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e Storico della Toscana

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Mantignano

 

(Mantignano)

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    MANTIGNANO nel Val d’Arno sotto Firenze. – Borgata sulla destra della fiumana Greve presso al suo sbocco in Arno, con chiesa parrocchiale (S. Maria) già monastero di Benedettine, nel piviere di S. Giuliano a Settimo, Comunità della Casellina e Torri, Giurisdizione del Galluzzo, Diocesi e Compartimento di Firenze, che è 4 miglia al suo levante.
    Ebbero giurisdizione in questa contrada di Mantignano i conti Cadolingi fino dal mille. – All’
    Articolo AGNANO in Val di Sieve dissi, come alcuni applicarono alla chiesa di S. Maria a Agnano, piuttosto che a S. Maria di Mantignano un diploma concesso nel 1015 dall’Imp. Arrigo il Santo col quale confermò al monastero di Settimo la donazione fatta dal conte Lottario, cioè il padronato della chiesa di S. Maria di Agnano (o Mantignano) di S. Donato a Lucardo, di S. Martino alla Palma, e della corte di Mantignano, ecc.
    All’
    Articolo CASCIOLI (MONTE) fu citato un atto di donazione scritto di gennajo 1087 nel castello di Monte Cascioli presso Settimo, col quale il conte Uguccione figlio del fu C. Bulgaro e nipote del sunnominato C. Lottario investì il prete rettore della chiesa di S. Maria a Mantignano di una porzione di terreno posto nello stesso luogo di Mantignano della misura di otto stiora.
    Lo stesso C. Uguccione nell’Agosto del 1094, stando nel suo resedio di Cappiano in Val di Nievole, contado lucchese, vendè al Mon. di Mantignano una possessione situata nel luogo di Ugnano; e nel 1107 ai 21 novembre il C. Ugo figlio del suddetto e la contessa Cecilia sua moglie, nel tempo che abitavano in Monte Cascioli, cederono alla chiesa e Mon. di Mantignano per lire 29 di moneta lucchese una corte che quei coniugi possedevano nel luogo chiamato
    Ceseri, piviere di Settimo. –
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    (ARCH. DIPL. FIOR. Carte del Mon. di S. Apollonia di Firenze).
    Il Lami nei suoi monumenti della Ch. Fior. (pag. 94) dà il sunto di una permuta di beni fatta per contratto del 7 aprile 1090 fra Rozzone arciprete e preposto del capitolo del duomo di Firenze ed Emilia badessa del monastero di Mantignano.
    Appella alla stessa badessa Emilia una carta dell’aprile 1084 relativamente all’offerta fatta al Mon. di S. Maria a Mantignano di alcune terre poste in Solicciano. (ARCH. DIPL. FIOR.
    loc. cit.)
    Fra le pergamene dello stesso monastero avvene una del 1178, in cui è rammentata dubito se per la prima volta, la parrocchia di S. Maria a Mantignano. È un contratto del 15 febbrajo rogato in Firenze da Borgense di Vittorioso notaro, riguardante la vendita fatta da Mula figlio di Ottavanto di Ugo di Nerlo e da Adalina di lui moglie al prete Rodolfo, che acquista per la chiesa e monastero di S. Maria a Mantignano, per il prezzo di lire 133 tutte le case, terre, vigne e coloni compresi nel distretto della parrocchia di S. Maria a Mantignano, a partire dalla
    Dogaja fino al fiume Arno.
    Il prenominato Lami nella stesa opera (a pag. 353) fece menzione di una questione relativamente all’obbedienza che la badessa e monache di Mantignano sul fine del secolo XII e sul principio del susseguente negavano di prestare al vescovo di Firenze (anni 1199, 1209 e 1211); le quali recluse sostenevano, che il loro monastero era immediatamente soggetto alla Sede apostolica romana, e non all’ordinario. Per la qual vertenza il Pont. Innocenzo III commise l’esame e il giudizio a Ranieri vescovo di Fiesole e ad Enrico preposto di Prato in ciò delegati apostolici: i quali nel 9 aprile 1211 sentenziarono, qualmente il Mon. di Mantignano non era esente, ma doveva
