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S. Gervasio - Verriana, Pieve di S. Gervasio in Veriana

 

(S. Gervasio a Montecastello - Castellare (a SO))

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    GERVASIO (S.) in Val d’Era. Antica pieve che diede il nome a un fortilizio attualmente ridotto ad uso di fabbriche per una grossa fattoria che costà possiede la march. Alamanni Uguccioni di Firenze, nella Comunità Giurisdizione e circa 3 miglia toscane a maestr. di Palaja, Diocesi di Sanminiato, già di Lucca, Compartimento di Pisa.
    Il castello di S. Gervasio risiede in cima ad un elevato e scosceso poggetto a guisa di verruca, alla cui base settentrionale trovasi la pieve.
    Sino al secolo IX risalgono le memorie della vetusta chiesa battesimale sotto il titolo di S. Giov. Battista e di S. Gervasio. Riferisce alla medesima un istrumento di permuta di diverse terre fatto da Pietro vescovo di Lucca a Vantaggio della ch. plebana di S. Gervasio sotto l'anno 899. Anche nel 930 un contratto, rogato da Bonizio notaro regio nella stessa chiesa di S. Gervasio, tratta di un
    chiuso con casa situata infra Castello istius ecclesiae Sancti Cervasi, che Pietro vescovo Lucchese accordò a livello per l'annuo tributo di due denari d'argento; il qual chiuso si estendeva di fronte sette piedi della misura del piede Liutprando, e 14 piedi nei lati.
    Nel 980 un altro vescovo di Lucca per nome Guido investì a titolo d'enfiteusi Teudegrimo figlio del fu Farolfo della metà del castello, corte e pertinenze di S. Gervasio spettante alla vicina chiesa plebana dello stesso titolo, con più la metà per indiviso di otto case masserizie, ossia poderi, due dei quali situati in luogo detto
    Casale e in Ferugnano, tre in luogo denominato Monte, il settimo nel vocabolo di Campovigne, e l'ottavo dove dicevasi Sotto strada. Inoltre fu allivellata al medesimo personaggio la metà di tutti i redditi, decime e tributi, che pagavano alla pieve di
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    S. Gervasio i popoli delle ville di Pinocchio, Ferugnano, Montalto, Partiglione, Subripule, Villa Aliga, Salecta, Appiano, Valli, (ora Vallichiesi) Comugnano (forse Comugnori) Paratiana, Tugnano, (forse Tojano vecchio) Vivaja, Palaja, Collinule, Pulica, Casale Lapidi, Cardignanula, Tribbiaja (f. treggiaja) Puligno, Marciano, Villa Cerretulo, Materaja, Ducenta, Muscianese, Viaplana, Sigonzano, Farneta, Colle Carelli, Tavernule, Rapezano, Carbona in Cercino, o di qualsiasi altro luogo, i di cui abitanti fossero stati consueti pagare alla predetta pieve tributi annuali, tanto in opere, quanto in bestiame o in produzione di suolo. Per la quale enfiteusi il prenominato Teudegrimo si obbligò dare alla mensa vescovile di Lucca l'annuo censo di soldi 15, con la penale mancando di 600 soldi d'argento.
    Nell'agosto del 1077 stando il vescovo Anselmo in Lucca, allivello ai fratelli Tegrimo e Ugo il castello di S. Gervasio con la pieve di S. Giovanni ivi situata, a condizione che i fittuarii retribuissero l'annuo canone di tre denari moneta lucchese. Frattanto il vescovo di Lucca si obbligava per se e per i suoi successori a difendere i preaccennati fratelli nel possesso della loro porzione del castello di Palaja, stato sino da quel tempo circondato di fossi e di carbonaje, meno nei casi di dover far guerra contro il re, il marchese o la marchesa di Toscana. –(ARCH. ARCIV. DI LUCCA, e
    Memor. Lucchesi T.V.)
    Che i vescovi di Lucca acquistassero un domino più che spirituale nel castel di S. Gervasio e suo distretto ce lo palesano diversi fatti posteriori ai secoli X e XI. Lo dice fra gli altri il contratto di permuta e respettiva cessione di dominio feudale di alcuni castelli di Val d'Era e Val di Cecina, stipulato nella canonica della pieve di S. Genesio nel 1109, fra Rangerio vescovo di Lucca e il
