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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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Montajone

 

(Montaione - Pievecchia (a NE))

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    MONTAJONE (Mons Ajonis) in Val d’Evola. – Terra murata con pieve antica (S. Regolo) capoluogo di Comunità, siccome lo fu di Giurisdizione civile, attualmente sotto il Vicario Regio di Sanminiato, nella Diocesi di Volterra, Compartimento di Firenze.
    Siede sulla sommità di un poggio che si alza circa 620 braccia sopra il livello del mare Mediterraneo.
    La terra di figura quasi ovale è difesa da mura castellane turrite, e cadenti con due porte principali, la
    fiorentina, e la pisana e una postierla; ma le interne abitazioni sono comode, decenti e regolarmente disposte lungo tre strade parallele.
    La patria di un valente storico, quale fu Scipione Ammirato giuniore, non solo manca di una storia peculiare, ma poche terre della Toscana mi si presentarono finora sterili di memorie antiche al pari di questa di Montajone.
    Per conseguenza dell’origine e delle vicende vetuste di Montajone non mi e riescito rintracciare documento che possa richiamarci a un’epoca anteriore al secolo XIII; epoca in cui Montajone qualificavasi col titolo di castello, e che faceva parte del distretto e giurisdizione di Sanminiato. – Avvegnachè la più antica memoria appella all’ottobre del 1297, quando per concordato fra il Comune di Firenze e quello di Sanminiato furono determinati e posti i termini di confine, da una parte, fra i territorii di Gambassi e di Castelfiorentino compresi nel distretto fiorentino, e dall’altra, con quello di Montajone spettante al distretto Sanminiatese. Del qual documento, già pubblicato dal Lami ne’
    Mon. Eccl. Flor. (pag. 404 e segg), se ne conserva 1’autografo fra le carte della Comunità di Sanminiato esistenti nell’Archivio Diplomatico Fiorentino.
    Ma in seguito gli uomini di Sanminiato aderendo alla Parte ghibellina di Toscana e ai capi della medesima, cioè agli Anziani
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    di Pisa, richiamarono contro 1’oste della Repubblica Fiorentina, dal quale nel 1368 fu corso e danneggiato il territorio Saminiatese. Intanto fra i popoli del distretto di Sanminiato i primi mandare ambasciatoria Firenze per sottomettersi a quel Comune furono i Montajonesi, e quindi la famiglia de’Figlinesi si dette pur essa col suo castel di Figline. Poco stante si sottomisero i popoli di San Quintino, di Castelnuovo, di Cojano e di Canneto, sicché la terra di Sanminiato, non solamente restò debilitata di gente e di mezzi, ma non poté più lungamente sostenersi contro l’oste che l’assediava; sebbene più per inganno che per via di forza dovè rendersi ai Fiorentini, ai 9 gennajo 1370 (stile comune), quando questi penetrarono e si resero padroni delle mura di Sanminiato.
    Fu in cotesta occasione che i Sanminiatesi dovettero firmare, fra le condizioni volute dal vincitore, quella di staccare dalla loro giurisdizione i castelli e distretti di Montajone, di Tonda, di S. Quintino, di Castelnuovo, di Cojano, di Barbialla, di Cigoli, di Monte Bicchieri, di Stibbio, e di Leporaja, i di cui abitanti nei tempi passati dipendevano dal governo di Sanminiato; dondechè d’allora in poi quei paesi vennero aggregati al contado fiorentino, e per conseguenza furono immediatamente soggetti alla loro giurisdizione e potestà.
    Finalmente nella organizzazione civile e politica che nel 29 aprile 1370 la Signoria di Firenze deliberò per i Sanminiatesi e i popoli già staccati dalla curia di Sanminiato, fu stabilito, che nelle terre e castelli di Montajone, di Tonda e di Figline dovesse rendere ragione un potestà, la cui residenza sarebbe stata, per metà del tempo nella terra di Montajone, e per l’altra metà nella terra dl Tonda, siccome fu ordinato altrettanto per la potesteria di Barbialla e Collegalli, Quest’ultima però sotto il governo Mediceo restò soppressa, e quindi riunita in gran
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    parte alla giurisdizione di Montajone.
