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Galluzzo - Massa Pagani

 

(Galluzzo - S. Lucia (a NO))

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    GALLUZZO nel suburbio meridionale di Firenze. – Piccolo borghetto capoluogo di una vasta comunità sparsa per ogn’intorno di comodi palazzi e di case di campagna, scarsissima di villaggi aggruppati, fatta da lunga età residenza di uno dei sette potestà minori dipendenti dal Commissario regio del Quartiere S. Spirito di Firenze, dalla qual città il Galluzzo è 2 miglia toscane a settentrione, nella parrocchia di S. Lucia a Massa Pagani (Massa Paganorum) volgarmente detta a Mazza Pagani, filiale della chiesa maggiore di S. Giov. Battista, nella Diocesi e Compartimento fiorentino.
    È situato sopra un piccolo risalto di collina che attraversava l’antica strada Regia romana, là dove si stacca il primo ramo di quella provinciale volterrana, presso alla confluenza della fiùmana dell’Ema nella Greve, fra il gr. 28° 53’ 5” longitudine e 43° 44’ 3” latitudine.
    È ignota l’origine e l’antichità del Galluzzo, comecchè Dante abbia fatto rammentare questo luogo al suo trisavolo Cacciaguida, quando disse:

    O quanto fora meglio esser vicine
    quelle genti ch’io dico, ed al Galluzzo
    Ed a Trespiano aver vostro confine.

    Certo è, che 50 anni prima che Dante scrivesse il divino poema, fu indicato il Galluzzo, allora quando alcune compagnie di armati senesi e pisani, nel 1253 fecero una rapida scorreria infino alla Pietra del Galluzzo presso Firenze un miglio e per onta tagliaro il capo al Galluzzo.(ANDREA DEI, Cronic. Senese). – Donde sembra poter congetturare, che il borghetto del Galluzzo, fino d’allora situato sulla strada maestra che guida a Siena, prendesse il nomignolo da una qualche insegna, (forse di Taberna) raffigurante un piccolo gallo, insegna che servì anco di arme parlante alle potenti famiglie fiorentine de’Galli e de’Galluzzi.
    Nè fia tampoco improbabile, che la magnatizia famiglia de’
    Galluzzi avesse costà qualcuno di
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    quei resedj, case torrite o palazzi di campagna sino d’allora in copia esistiti nei colli intorno a Firenze.
    Di un podere della chiesa fiorentina, posto presso il Galluzzo, denominato il
    Palagio, si trova fatta menzione in un istrumento appartenuto alla badia di S. Miniato al Monte stato rogato nel mon. della Certosa, li 29 ottobre dell’anno 1393, ora nel R. Arch. Dipl.; siccome è pure nello stesso Arch. altra carta del 4 marzo 1335, dove è rammentato il luogo del Galluzzo nel popolo di S. Lucia a Massa Pagani. (Carte del Mon. di Nicosia).

    MOVIMENTO della popolazione del GALLUZZO, ossia del suo popolo a MASSA PAGANI a tre epoche diverse, divisa per famiglie.

    ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici -; numero delle famiglie 42; totalità della popolazione 233.
    ANNO 1745: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici -; numero delle famiglie 70; totalità della popolazione 407.
    ANNO 1833: Impuberi maschi 82; femmine 68; adulti maschi 71, femmine 55; coniugati dei due sessi 176; ecclesiastici 24; numero delle famiglie 89; totalità della popolazione 476.

