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e Storico della Toscana

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Impruneta, in Pineta, in Pinita

 

(Impruneta)

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    IMPRUNETA, già in PINETA, in PINITA, in PINETO fra le vallecole dell’Ema e della Greve. – Grosso Villaggio con antica e celebre chiesa plebana, attualmente insigne collegiata (S. Maria in Pineta) nella Comunità Giurisdizione e circa miglia toscane 4 e 1/2 a ostro-scirocco del Galluzzo, Diocesi e Compartimento di Firenze, la cui città e quasi 7 miglia toscane al suo settentrione.
    Risiede sopra un poggio di gabbro spogliato di alberi, stato però coperto da una
    pineta che diede il nome al villaggio d’Inpineta, ora Impruneta. Il qual villaggio, se non ripete la sua origine, certamente deve il suo incremento e la sua prosperità alla costante devozione dei fedeli verso una miracolosa immagine della Madonna, che venne da molti secoli indietro ritrovata nel luogo dove si edificò la chiesa plebana. Fu questa costantemente protetta dalla potente casa de’Bondelmonti già signora della contrada, ed a cui si deve il grandioso, devoto e ben adorno tempio che ivi si ammira.
    Il villaggio dell’Impruneta è un complesso di varie borgora staccate le une dalle altre, lungo le quali per diverse direzioni trovansi altrettante vie che sboccano nella vasta piazza della devota chiesa; la quale e situata sul dorso di un colle spettante a quelli che separano la vallecola dell’Ema dalla Val di Greve.
    Per quanto la pieve dell’Impruneta debba contarsi fra le più cospicue e vetuste chiese sottomatrici della diocesi fiorentina, pure non riescì al suo erudito illustratore
    Gio. Battista Casotti di trovare documenti ad essa relativi, che possano dirsi anteriori al secolo XI.
    Avvegnachè la chiesa di S. Maria dell'Impruneta è rammentata prima di tutto in un istrumento del 4 novembre 1040 relativo a un offerta di beni fatta da Rolando del fu Gottifredo all'altare di S. Gio. Evangelista eretto nella
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    pieve di S. Reparata a Firenze, e poco innanzi stato consacrato da Tedaldo vescoro di Arezzo. – Si parla pure della stessa chiesa plebana in un contratto del 1 luglio 1042; e sembra che appelli all'anno 1054 l’iscrizione in marmo esistente nella facciata del tempio medesimo, nella quale fu indicata l’epoca della sua consacrazione fatta da Umberto cardinale di Selva Candida. – Fu poi celebrato nella stessa pieve di S. Maria in Pineta un istrumento, nel dì 13 novembre 1074, relativo ad una certa divisione di beni. (ARCH. DIPL. FIOR. Badia di Passignano).
    Sono note abbastanza le bolle dei pontefici Adriano IV (anno 1156) e Niccolò IV (anno 1291) dirette ai pievani dell’Impruneta, con le quali si confermano loro tutti i beni, e nominatamente la giurisdizione e tributi che loro dovevano i popoli delle chiese suffraganee.
    La pieve dell’Impruneta contava 21 succursali, state poscia riunuite in 16, oltre la chiesa plebana. – Attualmente il suo territorio confina dal lato di settentrione con il piviere di S. Pietro a
    Ripoli e con le chiese suburbane della cattedrale di Firenze; da maestro a ponente avvicina il distretto del piviere di S. Alessandro a Giogoli; da ponente a ostro confina con il pievanato di S. Casciano a Decimo; da ostro a levante con quello di S. Cresci a Montefioralle sulla Greve; a levante con le pievi di S. Pietro a Cintoja, e di S. Miniato di Val di Rubbiana; e finalmente a grecale con il piviere di S. Maria dell’Antella.
    Le parrocchie suffraganee della pieve dell’Impruneta sono le seguenti: 1. S. Martino a
    Strada con due annessi, cioè S. Lucia a Montauto e S. Pietro a Doglia; 2. S. Stefano
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    a Pozzolatico; 3. S. Pietro a Montebuoni, già detto di Mulier mala; 4. S. Martino a Bagnolo; 5. S. Pietro in Jerusalem, volgarmente chiamato S. Gersolè; 6. S. Andrea a Lujano con l’annesso di S. Romolo de’Bosti; 7. S. Miniato a Quintole; 8. S. Cristoforo a Strada; 9. S. Giorgio a Poneta; 10. S. Giusto a Mezzana, ossia a Ema, con l’annesso di S. Maria a Carpineta; 11. S. Ilario a Pitigliolo a vicenda con la seguente; 12 S. Cristina a Pancole; 13. S. Lorenzo in Coillina; 14. S. Lorenzo alle Rose; 15. S. Martino a Cofferi; 16. S. Michele a Nizzano, traslatato nel 1791 nell'oratorio del Crocifisso a Montoriolo.
    Le bolle pontificie di sopra accennate rammentano due altre chiese; quella di S. Stefano a
    Bifonica, già romitorio, ed ora cappella semplice nella parrocchia dell’Impruneta: e l’altra è la chiesa di S. Pie tro a Montecchio, della quale esistono i ruderi insieme con quelli del rovinato castelletto omonimo a settentrione ed un terzo di miglio toscano lungi dall’Impruneta.
