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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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Isola di Giannutri - Cala degli Spalmatoj - Cala Moresca

 

(Isola di Giannutri)

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    ISOLE DELL’ARCIPELAGO TOSCANO
    Le Isole sparse e appartenenti al Mar tirreno, stando alla divisione geografica da noi adottata, sono tutte quelle situate ad una certa limitata distanza dal littorale della Toscana, a partire dal promontorio di Portovenere sino al di là del promontorio Cossano: nel quale spazio la più settentrionale è l’isola di Palmaria, la più meridionale quella di Giannutri, e la più occidentale l’Isola di Capraja. La prima e l’ultima delle tre isole testè nominate appartengono al ducato di Genova, Regno Sardo; Giannutri con le isole del Giglio, di Monte Cristo, di (ERRATA: Pamajola) Pianosa, dell’Elba e della Gorgona dipendono dal Granduca di Toscana insieme con i minori isolotti di Palmajola, di Cerboli, di Troja, la Formica di Monte Cristo, di Burano e quelle così dette di Grosseto, oltre lo scoglio in mezzo al banco della Meloria.
    Non si conosce esattamente la suprficie quadrata di tutte le isole preaccennate, ma approssimativamente calcolate, esse occupano in mezzo al mare circa 115 miglia toscane quadrate di un terreno in gran parte massiccio e
    plutoniano; siccome si avrà luogo di osservare nei seguenti respettivi articoli di ciascuna delle Isole dell’Arcipelago toscano.

