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e Storico della Toscana

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Lari

 

(Lari)

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    LARI nelle Colline superiori pisane. – Terra murata con sovrastante castello attualmente ridotto a pretorio, capoluogo di comunità e di piviere (S. Maria e S. Leonardo) nella Diocesi di Sanminiato, già di Lucca, Compartimento di Pisa.
    Trovasi Lari sopra una collina di tufo conchigliare posta fra la vallecola della
    Cascina, che l’avvicina dal lato di levante e la Valle della Tora, che gli resta a ponente, mentre dal lato di settentrione gli si aprono davanti le Valli dell’Arno pisano e del Serchio lucchese.
    Sebbene la situazione di Lari non sia più elevata di 346 braccia sopra il livello del mare Mediterraneo, ciò nonostante si scuopre di costà un’estesa veduta, cui fanno cornice, per la parte di levente a grecale i monti che dividono la Pesa dall’Elsa; per il lato di settentrione e maestrale i gioghi dell’Appenuino di Pistoja, di Lucca e dell’Alpe Apuana; da maestrale a ponente il mare toscano sino ai monti Livornesi, mentre nella direrione da ostro a levante chiudono il panorama i monti di Gerfalco e di Montieri, oltre quello che emerge più in avanti con la città di Volterra sul dorso.
    Lari è posto nel grado 28° 15’ longitudine e 43° 34’ latitudine; 8 miglia toscane all’incirca a ponente di Peccioli; 6 a ostro di Ponsacco, e 9 da Pontadera nella stessa direzione; 18 miglia toscane a scirocco di Pisa, e 20 a levante di Livorno, che è quasi nello stesso suo meridiano.
    Lari è di figura quasi orbiculare con doppio giro di mura castellane. Quelle più alte del centro racchiudono l’antica rocca, che serve di residenza al vicario R. con piazza davanti, cisterna in mezzo, e cui dà unico ingresso una scala di 95 gradini con antiporto. Alla metà della salita havvi altra cisterna per uso del pubblico fatta nel 1448 con l’arme de’Pitti e
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    quella delli Scali, stati vicarii delle colline pisane a Lari.
    Il cerchio inferiore delle mura che circondano il castello di Lari racchiude tra questo e quelle una strada, la quale gira intorno all’alto rotondeggiante fortilizio, in guisa che potrebbe assomigliarsi quasi ad un
    flos in flore, mentre esso sporge di sopra alle subiacenti vie e alla chiesa plebana della Terra. Le mura di quest’ultima hanno tre antiche porte, per le quali si entra dentro il paese; cioè una a grecale detta la Porta fiorentina con l’arme de’Medici sopra l’arco dal lato sinistro lo stemma de’Salviati, e a destra quello di Lari, che è una torre sopra un’iscrizione del seguente tenore: Al tempo di Batista di Giano Salviati a di XV febbrajo MDXXXIV. Un’altra porta voltata a ponente ha un antiporto con muri intorno, e dicesi la Porticciuola, o Porta Pisana, Livornese e Maremmana. Il terzo ingresso tra ostro e scirocco si appellava la Porta Volterrana, o del Ponte. Essa fu demolita nell’anno 1780 per facilitare alle carra ed alle vetture l’entratura nella Terra. Sopra quest’ultima porta era murata altra iscrizione in pietra con li stemmi dei sotto nominati vicarii, cioè: Tempore Bonacursii Luce de Pittis Vic. MCCCCLIII. – Laurentii Bongianni Vic. 1453.
