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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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Lucardo - S. Martino a Lucardo - Pescaja

 

(Lucardo - Borro del Pesciolina (a O))

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    PESCAJA torrente in Val d’Elsa. – È un torrente che accoppiasi alla Pesciola, altro torrente che nasce fra le balze occidentali dei poggi di Lucardo, donde scendono entrambi, da primo disuniti nella direzione da scirocco a maestrale, quindi uniti da grecale a libeccio finché sotto il nome di Pesciola si vuotano quelle acque nell’Elsa un migl. a libeccio di Castel Fiorentino. – Vedere CASTEL FIORENTINO O CERTALDO Comunità.

    LUCARDO in Val d’Elsa. – Contrada che dà il nome a più popoli nelle comunità di Certaldo e di Montespertoli, Diocesi e Compartimento di Firenze.
    Questa contrada, classica, tanto per la storia naturale, come per la storia politica, occupa la parte più prominente dei colli che separano la vallecola del
    Virginio tributario del fiume Pesa da quella dell’Agliena influente nell’Elsa.
    La villa Nuti posta sopra una delle più prominenti sommità dei colli di Lucardo, dopo quella del castello omonimo, è braccia 713 più elevata del livello del mare Mediterraneo.
    Molte chiese parrocchiali portavano il distintivo di questa contrada. Tale è la pieve di S. Pancrazio in Val di Pesa, detta altre volte S. Pancrazio a Lucardo; tale fu la chiesa di S. Giusto, attualmente riunita a quella di S. Martino a Lucardo; tale fu la chiesa di S. Giusto, attualmente riunita a quella di S. Martino a Lucardo; tale l’altra di S. Maria Novella, annessa a quella superstite di S. Donato in Lucardo, tale la pieve di S. Donnino,
    alias di S. Gerusalem a Semifonte tuttora esistente, siccome esiste la pieve di S. Lazzero a Lucardo, corrispondente probabilmente all’antica pieve di S. Leonardo.
    Quindi è che la contrada di Lucardo, occupando un tratto di paese alquanto esteso, fu qualificata col titolo di contado dall’informe copia di un diploma di
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    Carlo Magno alla Badia di Nonantola, poiché vi si legge, che Carlo donò: in Comitatu Lucardo curte nostra S. Petri in Mercato, seu curte nostra Monte Calvo, et curte Campane, (sic) et curte Petroniano, plebe S. Leonardi, etc.
    La menzione però più antica e più genuina di Lucardo, incontrasi in una membrana appartenuta al Monastero di S. Bartolommeo a Pistoja, cui il suo fondatore Gundualdo medico dei re Longobardi, per atto pubblico rogato in Pistoja (
    ERRATA: nell’anno 1675) nell’anno 765, o 766, di febbrajo, assegnò in dote fra le altre possessioni una corte posta in Lucardo, ch’era di proprietà della sua consorte Rotperga, con tutte le pertinenze.
    Fu poi celebrato nella pieve di S. Leonardo a Lucardo, chiesa rammentata nel diploma testé accennato, un istrumento del novembre 987, proveniente dalla badia di Passignano, ora
    nell’Arch. Dipl. Fior.
    Fra le stesse membrane avvenne altre due (del 14 dicembre 1029, e del 2 aprile 1076), in cui si rammenta la pieve di S. Pancrazio a Lucardo. Vi è pure un istrumento del gennajo 1035, rogato nel luogo detto al Castello, in cui si tratta di un livello di terreni da pagarsi l’annuo canone al padrone nel suo casale di Lucardo. Finalmente un altro documento della stessa provenienza, portante la data del 2 febbrajo 1046, fu fatto presso al castello di Lucardo.
    Parlasi più specialmente della chiesa di S. Donato a Lucardo in una pergamena, dell’anno 988 appartenuta alla badia di S. Salvatore a Settimo, quando il conte Adimaro figlio del marchese Bonifazio di Teobaldo ossia di
    Ubaldo, le donò il padronato della prenominata chiesa di S. Donato, confermatogli dopo il mille dal conte Lottario de’Cadolingi; e finalmente convalidato dall’Imperatore Arrigo II con diploma dato nel 1015 in Papiana
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    (forse Poppiano di S. Casciano, nelle carte antiche è scritto Papiano e Papiana).
    La metà però dei beni della stessa chiesa di S. Donato a Lucardo dieci anni dopo era nelle mani del Marchese Ugo, il quale nell’anno 998 assegnò alla badia di Poggibonsi il padronato di detta chiesa,
    fundata in loco et finibus Lucardo con 33 case, casalini e terre che la medesima possedeva nel distretto di Lucardo.
    Il castello e distretto di Lucardo fu danneggiato dai Ghibellini dopo la battaglia di Monte aperto. –
    Vedere P. Ildefonso, Deliz. degli Eruditi T. VII.
    In conseguenza di tali guasti ed incendii don Stefano pievano della pieve di S. Lazzero a Lucardo, trovandosi in Roma a cuoprire l’ufizio di camarlingo del cardinale Latino vescovo di Ostia e di Velletri, nel 22 aprile 1286, pattuì una transazione con i sindaci delle comunità della Toscana per il rifacimento dei danni dal partito ghibellino recati alla suddetta pieve di Lucardo a cagione d’incendii e rapine; per i cui danni avendo egli dai Comuni di Toscana ricevuto fiorini cento d’oro, fece fine e quietanza nel suddetto giorno (ARCH. DIPL. FIOR.
    Carte della Comunità di Volterra).
    Nuovi guasti la contrada di Lucardo ricevè al passaggio dell’esercito di Arrigo VII (anno 1313), nella quale occasione il vescovo di Butrinto nel descrivere l’itinerario di quell’imperatore, disse, che quell’Augusto occupò e ritenne il castello di Lucardo, dove facevansi buoni caci, e il castello di S. Maria Novella (a Lucardo), nel quale ultimo luogo fu fatto prigione il signore del castello, Corrado figlio di Giovan Figliacci, dopo essersi per altro difeso per alcuni giorni.
    Il castello di Lucardo conserva tuttora una parte delle sue mura castellane con una porta. Havvi costà sopra l’arme murata della famiglia
    Lucardesi, la quale ebbe signoria
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    in Lucardo sotto i Granduchi de’Medici.
    Nel distretto di Lucardo esistevano i castelli di Pogna e di Semifonte, noti per le guerre da quei popoli sulla fine del secolo XII contro il Comune di Firenze sostenute. –
    Vedere POGNA e SEMIFONTE.
    Finalmente è celebre cotesto paese per la quantità dei testacei fossili marini rinchiusi nel terreno tufaceo e marnoso, e per esser costà il primo paese che fornì sotto questo rapporto argomento a Giovanni Boccaccio nelle opere del
    Filocopo, de Fluminibus etc. per indicarli ai curiosi della natura invitandoli a visitare cotesta importante contrada. – Vedere CERTALDO.