    Oggetto frattanto di posteriori e assai lunghe dissensioni fra la Comunità di Montajone e quella di Sanminiato somministrò la porzione di territorio chiamata
    Selva di Camporena, che si pretendeva da entrambe le comunità.
    II giudizio di tali controversie da primo fu rimesso a degli arbitri nominati dalle parti; i quali, dopo esaminati gli antecedenti istrumenti relativi a detta possessione, a cominciare dal più antico dell’anno 1257, dopo aver intesa la relazione delle vicende storiche di detta
    Selva stata venduta alla Comunità di Montajone, dopo aver esaminato 1’atto di sottomissione degli uomini di Camporena al Comune di Sanminiato, e finalmente la locazione per cent’anni da questi concessa ai Montajonesi della Selva prenominata, gli arbitri nel di 28 ottobre del 1386 pronunziarono un lodo, col quale fu dichiarato, che la Selva di Camporena spettasse al Comune di Sanminiato, ma che questo fosse tenuto a darne in enfiteusi una parte alla Comunità di Montajone, con ricevere dal medesimo una data somma di denaro. – Infatti nel 24 aprile del 1390 i sindaci della Terra di Sanminiato presero il possesso della Selva di Camporena, stabilirono e posero i confini, e quindi rilasciarono una porzione di detta Selva a titolo di livello perpetuo alla Comunità di Montajone. – Vedere CAMPORENA, JANO, e SAN VIVALDO.
    Nuove vertenze nel secolo XV si suscitarono fra le due comunità rapporto al padronato dell’oratorio di S. Vivaldo nella
    Selva di Camporena, sia allora quando a nome del Comune di Sanminiato, nel primo di maggio del 1436, gli ufiziali deputati alla custodia di detta Selva interrogarono Francesco Cola di Tonda eremita e governatore dell’oratorio di S. Vivaldo, il quale asserì, che il detto oratorio era nella giurisdizione del Comune
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    di Sanminiato; sia allorquando 4 anni dopo altri deputati alla custodia e difesa di detta Selva per conto del Comune di Sanminiato, riconfermarono quanto già 1’eremita Fra Cola aveva deposto; sia finalmente allorché i capitani della Parte guelfa di Firenze, davanti ai quali era stato ricorso, da una parte dal Comune di Sanminiato, e dall’altra dal Comune e pievano della pieve di Montajone, a cagione dell’oratorio di S. Vivaldo, con atto pubblico del 29 luglio 1445 deliberarono, che quell’oratorio posto nella Selva di Camporena spettava alla giurisdizione di Sanminiato, e che allo stesso Comune apparteneva la sua proprietà, o giuspadronato. – (ARCHIVIO DIPLOMATICO FIORENTINO Carte della Comunità di Sanminiato).
    È della stessa provenienza un lodo del 31 dicembre 1515 dato da donna Alfonsina Orsini vedova di Piero di Lorenzo di Piero de’Medici, stata eletta in arbitra insieme con Lorenzo suo figlio per le differenze che vertevano tra i Comuni di Montajone e Barbialla da una parte, e la potesteria e uomini di Sanminiato dall’altra parte, relativamente al modo di pagare il salario al vicario di Sanminiato.
    Fra le poche carte della
    Comunità di Montajone pervenute nell’Archivio Diplomatico Fiorentino possono rammentarsi come più importanti la sua storia civile, ecclesiastica ed economica le cinque seguenti:
    I.° Una deliberazione del magistrato civico di Montajone del 9 febbrajo 1408 riguardante li statuti di questa Comunità.
    II.° Una deliberazione della Signoria di Firenze, del 9 febbrajo 1451 che permette agli uomini del Comune di Montajone di fare il mercato nei giorni consueti dentro il loro castello.
    III.° Un esame di testimoni del 17 ottobre 1521, fatto dai priori componenti il magistrato comunitativo di Montajone a motivo di decime da pagarsi alla pieve di S. Regolo di Montajone.