    Comunità del Galluzzo. – Il territorio di questa comunità si estende nel suburbio meridionale della città di Firenze in una superficie di 20151 quadr., dei quali 607 sono presi da corsi d’acqua e da pubbliche vie. – Vi stanziava nel 1833 una popolazione di 11729 abit., calcolati a ragione di 482 individui per ogni miglio toscano quadr. di suolo imponibile.
    Confina con 4 comunità. Dalla parte di settentrione fronteggia con Firenze lungo la strada regia che gira fuori delle mura delle città, dalla porta S. Miniato sino a quella di S. Pier Gattolini, ossia Romana. Alla piazza fuori
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    di questa porta subentra la comunità di Legnaja, con la quale volgendosi da settentrione a maestro entra nella prima strada che staccasi dalla R. postale per salire il poggio, dov’era il convento di S. Donato a Scopeto, sulla cui cresta seguita la direzione verso libeccio sino al bivio, il cui braccio sinistro diramasi per la villa di Colombaja, per dove s’incammina nella strada maestra della Campora che passa dalla villa, già monastero delle Romite, sino alla via di questo nome. Lungh’essa scende nel fiumicello della Greve, il quale cavalca sul ponte dell’Asse per varcare il poggio che separa la vallecola della Greve da quella del Vingone, nel cui fosso entra a piè del poggio di Mosciano. Quì voltando la fronte a ponente va incontro alle sorgenti del Vingone, quindi oltrepassa il colle di Giogoli, dove lungo il borro della Ragnaja arriva alla strada provinciale volterrana, mediante la quale confinano le due comunità sino alle scaturigini del borro di Tramonti. Quà sottentra la comunità di S. Casciano, con la quale questa del Galluzzo fronteggia mediante il borro predetto sino a che con esso riscende nella Greve lungo la forra di Montebuoni. Da cotesto punto la stessa Greve serve di limite alle due comunità per il corso di circa 5 miglia toscane, da primo nella direzione da settentrione a ostro, poscia da ponente a scirocco. Oltrepassato che sia il ponte di Cappello e la strada traversa che dall’Impruneta guida a Mercatale, entra nel confluente Calosina, lasciando a ponente il fiume Greve. A questa confluenza subentra a confine la Comunità di Greve, dalla quale è divisa prima dal torrente Calosina, poscia dal fosso Sorbeto e da quello del Frassine;
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    mercè cui sale sui poggi che separano la vallecola della Greve da quella dell’Ema traversando la strada Chiantigiana, finchè pel borro delle Mortinete entra in Ema. A questa fiumana sottentra dal lato di levante la comunità del Bagno a Ripoli, di conserva alla quale l’altra del Galluzzo seguita il corso dell’Ema sino allo sbocco in essa del torrente Grassina. Quì piegando da levante a settentrione rimonta per breve tragitto il corso del Grassina, poscia un suo influente manco, denominato il fosso delle Fonti; di là entra nello stradello detto di Campiglia, e quindi ritorna sulla via Chiantigiana, con la quale arriva al Pont’ a Ema. A questo punto riprende il corso della fiumana da scirocco a maestro sino a che entra nella strada delle Cinque vie, quindi per quella comunitativa sale il poggio di Montici passando davanti alla chiesa parrocchiale; dopodichè voltando faccia a libeccio s’inoltra per il Pian di Giullari rasentando fra le case de’Guicciardini e la villa del Giojello, abitata dal sommo Galileo. Al trivio, in cui termina l’altipiano di Giullari, volta faccia a settentrione, e percorrendo la strada che dirigesi fra il poggio della Torre del Gallo e quello di Giramonte, arriva alla Volta San Miniato, e quindi poco appresso imbocca nella strada dell’Erta canina, lungo la quale scende alla porta S. Miniato.
    I corsi principali di acqua che passano per il territorio comunitativo del Galluzzo sono la Greve e l’Ema, due fiumane che si riuniscono fra la collina del Galluzzo e il poggio di Certosa, dove l’Ema perde il nome, e di là per un solo alveo si dirigono le loro acque nell’Arno circa 3 miglia toscane a ponente di Firenze.
    Una strada regia,
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    la postale romana, percorre la Comunità del Galluzzo dalla porta S. Pier Gattolini sino al ponte di Montebuoni sulla Greve. Essa pel tragitto di un miglio toscano e mezzo è stata rettificata deviando dall’antico corso, a partire dalla villa del Fossone, presso il borghetto di S. Gaggio, ad oggetto di scansare le salite di Malavolta, del Portico e del Galluzzo, per dove passava la vecchia strada postale, nella quale rientra fra il Galluzzo e il ponte della Certosa sopra l’Ema.
    Si contano fra le strade provinciali il primo ramo della
    volterrana, che staccasi dalla postale sotto il Galluzzo, la strada Chiantigiana che entra nella comunità in discorso al Pont’a Ema, e la trapassa alle Mortinete. Tutte le altre vie rotabili (e sono molte) appartengono alle comunitative, meno lo stradone regio che dalla porta S. Pier Gattolini sale dolcemente per il cammino di un miglio fra doppie file di annosi cipressi alla R. villa del Poggio Imperiale.
    Pochi e angusti ripiani presenta il territorio gibboso e variatissimo di questa comunità, stantechè lo cuoprono per ogni lato le amenissime colline, che inghirlandano la valle dell’Arno fiorentino, da libeccio a scirocco della capitale. Infatti a levante della strada Regia romana, sormontando il
