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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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Maona

 

(Le Prunecce)

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    MAONA (Maune) in Val di Nievole. – Rocca distrutta da cui prese il titolo una chiesa parrocchiale (S. Stefano) ed una estinta famiglia magnatizia già signora di Maona e Montecatini nel piviere, Comunità Giurisdizione e circa 2/3 di miglio toscano a ponente-maestrale di Montecatini, Diocesi di Pescia, già di Lucca, Compartimento di Firenze.
    Il luogo dove fu il castello o piuttosto torre di Maona trovasi nel poggio che separa la Comunità di Montecatini da quella di Massa e Cozzile, a cavaliere dell’edifizio de’Bagni del Rinfresco e delle Terme del Tettuccio, là alcune attualmente non esistono che tre fornaci da calcina, denominate le
    Fornaci di Maona, mentre poco lungi di là alcune case spicciolate portano il nomignolo di Maonetta.
    La più antica rimembranza dei signori di Maona, e il modo col quale essi acquistarono giurisdizione in alcuni paesi e villate della Val di Nievole sembra esser quella che si annunzia in due istrumenti
    dell’Arch. Arciv. Lucch. rogati in Lucca li 14 luglio 936. Trattano entrambi dell’enfiteusi di tutti i beni e poi anche delle decime spettanti alla distrutta chiesa plebana di S. Lorenzo a Vajano che il rettore della medesima allivellò a Gottifredo giudice regio figlio di Ghisalprando (creduto autore dei Lambardi di Maona) ed ai suoi discendenti per l’annuo censo di otto soldi di argento di den. lucch., con l’obbligo al livellario di fare uffiziare e servire la stessa chiesa battesimale di Vajano. (MEMOR. LUCCHESI T. IV. P. II. e T. V P. III).
    Appella più specialmente a diversi magnati di Maona un placito del novembre 1046 tenuto in Pistoja dal conte Wiperto messo del re Arrigo III, assistito da Martino vescovo di essa città, non che da varii giudici e notari, per decidere una vertenza fra il monastero di S. Bartolommeo
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    di Pistoja da una parte e Ildebrando del fu Guido, e Riffredo, detto Groffiletto figlio di Soffredo dei signori di Maona dall’altra parte; i quali ultimi pretendevano di aver diritto sopra certi beni della chiesa di S. Maria di Abatisco, ch’era di padronato del suddetto monastero di S. Bartolommeo. (MURATORI, Ant. M. Aevi, e ARCH. DIPL. FIOR. Carte del Mon. cit.). – Vedere ABATISCO.
    Al testè nominato Ildebrando del fu Guido ci richiama una scrittura dell’anno 1084 rogata in Pescia presso la pieve di S. Maria, con la quale Rolando di Saracino, abitante in Lombardia, essendosi infermato in Pescia, promise al primicerio, al diacono e all’arciprete della cattedrale di Lucca (tre canonici che si erano allontanati dalla loro patria per causa del vescovo intruso) promise, dico, di non contrastare giammai al vescovo lucchese il dominio di quella parte del castello di Montecatini, nè di quelle case e beni che il defunto Ildebrando di guido da Maona di lui zio aveva donato alla suddetta cattedrale. (MEMOR. LUCCH. T. IV P. II).
    Nel 1074 lo stesso Ildebrando figlio del predetto Guido de’nobili di Maona per l’anima di Baldovino suo figlio, di Mingarda sua moglie e di Guido di lui padre offrì al vescovo Anselmo per la sua cattedrale di Lucca, la sesta parte del castello di Montecatini, e la sesta parte del giuspadronato della chiesa di S. Michele ivi situata. Quindi è che l’anno dopo (7 maggio 1075) lo stesso vescovo Anselmo comparve in Firenze davanti le contesse Beatrice e Matilde, dalle quali ottenne un placito diretto a confermare alla mensa episcopale di Lucca la sesta porzione del Castello di Montecatini, che aveva avuta in dono da Ildebrando di Maona. (ARCH. ARCIV. LUCCH. – MURAT.
    Ant. M. Aevi T. I; e FIORENTINI in
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    Append. alle memor. della G. C. Matilda.)
    Lo stesso Ildebrando di Maona è rammentato in un istrumento pistojese, rogato nel febbrajo del 1116 nella curia della pieve a Nievole; col quale atto Rodolfo priore del monastero di S. Bartolommeo di pistoja confermò a diverse persone tutti i beni che esse avevano da molti anni ottenuto a titolo enfiteutico da Ildebrando di Maona, ma che egli stesso in origine teneva ad enfiteusi dal monastero predetto, con patto di rinnovare il laudemio ogni 29 anni, e di pagare al mon. sudd. l’annuo canone di soldi 10 di danari lucchesi. (ARCH. DIPL. FIOR.
    loc. cit.)