    IV.° Una provvisione della Signoria di Firenze del 24 maggio 1526
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    che permette agli uomini di Montajone il fare ogn’anno una fiera che duri tre giorni in occasione della festa di S. Regolo.
    V.° L’unione dell’opera del
    Corpus Domini coll’oratorio di S. Bartolommeo di Montajone fatta per decreto del 1 dicembre 1530 dal vicario generale di Francesco della Rovere vescovo di Volterra.
    La pieve di S. Regolo di Montajone all’epoca del sinodo volterrano del 1356 aveva le seguenti chiese filiali. 1.°Chiesa di
    Sorripole, (a me ignota); 2.° S. Antonio a Figline (parrocchia esistente); 3.° S. Margherita nella chiesa di S. Bartolommeo di Montajone (oratorio riunito alla compagnia del Corpus Domini nella pieve).

    MOVIMENTO della popolazione della Terra MONTAJONE a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.

    ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 211; totale della popolazione 1077.
    ANNO 1745: Impuberi maschi 162; femmine 104; adulti maschi 201, femmine 206; coniugati dei due sessi 274; ecclesiastici dei due sessi 39; numero delle famiglie 187; totale della popolazione 986.
    ANNO 1833: Impuberi maschi 190; femmine 180; adulti maschi 137, femmine 155; coniugati dei due sessi 444; ecclesiastici dei due sessi 17; numero delle famiglie 256; totale della popolazione 1123.
    ANNO 1839: Impuberi maschi 216; femmine 185; adulti maschi 162, femmine 199; coniugati dei due sessi 470; ecclesiastici dei due sessi 12; numero delle famiglie 236; totale della popolazione 1244.

    Comunità di Montajone. – Il territorio comunitativo di Montajone nello stato attuale abbraccia una superficie di 59,517 quadrati agrarj, dalla quale superficie 1314 quadrati sono presi da corsi d’acqua e da pubbliche strade.
    Nell’anno 1833, cioè poco innanzi una rettificazione di confini che tolse alcuni popoli al territorio comunitativo di Montajone, contavansi in esso 8725 persone, a ragione poco più di 120 abitanti
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    per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
    Confina con otto comunità; dal lato di ostro si tocca con quella di Volterra, partendo dal poggio del Cornocchio sulla strada Regia provinciale volterrana, e di là prendendo la direzione da levante a ponente entra nel borro della
    Collina, quindi nel torrente Capriggine, sino a che mediante un suo confluente a destra volta direzione verso settentrione e poco dopo col torrente Riotorto torna a piegare a ponente per arrivare al suo sbocco nel borro Fregione, l’ultimo dei quali scorre nella direzione di scirocco a maestro finché non trova il fosso Roglietto, onde incamminarsi nel Roglio dell’Isola.
    Costà cessa la Comunità di Volterra, e voltando faccia da libeccio a ponente sottentra quella di Peccioli, con la quale l’altra di Montajone percorre per breve tragitto il Roglio dell’Isola, ed altri piccoli rivi, fino a che perviene nel Roglio maggiore,e lo trapassa fra la contrada d’Jano e il distretto di Castel Falfi. Di là dal Roglio entra in alcuni borri tributarii del torrente Carfalo, il quale, appena oltrepassato il Castello di Tonda, serve di confine alle due comunità per il tragitto di circa mezzo miglio. Dopo di che, davanti alla chiesa della Sughera, sottentra a confine da1 lato medesimo occidentale la Comunità di Palaja mediante alcuni rivi, lungo i quali attraversa 1a strada rotabile comunitativa, della Maremmana, per scendere nel torrente Chiecina, il cui alveo serve di confine nella direzione di maestro alle medesime Comunità. – A questo punto il territorio comunitativo di Montajone volta faccia da maestro a grecale per salire sui poggi che dividono la Val d’Era dalla vallecola dell’Evola; e costà trovasi di fronte alla
