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Padule di Gualdo

 

(Il Padule)

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    GUALDO, GUALDA, e GUALDICCIOLA. - Varie località conservano anche in Toscana il nome originario tedesco di Gualdo (Waldum) equivalente ad un bosco speciale, privilegiato e di uso quasi riservato al solo suo signore.
    Tale era il
    Waldum Domini Regis appartenuto ai re longobardi, situato alla sinistra del fiume Cornia, nel bosco dove oggi trovasi la chiesa parrocchiale del Frassine. Tale fu l'altro Gualdo posto nella medesima valle alla destra dello stesso fiume fra Monteverdi e la Sassetta, il quale diede il titolo a un comunello, e ad una distrutta pieve (S. Maria de Gualda), e di cui conserva tuttora il nome la contrada. Appartenne anch'esso ai re longobardi, e forse faceva parte del Gualdo del Re che abbiamo poco sopra nominato: tostochè il Pont. Gregorio VII nella bolla di Confinazione della diocesi di Massa del 20 nov. 1075 il Gualdo che descrive a confine fra la pieve di S. Giovanni (di Campiglia) e la cappella o basilica di S. Filippo presso MonteVerdi, è appellato Gualdo del Re; inde vero ad Sanctum Johannem in Gualdam domini Regis et ad S. Phillppum et inde ad Montem Viridem. - Ma ai tempi di Gregorio VII il Gualdo di Monteverdi era passato in potere dei conti di Suvereto, tostochè il conte Ugo figlio del C. Ridolfo (ERRATA: e di Ermengarda) e della C. Giulitta, con istrumento dello giugno 1053, vendè alla badia di S. Pietro a Palazzuolo presso Monteverdi, e per essa ad Azzone abate di quel monastero il castello edil distretto di Gualdo, ossia di Gualda, unitamente al giuspadronato e beni della pieve di S. Maria de Gualda.
    Tale acquisto fu confermato al monastero di Monteverdi dal Pont. Alessandro III nel 1176. - Era console della villa
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    di Gualda un tal Gualandello, allorchè, nel 1230 ai 7 giugno, gli uomini di questo comunello insieme con quelli di Monteverdi e di Campetroso, con l'annuenza dei monaci loro signori, non avendo essi forte sufficienti per difendersi dai baroni di contado che loro toglievano le sostanze, ricorsero alla protezione del Comune di Massa, col quale stabilirono patti di accomandigia, obbligandosi i primi di non imporre pedaggio ai Massetani, di militare, richiesti, in loro servigio, e di pagare per ciascuno dei due comunelli l'annuo tributo di mezza marca d'argento nella vigilia di S. Cerbone. (Arch. Dipl. Fior. Carte della Com. di Massa).
    Li 7 settembre dell'anno 1298 l'abate ed i monaci della badia di Monteverdi, per esser difesi nei beni che tuttora restavano al monastero, assegnarono al Comune di Volterra per il tempo di 29 anni, contro una piccola retribuzione livellaria, la terza parte di tutte le selve situate nei territorii di Monteverdi, di Canneto, e di Gualda. - (Arch. Dipl. Flior.
    Carte delle Com. di Volterra). - Vedere ABAZIA DI MONTEVERDI, e MONTEVERDI Comunità.

    GUALDO (PADULE DI) nella vallecola dell’Alma in Maremma. – Piccolo ristagno di acque nel seno di Scarlino presso la torre detta del Barbiere, fra la riva del mare e il promontorio, o capo di Troja, nel popolo di Scarlino, Comunità Giurisdizione e circa miglia toscane 12 a libeccio di Gavorrano, Diocesi e Compartimento di Grosseto.
Localizzazione
ID: 2289
N. scheda: 26130
Volume: 2
Pagina: 556 - 557, 558
Riferimenti:
Toponimo IGM: Il Padule
Comune: CASTIGLIONE DELLA PESCAIA
Provincia: GR
Quadrante IGM: 127-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1643159, 4740510
WGS 1984: 10.75162, 42.80533
UTM (32N): 643223, 4740685
Denominazione: Padule di Gualdo
Popolo: S. Martino in S. Donato a Scarlino
Piviere: S. Martino in S. Donato a Scarlino
Comunità: Gavorrano
Giurisdizione: Gavorrano
Diocesi: Grosseto
Compartimento: Grosseto
Stato: Granducato di Toscana
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