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Ischia, Istia d'Ombrone - Valle dell'Ombrone Sanese, Bacino di Grosseto

 

(Istia d'Ombrone - Fiume Ombrone)

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    ISCHIA, ora ISTIA D'OMBRONE (Ischiae Castello) nella Maremma grossetana. – Castello in gran parte diruto con antica pieve (S. Salvatore) nella Comunità Giurisdizione Diocesi e Compartimento di Grosseto, dalla qual città e circa 4 miglia toscane a grecale-levante.
    Risiede a piè delle ultime diramazioni orientali del poggio di Moscona sulla ripa destra del fiume Ombrone, là dove si attraversa in navalestro per continuare la strada Regia da Grosseto a Scansano.
    Una delle memorie più antiche del castello d’
    Istia di Roselle, e dei signori che vi ebbero podere, conservasi fra le pergamene dell’Archivio Arcivescovile Lucchese. È un istrumento celebrato in Lucca li 9 ottobre dell’862, col quale il conte Ildebrando figlio del fu Heriprando conte di Marittima, (l’amicissimo del potente Marchese Adalberto) con il di lui germano Geremìa vescovo di Lucca stabilì di fare una permuta di beni di sua proprietà contro altre possessioni che la cattedrale di Lucca teneva nelle Maremme, cedendo la corte e le case di sua pertinenza poste nel luogo di Cammiano, porzione dell’oratorio di S. Maria situato a Buxiato ed il padronato della chiesa di S. Maria a Tereglio in Val di Lima. Dall’altra parte il vescovo di Lucca rinunziava al di lui fratello altri beni della mensa vescovile lucchese, fra i quali la corte e casa domnicata con la chiesa posta nel luogo di Mucciano sul territorio di Soana, ed il giuspadronato della chiesa di S. Eusebio a Lusciano, pure nel contado soanese. I quali beni lo stesso conte Ildebrando già da tempo innanzi teneva a titolo di livello dal vescovato di Lucca. Oltre a ciò il conte Ildebrando ricevè dal vescovo Geremìa i seguenti beni della mensa lucchese: et dedisti mihi (Hildeprando) in commutationem casis, et capannis
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    et rebus illis in loco Ischie finibus Rosellense pertinentis ipsi Episcopatui vestro, quas Gumperto vassallo vestro in benefcio abuit…..Ubi et super hanc commutationem Domnus nostro Hldovicus Imperator direxit missos suos, idest Teudilascius diaconus et cappellano, et Teudimondo vasso ipsius Cisaris, qui ambulaverunt cum alios bonos et credentes homines, atque renuntiaverunt nobis secundum legem, etc. (ARCH. ARCIV. LUCCH. e Memorie per servire all’Istoria del Ducato di Lucca T. V.)
    Ignoro, se fu in grazia di tale permuta che i conti Aldobrandeschi di Sovana cominciassero ad acquistare un qualche dominio in Ischia, al segno che questo castello insieme con Roselle fu poi rammentato fra i molti feudi della casa Aldobrandesca nelle suddivisioni accadute nel secolo XIII fra gl’individui delle due diramazioni di quella dinastia, cioè, dei conti di S. Fiora e dei conti di Sovana; comecchè la signoria feudale d’Ischia, al pari dell’altra di Roselle, sino dal secolo XII si trovi costantemente appartenente ai vescovi di Grosseto.
    Una prova, che Ischia d’Ombrone spettasse ai suoi vescovi l’abbiamo nella bolla di Clemente III al vescovo Gualfredo, cui venne confermato tutto intiero il castello d’Ischia:
    Castellum de Ischia integre cum eccelesiis, curte et districtu suo, aquis, piscariis et molendinis, et quicquid edificii est, vel proveniri potest in flumine Umbronis, infra curtem, et disrictum prardicti castri et in Lacu Bernardi, et quicquid juris a praenominato fluvio juste ab Episcopo poterit jure domini exigi.
    In quanto poi a Roselle la stessa bolla concedeva al gerarca di Grosseto gli avanzi di Roselle, che non appella più città ma
    Castellum de Rosella cum curte, et districtu suo, praediis, pratis, pascuis, rivis et universis possessionibus suis, et quiquid juste, et rationabiliter habes in Canonica de Roselle, videlicet medietatem omnium testamentorum, et circa nonmina pensionis singulis annis decem solidorum, et albergarias duas generales cum viginti quinque equitaturis,
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    et speciales quantascumque cum septem vel octo equitaturis per annum recipere volueris.
