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Dizionario Geografico Fisico
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Giuncarico

 

(Giuncarico - Il Poggio (a NO))

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    GIUNCARICO (Juncaricum) nella Maremma di Grosseto. – Castello con ch. plebana (S. Egidio Abate) residenza di un potestà, nella Comunità e circa 6 miglia toscane a levante scirocco di Gavorrano, Diocesi e Compartimento di Grosseto.
    Risiede sulla cima di un poggio coltivato, fra la strada Regia grossetana che gli passa sotto a ostro, e il torrente
    Sovata che gli gira intorno da settentrione a scirocco.
    È Giuncarico uno dei pochi paesi della Maremma, di cui resta qualche memoria anteriore al secolo IX. – Due pergamene importantissime per la storia fisico-economica di cotesta contrada si conservano nel R. Arch. Dipl. di Firenze provenienti dalla badia Amiatina. Sono due istrumenti di locazione di due poderi situati in
    Giuncarico, che Guntifredo figlio di Tuzio Esercitale della città di Chiusi, nel mese di marzo dell’anno 772, stando nel territorio di Roselle in luogo detto a S. Donato, affittò, uno ad Auderado, e l’altro a Teudiperto uomo libero, con l’onere ai fittuarii di certe angarie e di recare alla casa dominicale posta nella città di Roselle nella stagione di estate dieci moggia di sale, ponendo una penale reciproca nel caso di mancare ai patti convenuti. (PIZZETTI, Antich. Toscane T. II. – BRUNETTI, Codice Diplom. T. I.)
    Ora alla domanda che tutti fanno, se l’aria della Maremma grossetana fu nei tempi antichi perniciosa alla salute, quanto poi lo divenne nei secoli più vicini a noi, potranno rispondere fra gli altri i due documenti autentici, che abbiamo testè citati, nei quali vien ingiunto ai fittuari l’obbligo di portare nell’
    estiva stagione i tributi convenuti alla casa dominicale situata nella città di Roselle.
    Resta bensì a sapere, dove mai poteva essere quella chiesa di S. Donato del territorio Rosellano, in cui furono
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    stipulati i due contratti enfiteutici di sopra accennati; su di che aggiungerò le seguenti riflessioni.
    Di una pieve della diocesi di Roselle sotto il titolo di
    S. Donato, posta in loco Morrano, o Murano, fanno menzione diversi contratti appartenuti alla badia di Sestinga presso Colonna. Il più antico di essi è del 26 agosto 994, scritto in Morrano contado di Roselle; il 2.° del 29 aprile 1032, fatto avanti la pieve di Morrano; e il 3.° del 6 settembre 1073, rogato in Morrano presso la chiesa di S. Donato. Nei citati istrumenti trattasi di beni della badia di Sestinga situati nei confini di Morrano, nei nomignoli di Parantina, Rancolaja, Aperita, o Perita e di Caralle, luoghi che furono dentro i limiti della comunità attuale di Gavorrano. Quindi vi ha ragione di credere che la chiesa nella quale, nel marzo del 772, furono stipulate le due prime contrattazioni livellarie, riferisca alla pieve di S. Donato a Murano, o Morrano, situata forse nel luogo che dicesi ora Monte di Muro in Pian d’Alma. E chi sà che non fosse quella pieve de Alma confermata con le sue cappelle e decime a Gualfredo vescovo Rosellano dal pontefice Clemente III nella bolla concistoriale, data in Laterano li 12 aprile dell’anno 1188? Nella qual bolla trovasi eziandio nominata una chiesa dedicata a S. Donato cum possessionibus suis, quae Episcopatui proprie spectant con la vicina canonica di Scarlino e le cappelle di Lodena e di Caralle. –Infatti fra le otto parrocchie della diocesi di Grosseto state soppresse nella Riforma Leopoldina fuvvi la pieve presso Scarlino, riunita all’altra che conserva il doppio titolo di
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    S. Donato in S. Martino. – Vedere SCARLINO e MONTE DI MURO in pian d’Alma.