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    Comunità di Sanminiato. Con il territorio di quest’ultima l’altro di Montajone scende la pendice occidentale dei poggi che fiancheggiano la destra dell’Evola, e quindi pel rio del Poderino, entra nell’Evola che rimonta di conserva con 1’altra comunità, con 1a quale poi si dirige verso grecale sulla faccia dei poggi che acquapendono in Val d’Elsa. Di costà per il rio della Maremmana, scende in Val d’Elsa nella direzione di grecale fra Canneto, e la tenuta del Meleto Ridolfi per arrivare alla sponda sinistra del fiume Elsa, dove trova la Comunità di Empoli. Allora questa di Montajone rimonta il fiume da grecale a scirocco avendo dirimpetto il territorio d’Empoli per il tragitto di mezzo miglio toscano sino al rio Cannella. A questo influente presso il borgo di Dogana entra a confine la Comunità di Castelfiorentino lungo sempre il fiume Elsa fino al rio di Grignano, dove la Comunità di Montajone abbandona l’Elsa per entrare nel rio prenominato, e di là nella via di Cojano che percorre, da primo nella direzione di ponente, poi verso ostro, sino a che attraversa la strada comunitativa che da Castelfiorentino guida a Montajone, e di là, entrando nel rio Pietroso, ritorna lungh’esso nel fiume Elsa, mediante il quale le due Comunità confinano fino al fosso delle Macchie. Al di là di questo fosso, seguitando sempre il corso dell’Elsa, sottentra la Comunità di Certaldo, con la quale l’altra di Montajone fronteggia per circa due miglia toscane di cammino sino allo sbocco del torrente Casciani. Quà il territorio di Montajone abbandona 1’Elsa ed entra nel torrente Casciani che viene dal lato di scirocco dai poggi a sinistra dell’Elsa, il di cui
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    alveo percorre per 2 miglia toscane di fronte alla Comunità di Sangimignano. Quindi mediante un suo tributario, Ch’è il rio de’Casciani di sotto, poi lungo i borri d’Acqua calda e dell’Acqua amara, dopo aver fronteggiato le predette comunità per il corso di altre 4 miglia, questa di Montajone ritrova sul poggio del Cornocchio la strada Regia provinciale e il territorio comunitativo di Volterra.
    Il territorio spettante a questa comunità è di tal maniera disposto che esso trovasi fiancheggiato a levante dal fiume Elsa, e dal grosso torrente
    Casciani, il quale ultimo nasce nel territorio di questa medesima Comunità e lo attraversa nella direzione di scirocco a maestro. Il Roglio e la Chiecina, hanno pur essi origine nel territorio a ostro e libeccio di Montajone, ma essi scendono a vuotarsi nell’Era in altre Comunità. Anche il torrente Orlo, che nasce nella pendice orientale del poggio di Montajone, va a scaricarsi nell’Evola, fiumana che costeggia dal lato di ponente e che scaturisce pur essa in questo territorio.
    Fra le strade rotabili che toccano, o che attraversano il territorio di Montajone, avvene una regia provinciale (
    la Volterrana) che rasenta 1’ultimo lembo a scirocco del capoluogo. – Fra le comunitative rotabili si conta la strada Maremmana, la quale staccasi da Sanminiato rimontando la vallecola dell’Evola e costà passando per Montajone e per Figline, va a sboccare nella provinciale di Volterra. – Sono pure comunitative rotabili quella tra Castiglionfiorentino e Montajone, e l’altra tracciata lungo la ripa sinistra dell’Elsa.
    Per ciò che spetta alla struttura fisica, e alla disposizione geognostica, il suolo di questa comunità può dirsi quasi generalmente coperto dal terreno terziario marino, consistente in una marna argillosa conchigliare (
    mattajone) e
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    in una qualità di tufo arenario calcare.
    Tale è quello che stendesi sui poggi interposti fra 1’Elsa, l’Evola, il
    Capreggine e il Roglio fino presso le scaturigini di questi due ultimi torrenti, vale a dire, verso la cresta del poggio Cornocchio. Avvegnachè costà fra il terreno terziario e stratiforme veggonsi emerse quà e là masse ofiolitiche ricche di diallaggio, e a luoghi di talco verdastro lucente. Trovansi queste due qualità di rocce nei poggi di S. Vivaldo, di Montignoso, e di Aglione, fra S. Cristina e Figline, presso al bivio della strada provinciale di Volterra con quella Maremmana di Sanminiato.
