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Monastero di Lepori, S. Matteo a Lepori, in Arcetri - Bagno a Montici

 

(S. Matteo in Arcetri)

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    LEPORI (MONASTERO DI), ora S. MATTEO IN ARCETRI. – Questa contrada di Lepori che diede il nome ad un bagno da lungo tempo perduto, altrimenti chiamato il Bagno a Montici, servì di stanza da primo ai frati Romitani che vennero a stabilirsi in Firenze, più tardi ad un monastero di donne sotto l'invocazione di S. Matteo a Lepori, nella Parrocchia di S. Felice a Ema, Comunità Giurisdizione e quasi 2 miglia a grecale del Galluzzo, Diocesi e Compartimento di Firenze.
    Sta sopra un rialto di poggio che siede a cavaliere dell’Imperiali e Regia Villa del Poggio Imperiale poco lungi dal pian di Giullari.
    La fondazione del monastero di Lepori, rammentata dallo storico Ammirato, cadde nell'anno (
    ERRATA: 1309) 1269, dopo che il vescovo Giovanni aveva dato licenza a sei fanciulle di poter edificare un asceterio nel luogo chiamto Lepori, e in quello riunirsi fino al numero di 12 a far vita religiosa. (AMMIR. Istor. Fior. Lib. IV.)
    Peraltro fin d'allora la chiesa di S. Matteo esisteva con un piccolo eremo, poichè nel principio del secolo XIII costà in
    Lepori abitavano i Romitani dell'ordine Agostiniano.
    Infatti nel 1251 i frati di S. Matteo a Lepori avendo ottenuto una donazione di alquanto terreno nel luogo detto
    Casellina presso al Borgo S. Jacopo, sopra lo stesso suolo essi fondarono la chiesa di S. Spirito e 1'annesso convento, nel quale claustro nel 1269 essendo entrati ad abitare, alienarono per il prezzo di 205 lire la chiesa di S. Matteo con 1'abitazione e terreni annessi posti a Leporis in populo S. Felicis de Ema, in favore di tre donne fiorentine dai loro sindaci rappresentate.
    Quindi il vescovo di Firenze Giovanni volendo favorire quelle pinzochere, che insieme con tre altre donne avevano risoluto di
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    ritirarsi in Lepori per osservare la povertà, la castità, e l'obbedienza, egli con breve spedito li 2 aprile 1269 nella chiesa di S. Salvatore del Vescovado, concedè loro facoltà di raccogliersi in quel claustro di Lepori, di potervi celebrare e farvi celebrare i divini ufìzi, e di accrescere il loro numero fino a 12 compagne. Accordò alle medesime facoltà di eleggersi una badessa dalle religiose del monastero di Montisoni, o da altre claustrali, e di poter fabbricare in detto luogo di Lepori una chiesa di nuovo con tutto ciò che fosse loro necessario, salva l'obbedienza ai vescovi fiorentini. Nel 1270 era badessa di S. Matteo una delle fondatrici per nome Colomba figlia di Simone, la quale nel 16 dicembre di detto anno acquistò un pezzo di terra con casa annessa per le Rinchiuse di S. Matteo presso al pian di Giullari nel piviere di S. Giovanni di Firenze. (ARCH. DIPL. FIOR. Carte di detto Monastero)
    Fra i pii legati testamentarii lasciati nel 1278 dalla contessa Beatrice figlia del Conte Rodolfo di Capraja e vedova del Conte Marcovaldo dei Conti Guidi, fuvvene uno di poche lire a favore delle monache di S. Matteo in Arcetri.
    Queste claustrali nella prima loro istituzione professarono la regola di S. Agostino sino a che nel 1391, fecero istanza ed ottennero licenza dal pontefice Bonifazio IX di abbracciare l'ordine di S. Francesco. Sotto cotesta regola le Clarisse di S. Matteo si mantennero fino alla soppressione del loro monastero (anno 1809), il cui locale fu assegnato in dote ai Frati Crociferi del
    Ben Morire di Firenze, che hanno ridotto quel fabbricato a quartieri da villeggiature.
    Meno noto nell'istoria municipale, ma più antico del convento suddetto, era il perduto
    Bagno di Lepori, volgarmente appellato Bagno di Montíci, il di cui restauro
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    qualche volta richiamò le cure del Comune di Firenze. Ciò lo dimostra fra le altre una provvisione dei Signori e Collegii della Repubblica dell'anno 1418, quando fu assegnata la somma di fiorini 600 d'oro per restaurare i Bagni di Montici. (MIGLIORE, Firenze illustrata).
    Anche il Malespini, e più tardi il Varchi, fecero menzione dei Bagni di Montici, già tanto celebrati, e al secolo XV del tutto dismessi. – Che poi sotto la qualificazione di Montici s'intendessero i Bagni di Lepori sotto il Pian di Giullari, lo dà a divedere lo stesso Malespini, tostochè al capitolo 57 della sua cronica, accennando la Torre del Gallo sopra il Pian dei Giullari, la disse situata presso ai Lepri. – Vedere GALLO (TORRE DEL).
    Ma se il bagno di
    Lepori o di Montici da lunga mano è distrutto, non si è frattanto perduta una ricca sorgente di acqua potabile, che dalle colline sopra il poggio Imperiale, fra Lepori ed Arcetri, Cosimo I fece arrivare per acquidotti nel giardino di Boboli e nella sua Reggia de'Pitti. Cotest'operazione del primo Granduca di Toscana suggerì al Sanleolini argomento ad uno dei suoi epigrammi in lode di quel sovrano, allorchè cantò:

    Arcetri culmine ab alto
    Cosmi opera longis ducta fuere tubis.
Localizzazione
ID: 2410
N. scheda: 27750
Volume: 2
Pagina: 683 - 684
Riferimenti:
Toponimo IGM: S. Matteo in Arcetri
Comune: FIRENZE
Provincia: FI
Quadrante IGM: 106-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1681298, 4846242
WGS 1984: 11.25259, 43.7486
UTM (32N): 681362, 4846416
Denominazione: Monastero di Lepori, S. Matteo a Lepori, in Arcetri - Bagno a Montici
Popolo: S. Felice a Ema
Piviere: S. Reparata, S. Maria del Fiore a Firenze
Comunità: Galluzzo
Giurisdizione: Galluzzo
Diocesi: Firenze
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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