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    conte Ugo del fu C. Tedice della Gherardesca; lo attesta un istrumento del 1119 fra l'abate del mon. di Serena e Benedetto vescovo di Lucca, riguardante il cambio di varii paesi situati fra la Cecina e l'Arno, e precipuamente di alcuni castelli e ville del piviere di S. Gervasio; lo prova il trattato di pace stablito nel 1175 con la mediazione di Federigo I. fra i Lucchesi e i Pisani, i quali ultimi sino dal 1148 si erano impadroniti di S. Gervasio, ma che in vigore del trattato predetto riconsegnarono a due canonici delegati dal vescovo di Lucca le pievi di Tripallo, di Miliano, di Acqui, di Triana, di Sovigliana, di Padule, con i castelli di Ceoli, di Santo Pietro, di Appiano, di monte Culacio, di Sojana, di Alica, di Monte Castelli, di Cerretulo, di Trojano, di Pianetole, e molti altri paesetti stati invasi dall'oste pisana e dai suoi alleati. –(HIST. PIS. in Script. Rer. Ital. –ARCH. ARCIV. DI LUCCA, Memorie Lucchesi T.V.)
    Anche più evidenti appariscono i diritti feudali acquistati dai vescovi di Lucca sopra molti paesi della loro diocesi mediante un diploma ad essi concesso nel 1209 dall'imp. Ottone IV, e confermato loro da Carlo IV nel 1355, nel quale si trovano nominati, fra gli altri feudi,
    castellum et curtem de Planectore cum silvis,villis etc. castrum S. Gervasii cum omnibus suis pertinentiis et solito usu ad justitiam faciendam etc.
    Altre memorie ci dicono, che nel 1335 la mensa vescovile di Lucca diede a livello perpetuo per un annuo canone tutto il territorio di S. Gervasio.
    Tornarono nuovamente i Pisani a impadronirsi di questo paese, tostochè in altra pace stipulata nel 1256 tra i Lucchesi ed i Pisani, questi si obbligarono di restituire il castello di S. Gervasio ai delegati Fiorentini. Ma ossia che
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    i Pisani non osservassero i patti, o che presto li rompessero, fatto stà che in altro accordo pacifico del 1276 la Rep. di Pisa obbligossi a rimettere nelle mani di un commissario pontificio il castello di S. Gervasio con le sue ville e dipendenze.
    Lo stesso castello fu ripreso dall'oste pisana nella guerra riaccesa nel secolo susseguente tra la Rep. di Firenze e quella di Pisa; ma lo riperdè nel 1397. Lo riebbe per pochi mesi nel 1496, quando il Com. di Pisa ribellosi ai Fiorentini, sotto il cui dominio S. Gervasio d'allora in poi stabilmente ritornò con gli altri paesi dell'antico contado di Pisa. – (AMMIR.,
    Istor. fior.)
    La chiesa plebana di S. Gervasio era di antica struttura, e divisa in tre navate, innanzi che essa in gran parte rovinasse: per cui nel restaurarla venne impiccolita e chiusi gli archi delle navate laterali.
    Alla stessa pieve sino dal secolo XIII era unito il distrutto tempio di S. Colombano, siccome lo dichiara il registro delle chiese lucchesi scritto nel 1260. A quell'epoca appartenevano al piviere di S. Gervasio le seguenti chiese e ville; 1. S. Maria e S. Iacopo a
    Alica, attualmente prepositura; 2. SS. Lorenzo e Bartolomeo Treggiaja, esistente; 3. S. Martino a Palaja, ora pieve e caposesto della diocesi di Sanminiato; 4. S. Pietro a Pinocchio, perduta, 5. SS. Stefano e Biagio a Cerretulo o Cerretello, distrutta; 6. S. Maria di Rapazo, ignota; 7. SS. Lucia e Michele a Cercino, perduta; 8. S. Vittore di Treggiaja,distrutta; 9. S. Bartolomeo a Collegoli, esistente; 10. S. Maria a Partino, esistente; 11. S. Lorenzo a Gello, esistente; 12. SS. Giusto e Leonardo de Rocta ad valle, ora
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    S. Matteo alla Rotta; 13. S. Donato a Pianettole, perduta; 14 SS. Pietro e Michele a Salecto, parrocchia esistente a Saletta; 15 S. Martino a Forcole, soppressa; 16. S. Frediano a Forcole, esistente; 17. S. Andrea a Forcole, annessa alla precedente;18. S. Michele a Treggiaja, distrutta; 19. SS. Andrea, Stefano e Lucia a Monte Castello, attualmente pieve: 20. SS. Andrea e Tommaso a Colcarelli, distrutta; 21. S. Margherita a Tavelle, ignota; 22. Spedale di S. Maria e S. Pietro al Castel del Bosco, nuova parrocchia sotto il titolo di S. Brunone; 23. Monastero di S. Casciano in Cariso. Questa badia peraltro restava dentro i confini della diocesi di Volterra. –Vedere BADIA DI CARISIO.
    La parrocchia plebana di S. Giov. Battista a S. Gervasio nel 1551 non aveva più che 84 abitanti. Nel 1745 vi erano 221 abitanti, e nel 1833 vi si contavano 244 abitanti.