    Poggio Imperiale per l’alti piano di Giullari, diramansi i deliziosi colli di Arcetri, di Montici, di Monte Ripaldi ec., mentre a ponente della strada Regia medesima presentansi le colline di Bellosguardo, di Colombaja, di Giogoli, di Mosciano, ec. Tutte coperte di ridenti vegetazioni, sparse di casamenti di delizia posti in mezzo ad amenissimi giardini.
    La struttura fisica del suolo di questa contrada può dirsi un’appendice di quella dell’ opposto lato dell’Arno, dove si alzano i poggi di Settignano e di Fiesole. Sennonchè dal lato del Galluzzo la roccia predominante consiste
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    in un’arenaria più ricca di calce della fiesolana. Tale è per esempio quella pietra stratiforme che costituisce la Costa de’Magnoli e il poggio di Boboli, e di là continua per l’alti piano di Arcetri a Montici.
    Di qualità consimile è la pietra che serve di ossatura alle colline di Bellosguardo, di Colombaja, del Portico e del Galluzzo. Essa è conosciuta volgarmente sotto il nome di
    pietra forte, come quella che resiste più della pietra fiesolana all’azione degli agenti meteorici, e si presta meglio di ogni altra all’uso dei lastrici. Aggiungasi a ciò, che cotesta pietra forte suol essere in strati di confacente grossezza, per lo più disposti quasi che orizzontalmente, e alternanti con sottili straterelli di schisto marnoso. Possono vedersi tali pietre specialmente alla Costa fuori della porta S. Giorgio, nelle colline di Colombaia, del Portico, e a Monte Ripaldi presso Montici; ed è in questi ultimi due luoghi, dove sino dai secoli di mezzo furono aperte le cave delle pietre, con le quali si lastricarono a grandi poligoni le belle strade di Firenze, sino agli antiporti.
    La bisogna cammina ben diversamente rapporto alle qualità dei terreni che s’incontrano nei poggi fra l’Ema e la Greve, massimamente dove questi due fiumicelli più dappresso si avvicinano all’Impruneta; avvegnachè costà il macigno pare abbia sofferto una sì fatta alterazione, che sebbene non possa dirsi un’opera manifesta del fuoco, egli però è sì poco atto all’agricoltura, che ne restano offese e quasi abbruciate le tenere piante; dondechè molti campagnuoli toscani sogliono appellare cotesta qualità di terra,
    gabbreto, terreno focajolo, e talvolta galestrino. Infatti è nella vicinanza di tali aridi poggi, detti delle Mortinete, dove si affacciano le rocce ofiolitiche di serpentino e di
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    gabbro diallagico dell’Impruneta.
    Due terzi del terreno di questa comunità è coltivato a viti, a olivi, grano e frutte, prodotti tutti che riescono di squisito sapore. Anche le minori raccolte conosciute sotto il nome di
    riprese, come carciofi, sparagi, piselli, fravole ec. danno un’entrata vistosa ai padroni e ai coloni dei poderi della comunità del Galluzzo, per quanto tali entrate oggi siano diminuite in confronto de’ tempi trascorsi; stante che la coltivazione di tali prodotti, se prima era una prerogativa dei poderi dentro il raggio di uno o due miglia intorno alla città, essa da qualche tempo si è estesa quasi in tutti i i distretti delle comunità suburbane a Firenze, cioè: del Galluzzo, Bagno a Ripoli, Rovezzano, Fiesole, Pellegrino e Legnaja.
    L’attenzione colla quale sono tenute le piante da frutto, il terreno pulito dai sassi e dalle erbe cattive, il vigore della vegetazione per l’abbondanza dei concimi che i villici suburbani vanno giornalmente raccogliendo nella capitale, rendono un tal suolo, benchè di natura sassoso, fertile al punto che giunge a produrre dell’8 e 9 per uno. Quindi è, che cotesta parte della campagna di Firenze vedesi rivestire un aspetto di continuati giardini piuttosto che di poderi. – Ad appagare vie meglio l’occhio dell’osservatore concorre assaissimo la moltitudine dei palazzi e delle case elegantissime sporgenti sul dorso, nei fianchi e per ogni lato delle numerose e variamente disposte colline, le quali dai poggi della Romola e da quelli dei Scopeti di San Casciano sino alle porte di Firenze si distendono.
    Chi, per esempio, non ammira il vasto e imponente fabbricato della R. Villa del Poggio Imperiale? Chi non adocchia anche da lungi il grandioso palazzo già de’Ricci nel poggio di Pozzolatico, dov’è fama che si trattenesse quell’Agnolo da
    Firenzuola,
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    che per astrazione dissi amico di Lorenzo il Magnifico, quando questi morì innanzi che l’altro nascesse? Chi capitò a Firenze senza contemplare la città e i suoi popolati contorni dalla casa torrita che fu de’Michelozzi a Bellosguardo? Chi non resta sorpreso nel vedere sul poggio di Montauto in forma d’isolato castello il grandioso convento edificato da Niccolò Acciajoli per i PP. della Certosa?…Ma io non terminerei così per fretta se numerare solamente dovessi le case di delizia che a centinaja s’incontrano nella comunità del Galluzzo, talchè non si potrebbero ripetere nel caso nostro espressioni più adeguate di quelle che proferì l’Ariosto, allorchè contemplando la valle intorno a Firenze esclamò:

    A veder pien di tante ville i colli
    Par che’l terren ve le germogli, come
    Vermene germogliar suol’e rampolli.

    Non meno di 9 monasteri, oltre quello principesco della Certosa, esistevano nei tempi scorsi nei contorni del Galluzzo. Fra i conventi degli uomini citerò; I.° quello di S. Maria nel poggio di S. Sepolcro alle Campora dei Gerolamini, soppresso nel 1434; 2.° il conv. dei Canonici Scopetini in S. Donato a Scopeto, atterrato nel 1529 all’occasione dell’assedio di Firenze; 3.° il convento de’frati Berardoni, denominati Foliacensi, eretto nel luogo detto la Pace dalla Granduchessa Cristina fra il Poggio Imperiale e le mura della città.
    Fra i monasteri abitati da donne, oltre i due di
    S. Maria della Disciplina al Portico, e di S. Caterina e S. Gaggio tuttora esistenti, si contava quello di Monticelli a Colombaja fondato dal Card. Ottaviano Ubaldini, e uno di Benedettine assai d’appresso la porta S. Miniato, abbattuto esso pure nel 1529 per ordine della Signoria di Firenze. Il mon. delle Clarisse a S. Matteo in Arcetri,
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    ora ridotto a uso di villa; siccome è stato ridotto quello di S. Michele alle Romite dell’Ordine di S. Agostino presso il Galluzzo; il quale ultimo fu soppresso sino dal 1446, per breve del pont. Eugenio IV, che riunì i suoi beni a quelli di S. Donato a Scopeto.
    Fra le arti di industria più frequenti nella comunità del Galluzzo possono contarsi quelle dei scarpellini, cavatori, e lavoranti di pietre da lastrico, e i numerosi vetturali impiegati al giornaliero trasporto dei lastroni in città. – Anco le fornaci da calcina, da mattoni e da vasi di terra, da statue e animali da giardini incontransi frequenti volte in questa comunità, specialmente all’Impruneta, al Ponte all’Asse, a Malavolta e alla Porta Romana.
    Fra le utili manifatture havvene una nuovamente introdotta con la fabbrica della
    Colla forte in un comodo locale fuori della porta a S. Miniato sul confine della comunità del Galluzzo con quella del Bagno a Ripoli. – Autore e direttore della medesima è l’industrioso chimico Vincenzo Manteri di Livorno, il primo per avventura che siasi occupato ad introdurre in Toscana quest’importante ramo manifatturiero, sino da quando eresse nel 1833 due fabbriche di Colla forte a Castel del Piano e a Colle di Val d’Elsa. – Vedere CASTEL DEL PIANO.
    Sennonchè la più recente di tutte fondata per associazione presso la porta S. Miniato è messa in attività dal vapore mediante un’ingegnoso apparato, nella costruzione del quale trovasi semplicità, intelligenza scientifica, sicurezza, e quel che è più da valutarsi, niuna benchè minima sorta di esalazione, nè alcun cattivo odore, come suol accadere in tutte le fabbriche condotte col sistema ordinario di simil genere di prodotti animali.
    Il desiderio costante di perfezionare una lavorazione siffatta, unito all’intima convinzione che il Manteri nutriva sull’azione in qualche modo distruttiva del fuoco sopra
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    i carnicci e altre sostanze animali che s’impiegano come primi materiali alla produzione della Colla forte, ha di fatto confermato in questo suo nuovo meccanismo quello che i principii della scienza permettevano di prevedere; cioè, che una simile azione alterante non può aver luogo per l’applicazione del vapore, per cui deve ottenersi, siccome egli ottiene, con tale processo minor perdita di materia e perciò maggior quantità di prodotto, il quale riesce eziandio di miglior qualità, meno snervato, più tenace e più perfetto di quello ottenuto col metodo consueto.
    L’azione del vapore dell’acqua che svolgesi dalla sottoposta caldaja s’introduce nell’apparato capace di contenere circa 1500 libbre di carnicci, ossia de’ritagli delle pelli di animali, per estrarne tutta la
    Colla forte, che possono somministrare; la quale Colla, dopo circa 12 ore dell’azione del vapore resta compita, e di là si estrae perfettissima mediante una chiavetta di ottone, senza il soccorso di ulteriore operazione. Finalmente raffreddata che sia in catinelle apposite, con facile meccanismo viene tagliata e trasportata in un terrazzo coperto e ben ventilato a seccare nelle telaja.
    Nel Galluzzo fino dal secolo XV trasportò dall’Impruneta la sua residenza uno dei 7 potestà minori suburbani a Firenze; il quale anticamente per le cause criminali dipendeva dal Vicario di Certaldo, in seguito dal Magistrato dei Signori Otto, ed ora dalla Ruota Criminale di Firenze.
    La cancelleria comunitativa del Galluzzo abbraccia, oltre la comunità in discorso, quelle del Bagno a Ripoli, di Rovezzano di Legnaja, di Casellina e Torri, e della Lastra a Signa; comecchè il cancelliere, e i libri della cancelleria siano collocati a S. Francesco di Paola nella Comunità di Legnaja. – L’ufizio del Registro, la Conservazione delle Ipoteche, l’Ingegnere del Circondario e la Ruota sono a Firenze.

