REPETTI ON-LINE

Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

cerca... .

Moncione e Moncioni (S. Maria)

 

(Moncioni)

  •   pag. 1 di 4
    MONCIONE, e MONCIONI nel Val d’Arno superiore. – Sono due villaggi vicini che costituivano una sola comunità con due chiese (S. Maria a Moncione e S. Marco, già detto de Pocis, ora a Moncioni), quella sotto la Diocesi di Arezzo, questa sotto la diocesi di Fiesole, sebbene in origine fossero entrambe dell’antico piviere di Cavriglia, nella Comunità e Giurisdizione di Montevarchi; dalla qual terra il Castello di S. Maria a Moncione è 4 miglia toscane a ostro- libeccio, mentre il Villaggio di S. Marco a Moncioni trovasi mezzo miglio toscano più vicino, nel Compartimento di Arezzo. Tanto il castello di Moncione quanto il Villaggio di Moncioni risiedono sul fianco settentrionale di Monte Luco della berardenga, a levante di Monte Gonzi sulla destra del borro Rimaggio, e lungo la strada che da Montevarchi guida nel Chianti alto. Fra i più antichi documenti giunti a mia cognizione, relativi a questo Moncione, citerò una pergamena inedita del 25 marzo 1084 esistita nella Badia di Coltibuono, ora nell’Archivio Diplomatico Fiorentino, rogata in Moncione da Pietro notaro; nella quale si tratta della vendita di alcune case, vigne, ecc. –È noto poi fino dal secolo XII il castello di Moncione come feudo dei conti Guidi, e come tale lo qualificano i diplomi di Arrigo VI e di FederigoII a favore di quei conti Palatini di Toscana. Prima peraltro dei conti guidi, i marchesi del Monte S. Maria e di Pietrella avevano signoria costà. Infatti nell’ottobre 1098, il Marchese Enrico figlio del marchese Ugo e nipote di altro Marchese Enrico, trovandosi infermo nel castel di Pierle, fra le altre disposizioni testamentarie lasciò alla di lui ava contessa Sofia la sua porzione
  •    pag. 2 di 4
    del castello e corte di Montevarchi, il castello e corte di Leona, (Levane) e il castello di Moncione con quanto teneva in quello del Tasso: et Castellum de Moncione cum sua curte, et quod habebat in castello et curte de Tasso. Arroge a tutto ciò un altro istrumento dell’aprile 1079, col quale la prenominata contessa Sofia figlia del fu Bernardo, restata vedova del Marchese Enrico, rimaritata al conte Alberto del fu conte Alberto di Mangona, nel tempo che risiedeva nel castello di Monte Guarchi, contado fiorentino, donò al capitolo della cattedrale d’Arezzo la quarta parte di varie possessioni che teneva in Val di Chiana; la 4.a parte, io m’immagino, che doveva essere a lei pervenuta per morgincap mediante il suo primo matrimonio col Marchese Enrico di Petrella, disceso dal Marchese Bonnifazio figlio del conte Alberto che successe al Gran Conte e marchese Ugo nel governo della Toscana. – Vedere ABAZIA DI POGGIO MARTURI, BROLIO, e RADDA.
    La stessa contessa Sofia nel 5 marzo del 1092 la trovò nel castello, ora città di Prato, insieme col conte Alberto suo marito, e con la contessa Lavinia, sua suocera, per approvare una donazione di beni posti a
    Lecore fatta da quei conti al Capitolo della cattedrale di Firenze. (Spogli del Borghini nella Biblioteca Renuccini). La prefata contessa Sofia, nel dicembre dell’anno 1098, stando nel castel di Colle dei marchesi di Petralla, donò alla badia di S. Flora e S. Lucilla di Arezzo la metà della corte di Ottavo, e la metà di una selva situata nel piviere di S. Pietro a Monticello (ora a Rigutino) in Val di Chiana per suffragio de’suoi genitori, et pro anima Henrici filii Ugonis marchionis, ceterorumque parentum meorum