    Di questa Terra principale delle colline pisane non s’incontrano memorie molto antiche, qualora non si voglia fabbricare castelli in aria, andando in traccia di vaghe congetture per dare una stiracchiata spiegazione del suo vocabolo, che alcuni cercarono fra le divinità pagane dei Lari domestici o dei Lari delle campagne, altri fra i nomi e prenomi di famiglie romane, mentre certuni credettero di trovare a questa congettura qualche appoggio nella scoperta fatta nei contorni di
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    Lari d’idoletti e medaglie antichissime di bronzo e di argento, alcune delle quali si mostravano nella villa signorile dei Pandolfini fuori della Porta pisana, presso il subborgo chiamato del Colle.
    Comunque sia, di una
    corte e castello di Lari nel contado pisano si fa menzione in un placito o giudizio pronunciato in Pisa li 31 agosto 1067 da Gottifredo marchese di Toscana; mercè cui fu ordinato di restituire al vescovo pisano ed alla sua cattedrale i beni e il padronato di una chiesa situati nella corte e castello di Lari; in conseguenza della donazione che era già stata fatta alla di lui mensa da un Ildebrando figlio di un tale Alchero.
    Si può peraltro credere, che durante l’esistenza della Repubblica di Pisa il castello di Lari si ritenesse sempre presidiato per conto di quel governo, giacchè da un istrumento degli 11 Dicembre 1375 apparisce, qualmente gli abitanti di Lari, considerando all’inconveniente di dovere prendere ogni sei mesi a pigione una casa per i nuovi capitani delle colline pisane, i quali venire solevano sino d’allora a render giustizia in Lari, deliberarono, a sgravio del loro comune, di acquistare in compra a tal uopo una sufficiente abitazione, siccome fu eseguito mediante l’istrumento testè citato. (MARITI,
    Odeporico delle Colline, MS. nella Riccardiana).
    Nel 1164 i terrazzani di Lari presero parte nelle turbolenze insorte fra diversi paesi del dominio di Pisa, contro i quali i governanti di questa città inviarono gente armata per farli ritornare alla obbedienza dovuta. Peraltro nel secolo susseguente il popolo di Lari sedotto nuovamente insorse, e l’opportunità del sito pare che prestasse ardire ad alcuni potenti pisani, ribelli e fuorusciti della patria, i quali si fortificarono costà.
    È tuttora ignota l’epoca nella quale il Castello di Lari fu fabbricato, ma nel 1230 vi si ritirarono gli
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    Upezzinghi dal vicino loro possesso di Mazzagamboli, e da essi credesi che vi fosse la prima volta costruita la rocca superiore, stata più tardi rifabbricata con maggiore solidità, e finalmente convertita nel palazzo pretorio, e negli annessi della curia, conservando sempre il nome di castello.
    Non saprei tampoco dire, nè quando, né come il castel di Lari principiasse ad essere destinato a fortilizio presidiato e sotto l’immediato dominio della Repubblica pisana. È fama peraltro che il giuspadronato del luogo fosse pervenuto per titolo di donazione dagli Upezzinghi di
    Mazzagamboli negli arcivescovi di Pisa, per cui la comunità di Lari, e più tardi la Corona di Toscana pagava un piccolo censo annuo all’Arciv. di Pisa.
    L’epoca della sua riedificazione fu registrata da mano posteriore a piè dello stemma di messer Jacopo di Bongianni Gianfigliazzi stato vicario di Lari per la Repubblica fiorentina nell’anno 1523. Avvegnachè sotto il blasone del testè accennato vicario, murato sulla porta interna del pretorio, leggesi la seguente maccheronica ottava:

    Ero casa caduca, abietta e vile,
    minacciavo rovina ad ogni vento,
    In me non era loggia nè cortile,
    Ma ogni cosa piena di spavento.
    Or surgo come casa signorile,
    Non fu dal ciel favor mai tardo o lento,
    Per grazia d’esso nobil Gianfigliazzo
    Di vil tugurio diventò palazzo
    .

    Ma chi scrisse questi versi non vide forse i due distici che furono impressi e cotti colla terra verniciata della Robbia insieme coll’arme di un altro nobile fiorentino, stato vicario in Lari pel Comune di Firenze nell’anno 1525 Fu questi Bartolommeo Capponi, a piè della di cui arme murata nel cortile del pretorio leggonsi i seguenti quattro versi:

    Temporis et muri saevas subitura ruinas
    Transtulit in tutum signa benignus amor.
    Qui struxit fastu longe, remotus ab omni
    Nomine
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    Capponius Bartholomeus erat.

    Al Capponi suddetto precedè di un anno nell’istessa carica Alessandro di Pietro di Mariotto Segni (dal 25 settembre del 1524 al 25 marzo susseguente) il cui stemma ed anno trovasi fra le numerose armi murate nell’esterna parete del pretorio; e lo stemma del medesimo vicario Segni è ripetuto in un bellissimo alto rilievo di scultura di Luca della Robbia che conservasi nel quartiere del vicario di Lari. – È un ovato rappresentante una Madonna col S. Bambino, tutto di vernice bianca, contornato da un festone di fiori, di frutti e di fogliami a diversi colori.
    La Terra di Lari si sottomesse con atto pubblico al dominio della Repubblica fiorentina nell’ottobre del 1406. D’allora in poi la capitania delle colline superiori e inferiori pisane prese il titolo di vicariato di Lari, ed il primo vicario fiorentino che vi tenne ragione fu Angelo di Giovanni da Uzzano.
    Gli statuti comunitativi di Lari vennero riformati sotto il vicario Niccolò di Roberto Davanzati, e contano la data del I febbrajo 1414. Dalla nota peraltro degli statutarii che concorsero a formarli rilevasi, che li statuti medesimi erano applicabili a tutto il vicariato, al quale allora trovavansi soggetti i comuni seguenti: 1.
    Lari, 2. Cascina, 3. Parlascio, 4. Ceppato, 5. Sant’Ermo, con poche ville, 6. Colle Montanino, 7. Bagno a acqua, e S. Ruffino, 8. Cevoli e Gramignano, 9. Lavajano, 10. Crespina con Carpineto, 11. Valtriana, 12. Tremoleto, 13. Lorenzana, 14. S. Regolo con Bucciano, 15. S. Luce con Riparbella, 16. Castellina con Pomaja, 17. Rosignano, 18. Vada, 19. Castel nuovo (della Misericordia) 20. Castelvecchio con
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    Gabbro, 21. Colognola e Parrana, 22. Castell’Anselmo, 23. Nugola e Campi, 24. Colle Salvetti, 25. Piazza Farneta, 26. Vicarello.
    La chiesa parrocchiale di Lari è notata nel catalogo del 1260 fra quelle della Diocesi lucchese come filiale della pieve di S. Bartolommeo a
    Triana. Il patronato della medesima spettava da tempo immemorabile al popolo, comecchè nel 1418 vi concorresse per una voce l’Arcivescovo di Pisa.
    Ciò richiama alla mente il placito del 1068 del marchese Gottifredo, mercè cui furono restituiti al Vescovo pisano dei beni con il padronato di una chiesa nelle appartenenze di Lari per donazioni anteriormente fatte alla sua mensa vescovile.
    Con decreto delli 10 dicembre 1372 il vescovo di Lucca diede licenza al rettore della cura di Lari di battezzare i suoi popolani per la ragione, ch’era stata distrutta la pieve di
    Triana. Con tuttociò il sacro fonte non venne collocato nella chiesa di Lari prima dell’anno 1449, e ciò mediante l’annuo tributo alla mensa lucchese di libbre due di cera.
    La chiesa plebana di Lari è di una sola navata, ed ha sull’architrave esterno della porta scolpito l’anno MCCCC. Sul frontone della facciata sono state collocate due statuette di marmo bianco, comecchè non fossero fatte per quel posto. Una di esse rappresenta la SS. Annunziata, e l’altra l’Angelo Gabbriello. Sono entrambe di buono scalpello: e qualche intendente le ha supposte opera di Tommaso figlio del celebre Andrea Pisano scultore, architetto e uno de’più valenti allievi di suo padre.
    Questa pieve non conta alcuna parrocchia suffraganea, ma piacque a Monsignor Suarez Vescovo di Sanminiato di costituirla nel 1737 una dei capotesti, nei quali distribuì le chiese della sua diocesi, assegnando al caposesto di Lari le parrocchie di Cevoli, di Saroffino, del Bagno a Acqua, di Colle Montanino,
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    Parlascio, SantErmo, Casciana, Usigliano, Fauglia, Crespi, Tripalle e Tremoleto.
    Dalla sopra esposta nota dei varii comuni che concorsero alla compilazione degli statuti di Lari e di tutto il distretto resulterebbe, che nell’anno 1415 quel vicariato non comprendeva nella sua giurisdizione altro che le colline superiori pisane, le quali pel civile trovavansi allora suddivise nelle potesterie di
    Lari, di Crespina e di Rosignano.
    Pochi anni dopo peraltro il vicariato di Lari si estese non solamente sopra tutte le colline superiori, ma ancora sulle inferiori pisane, cioè verso quelle che fiancheggiano la Valle dell’Era. In conseguenza di chè, la sua giurisdizione oltre le tre potesterie di sopra nominate ebbe anche quelle di Peccioli e di Palaja.
    Nei secoli posteriori lo stesso vicariato fu soggetto a diverse modificazioni e smembramenti, il più recente dei quali seguì nell’anno 1833, quando fu eretto il vicariato di Rosignano.
    Il clima di Lari e dei suoi contorni è ottimo, e le acque dei fonti, quantunque scarse, sono buone.
    Nell’estate suppliscono le acque delle cisterne, e quelle di una fonte pubblica per gli usi più comuni ed esterni.