    POPOLAZIONE della Comunità del GALLUZZO a tre epoche diverse.

    - nome
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    del luogo: *Arcetri con l’annesso di S. Miniato al Monte, titolo della chiesa: S. Leonardo (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno 1551 n° 135, abitanti anno 1745 n° 895 (con S. Miniato al Monte), abitanti anno 1833 n° 857 (con S. Miniato al Monte)
    - nome del luogo: *Arcetri con l’annesso di S. Miniato al Monte, titolo della chiesa: S. Miniato al Monte, diocesi cui appartiene: Firenze,
    abitanti anno 1551 n° 401, abitanti anno 1745 n° 895 (con S. Leonardo ad Arcetri), abitanti anno 1833 n° 857 (con S. Leonardo ad Arcetri)
    - nome del luogo: Bagnolo, titolo della chiesa: S. Martino (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
    abitanti anno 1551 n° 146, abitanti anno 1745 n° 218, abitanti anno 1833 n° 247
    - nome del luogo: Colline, titolo della chiesa: S. Lorenzo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
    abitanti anno 1551 n° 166, abitanti anno 1745 n° 199, abitanti anno 1833 n° 265
    - nome del luogo: Colombaja con l’annesso di S. Sepolcro alle Campora, titolo della chiesa: S. Ilario (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
    abitanti anno 1551 n° 308, abitanti anno 1745 n° 697 (con S. Maria a S. Sepolcro), abitanti anno 1833 n° 715 (con S. Maria a S. Sepolcro)
    - nome del luogo: Colombaja con l’annesso di S. Sepolcro alle Campora, titolo della chiesa: S. Maria a S. Sepolcro, diocesi cui appartiene: Firenze,
    abitanti anno 1551 n° 96, abitanti anno 1745 n° 697 (con S. Ilario a Colombaja), abitanti anno 1833 n° 715 (con S. Ilario a Colombaja)
    - nome del luogo: Ema, titolo della chiesa: S. Felice (Prepositura), diocesi cui appartiene: Firenze,
    abitanti anno
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    1551 n° 485, abitanti anno 1745 n° 851, abitanti anno 1833 n° 1072
    - nome del luogo: Ema o Mezzana con l’annesso di Carpineta, titolo della chiesa: S. Giusto (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
    abitanti anno 1551 n° 112, abitanti anno 1745 n° 306 (con S. Margherita a Carpineta), abitanti anno 1833 n° 373 (con S. Margherita a Carpineta)
    - nome del luogo: Ema o Mezzana con l’annesso di Carpineta, titolo della chiesa: S. Margherita a Carpineta, diocesi cui appartiene: Firenze,
    abitanti anno 1551 n° 78, abitanti anno 1745 n° 306 (con S. Giusto a Ema), abitanti anno 1833 n° 373 (con S. Giusto a Ema)
    - nome del luogo: GALLUZZO, titolo della chiesa: S. Lucia a Massa Pagani (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
    abitanti anno 1551 n° 233, abitanti anno 1745 n° 407, abitanti anno 1833 n° 476
    - nome del luogo: Giogoli con l’annesso di Colle Ramoli, titolo della chiesa: S. Alessandro (Pieve), diocesi cui appartiene: Firenze,
    abitanti anno 1551 n° 478, abitanti anno 1745 n° 742 (con S. Maria a Colle Ramoli), abitanti anno 1833 n° 954 (con S. Maria a Colle Ramoli)
    - nome del luogo: Giogoli con l’annesso di Colle Ramoli, titolo della chiesa: S. Maria a Colle Ramoli, diocesi cui appartiene: Firenze,
    abitanti anno 1551 n° 65, abitanti anno 1745 n° 742 (con S. Alessandro a Giogoli), abitanti anno 1833 n° 954 (con S. Alessandro a Giogoli)