    Ma tornando a Giuncarico dirò, che in questo paese sino dal secolo XI acquistarono giurisdizione e podere i nobili del castel di Pietra della casa Pannocchieschi, mentre uno di essi, Ranieri figlio di altro Ranieri, nel 21 marzo del 1094, stando nel suo castello di Giuncarico, affittò all’abate del mon. di Sestinga posto nel poggio di S. Frediano la porzione del colle medesimo che gli si apparteneva, ritraendone l’annuo canone di soldi 2 di argento, da pagarsi nel mese di agosto nella sua corte di Giuncarico.
    Più generosi verso i monaci di Sestinga furono nel 1104, tre fratelli, cioè Rodolfo, Lamberto e Ruberto figli del fu Pietro, i quali con Reberga di lei madre, figlia di Lamberto, ai 18 agosto, mentre abitavano nel castello della Pietra, venderono per 24 soldi al mon.di Sestinga tutta la loro porzione del poggio di S. Frediano e della corte di Sestinga ivi situata. Un mese dopo Ranieri abate del mon. suddetto, stando in Portiglione, li 22 settembre 1104, acquistò dai fratelli Ugo e Salvagno figli del fu Guido tutte le ragioni e possessioni che furono ad essi vendute da Rodolfo, Lamberto e Roberto figli del fu Pietro, a partire dal
    Monte Aquilone fino al castello della Pietra, e dal castel di Ravi fino alla Bruna, in Giuncarico e in Sestinga.
    Nel 1121 ai 15 dicembre Benno ab. di Sestinga, trovandosi in S. Roffino nella corte di Celle, comprò per 20 soldi da Gerardo del fu Nello e da Ermelina d’Ildebrando sua moglie diversi terreni posti a
    Rancolaja e altrove, dentro il distretto dii Giuncarico e di Sestinga, quando già poco innanzi lo stesso ab. Benno aveva ottenuto da Bernardo vescovo di Roselle, per il tenue tributo
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    annuo di 4 o 5 soldi, la cessione delle decime provenienti dai villaggi e dalle corti di Tirli, Ravi, Tatti, Alma, Caralle, Giuncarico, Prata, Caldana ec. Tributo che i monaci di Sestinga dovevano recare siccome infatti recavano annualmente a Grossetto nella vigilia di S. Lorenzo. (ARCH. DIPL. FIOR. Carte degli Agostiniani di Siena).
    Dopo che si monaci furono subentrati nella Badia di Sestinga i Frati Agostiniani Eremiti, questi ottennero nel 23 febbrajo 1288 un breve da Rainaldo vescovo di Siena delegato del pont. Onorio IV, scritto in Giuncarico, e diretto al prete Pace proposto della chiesa di S. Gilio di detto castello, affinchè entro il termine di 15 giorni egli compensasse i frati Agostiniani di Sestinga delle decime da lui percette nel suo piviere. (
    loc. cit.)
    Io non saprei, se fu per la sospensione del solito tributo di 4 o 5 soldi che Restauro vescovo di Grosseto, nel 1311, aveva diretto ai parrochi delle pievi di
    Buriano, Colonna, Ravi e Giuncarico lettere con l’ordine d’intimare sotto pena della scomunica a tutti i debitori del convento di Sestinga, sia per ragione di frutti, di censi o di altri oneri, di ritenersi nelle mani il denaro, finchè i detti frati non avessero pagato alla mensa vecovile le imposizioni e collette; per la qual cosa gli Eremiti di Sestinga, sotto il dì 29 luglio 1311, si appellarono alla S. Sede. So bensì che nell’anno 1313 ai 9 agosto, il procuratore del convento di Sestinga si recò nel castello d’Ischia nel palazzo vescovile per pagare a Restauro vescovo di Grosseto la somma di soldi 8 per il canone di due anni arretrati. (loc. cit.)
    Frattanto il dominio di Giuncarico si continuava a tenere dalla famiglia Pannocchieschi del ramo dei conti di Travale ed Elci. Di essa era
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    capo il conte Ranieri, allorchè nell’anno 1282, prestò udienza per sè e per i suoi figli al Comune di Siena (ai 24 maggio 1282) consegnando per il tempo di tre anni sotto titolo di pegno delle fatte promesse, il cassero di Giuncarico, con patto che la Repubblica lo proteggesse nel dominio e giurisdizione del castello, del distretto e degli uomini di Giuncarico. – (MALAVOLTI, Istor. di Siena Parte II).