    Dalle ultime espressioni sembra apparire, che Roselle a quell’epoca non fosse priva di abitanti e di abitazioni. Nè lo fu molti anni dopo, tostochè nell’Arch. diplomatico di Siena conservasi un mandato di procura dei 27 agosto 1287, col quale il consiglio degli uomini di
    Roselle, ottenuto il consenso da Fra Bartolommeo vescovo di Grosseto loro Signore, elesse il sindaco Guiduccino di Pazzetto (lo stesso uomo che 12 giorni innanzi era stato eletto in sindaco dagli abitanti del castello d’Ischia) per autorizzarlo a stipulare un atto di accomandigia colla Repubblica di Siena. – (ARCH. DIPL. SENES. Kaleffo dell’Assunta).
    Infatti, che il distretto del castello d’Ischia fino d’allora stasse unito a quello di Roselle, lo dimostra un altro documento del 1262, quando furono stabiliti i confini fra quei doe comunelli ed il distretto di Grosseto, mediante un atto celebrato li 7 luglio dell’anno 1262 in Ischia nel palazzo episcopale. (XIMENES
    , E ame dell’Esame, pag. 380).
    Già dissi all’articolo GROSSETO (Vol. II pag. 529) che il vescovo di questa città con istrumento del 30 aprile 1228 aveva posto sotto l’accomandigia della Repubblica senese i suoi castelli d’Ischia e di Roselle. Per effetto della quale accomondigia, allorchè l’esercito senese (anno 1259) riconquistò la città di Grosseto con i paesi di quella Maremma ribellati al partito ghibellino e imperiale, i Signori Nove di Siena ad istanza del vescovo grossetano fecero significare al conte Giordano e agli altri capitani dell’esercito della lega imperiale, che avessero proibito ai loro soldati di recare danni ai mulini e case d’Ischia. (ARCH. DIPL. SENES.
    Consigli del Popolo).
    Dopo la terza impresa di Grosseto, fatta dai Senesi nell’anno 1266, i reggitori di quel governo deliberarono di far consegnare la rocca d’Ischia in
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    custodia del capitano del popolo senese; comecchè per il civile rendesse ragione ai paesani un potestà a nome dei vescovi. È opera di questi ultimi la torre d’Istia contigua ad un vasto palazzo diroccato, dove una volta i prelati grossetani tenevano frequente, se non l’ordinaria loro residenza.
    Fra i documenti inediti, che stanno a conferma di ciò, citerò i seguenti. Un breve spedito in Ischia, li 17 maggio dell’anno 1267, da Azzo vescovo di Grosseto per concedere indulgenze a quei diocesani che fossero per soccorrere la fabbrica della chiesa di S. Lucia degli Eremiti di Rosia. (
    Vedere EREMO DI ROSIA). Il secondo documento è dei 27 ottobre del 1299, allorchè Giovanni vescovo di Grosseto, stando nella casa di S. Salvatore d’Ischia, costituì un suo procuratore per comparire davanti al Cardinale Teodorigo giudice compromissario nella causa delle decime vertente fra la sua mensa e la badia di Montamiata. (Carte di detta Badia). Il terzo istrumento, dell’anno 1313, 9 agosto, fu fatto nel castello d’Ischia nel palazzo vescovile,quando vi risiedeva Restauro vescovo di Grosseto. (Carte degli Agostiniani di Siena).
    Delle mura del palazzo vescovile in Ischia restano tuttora in piedi con la torre molti avanzi, sufficienti a dare un’idea della sua grandezza.
    I castelli d’Ischia e di Roselle con i respettivi diritti feudali vennero ceduti intieramente alla Repubblica di Siena, nell’anno 1462 dal vescovo Giovanni Agazzarri celebre canonista dei suoi tempi, il quale sentendone poscia rimorso donò alla mensa vescovile grossetana alcuni effetti che egli possedeva in proprio a Seravalle in Val d’Arbia presso Buonconvento.
    Nella vendita delle possessioni d’Ischia, eseguita nel 1498 dal governo senese a favore di Gasparre Petrucci di Siena, si nomina lo spedaletto dei Battenti d’Ischia, siccome di una chiesa di S. Maria Maddalena in Ischia e del suo rettore vien fatta commemorazione in una membrana
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    del 9 agosto 1288 appartenuta al convento degli Agostiniani di Siena, ora nel R. Arch. Dipl. Fior.
    La parrocchia della pieve di S. Salvatore d’Ischia, o a
    Istia d’Ombrone, nel 1595 aveva 243 abitanti, nel 1640 ne contava 137, nel 1718 era ridotta a 50, nel 1745 non aveva che 48 abitanti, mentre nel 1833 noverava 107 abitanti.