    Di tratto in tratto in coteste alture si affacciano testate di strati di macigno e di calcare compatto alquanto alterato, non che di schisto argilloso calcare nerastro; le quali rocce sul Cornocchio sembra che servino di base al tufo arenario conchigliare che contorna a guisa di lembo le masse ofiolitiche di gabbro e di serpentino.
    Di mano in mano però che si discende dal poggio, verso il lato acquapendente nell’Elsa, compariscono estesi banchi di ghiaje e ciottoli di calcare appenninico che ricuoprono il terreno terziario marino.
    Due miglia innanzi di arrivare nel piano d’Elsa, sulla sinistra del
    Rio Pietroso, fra potenti strati di tufo arenario scaturisce una polla di acqua salsa, conosciuta sotto il vocabolo dell’Acqua di Pillo, della quale pubblicò una sua analisi chimica del Professore senese Giuseppe Giulj nel T. V. della Storia naturale di tutte le acque minerali di Toscana. – Vedere PILLO.
    La porzione del territorio della Comunità di Montajone, in cui unicamente si affaccia il tufo sopra la marna conchigliare, è dal lato di settentrione del capoluogo, ed è appunto costà dove si trovano le rinomate tenute del
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    Cojano-Garzoni-Venturi e del Meleto-Ridolfi, due vaste possessioni, nelle quali fu messo in opera prima che altrove il sistema delle colmate di monte, e della coltivazione a spina. – Vedere COJANO di Val d’Elsa, e MELETO RIDOLFI.
    In quanto alle produzioni agrarie, cotesto territorio suol fornirle di varia specie; sia in genere di piante di alto fusto, dalla querce alla vite; sia di quelle annue e da sementa, dal frumento alla barba bietola. Peraltro le piante silvestri e specialmente le foreste di lecci sogliono costà rivestire i poggi a ostro e scirocco di Montajone, là dove emersero, come dissi, fra i terreni terziarii varie qualità di gabbri, di serpentini e di altre rocce nettuno-plutoniane. In cotesta specie di terreno il leccio e tra le piante di alto fusto quella che a preferenza vi prospera. – Del resto il castagno, che raramente si vede nelle pendici inferiori di Val’d’Elsa, non manca nei fianchi di questi ultimi poggi, dove pur anco fruttifica l’ulivo. Quest’albero comincia a comparire a S. Cristina presso allo sbocco della strada di Montajone nella provinciale di Volterra due miglia distante dalla sommità del Cornocchio. Costà cessano li sterpeti e le sodaglie, e di mano in mano che uno scende verso il Castello di Gambassi vede apparire tra gli ulivi più frequenti i vigneti, le seminagioni e le case coloniche. – I pini, i cipressi e altre piante conifere vegetano egualmente bene nelle colline tufacee e in quelle marnose o di
    mattajone. Crescono poi con sollecitudine e rigoglio verso la pianura le viti, i pioppi, i cipressi e gli alberi (populus nigra).
    Fra le industrie dei Montajonesi 1’arte de’bicchierai, o fabbricanti di vetri, se non è antica quanto quella del fornaciai di terraglie, è certamente la più cospicua fra quante
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    esistono attualmente in Montajone. – Giovanni Targioni Tozzetti ne informò nei suoi Viaggi di aver trovato nominati i bicchierai di Montajone nel 1404, dicendo inoltre che di quì l’arte medesima si e sparsa in varie parti di Toscana. – Infatti fra le pergamene de’Cistercensi della badia a Settimo, riunite nell’Archivio Diplomatico Fiorentino avvene una del 1402, in cui e rammentato un Nanni di Nuto da Montajone bicchierajo o lavoratore di vasi di vetro. Che anzi alcuni credono che la fornace di vetreria attualmente esistente in Montajone possa risalire al principio del secolo XV. – Il carbone è uno dei principali prodotti del suolo e uno degli articoli di commercio attivo di questa comunità. Le granaglie, l’olio, e il vino, e una sufficiente dose di foraggi e di frutti pomiferi sono i generi principali che fornisce 1’agraria ai Montajonesi.