    Nel 1285 il nobile Enrico Gioseppi, in qualità di tutore del conte Ranieri Manovelli figlio del fu ranieri conte di Elci e Travale, riottenne il possesso del castello suddetto, mediante un rogito fatto nel cassero d’Elci li 14 febbrajo 1285; per cui il Comune di Siena a certi patti rinunziò ai suoi diritti sopra il castello di Giuncarico suo territorio. – Nel 1314 risiedeva costà il conte Nello della Pietra marito della Pia, il quale in detto anno fece il suo testamento nella camera del pievano; e nello stesso anno 1314, ai 29 marzo, si sottomise di nuovo con le opportune solennità il castello e distretto di Giuncarico, alla Rep. di Siena, a nome della quale ne prese la protezione il conte Carlo di Battifolole di lei potestà. – (MALAVOLTI,
    Istor. di Siena Parte II.)
    Nel 1330 il conte Gaddo d’Elci figlio di Conticino, e signore del castello di Giuncarico stipulò per mezzo del suo sindaco un nuovo trattato con i Signori Nove di Siena, obbligandosi di conservare e di tenere a disposizione della Repubblica il castello e uomini di Giuncarico, di somministrare in tempo di guerra 8 uomini a cavallo e 25 fanti, e di mandare a Siena un cero di libbre 10 per la festa della Madonna di agosto, ed altre condizioni. – (ARCH. DIPL. SEN.
    Kaleffo vecchio).
    Nel 1360 il C. Ranieri figlio del fu
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    C. Gaddo, in nome anche di Ugolinuccio e di Giovanni suoi fratelli, promise alla Rep. di Siena di offrire per il castello di Giuncarico al Duomo di Siena l’annuo tributo di un palio di seta del valore almeno di 20 fiorini d’oro. (loc. cit. Kaleffo nero, e MALAVOLTI Istor. di Siena Parte II).
    Nel 30 agosto 1405, donna Lippa figlia di Ugolinuccio dè conti d’Elci col consenso del suo mondualdo e procuratore, dopo essersi dichiarata contenta delle doti costituitegli dai CC. Bocchino e Federigo figli del fu Conte Ranieri d’Elci, rinunazia in favore del di lei cugino conte Bocchino alle ragioni che se le competevano di sua parte per diritti ereditarii della madre donna Cia, di Ugolinuccio suo padre, e di Giacomo suo fratello, suoi beni posseduti in Giuncarico e sua corte, e specialmente per le ragioni sul castello.
    Lo stesso C. Bocchino nel 1430 vendè al Comune di Siena per il prezzo di 400 fiorini la parte di Giuncarico donatagli da Donna Lippa assieme con più case e terreni; e per la stessa somma poco innanzi il conte Federigo del fu C. Ranieri Vanni del C. Gaddo del fu C. Ranieri, e Ranieri del C. Manovello della stessa consorteria del C. d’Elci avevano rinunziato alla stessa Repubblica la loro parte per indiviso della corte e giurisdizione di Giuncarico. (
    loc. cit. Kaleffetto).
    Da quell’epoca in poi il paese di Giuncarico restò costantemente incorporato al contado e giurisdizione di Siena, di cui seguitò la sorte.
    La parrocchia di S. Egidio a Giuncarico nel 1833 contava 552 abitanti.
Localizzazione
ID: 2192
N. scheda: 24900
Volume: 2
Pagina: 454 - 456
Riferimenti:
Toponimo IGM: Giuncarico - Il Poggio (a NO)
Comune: GAVORRANO
Provincia: GR
Quadrante IGM: 128-4
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1662665, 4752217
WGS 1984: 10.99343, 42.90679
UTM (32N): 662729, 4752391
Denominazione: Giuncarico
Popolo: S. Egidio a Giuncarico
Piviere: S. Egidio a Giuncarico
Comunità: Gavorrano
Giurisdizione: Gavorrano
Diocesi: Grosseto
Compartimento: Grosseto
Stato: Granducato di Toscana
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