    SAN GERVASIO in Val d'Era. –
    Vedere GERVASIO (S.) in Val d'Era. – Al quale Art. merita di essere aggiunto, che il luogo dove è situata cotest'antica pieve nei secoli anteriori al mille appellavasi in Verriana.
    Il primo documento me lo fornisce l'atto di fondazione della celebre Badia di Monteverdi, scritto in Pisa nel luglio dell'anno 754, al quale monastero il fondatore S. Walfredo fra i molti beni lasciò in dote anche la sua porzione di effetti che possedeva in luogo appellato Verriana. – Che poi da cotesto luogo prendesse il vocabolo la pieve di S. Gervasio in Val d'Era lo qualificano molte carte dell’Arch. Arciv. Lucch. degli anni 874 (22 luglio e 28 agosto) dell’876 (14 luglio)
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    dell'878 (27 luglio) dell'883 (22 novembre) del 902 (19 maggio) ecc. ecc. – (MEMOR. LUCCH. Vol. V. P. II e III. )

    GERVASIO (S.) in Val d’Era. – Si aggiunga, che cotesta antica pieve era posta in luogo detto
    Veriana, il qual luogo è segnalato da molte membrane dell’Archivio Arcivescovile Lucchese a partire dal secolo IX. Tali sono, per esempio, due del 14 e del 28 agosto 874; altre del 14 luglio 876, del 27 luglio 877 e del 19 maggio 902 ecc. Inoltre costì in Veriana possedeva beni S. Walfredo di Pisa, tostochè nel 754 lasciava alla Badia da esso fondata in Palazzuolo presso Monte Verdi quella porzione di beni che gli appartenevano in Val d’Era, alcuni dei quali posti in Veriana ed in Castel Falfi.
Localizzazione
ID: 2155
N. scheda: 24400
Volume: 2; 5; 6S
Pagina: 434 - 435; 35; 112
Riferimenti: 60800
Toponimo IGM: S. Gervasio a Montecastello - Castellare (a SO)
Comune: PALAIA
Provincia: PI
Quadrante IGM: 112-1
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1638270, 4831964
WGS 1984: 10.71477, 43.62938
UTM (32N): 638334, 4832138
Denominazione: S. Gervasio - Verriana, Pieve di S. Gervasio in Veriana
Popolo: S. Giovanni Battista a S. Gervasio
Piviere: S. Giovanni Battista a S. Gervasio
Comunità: Palaja
Giurisdizione: Palaja
Diocesi: (Lucca) S. Miniato
Compartimento: Pisa
Stato: Granducato di Toscana
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