  •    pag. 3 di 4
    . – (CAMICI, dei Duchi e Marchesi di Toscana).
    L’Avv.
    Coltellini nella memoria scritta in favore de’Marchesi di Colle, Petriolo e Petrella, a proposito del testamento del Marchese Enrico (ottobre 1098) fidandosi a un opuscolo di Giovan Vincenzio Giobbi-Fortebrtaccio, credé che il castel di Moncione rammentato in quel testamento fosse il castello di Montone presso Perugia, donde prese il distintivo la famiglia Fortebracci, detta poi da Montone. In qual modo poi questi paesi di Moncione, di Levane, di Montevarchi ed altri del Val d’Arno superiore passassero dai marchesi di petrella sotto il dominio de’conti Guidi, che al pari dei conti Alberti e dei marchesi del Monte S. Maria vivevano a legge Ripuaria, non saprei dirlo né vorrei indovinarlo. Certo è che questo Moncione con altri castelli della stessa valle nel secolo XIII, mediante un atto di divise fra la consorteria dei conti Guidi, restò al ramo di Dovadola, cui apparteneva quel conte Marcovaldo figlio del Conte Ruggiero, che cospirò contro la Repubblica Fiorentina insieme con altro nobile, messere Piero di Gualterotto de’Bardi. Per il qual delitto con sentenza del 3 dicembre 1336 furono quei due magnati condannati in contumacia alla pena della testa ed alla confisca dei loro beni fra i quali fu compreso il castello di Moncione, che d’allora in poi restò incorporato al territorio e contado fiorentino. Infatti nel balzello imposto nel 1444 dal Comune di Firenze a tutti gli abitanti del contado e distretto fiorentino il popolo di S. Maria a Moncione fu tassato per fiorini sei tra quelli del piviere di Cavriglia del contado fiorentino. Da una relazione del 23 dicembre 1562 apparisce, che la chiesa di S. Maria a Moncione era di padronato regio, e pagava ogn’anno a titolo di censo due
  •   pag. 4 di 4
    libbre di cera allo Stato. – (Riformagione di Firenze). Nel 1639 questa chiesa parrocchiale passò dalla giurisdizione vescovile della diocesi fiesolana nell’aretina, attesa la permuta fatta con la chiesa prepositura di S. Andrea a Cennano, ceduta dal vescovo d’Arezzo a quello di Fiesole. – Vedere CENNANO E MONTEVARCHI. Fra le pergamene della badia di Coltibuono vi è un compromesso di vendita rogato in Moncione lì 25 marzo del 1084 dal notaro Pietro, qui sopracitato. – (ARCHIVIO DIPLOMATICO FIORENTINO località citate). L’altra parrocchia di S. marco a Moncione, nel catalogo delle chiese della diocesi fiesolana scritto nel 1299, portava il titolo di S. Marco de Pocis; ed era anch’essa sotto la pieve di s. Giovan Battista a Cavriglia. Attualmente cotesta chiesa di S. Marco è di collazione del Regio spedale degl’Innocenti. La parrocchia di S. Maria a Moncione nel 1833 contava 360 abitanti. La parrocchia di S. Marco a Moncioni noverava alla stessa epoca 316 abitanti.
Localizzazione
ID: 2755
N. scheda: 31740
Volume: 3
Pagina: 251 - 252
Riferimenti: 31741, 44430
Toponimo IGM: Moncioni
Comune: MONTEVARCHI
Provincia: AR
Quadrante IGM: 114-3
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1702939, 4817841
WGS 1984: 11.51047, 43.48751
UTM (32N): 703002, 4818015
Denominazione: Moncione e Moncioni (S. Maria)
Popolo: S. Maria a Moncione, a Moncioni
Piviere: (S. Pietro a Presciano) (S. Giovanni Battista a Cavriglia)
Comunità: Montevarchi
Giurisdizione: Montevarchi
Diocesi: (Fiesole) Arezzo
Compartimento: Arezzo
Stato: Granducato di Toscana
  trova nel testo
 
  scarica scheda
  aggiungi note