    Movimento della popolazione della TERRA di LARI a tre epoche diverse, divisa per famiglie.

    ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici -; numero delle famiglie 104; totalità della popolazione 619.
    ANNO 1745: Impuberi maschi 141; femmine 149; adulti maschi 160, femmine 176; coniugati dei due sessi 288; ecclesiastici 9; numero delle famiglie 171; totalità della popolazione 923.
    ANNO 1833: Impuberi maschi 296; femmine 257; adulti maschi 225, femmine 217; coniugati dei due sessi 563; ecclesiastici 12; numero delle famiglie 278; totalità della popolazione 1570.

    Comunità di Lari. – Il territorio di questa comunità abbraccia una superficie di 27,879 quadrati agrarii, dei quali 871 quadrati sono occupati da corsi di
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    acqua e da pubbliche strade. – Vi si trovava nel 1833 una popolazione di 7483 abitanti, calcolati a ragione di circa 226 individui per ogni miglia toscane quadr di suolo imponibile.
    Questo territorio, che presenta una figura conica irregolare con la base tra scir. e libeccio, trovasi circondato da 9 comunità.
    La parte volta a scirocco confina con la Comunità di
    Chianni mediante il torrente Fine detto di Rivalto, per distinguerlo dal fiume Fine che scende dall’opposta pendice dei monti di Chianni alla marina di Rosignano, mentre il torrente Fine tributa le sue acque nella Cascina. A questa confluenza subentra dal lato di levante la Comunità di Terricciuola, con la quale l’opposta di Lari cammina di conserva lungo la preaccennata fiumana. Alla strada tra Cevoli e Santo Pietro incomincia la Comunità di Capannoli, seguita il corso della Cascina sino a che giunta vicino a Ponsacco lascia a destra il fiume e con esso la Comunità di Capannoli. Quà voltando da levante a grecale incontra il territorio della Comunità di Ponsacco, cui serve di limite la Fossa nuova fino alla casa del podere omonimo, dove sottentra la Comunità di Pontedera, con la quale l’altra di Lari fronteggia di conserva per lo stradone di Palmerino, che costuisce la punta del cono sopra indicato. Costà il territorio di Lari voltando da grecale a maestrale e quindi a ponente incontra la Comunità di Cascina, e và con essa di conserva mediante il fossetto dello Strozzi e lo stradone di Palmerino sino al Fosso del Zannone. A questo fosso trova la Comunità di Fauglia e con essa questa di
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    Lari corre lungo tratto dal lato di ponente, ora mediante termini artificiali, ora lungo piccoli fossi fino al fiumicello Tora.
    Su questo fiume la Comunità di
    Lari voltando faccia da ponente a libeccio trova dirimpetto quella di Santa Luce, con la quale dirigesi verso la strada comunitativa che guida a Colle Montanino, e di là per termini artificiali prosegue col torrente Fine di Rivalto, nella direzione da libeccio a grecale finchè ritrova la Comunità di Chianni.
    Fra i maggiori corsi di acqua che attraversano o che rasentano la Comunità di Lari, si possono contare, a levante la fiumana della
    Cascina, a settentrione il fiumicello Cre pina, e dal lato di settentrione il Fosso Reale o del Zannone. Quest’ultimo ha la sua origine sulla pendice settentrionale della collina di Lari, mentre il Crespina nasce nella collina di Usigliano a ostro dello stesso capoluogo.