    ISOLA DI GIANNUTRI (
    Dianum degli antichi, e Artemisia di Plinio). – Piccola isola di due miglia toscane appena di superficie con 4 di perimetro. È della figura di una mezza luna con le corna verso levante che fanno ala ad un aperto golfo. Ha una superficie di quasi 3 miglia toscane quadrate; è situata fra il grado 28° 45’ e 28° 46’ 4’’ longitudine ed il grado 42° 14’ e 42°
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    16’ latitudine, circa 7 miglia toscane a ostro del promontorio Argentaro, a partire dalla sua punta più prominente alla torre della Ciana; 12 miglia toscane a ostro-libeccio di Port’Ercole, e 15 a scirocco del porto dell’Isola del Giglio.
    Mancano notizie vetuste intorno a cotesta isola, siccome è cosa altrettanto incerta, se il suo primo nome di
    Dianum, o Dianea, derivasse da un qualche tempio dedicato a quella Dea cacciatrice. Certo è peraltro, che in Giannutri s’incontrano tuttora non pochi ruderi di fabbriche romane, e tali da far credere che esse fossero di una qualche magnificenza.
    Della forma, e di alcune vestigia romane trovate in Giannutri e disegnate nel 1807 da Giovanni Grazzini ingegnere, fu con gajo stile discorso a lungo da Onorio Boni in una sua lettera a Gio. Gherardo de’Rossi, pubblicata in un giornale di Firenze (
    l’Ape) nell’anno 1809 insieme con una mappa topografica dell’Isola, piante ed alzati di alcuni avanzi di edifizii romani. Il più grande dei quali, essendo diviso in varii ricettacoli, fu creduto dal Grazzini una conserva d’acqua, mentre altri residui appartengono a fabbriche in gran parte sotterrate. Esistevano allora costà 5 colonne di granito dell’Isola del Giglio, varii capitelli corintii di marmo bianco, de’frammenti di tavolette di porfido, di serpentino, di giallo e di verde antico, dai quali probabilmente erano rivestite le pareti di quell’edifizio, creduto un tempio, avanzando tra quelle macìe dei resti di pavimento marmoreo di mosaico. Di monumenti scritti null’altro in quella breve escursione fu scoperto eccetto che una medaglia coll’effigie di Nerva, in cui leggevasi: I. NERVA. C. A. PON. MAX. T. P. C. III. P. P., e nel rovescio EQVITAS AVGVSTI.
    Oltre a ciò vi furono trovati dei mattoni sigillati colle iscrizioni circolari. – Tutti questi frammenti vennero trasportati nella R. Galleria di Firenze colla memoria del
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    luogo, nel quale erano stati rinvenuti.
    Più recente è la notizia che dell’Isola di Giannutri ha fornito al pubblico il Prof. Giuseppe Giulj nel giornale senese del luglio 1833, intitolato l’
    Indicatore, nel quale, a pagina 35, ci avvisa, che l’Isola è montuosa ed è composta di pietra calcarea; che quasi nel centro havvi una collina di breccia calcarea, sopra cui (nel 1806) fu costruito un fortino, attualmente diruto affatto per essere stato fabbricato malamente. Quindi lo stesso autore soggiunge:
    “La circonferenza dell’Isola sarà circa 5 miglia, la sua maggior lunghezza è di 2 miglia toscane circa, ed ha un principio dalla
    Punta secca a tramontana, e si estende fino alla Punta di mezzo giorno. La larghezza è circa un miglio, ed ha principio dalla Cala dello Spalmadore e termina alla Cala Maestra”.
    “Sopra la piaggia vi si contano le seguenti cale, e, cominciando l’indicazione di esse dalla parte di levante, e proseguendo il cammino verso mezzo giorno, e tornando al punto da cui si è partito, si conta la cala dello
    Spalmadore, la cala del Lino, l’altra del Volo di notte, che è la più vicina alla punta di mezzo giorno; e passata la medesima s’incontra la cala del Grottone; a ponente la cala del Brigantino; verso maestro la cala Maestra; a tramontana la cala di Punta secca e l’altra dello Sfondo, e volgendo verso oriente si ha la cala del Cannone”. “Non vi esiste alcuna traccia d’antiche coltivazioni, e solo vi si trovano degli Olivi salvatici, dei Corbezzoli, dei Sondri o Lentischi, e delle grosse Sabine”.
    “L’isola è priva di sorgenti di acqua, e per
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    questo, quando nel 1806 vi fu posto un presidio militare, vi mandavano in botti questa bevanda dal vicino monte Argentale”.
    Pure l’Isola di Giannutri al pari di quella del Giglio è rammentata nel privilegio attribuito a Carlo Magno e nella bolla del Pontefice Leone III, che il primo donò e l’altro confermò al Mon. de’SS. Vincenzo e Anastasio ad
    Aquas Salvias, o alle Tre fontane presso Roma, l’Ansedonia col suo porto, il tombolo della Feniglia, Port’Ercole, lo Stagno, il monte Argentaro, le isole del Giglio e di Giannutri sino a cento miglia di mare. I quali privilegii molti secoli dopo furono rinnovati a favore dei monaci delle Tre fontane, dai pontefici Eugenio III, Anastasio IV, Adriano IV, Alessandro III e Lucio III rammentando in tutte quelle bolle il dono fatto da Carlo Magno dei castelli, stagni, porti, ed isole soprannominate.
    Tutti questi paesi con i diritti feudali, mediante un’istrumento (
    ERRATA: del 1299) del 1269, dall’abate delle Tre fontane furono ceduti a titolo di enfiteusi perpetua al conte Ildebrandino, detto il Rosso, figlio del C. Guglielmo de’conti Palatini di Sovana. La qual enfiteusi venne rinnovata in Orbetello nel 1286 a favore della contessa Margherita figlia unica del suddetto conte Ildebrandino, ed erede della casa Aldobrandesca di Sovana. Onde imprimere una più solenne validità a cotesta investitura, concorse eziandio il beneplacito del Pontefice Bonifazio VIII, mercè di un suo breve spedito dal Laterano li 10 di mano del 1303.
    Finalmente l’abate delle
    Tre Fontane, per atto pubblico rogato in Roma li 10 di maggio del 1358, investì i conti Ildebrandino, Niccola e Gentile della famiglia Orsini conti di Sovana, rinnovando in testa loro il feudo medesimo del territorio Orbetellano con l’Andedonia, il Monte Argentaro
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    , le Isole del Giglio e di Giannutri, luoghi tutti già stati infeudati a favore dei loro genitori C. Guido e contessa Anastasia, come figlia questa ed erede della C. Margherita testè nominata.
    Una simile rinnovazione del feudo dell’Ansedonia fu fatta in Pitigliano li 15 giugno 1410 da Fra Bernardo monaco Cistercense dell’abbadia delle
    Tre fontane, sindaco del suo monastero, in testa del conte Bertoldo Orsini di Pitigliano, di Orso, d’Ildebrandino,e di Niccola suoi figli ed eredi. Finalmente con atto dei 12 agosto 1452, previo un lodo del Pontefice Niccolò V, l’abate e i monaci delle Tre fontane cederono liberamente ed in perpetuo il suddetto feudo alla Repubblica senese per l’annuo tributo di 50 fiorini con altri patti e condizioni; il qual tributo più tardi fu ridotto a ducati 5 d’argento. – In conseguenza di tuttociò, per quanto di niun frutto, l’Isola di Giannutri si conservò e costituì costantemente una porzione del territorio giurisdizionale di Orbetello. – Vedere ORBETELLO, e PITIGLIANO.

    CALA MORESCA. Nel lato australe dell’Isola di Giannutri.

    CALA DEGLI SPALMATOJ nell’Isola di Ginnatutri. È detta anche il Golfo, stante il largo seno da cui è formata, mediante le due branche della montagna che a semicerchio circoscrivono dal lato orientale il seno incurvato di quell’Isola.
Localizzazione
ID: 2326
N. scheda: 26640
Volume: 1; 2
Pagina: 381, 382; 594
Riferimenti:
Toponimo IGM: Isola di Giannutri
Comune: ISOLA DEL GIGLIO
Provincia: GR
Quadrante IGM: GIAN
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1673348, 4679754
WGS 1984: 11.10218, 42.2523
UTM (32N): 673411, 4679928
Denominazione: Isola di Giannutri - Cala degli Spalmatoj - Cala Moresca
Popolo:
Piviere:
Comunità: Orbetello
Giurisdizione: Orbetello
Diocesi: Sovana
Compartimento: Grosseto
Stato: Granducato di Toscana
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