    VALLE INFERIORE DELL’OMBRONE SANESE, ossia, BACINO DI GROSSETO. – E’ il quarto bacino dell’Ombrone che costituisce la Valle più ubertosa e nel tempo stesso la più malefica della Maremma toscana.
    Cotesta Valle prende origine alla destra dell’Ombrone dal crine de’ monti di Roccastrada, di Sasso Fortino, di Rocca Tederighi e di Prata situati a maestrale di Grosseto, circa 25 miglia toscane lungi dalla riva del mare, mentre a levante dell’Ombrone si chiude l’ultimo suo bacino con i contrafforti che scendono dai monti di Scansano per Montiano verso Alberese. – E’ circoscritto fra Prata e Massa Marittima dirigendosi dall’
    Accesa, e di là per Gavorrano, Giuncarivo e Tirli fino al mare.
    Entrano in questo bacino per intiero o in parte i territorj più estesi e meno popolati delle Comunità del Granducato come si può vedere dal secondo Prospetto e dalla
    Recapitolazione generale delle Valli.
    Da seguente Prospetto resulta che il quarto
    Bacino della Valle dell’Ombrone Sanese occupa una superficie di quadrati agrarj 360309,97 pari a 448 1/2 miglia quadrate, dove nel 1833 esistevano abitanti 11397 a proporzione di 25 circa per ogni miglio, cresciuti nel 1844 fino a 12805 abitanti corrispindenti a 28 individui per ogni miglio quadrato circa.

    PROSPETTO della SUPERFICIE TERRITORIALE e della POPOLAZIONE della VALLE CENTRALE DELL’OMBRONE SANESE ossia del BACINO DI GROSSETO COMPRESI I VALLONI SUOI TRIBUTARJ negli anni 1833 e 1844

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    nome del Capoluogo della Comunità: Castiglion della Pescaja (nuova)
    superficie territoriale in quadrati agrari: 60138,01
    abitanti nel 1833: n° -
    abitanti nel 1844: n° 1744
    2. nome del Capoluogo della Comunità: Gavorrano (per 1/2 circa)
    superficie territoriale in quadrati agrari: 35416,41
    abitanti nel 1833: n° 1718
    abitanti nel 1844: n° 1301
    3. nome del Capoluogo della Comunità: Grosseto
    superficie territoriale in quadrati agrari: 118956,68
    abitanti nel 1833: n° 3227
    abitanti nel 1844: n° 2852
    4. nome del Capoluogo della Comunità: Massa Marittima (per 1/3 circa)
    superficie territoriale in quadrati agrari: 43087,92
    abitanti nel 1833: n° 2253
    abitanti nel 1844: n° 2387
    5. nome del Capoluogo della Comunità: Roccastrada (per 3/4 circa)
    superficie territoriale in quadrati agrari: 75988,25
    abitanti nel 1833: n° 3152
    abitanti nel 1844: n° 3431
    6. nome del Capoluogo della Comunità: Scansano (per 1/3 circa)
    superficie territoriale in quadrati agrari: 36722,70
    abitanti nel 1833: n° 1047
    abitanti nel 1844: n° 1089

    - TOTALE superficie territoriale in quadrati agrari: 360309,97
    - TOTALE abitanti nel 1833: n° 11397
    - TOTALE abitanti nel 1844: n° 12804
Localizzazione
ID: 2322
N. scheda: 26540
Volume: 2; 5
Pagina: 579 - 581; 659 - 660
Riferimenti:
Toponimo IGM: Istia d'Ombrone - Fiume Ombrone
Comune: GROSSETO
Provincia: GR
Quadrante IGM: 128-3
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1679303, 4739002
WGS 1984: 11.19289, 42.78415
UTM (32N): 679366, 4739177
Denominazione: Ischia, Istia d'Ombrone - Valle dell'Ombrone Sanese, Bacino di Grosseto
Popolo: S. Salvatore d'Ischia, a Istia d'Ombrone
Piviere: S. Salvatore d'Ischia, a Istia d'Ombrone
Comunità: Grosseto
Giurisdizione: Grosseto
Diocesi: Grosseto
Compartimento: Grosseto
Stato: Granducato di Toscana
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