    Molte e buone strade rotabili sono state aperte nel territorio di questa comunità. Una strada provinciale rasenta il territorio della comunità dal lato di levante, a partire dalla R. pisana a Pontedera, la quale passando da Ponsacco e di là lungo la
    Cascina giunge al Bagno a Acqua. Un altro tronco di strada provinciale si stacca a Ponsacco per dirigersi verso libeccio sulla collina di Orceto, e costà rimontando il fosso dello Zannone perviene a Lari.
    La qualità del terreno di questa comunità riducesi quasi tutta ad un tufo calcareo arenoso più o meno ricco di argilla. Egli ha un colore giallo rossastro: è zeppo di molluschi di varia specie, di univalvi, bivalvi e concamerati, dalla grandezza delle ostriche di un palmo sino alle conchiglie quasi microscopiche. Sono di quest’ultima classe gl’innumerabili ammoniti che costituiscono il tufo pietroso, ossia
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    la Lumachella delle cave di S. Frediano a Usigliano di Lari, e del poggio di Parlascio.
    Sul confine a libeccio della Comunità di Lari, comecchè la natura predominante del terreno sia costà pure dello stesso genere, ciò nonostante il tufo che lo ricuopre è più scarso di testacei.
    In questa stessa comunità è compreso il famoso Bagno a Acqua, denominato anche il
    Bagno di Casciana, sopra il quale non starò ad aggiungere parola a quanto dissi al suo Articolo ACQUA (BAGNO A).
    L’agricoltura nei contorni di Lari vi è ben praticata, e le sue terre ricche di molluschi calcinati col continuo loro stritolamento divengono più feconde, quantunque gl’ingrassi artificiali e gli avvicendamenti agrarii vi potrebbero essere meglio praticati. – Le raccolte consistono in olio buonissimo, in molto vino di mediocre qualità, in grano appena sufficiente al consumo, in una quantità vistosa di pere, mele, pesche ed altri frutti che si smerciano ai mercati di Pisa e di Livorno, in carciofi ed in copiosi piselli che inviansi freschi nelle suddette città e altrove. Non vi sono praterie stabili, ma vi si semina la lupinella in dose più che sufficiente al bisogno degli animali cavallini, i quali non sogliono essere troppi in questa comunità.
    Fra gli alberi da frutto sono in aumento i gelsi, mentre le selve di castagni vanno gradatamente a diradarsi e quasi a distruggersi; siccome sembra che siano stati distrutti i boschi di lecci e di pini, il più longevo dei quali cadde nel 1782, e sino dal 1632 per la sterminata sua altezza e grossezza riguardavasi famoso, al pari del colossale
    quercione esistente tuttora sul trivio fra la strada provinciale da Ponsacco al Bagno a Acqua e quella che conduce a Santo Pietro.
    Il capitano Giovanni Mariti autore di varii Odeporici per le colline pisane da esso
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    eseguiti a intervalli sulla fine del secolo XVIII, potè calcolare il prodotto del raccolto annuale dei popoli compresi nella comunità di Lari, deducendolo da un decennio; in guisa che, presa la media proporzione, trovò che il territorio comunitativo in questione forniva annualmente le seguenti vettovaglie:

    Vino
    Barili 70,000
    Olio
    Barili 30,000
    Grano
    Staja 45,000
    Biade grosse
    Staja 80,000
    Biade minute
    Staja 60,000
    Castagne
    Staja 10,000

    In ordine al motuproprio dei 17 Giugno 1776, col quale il Granduca Leopoldo I rese comuni all’antico territorio pisano quei benefizj che aveva già compartito al contado fiorentino, allorchè ordinò un piano economico per tutte le comunità più confacente al sistema di quell’utile e giusta libertà che fruttò tanti beni alla Toscana, in ordine, dissi, a quel sovrano motuproprio, la comunità di Lari abbracciò in un solo corpo amministrativo dieci preesistenti comunità nella guisa che attualmente conservasi.
    Vedere la Tav. della sua popolazione a piè del presente Articolo.
    La comunità di Lari mantiene un medico-chirurgo nel capoluogo, e diversi maestri di scuole elementari residenti in Lari, in Casciana, al Bagno a Acqua ed a Cevoli.
    Il vicario regio di Lari, che è di seconda classe, rapporto al buon governo e alla polizia è sottoposto al governatore di Pisa. Egli ha la giurisdizione civile su tutta la comunità di Lari, e sopra le limitrofe di Lorenzana e di Santa Luce. In quanto alla giurisdizione criminale, oltre le già nominate, abbraccia il distretto delle potesterie di Peccioli e di Chianni.
    Inoltre risiede in Lari una cancelleria comunitativa di II classe, la quale serve anche alle Comunità di Fauglia, di Colle Salvetti, di Lorenzana, di Santa Luce e di Chianni. – Vi è un uffizio di esazione del Registro, ed un ingegnere di Circondario, il quale comprende oltre questa di Lari le cinque soprannominate comunità.
    La conservazione delle Ipoteche è in Livorno, la Ruota in
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    Pisa.

    POPOLAZIONE della Comunità di LARI a tre epoche diverse.

