REPETTI ON-LINE

Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

cerca... .

Luco di Mugello

 

(Luco di Mugello)

  •   pag. 1 di 3
    LUCO DI MUGELLO in Val di Sieve. – Casale già castello con annessa contrada che diè il titolo a tre chiese (S. Niccolò, S. Giorgio e S. Pietro) oltre l’insigne antico monastero di donne Camaldolensi, alla cui parrocchiale di S. Pietro a Luco furono da lunga mano ammensate le altre due, parrocchie nel piviere di S. Giovanni Maggiore, Comunità Giurisdizione e circa 4 miglia toscane a settentrione di Borgo S. Lorenzo, Diocesi e Compartimento di Firenze.
    Di questo Castello non sussistono attualmente se non che pochi gruppi di case, uno dei quali vicino al claustro del soppresso monastero di S. Pietro a Luco, che è sulla ripa destra del
    Bosso, e che ha alla sinistra il torrente Bagnone, e alle sue spalle la base dell’Appennino di Casaglia.
    Era anticamente di dominio dei conti Guidi, cui fu confermato dagli imperatori Arrigo VI e Federigo II (anni 1186 e 1240). – Ciò anche più chiaramente apparisce da due documenti del 1086 e del 1101, col primo dei quali il Conte Guido insieme con la contessa Ermellina sua moglie, e due loro figli, Tegrimo e Guido, promisero a Rodolfo priore di Camaldoli che avrebbero conservato immune dagli usi baronali, e accordata la protezione al nuovo Monastero di S. Pietro di Luco. Col secondo istrumento rogato presso la badia di Strumi, ossia di Poppi, uno dei suddetti figli, il Conte Guido del fu Conte Guido confermò la stessa dichiarazione a favore delle monache Camaldolensi di Luco. (ANNAL. CAMALD. –
    Vedere CERRETO-GUIDI.
    Non solamente i conti Guidi, di legge e di origine ripuaria, sino dal secolo XI avevano giurisdizione in Luco, ma altri conti di origine
    longobarda a quell’età signoreggiavano nell’Appennino del Mugello, tostochè alcuni di essi donarono la loro porzione di varii castelli, fra i quali questo di Luco,
  •    pag. 2 di 3
    allo stesso Rodolfo priore dell’eremo di Camaldoli pel monastero di donne ch’era per erigersi costà.
    A una di tali famiglie appartenne quel Conte Gotidio del fu Conte Gotidio, il quale insieme con la contessa Cunizza figlia del conte Orrigo di lui moglie, nel febbrajo 1085 donò il luogo denominato
    Lusciano presso la corte e castello di Luco con altri beni posti nei pivieri di S. Giovanni Maggiore, di Rio Cornacchiajo ec. all’istesso Rodolfo priore dell’Eremo di Camaldoli.
    Quindi nel luglio del 1086 quel priore de’Camaldolensi permutò con Pietro abate delle badia de’vallombrosani di Moscheto alcune terre poste in
    Lusciano presso Luco; e ciò nel mentre che si dava principio all’edificazione dell’ascetario, nel quale poco dopo entrarono le monache a profesre l’istituto di S. Romualdo. – coteste claustrali, nel luglio del 1094, ad istanza della loro badessa Beatrice figlia della pia donataria contessa Cunizza, essa pure di quel Monastero, ottennero da Ranieri vescovo di Firenze la conferma del loro istituto e il libero possesso dei beni stati offerti in dote o che fossero per essere donati a quelle claustrali.
    Chi volesse, potrà negli Annali Camaldolensi riscontrare i principali atti di donazione, e i nomi dei magnati che regalarono, non che quelli delle badesse che per molti secoli presiederono il monastero delle Camaldolensi di Luco, a partire dalla sua prima benefattrice contessa Cunizza edalle sue figlie, Beatrice e Matilde, sino al declinare del secolo XVIII, in cui quel claustro fu soppresso.
    Manifesterò bensì un dubbio, che mi è corso per la mente nel leggere le donazioni e possessioni di tanti nobili e conti, i quali nel secolo XI e XII concorsero alla dotazione di quel già facoltoso asceterio; ed è questo, che per avventura si debba ricercare in alcuni de’prenominati signori di Luco i progenitori non solo della potente prosapia dei conti
  •   pag. 3 di 3
    Guidi, ma ancora i primi ceppi degli Ubaldini i quali più tardi figurarono cotanto nella storia di Firenze e del suo contado.
    Al principio del secolo XIII la chiesa di S. Pietro a Luco dovè restaurarsi o riedificarsi dai fondamenti, poiché trovo che essa nel 10 settembre del 1223 fu solennemente consacrata da Simone arcivescovo di Ravenna e da Giovanni da Velletri vescovo fiorentino.
    Esisteva all’altar maggiore la famosa tavola di S. Pietro e di altri santi, capo d’opera dal celebre Andrea del Sarto, trasportata sul declinare del secolo XVIII nella Regia residenza del palazzo Pitti, dove si può più agevolmente che a Luco da ognuno ammirare.
    Delle chiesa di S. Giorgio e di S. Niccolò a Luco si hanno memorie fino dal secolo X. Furono entrambe cedute in padronato con altre chiesa del Mugello a quelle monache Camaldolensi fino dal loro primo stabilimento in Luco.
    La chiesa di S. Niccolò esiste tuttora sopra un poggetto distante circa un quarto di miglio dal monastero e chiesa di S. Pietro. Fu dal Pontefice Martino V, con breve del 20 luglio 1423, incorporata a quella di S. Giorgio a Luco, che è un un miglio a settentrione del monastero. Ma l’una e l’altra chiesa vennero ammensate a questa di S. Pietro a Luco mediante una bolla del Pontefice Sisto Iv, sotto di 30 aprile 1473. (DELL’OGNA,
    Aggiunte alla Descrizione del Mugello del Brocchi, MS. nella biblioteca del Semin. di Firenze.)
    La parrocchia di S. Pietro a Luco nel 1833 contava 623 abitanti.
Localizzazione
ID: 2500
N. scheda: 28750
Volume: 2
Pagina: 928 - 929
Riferimenti: 2980, 58860
Toponimo IGM: Luco di Mugello
Comune: BORGO SAN LORENZO
Provincia: FI
Quadrante IGM: 106-1
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1691910, 4874437
WGS 1984: 11.39442, 43.99957
UTM (32N): 691973, 4874612
Denominazione: Luco di Mugello
Popolo: S. Pietro a Luco (con annesso S. Giorgio alla Rena, a Luco)
Piviere: S. Giovanni Maggiore a S. Giovanni Maggiore
Comunità: Borgo S. Lorenzo
Giurisdizione: Borgo S. Lorenzo
Diocesi: Firenze
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
  trova nel testo
 
  scarica scheda
  aggiungi note