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GALLIANO, o GALIANO (Galianum Castr.) in Val d’Ombrone senese. – Casa torrita, con chiesa (S. Salvatore) da lungo tempo distrutta nella Comunità Giurisdizione di Campagnatico, Diocesi e Compartimento di Grosseto.
Di questa torre, che ha dato il titolo a un castello, quindi ad una delle tante celle, o grancie della badia Amiatina, non resta attualmente rudero, comecchè dovesse esistere a piè del poggio di Campagnatico sulla ripa destra del fiume Ombrone.
Avvegnachè il castello di Galliano sull’Ombrone è rammentato in varie membrane della prenominata abbadia, dalle quali si rileva, che esso fu posseduto dai conti Aldobrandeschi di Sovana e di Grosseto mentre uno di quella consorteria, il marchese Lamberto figlio del march. Ildebrando, sino dal 18 aprile 973, abitando nel suo castello di Galiano, in Waliano intus castello meo, quod est super fluvio Umbrone, vendè, o piuttosto oppignorò al prete Ropprando figlio di Benedetto per la cospiqua somma di diecimila lire, pagate in presenza di molti testimoni del contado di Chiusi, 45 corti coi loro castelli e pertinenze, le quali corti trovavansi sparse nei contadi di Roselle, di Sovana, di Castro, di Toscanella, di Chiusi, di Populonia, di Parma, Piacenza, Genova ec. comprendendo in tal vendita tutti gli aldi, aldiane, e bestiami divisi e indivisi. Una delle 45 corti alienate del contado di Roselle, fu questa di Galiano col castello, la chiesa e la torre, che dichiara posta sulla ripa del fiume Ombrone. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte della Badia del Monte Amiata).
Che questi suddetti beni del march. Lamberto fossero oppignorati, piuttosto che alienati al prete Ropprando, si deduce da un altro atto pubblico del 17 aprile 989, rogato in Lattaja, col quale la contessa Ermengarda figlia del C. Ranieri, rimasta vedova del suddetto marchese Lamberto, riacquistò dal prete
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medesimo Ropprado figlio di Benedetto, per la stessa somma di dieci mila lire, tutte le 45 corti preaccennate. Delle quali corti la stessa contessa Ermengarda, col consenso di Uberto di lei mondualdo, vendè la metà di una casa massarizia con podere posto nei confini di Galliano per soldi cento al prete di Guntardo figlio di Walperto. – Non è quindi improbabile, che sia questa la stessa C. Ermengarda che rimaritossi più tardi al conte Bernardo figlio di altro C. Bernardo, a cui essa premorì, siccome rilevasi da un’altra pergamena Amiatina dell’anno mille, sotto li 22 novembre, data in Curtine loco Rosellense.
Quindici anni dopo la vendita fatta nel 989 della metà di una casa masserizia, o podere posto in Galliano, al prete Guntardo, questo nel dì 6 settembre del 1004, stando in Cosona in Val d’Orcia, alienò a favore di Rotilda figlia di Bonizio la quarta parte della casa di Galliano per il prezzo di un anello di argento.
Finalmente in Galliano davanti la ch. di S. Salvatore, è dato un istrumento del 22 febbrajo 1007, col quale Winizzone abbate del mon. di Monte Amiata allivellò a Ildizio figlio di Adelmo una casa massarizia (ossia podere) posta in luogo detto Campagnatico per il censo annuo di denari 18 di argento da pagarsi alla cella di Gaglianulo spettante a detta badia.
Infatti nei due diplomi dell’Imp. Corrado II concessi a quella badia (5 aprile 1027, e 10 aprile 1036) e in quello confermato nel 20 luglio 1194 dall’Imp. Arrigo VI, si trova nominata Curtem S. Salvatoris in Campagnatico, et Cellam S. Mariae positam juxta Campagnaticum. – Vedere CAMPAGNATICO.

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Galliano, Galiano

(Poggio Regina - Casa Gagliani)

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