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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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Legoli

 

(Legoli)

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    LEGOLI (Castrum Leguli) in Val d’Era. – Castello con pieve (SS. Bartolommeo e Giusto) già filiale dell'antica battesimale di Tojano, nella Comunità Giurisdizione e circa 4 miglia a levante di Peccioli, Diocesi di Volterra, Compartimento di Pisa.
    Risiede sulla cresta di una collina tufacea, alle cui falde da levante a settentrione scorre il torrente
    Carfalo, che divide le piagge di Legoli da quelle di Tojano e di Monte Foscoli.
    Se non vi fosse ragione da dubitare che volesse riferire a
    Cigoli, piuttosto che a Legoli, la donazione fatta nel secolo X dalla contessa Willa madre del gran conte Ugo alla chiesa di S. Ponziano di Lucca, cui assegnò la sua corte de Liguli insieme con la terra che dicevasi Mortadinga, e un’altra corte presso San Miniato, non vi sarebbe fra le memorie di Legoli una più antica di quella, cui poco tempo dopo tenne dietro un diploma di Ottone III del 999 a favore del Monastero di S. Ponziano riportato dal Puccinelli e dal Lami. Nei quali scritti trovasi ripetuta la corte de Liguli, ch'essere doveva de Ciguli sotto Sanminiato.
    Nè tampoco questo
    Legoli deve confondersi col Colle di Leoli, sebbene entrambi con chiesa dedicata a S. Bartolommeo, e 1'uno e l’altro in Val d'Era: poichè il primo fu sempre della diocesi di Volterra, e l'altro della diocesi di Lucca, attualmente di quella di Sanminiato.
    Quindi fa d'uopo stare in guardia sull'equivoco, nel quale incorsero certi copisti di antiche carte, dalle quali attinsero i successivi scrittori, coll'applicare al castello di
    Legoli i documenti di Colleoli, oppure di Cigoli, come anche altri che volessero riferire al villaggio di Ceoli, sul fiume Cascina, ossia
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    di Cevoli, nella ripa destra dell'Arno pisano.
    Quindi non possiamo citare relativamente al Castello di Legoli istrumento più antico di quello del 22 gennajo 1139 pubblicato dall'Ammirato nella sua opera dei vescovi di Volterra, di Arezzo e di Fiesole. Riguarda esso un contratto, col quale il conte Ranieri di Travale dei Pannocchieschi figlio che fu del conte Ugolino, e la contessa Sibilla sua moglie, stando nel loro castello di Travale, venderono per il prezzo di cento lire ad Adimaro Adimari fiorentino vescovo di Volterra, che acquistava per la sua chiesa, tutti i beni che eglino possedevano nei seguenti confini; cioè, dal Castello di Pignano sino al fiumicello
    Fosci che mette in Cecina, dallo stesso Castello di Pigliano secondando il corso dell'Era sino al suo sbocco in Arno e di là persino al mare. Nello stesso atto i due coniugi Pannocchieschi rinunziarono al giuspadronato che ad essi competevasi della chiesa dei SS. Giusto e Bartolommeo nel castel di Legoli, e a tuttociò che potesse appartener loro nel distretto medesimo di Legoli, in quelli di Vignale, di Castel Falfì, della villa di Celle, di Ghizzano, di Laiatico, di S. Ottaviano e di S. Vittore. – Vedere CASTEL FALFI, GHIZZANO, ec.
    Salito pertanto che fu sulla cattedra di Volterra il potente Ildebrando della stessa prosapia dei Pannocchieschi, gli riescì facile di amalgamare e rendere più valide le proprie forze con i diritti della sua chiesa, allorchè nel 1186 egli ottenne da Arrigo VI, vivente ancora l'Imperatore Federigo I, un privilegio che gli accordava la giurisdizione feudale non solamente sugli antichi possessi della chiesa volterrana, ma ancora sopra molti feudi della sua prosapia, fra i quali feudi fu compresa la metà della giurisdizione di
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    Legoli, di Vignale, di Castel Farfi ec.
    A far meglio conoscere l’incostanza di quei tempi concorre un diploma spedito a favore dei Pisani dallo stesso Arrigo VI, dopo salito sul trono imperiale (anno 1193) col quale furono assegnati dentro i confini del contado di Pisa, e conseguentemente sotto la giurisdizione politica di quel Comune, i castelli di
    Peccioli, di Monte Cuccari, di Ghizzano, di Castel Falfi, di Camporena, di Vignale, di Legoli ec.
    Possedeva pure dei beni nel territorio di Legoli la distrutta badia dei Camaldolesi di S. Cassiano a
    Carisio sul Roglio, siccome risulta da due bolle dei Pontefici Lucio III e Clemente III, spedite nel 1181 e 1188, a favore della prenominata badia. Nel principio del secolo XIII il castel di Legoli era presidiato dalle milizie della Repubblica pisana, la quale, al dire di uno dei suoi cronisti, intorno al 1336 fece disfare il fortilizio di Legoli per timore che quei terrazzani v'introducessero de'Guelfi fuorusciti di Pisa.
    Gli abitanti di Legoli si diedero spontaneamente ai Fiorentini nel 1405, dai quali ottennero favorevoli capitolazioni. Quantunque nella posteriore sollevazione di Pisa (anno 1494) Legoli ritornasse sotto il dominio pisano, non corsero però molti mesi che la Signoria di Firenze inviò genti armate con due commissarii di guerra (Pier Capponi e Bernardo Nasi) a ricuperare in Val d’Era le castella che tanto baldanzosamente dai Pisani erano state tolte; talchè di prima giunta l'oste si diresse al castello di Legoli, i di cui abitanti, datisi liberamente ai Fiorentini, furono ricevuti senza far loro alcun danno. (AMMIR.
    Istor. Flor. Lib. XX).
    La parrocchia de'SS. Giusto e Bartolommeo a Legoli nel 1551 contava 476 abitanti. Nel 1745 ne aveva 423,
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    e nel 1833 erano aumentati fino a 658 abitanti.
Localizzazione
ID: 2399
N. scheda: 27620
Volume: 2
Pagina: 675 - 677
Riferimenti:
Toponimo IGM: Legoli
Comune: PECCIOLI
Provincia: PI
Quadrante IGM: 112-1
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1645068, 4825928
WGS 1984: 10.79738, 43.57377
UTM (32N): 645132, 4826103
Denominazione: Legoli
Popolo: SS. Bartolommeo e Giusto a Legoli
Piviere: (S. Giovanni Battista a Tojano) SS. Bartolommeo e Giusto a Legoli
Comunità: Peccioli
Giurisdizione: Peccioli
Diocesi: Volterra
Compartimento: Pisa
Stato: Granducato di Toscana
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