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GELLO MATTACINO (Gellum Matthaei Cini) già Gello delle Colline in Val di Tora. – Casale dal quale prese il distintivo la più remota pieve dell’antica diocesi di Lucca (S. Martino di Gello, o S. Martino in Colline) traslocata in S. Ermo a S. Ermete, Comune Giurisdizione e circa miglia toscane 4 a ostro di Lari, attualmente della Diocesi di Sanminiato, Compartimento di Pisa.
Questo casale, che fu comunello, risiede sulla cresta delle colline superiori pisane, alle sorgenti del fosso Giunco marino, tributario del fiumicello Tora, presso dove si schiudono e scaturiscono due piccole valli; cioè, a scirocco quella percorsa dal fiumicello Fine, e a levante la vallecola della Cascina.
Le memorie più antiche superstiti della pieve di S. Giovanni e S. Martino a Gello nelle Colline risalgono agli anni 764, 770 e 781, fra le pergamene dell’Arch. Arciv. di Lucca, parte delle quali furono edite dal Muratori, e parte da Domenico Bertini nel volume IV delle Memorie Lucchesi.
La pieve di Gello era già diruta nel 1200, avvegnachè il suo battistero era stato traslocato nella chiesa manuale o suffraganea di S. Cristina; la qual chiesa trovasi nel luogo di Tartaglia, un terzo di miglio toscano a ponente di Gello. – D’allora in poi la cura di S. Cristina riunì i privilegii di pieve, mentre il giuspadronato apparteneva alla famiglia Opezzinghi di Pisa, sotto un nuovo titolo di S. Maria e S. Giov. Battista. –Dalla località di Tartaglia nel 1444, il fonte battesimale fu trasferito nella chiesa di S. Ermete, compresa nell’antico piviere di Gello. Conservossi però il padronato nella casa Opezzinghi, siccome lo dichiara l’arme loro ed un’iscrizione posta sulla porta della nuova chiesa di S. Ermete dell’anno 1630. – Vedere ERMETE (S.)
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a S. ERMO.
Il romitorio di S. Maria Maddalena a Pereta, che pur esso faceva parte del piviere di Gello, attualmente è un oratorio dentro la cura di Palascio e Ceppato.
Perchè poi questo Gello delle Colline pisane si chiamasse Gello Mattacino,o Mattacini, è da sapere, che sotto il governo di Cosimo I la tenuta di Gello. fu venduta ad Alessandro di Matteo Cini cittadino fiorentino, il quale fra il 1548 e il 1550 mosse lite alla vicina comunità di Santa Luce a causa di confini di pascoli, decisa nel 1550, quando vennero apposti i termini fra i boschi comunali di Santa Luce e le possessioni di Gello della famiglia Cini. Fu allora che il nuovo proprietario avendo fatto coltivare e fabbricare diverse case nella tenuta di Gello delle Colline, questo luogo principiò a distinguersi con la denominazione di Gello di Matteo Cini, poi per sincope Mattacini e Mattacino.
Serve a conferma di ciò una notificazione, pubblicata il primo di maggio del 1551 dal Magistrato della Parte, relativa all’imposizione per i risarcimenti della strada Maremmana o Emilia di Scauro, da Colle Salvetti al fiume Cecina, nella quale notificazione trovasi designato fra i luoghi e possidenti frontisti, anche questo Gello di Matteo Cini.
Attualmente Gello Mattacino consiste in poche case rustiche con un’antica torre e una cappella pubblica dedicata a S. Francesco, di padronato della nobil casa pisana Rosselmini, proprietà della tenuta e del mulino di Gello, ch’è alimentato dal copioso fosso del Giunco Marino. – (GIO. MARITI, Odeporico MS. delle Colline pisane nella Bibliot. Riccardiana).

GELLO MATTACINO, o DELLE COLLINE. – Dove discorre della pieve di S. Martino a Gello sotto un nuovo titolo di S. Maria e S.
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Giovanni Battista, si aggiunga: qualmente a S. Maria la pieve di Gello Mattacino era dedicata fino dal secolo X, siccome lo indicano fra le altre due membrane dell’Archivio Arcivescovile di Lucca del 27 luglio 939, e del 20 ottobre 954 relative alla pieve di S. Maria e S. Giovanni Battista (già S. Martino) sita loco et finibus Agello, ubi dicitur Colline.

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Agello, Gello Mattacino, Gello delle Colline

(Gello Mattaccino)

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