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    dipendere dal vescovo fiorentino; e nel dì 30 dello stesso mese la badessa Giustina vi aderì con suo giuramento. La stessa questione fu rimessa in campo nel 1250, quando la badessa Marca e le monache del Mon. di Mantignano, con atto del 1 giugno detto, si protestarono obbedienti al vesc. fiorentino.
    Ciò non ostante nel secolo tredicesimo sembra che riescisse a quelle monache di ottenere dalla corte di Roma un privilegio, mercè cui il monastero di Mantignano fu dichiarato immediatamente soggetto a S. Pietro. Lo che non solo si rileva dal registro vaticano di quel secolo, nel quale si trova il prenominato monastero della diocesi fiorentina, impostato per la tassa di due soldi lucchesi, ma lo conferma più palesemente un’iscrizione in pietra conservasi tuttora nel vestibolo della chiesa di Mantignano sull’ingresso dell’antico parlatorio, nella qual pietra stanno scolpite, da un lato le chiavi pontificie, e dall’altro, il triregno con due soli giri di corona, come allora costumavasi, non già l’arme de’CC. Cadolingi fondatori del luogo pio, siccome fu avvisato dal
    Richa nella sua opera delle chiese fiorentine.
    Dice la iscrizione:
    Hoc est Monasterium Monialium S. Mariae a Mantignano Ordinis S. Benedicti ad Ecclesiam Romanam nullo medio pertinens, ut in suis privilegiis apertissime demonstratur.
    Nel 1440 le monache Benedettine di S. Appollonia di Firenze, il cui numero andava visibilmente aumentando, avendo chiesto al Papa Eugenio IV l’aggregazione al loro del Mon. di Mantignano con tutti i beni, quel pontefice con bolla dello stesso anno ne ordinò l’unione, e contemporaneamente abolì la dignità abbaziale di Mantignano, accordando alla monache si S. Appollonia il possesso di quel claustro e delle sue sostanze col giuspadronato della chiesa, aggiungendole l’obbligo di aprire e di mantenere nel fabbricato di Mantignano uno spedale per le donne. – La quale ultima condizione nel secolo XVI dal
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    Pont. Pio IV fu permutata in quattro doti di lire 50 da conferirsi ogn’anno alle fanciulle di quella popolazione.
    Nei secoli posteriori al mille la Greve formava nel popolo di Mantignano un’isola, designata in un istrumento del 19 settembre 1266, quando donna Cecilia badessa del Mon. di Mantignano concedè a locazione per tre anni cinque pezzi di terra posti nell’isola di Greve nel popolo di S. Maria a Mantignano con obbligo di dare ogni anno al suo monastero 33 staja di grano, e altrettante staja di miglio. (ARCH. e
    loc. cit.)
    Il parroco di S. Maria a Mantignano e quello di Sollicciano, entrambi di nomina delle monache di Mantignano, poi di quelle di S. Appollonia in Firenze, furono dichiarati inamovibili con decreto arcivescovile del 7 aprile 1785.
    La parrocchia di S. Maria a Mantignano nel 1551 aveva 115 abitanti; nel 1745 ne contava 219; e nel 1833 noverava 361 abitanti.
Localizzazione
ID: 2591
N. scheda: 29760
Volume: 3
Pagina: 48 - 49
Riferimenti:
Toponimo IGM: Mantignano
Comune: FIRENZE
Provincia: FI
Quadrante IGM: 106-3
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1675322, 4849898
WGS 1984: 11.17961, 43.78293
UTM (32N): 675386, 4850072
Denominazione: Mantignano
Popolo: S. Maria a Mantignano
Piviere: S. Giuliano a Settimo
Comunità: Casellina e Torri
Giurisdizione: Galluzzo
Diocesi: Firenze
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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