    - nome del luogo: S. Giorsulè, titolo della chiesa: S. Pietro (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
    abitanti anno 1551 n° 203, abitanti anno 1745 n° 383, abitanti anno 1833 n° 482
    - nome del
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    luogo: Impruneta, titolo della chiesa: S. Maria (Pieve, Repositura e Collegiata), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno 1551 n° 1025, abitanti anno 1745 n° 1546, abitanti anno 1833 n° 2592
    - nome del luogo: Monteboni, titolo della chiesa: S. Pietro (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
    abitanti anno 1551 n° 243, abitanti anno 1745 n° 287, abitanti anno 1833 n° 514
    - nome del luogo: Monteripaldi, titolo della chiesa: S. Michele (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
    abitanti anno 1551 n° 78, abitanti anno 1745 n° 102, abitanti anno 1833 n° 111
    - nome del luogo: *Montici, titolo della chiesa: S. Margherita (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
    abitanti anno 1551 n° 241, abitanti anno 1745 n° 589, abitanti anno 1833 n° 543
    - nome del luogo: Nizzano, titolo della chiesa: S. Michele (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
    abitanti anno 1551 n° 72, abitanti anno 1745 n° 104, abitanti anno 1833 n° 167
    - nome del luogo: Paradiso e Badiuzza a Moccoli, titolo della chiesa: S. Maria e S. Brigida (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
    abitanti anno 1551 n° 73, abitanti anno 1745 n° 156, abitanti anno 1833 n° 283
    - nome del luogo: Pozzolatico, titolo della chiesa: S. Stefano (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
    abitanti anno 1551 n° 486, abitanti anno 1745 n° 725, abitanti anno 1833 n° 1012
    - nome del luogo: Quintole, titolo della chiesa: S. Miniato (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
    abitanti anno 1551 n° 134, abitanti anno 1745 n° 145, abitanti anno 1833 n° 213
    - nome del luogo: Rose, titolo della chiesa: S. Lorenzo alle Rose (Rettoria),
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    diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno 1551 n° 215, abitanti anno 1745 n° 285, abitanti anno 1833 n° 445
    - nome del luogo: Strada con l’annesso di Montauto, titolo della chiesa: S. Martino (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
    abitanti anno 1551 n° 172, abitanti anno 1745 n° 456 (con S. Maria a Montauto), abitanti anno 1833 n° 785 (con S. Maria a Montauto)
    - nome del luogo: Strada con l’annesso di Montauto, titolo della chiesa: S. Maria a Montauto, diocesi cui appartiene: Firenze,
    abitanti anno 1551 n° 115, abitanti anno 1745 n° 456 (con S. Martino a Strada), abitanti anno 1833 n° 785 (con S. Martino a Strada)
    - nome del luogo: Viciano, titolo della chiesa: S. Cristofano (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
    abitanti anno 1551 n° 106, abitanti anno 1745 n° 141, abitanti anno 1833 n° 220
    - Totale
    abitanti anno 1551 n° 5866
    - Totale
    abitanti anno 1745 n° 9234
    - Totale
    abitanti anno 1833 n° 12362 di cui: spettano alla Comunità di Ripoli abitanti n° 633 e restano a quella del Galluzzo abitanti n° 11729.

