forlivese alla Rocca S. Casciano per varcare i monti che separano la Valle del Montone dal vallone del Rabbi e di là innoltrarsi nella valle de’ Tre Bidenti che trova sotto Galeata, i quali rimonta sino a Santa Sofia, di dove si dirige per la dogana di Fonte Paolina nella Valle superiore del Savio a S. Piero e S. Maria in bagno dopo aver corso quasi 27 miglia.
Localizzazione
ID: 2092
N. scheda: 23720
Volume: 2; 5; 6S
Pagina: 376 - 380; 732; 107 - 108
Riferimenti:
Toponimo IGM: Galeata
Comune: GALEATA
Provincia: FC
Quadrante IGM: 107-1
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1733461, 4875673
WGS 1984: 11.91261, 43.99865
UTM (32N): 733524, 4875847
Denominazione: Galeata, Caligata - Via, Strada Traversa di Romagna
Popolo: S. Pietro in Bosco a Galeata
Piviere: S. Pietro in Bosco a Galeata
Comunità: Galeata
Giurisdizione: Galeata
Diocesi: (Bertinoro, Nullius di Galeata) - Sansepolcro
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana (Romagna Granducale)
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