    LUCARDO (S. MARTINO A). – Chiesa prioria fuori le mura del castello omonimo con l’annesso di S. Giusto a
    Lucardo nel piviere di S. Pancrazio in Val di Pesa, già detto pur esso a Lucardo, Comunità Giurisdizione e circa 3 miglia toscane a scirocco di Montespertoli, Diocesi e Compartimento di Firenze.
    Fu padronato una volta della famiglia Baldovinetti, che in Lucardo fino dal secolo XIII ebbe resedio, quindi sottentrarono quelli della casa Machiavelli, dai quali per due terzi pervenne questo con altri benefizii ecclesiastici nei marchesi Rangoni di Modena loro eredi.
    La prioria di S. Martino a Lucardo nel 1833 noverava 215 abitanti.

    LUCARDO (S MARTINO A) nella Val d’ Elsa. – Si aggiunga: – con istrumento del 28 novembre 1449, scritto nel popolo di S. Martino a Lucardo, messer Paolo di Guido Machiavelli in nome ancora dei suoi fratelli Pietro, Amedeo e Buoninsegna, e degli eredi di Alessandro di Guglielmo da Lucardo, come compatroni tutti della chiesa di S. Martino a Lucardo allora vacante del suo rettore, nominò il nuovo. – (ARCH. DIPL. FIOR.
    Carte dell 'Arch. gener.de’ Contratti.)
Localizzazione
ID: 2476
N. scheda: 28480
Volume: 2; 4; 6S
Pagina: 817 - 818; 113; 126
Riferimenti: 28490, 28500
Toponimo IGM: Lucardo - Borro del Pesciolina (a O)
Comune: MONTESPERTOLI
Provincia: FI
Quadrante IGM: 113-4
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1670917, 4829560
WGS 1984: 11.11845, 43.60097
UTM (32N): 670980, 4829735
Denominazione: Lucardo - S. Martino a Lucardo - Pescaja
Popolo: S. Martino a Lucardo (con annesso S. Giusto a Lucardo)
Piviere: S. Pancrazio a S. Pancrazio in Val di Pesa, a Lucardo
Comunità: Montespertoli
Giurisdizione: Montespertoli
Diocesi: Firenze
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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