    Vedere la Tavoletta della Popolazione della Comunità del Bagno a Ripoli.

    GALLUZZO nel suburbio meridionale di Firenze. – In fine si aggiunga: – L’ingegnere di Circondario del Galluzzo, sebbene risegga in Firenze, abbraccia cinque Comunità alla sinistra dell’Arno, cioè, del
    Galluzzo, di Legnaja, del Bagno a Ripoli, di Casellina e Torri e della Lastra a Signa.
    Nel 1833 la Comunità del Galluzzo contava 11729 Abitanti, e la stessa nel 1845, compresi gli annessi, era salita a 12912 individui, come appresso:

    Arcetris (
    porzione), Abitanti
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    N.° 516
    Bagnolo,
    Abitanti N.° 279
    Colline,
    Abitanti N.° 281
    Colombaja (
    porzione), Abitanti N.° 857
    Ema (
    S. Felice a), Abitanti N.° 1289
    Ema (
    S. Giusto a), Abitanti N.° 364
    GALLUZZO,
    Abitanti N.° 638
    S. Gersolè,
    Abitanti N.° 588
    Giogoli (
    Pieve) porzione, Abitanti N.° 920
    Impruneta,
    Abitanti N.° 3031
    Montebuoni (
    porzione), Abitanti N.° 595
    Monteripaldi,
    Abitanti N.° 183
    Nizzano,
    Abitanti N.° 164
    Pozzolatico,
    Abitanti N.° 1101
    Quintole,
    Abitanti N.° 215
    Rose,
    Abitanti N.° 470
    Strada (
    porzione), Abitanti N. ° 819
    Viciano (
    porzione), Abitanti N. ° 159

    Annessi

    S. Felice in Piazza; da Firenze, Abitanti N.° 59
    Montici;
    dal Bagno a Ripoli, Abitanti N.° 198
    Ema (
    S. Pietro a); dal Bagno a Ripoli , Abitanti N.° 91
    Tegolaja;
    dal Bagno a Ripoli, Abitanti N.° 33
    Marignolle (
    S. Quirico a); dalla Comunità di Legnaja, Abitanti N.° 62
    TOTALE
    Abitanti N.° 12912
Localizzazione
ID: 2102
N. scheda: 23820
Volume: 2; 6S
Pagina: 388 - 393; 108
Riferimenti:
Toponimo IGM: Galluzzo - S. Lucia (a NO)
Comune: FIRENZE
Provincia: FI
Quadrante IGM: 106-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1679244, 4845078
WGS 1984: 11.22671, 43.73863
UTM (32N): 679308, 4845253
Denominazione: Galluzzo - Massa Pagani
Popolo: S. Lucia a Massa Pagani
Piviere: chiesa maggiore di S. Giovanni Battista
Comunità: Galluzzo
Giurisdizione: Galluzzo
Diocesi: Firenze
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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