    - nome del luogo: Bagno a Acqua, titolo della chiesa: S. Maria Assunta (Pieve), diocesi cui appartiene: Sanminiato, abitanti anno 1551 n° 326 (con S. Niccolò a Casciana), abitanti anno 1745 n° 514, abitanti anno 1833 n° 1012
    - nome del luogo: Casciana, titolo della chiesa: S. Niccolò (Prioria), diocesi cui appartiene: Sanminiato,
    abitanti anno 1551 n° 326 (con S. Maria Assunta al Bagno a Acqua), abitanti anno 1745 n° 723, abitanti anno 1833 n° 1027
    - nome del luogo: Cevoli, titolo della chiesa: SS. Pietro e Paolo (Pieve), diocesi cui appartiene: Sanminiato,
    abitanti anno 1551 n° 358, abitanti anno 1745 n° 646, abitanti anno 1833 n° 1172
    - nome del luogo: Colle Montanino, titolo della chiesa: S. Lorenzo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Sanminiato,
    abitanti anno 1551 n° 170, abitanti anno 1745 n° 170, abitanti anno 1833 n° 294
    - nome del luogo: S. Eremo, titolo della chiesa: S. Ermete (Pieve), diocesi cui appartiene: Sanminiato,
    abitanti anno 1551 n° 84, abitanti anno 1745 n° 316, abitanti anno 1833 n° 540
    - nome del luogo: LARI e sue ville, titolo della chiesa: S. Maria e S. Leonardo (Pieve), diocesi cui appartiene: Sanminiato,
    abitanti anno 1551 n° 619, abitanti anno 1745 n° 923, abitanti anno 1833 n° 1570
    - nome del luogo: Parlascio e Ceppato, titolo della chiesa: SS. Quirico e Giulitta (Prioria), diocesi cui appartiene: Sanminiato,
    abitanti anno 1551 n° 228, abitanti anno 1745 n° 247, abitanti anno 1833 n° 435
    - nome del luogo: Perignano, titolo della chiesa: S. Lucia (Prioria), diocesi cui appartiene: Sanminiato,
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    abitanti anno 1551 n° 182, abitanti anno 1745 n° 258, abitanti anno 1833 n° 677
    - nome del luogo: San Roffino, titolo della chiesa: S. Lorenzo (Prioria), diocesi cui appartiene: Sanminiato,
    abitanti anno 1551 n° 88, abitanti anno 1745 n° 173, abitanti anno 1833 n° 301
    - nome del luogo: Usigliano di Lari, titolo della chiesa: S. Lorenzo (Prioria), diocesi cui appartiene: Sanminiato,
    abitanti anno 1551 n° 152, abitanti anno 1745 n° manca, abitanti anno 1833 n° 455

    - Totale
    abitanti anno 1551 n° 2207
    - Totale
    abitanti anno 1745 n° 3970
    - Totale
    abitanti anno 1833 n° 7483

    LARI nelle Colline superiori pisane. – Infine si aggiunga. – La sua cancelleria Comunitativa abbraccia le Comunità di
    Lari, di Chianni, di Colle Salvetti, di Fanghia, e di Lorenzana, e nello stesso perimetro territoriale si estende quella del suo ingegnere di Circondario. – Vedere l’Articolo CRESPINA nel SUPPLEMENTO, e TRIANA in Val di Tora.
    Nel 1833 la Comunità di Lari contava 7483 Abitanti e nel 1845 ne aveva con gli annessi 8908, come appresso:

    Bagno a Acqua
    Abitanti N.° 1285
    Casciana,
    Abitanti N.° 1162
    Cevoli (
    porzione), Abitanti N.° 1186
    Colle Montanino,
    Abitanti N.° 387
    S. Ermo,
    Abitanti N.° 559
    LARI,
    Abitanti N.° 1901
    Parlascio,
    Abitanti N.° 428
    Perignano (
    porzione), Abitanti N.° 778
    Usiglian di Lari,
    Abitanti N.° 469
    S. Ruffino,
    Abitanti N.° 317

    Annessi

    Gello di Lavajano; da Pontedera, Abitanti N.° 412
    Pieve di S. Luce;
    da Santa Luce,
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    Abitanti N.° 21
    Ponsacco;
    dalla Comunità di Ponsacco, Abitanti N.° 3
    TOTALE
    Abitanti N.° 8908

    Rispetto alla Statistica degli Abitanmti del vicariato di Lari nel 1491 e nel 1515
    Vedere nel SUPPLEMENTO l’Articolo PISA.
Localizzazione
ID: 2373
N. scheda: 27320
Volume: 2; 6S
Pagina: 644 - 649; 120 - 121
Riferimenti:
Toponimo IGM: Lari
Comune: LARI
Provincia: PI
Quadrante IGM: 112-4
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1628582, 4824931
WGS 1984: 10.59305, 43.56782
UTM (32N): 628645, 4825106
Denominazione: Lari
Popolo: S. Maria e S. Leonardo a Lari
Piviere: S. Maria e S. Leonardo a Lari
Comunità: Lari
Giurisdizione: Lari
Diocesi: (Lucca) S. Miniato
Compartimento: Pisa
Stato: Granducato di Toscana
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