    Nel 1128, per istrumento stipulato in Lucca li 3 marzo, Giovanni priore del Mon. di S. Tommaso nel territorio di Pistoja, manuale di quello di S. Antimo in Val d’Orcia, alla presenza, col consenso e in presenza di Ansaldo abate di quest’ultimo, alienò per soldi 480 di argento alla mensa vescovile di S. Martino, nelle mani di Uberto eletto vescovo di Lucca, tutte le case e poderi spettanti alla corte di S. Vito (di Monsummano) dovunque fossero situati, a partire dal fiume Nievole fino a Lucca, e segnatamente quelli posti nel luogo di Verruca (sopra Massa e Cozzile)
    et in loco Maone, et in loco Marliana, et in loco Montecatini et in loco Piscia, etc. (MEMOR. LUCCHESI T. IV P. II).
    Quindi nel 1130 Ildebrando nato da Alberto ed i figliuoli di lui promisero ad Uberto vescovo di Lucca di non molestarlo nei possessi e diritti che egli aveva acquistato sulla metà del castello e corte di Monsummano. (TARGIONI,
    Viaggi, ediz. seconda T. V, pag. 104).
    Dal testè rammentato Ildebrando figlio di Alberto derivò Borgognone, che ebbe non meno di due figli, Guido e Tignoso, i quali fratelli insieme con altri consorti di Montecatini nel
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    1182, prestarono giuramento di fedeltà al Comune di Lucca; e successivamente nel 1203 fecero la loro sottomissione al governo lucchese altri due fratelli, Rodolfo e Anselmo, nati dal preaccennato Guido di Borgognone.
    Sembra che come capo della famiglia de’signori di Maona nel principio del secolo XIII figurasse codesto Guido di Borgognone, il quale riscontriamo precipuamente nominato e compreso nel trattato di pace, stipulato li 20 aprile 1179 presso il fiume Nievole fra il Comune di Pistoja e quello di Montecatini e respettivi aderenti. (ZACCAR.
    Anecd. Pistor.) – Vedere MONTECATINI.
    Trovammo pure questo Guido di Borgognone nel marzo 1186, mentre era in CORTE NUOVA e nel Val d’Arno inferiore con la di lui consorte
    Donna Tuttabuona. – (Vedere CORTE NUOVA); e all’Articolo CAPRAJA nel Val d’Arno inferiore fu da noi rammentato lo stesso Guido di Borgognone, non solamente vivente nell’anno 1204, ma signore del castello di Capraja, siccome apparisce dalle condizioni della tregua stabilita in quell’anno (3 giugno) tra i pistojesi, gli uomini di Capraja e Guido di Borgognone coi suoi figli da una parte, e i Fiorentini coi Lucchesi dall’altra, rapporto all’obbligo reciproco fra i popoli contraenti di far servire la linea dell’Arno di confine rigoroso davanti a Capraja e Montelupo tra il contado fiorentino e quello pistojese.
    Due figli di Guido di Borgognone, cioè Rodolfo e Anselmo, li abbiamo rammentati poco sopra all’anno 1203 come fedeli dei Lucchesi. – La linea di Rodolfo che fu conte di Capraja si estinse nella sua figlia contessa Beatrice vedova di Marcovaldo dei conti Guidi di Dovadola. La linea di Anselmo sembra che si perdesse in un nipote di lui, per nome Anselmuccio, il quale nel 1299 chiamò a succedergli nella sua eredità i capitani della compagnia di S. Michele in Orto a Firenze.
    Se col progredire
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    dei secoli al castello di Maona mancarono i propj nobili, o Lambardi, non mancò però se non progressivamente il paese di abitatori, mentre un tale Cerino di Lemmo da Maona (forse l’autore della famiglia Lemmi da Montecatini) è ricordato in un istrumento del 5 marzo 1307 rogato nella piazza di S. Martino a Uzzano; e di un Ranieri da Maona canonico pistojese è fatta menzione in una carta del 2 agosto 1310, questa appartenuta all’opera di S. Jacopo, quello ai monaci Olivetani di Pistoja, ora dell’Arch. Dipl. Fior. – Vedere MONTECATINI in Val di Nievole.
    Inoltre nei libri della Cancell. Arciv. di Lucca, dal 1381 al 1387 f. 42 e 44, fra quelli compilati dal sacerdote Leonardo Cardella, si legge che a quella età furono date a titolo di benefizio, o in commenda le ch. di S. Stefano in Maona, di S. Maria di Ripa, e lo spedale di Brusceto del piviere di S. Piero a Nievole,
    alias di Montecatini; e all’anno 1385, 9 settembre, nel libro sudd. f. 122, leggesi: qualmente fu ordinata l’unione ad tempus delle chiese di S. Stefano di Maona e di S. M. a Ripa del piviere di S. Pietro a Nievole.
Localizzazione
ID: 2595
N. scheda: 29800
Volume: 3
Pagina: 50 - 52
Riferimenti: 32840, 40260
Toponimo IGM: Le Prunecce
Comune: MONTECATINI-TERME
Provincia: PT
Quadrante IGM: 105-1
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1643168, 4863150
WGS 1984: 10.78378, 43.90911
UTM (32N): 643232, 4863324
Denominazione: Maona
Popolo: S. Stefano a Maona
Piviere: (S. Pietro a Nievole) S. Pietro a Montecatini
Comunità: Montecatini Val di Nievole
Giurisdizione: Montecatini Val di Nievole
Diocesi: (Lucca) Pescia
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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