    Fu sempre di tale importanza il benefizio dei pievani dell’Impruneta, che molte volte fu chiesto ed ottenuto in commenda da vescovi e da
    cardinali; e l’istoria fiorentina, all’anno 1331, ha tramandato ai posteri un fatto, che produsse l’interdetto sopra tutta la città a causa dell’elezione del Cardinale Orsini in pievano dell’Impruneta, fatta dal Papa a pregiudizio dei Buondelmonti, che ne erano già da lungo tempo di ragione i patroni.
    Ma più d’ogn’altro le croniche discorrono delle circostanze critiche, per le quali spesse fiate il governo fiorentino in
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    casi di guerra, o per disavventure di pestilenze, di lunga siccità, o di ostinate piogge ebbe ricorso alla miracolosa Immagine della Madonna dell’Impruneta, il cui venerato tabernacolo con gran treno, grandissimo concorso e devozione veniva processionalmente portato a Firenze.
    Con istrumento celebrato nella pieve dell’Impruneta, del dì 2 marzo 1431 (
    a nativitate), fu dato il possesso al nuovo rettore di una cappellania ivi fondata dal Cardinale Antonio Casini, il quale fu vicario del pievano dell’Impruneta Francesco Zabarella innanzi che quest’ultimo salisse sulla cattedra episcopale di Firenze. – Dallo stesso istrumento pertanto risulta, che la pieve dell’Impruneta sino d’allora aveva un capitolo di cappellani, i quali vivevano vita regolare e canonica per ufiziare giornalmente col pievano, mentre presedevano all’economica amministrazione dei beni di quella chiesa gli Ufiziali dell’Opera; la di cui istituzione, piuttosto che creata, venne riformata con una bolla speciale del Pontefice Giulio II, nell’anno 1511.
    Ma chi concorse al maggior lustro e decoro di cotesta chiesa fu, come dissi, la famiglia magnatizia de’Buondelmonti, patrona antichissima della pieve e di quasi tutte le cappellanie e parrocchie del suo vasto circondario.
    Vero è, che uno dei suoi pievani, e nel tempo stesso Vesc. di Volterra, Antonio degli Agli nobile fiorentino, durante la sua amministrazione (dal 1439 al 1477) si vuole che impiegasse più di 12000 fiorini d’oro in benefizio della ch. dell’Impruneta. È altresì vero, che mediante la vendita delle ricche suppellettili, lasciate nel 1593 per legato dal Cav. Francesco Buondelmoti, la restaurazione del tempio dell’Impruneta potè essere portata quasi a quel punto medesimo, in cui attualmente la si vede.
    Finalmente nel 1634 la sua facciata fu adornata del portico a spese della Confraternita delle Stimate di Firenze.
    I due loggiati della piazza vennero edificati fra il 1653 e il 1670 per il pubblico mercato, e massimamente per la fiera di gran
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    concorso che da lungo tempo suol farsi all’Impruneta nei tre giorni dopo la festa di S. Luca, e la cui rappresentanza è stata perpetuata dal noto, bizzarro bulino d’Iacopo Callot, che con maravigliosa maniera l’intagliò in rame.
    Con solenne funzione nella terza domenica di luglio dell’anno 1834 l’Arciv. di Firenze Ferdinando Minucci dichiarò la pieve dell’Impruneta collegiata prepositura con 9 canonici, 3 sostituti e la sola dignità del preposto pievano, dopo che ivi fu letto dal cancelliere arcivescovile il breve a ciò relativo del Pontefice Gregorio XVI dei 7 giugno antecedente.
    Nella qual circostanza nell’istrumento di concessione fu rammentato, che la Pieve dell’Impruneta era stata decorata del titolo di collegiata sino dall’anno 1469 con breve del Pontefice Paolo II, per quanto a quel breve non fosse stata data esecuzione per mancanza del consenso de’leggittimi patroni della chiesa plebana e delle cappellanie dell’Impruneta.
    Il villaggio dell’Impruneta nei tempi della Repubblica fiorentina dava il nome, insieme con il Galluzzo, ad una
    Lega delle milizie di contado e ad una delle Potesterie suburbane della capitale. – Vedere GALLUZZO Comunità.
    La parrocchia di S. Maria dell’Impruneta nel 1833 comprendeva 2592 abitanti.
Localizzazione
ID: 2315
N. scheda: 26460
Volume: 2
Pagina: 573 - 575
Riferimenti: 41470
Toponimo IGM: Impruneta
Comune: IMPRUNETA
Provincia: FI
Quadrante IGM: 106-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1681699, 4839406
WGS 1984: 11.25525, 43.687
UTM (32N): 681762, 4839581
Denominazione: Impruneta, in Pineta, in Pinita
Popolo: S. Maria dell'Impruneta
Piviere: S. Maria dell'Impruneta
Comunità: Galluzzo
Giurisdizione: Galluzzo
Diocesi: Firenze
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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