    Con la pubblicazione del regolamento generale del 23 maggio 1774, per la nuova organizzazione amministrativa delle comunità del contado fiorentino, venne ordinato che si dovessero riunire in un solo corpo a questa di Montajone le giurisdizioni di due potesterie, cioè quelle di Montajone e di Barbialla che in origine (anno 1370) erano due, riunite in una sotto il governo Mediceo, e l’altra di Gambassi. Le quali potesterie a detta epoca abbracciavano 23 popoli, o antichi comunelli; cioè: 1.°
    Montajone, 2.° Castelnuovo, 3.° Castel Falfi, 4.°Tonda e Sughera, 5.° Vignale e Ceddri, 6.° Collegalli, 7.° Cojano, 8.° Canneto, 9.° Barbialla, 10.° S. Bartolommeo a S. Stefano, 11.° S. Stefano a S. Quintino; 12.° Gambassi, 13.° Montignoso, 14.° Camporbiano, 15.° Varna, 16.°
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    Catignano, 17.° Agreste, 18.° Gavignalla, 19.° S. Lucia, 20.° S. Bartolommeo a S. Pancrazio, 21.° Pulicciano, 22.° S. Piero alla Badia a Cerreto, 23.° S. Cristina. – I primi 11 comunelli, o popoli erano della giurisdizione di Montajone e Barbialla, e gli altri 12 di quella di Gambassi; dei quali gli ultimi nove costituivano una Lega sotto la giurisdizione di Gambassi.
    Lo stesso regolamento ordinò, che sebbene fino a quel tempo erano stati dipendenti dalla potesteria di Montajone i comuni e popoli di
    Cigoli, di Stibbio, e di Montebicchieri, i quali altronde per le cose comunitative erano compresi sotto l’amministrazione della cancelleria di Sanminiato, questi in ordine al sovrano motuproprio del 23 maggio 1774 furono aggregati alla Comunità e giurisdizione testé nominata.
    Tale a un dipresso si mantenne la ripartizione economica e giurisdizionale della comunità di Montajone fino al 1833, nel quale anno subì una qualche variazione, allorché i popoli di Canneto e di S. Quintino furono assegnati alla Comunità di Sanminiato; quello di S. Eusebio alla Canonica fu unito alla Comunità di Sangimignano, e il popolo di S. Giorgio a Ceddri passò nella Comunità di Peccioli; mentre in cambio fu dato a questa di Montajone il popolo d’Jano e Caroporena.
    – Vedere il QUADRO della Popolazione della Comunità di Montajone in calce al presente articolo.
    A Montajone continua a praticarsi un languido mercato settimanale nel lunedì, e vi si tiene una fiera annuale nel dì 2 settembre di molto concorso per la compra e vendita del bestiame vaccino e pecorino.
    Fuori della porticciuola di Montajone avvi un conservatorio di donne per l’educazione ed istruzione delle fanciulle.
    Questa terra nobile per le famiglie cospicue che vi
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    ebbero stanza ed origine ha anche il merito di essere stata la patria dello storico Scipione Ammirato il giovine, siccome costà sul declinare del secolo passato ebbe i natali Francesco Chiarenti che è stato un valente medico, noto eziandio come agronomo e politico.
    La comunità di Montajone mantiene un medico-chirurgo nel capoluogo, dove risiede anche un maestro di scuola. Due altri medici condotti hanno il loro domicilio a Gambassi e a Tonda.
    Il potestà di Montajone fu soppresso dalla legge del 2 agosto 1338 sulla nuova organizzazione dei Tribunali del Granducato, per cui la giurisdizione di questa potesteria fu riunita al vicariato regio di Sanminiato, dove si trova il tribunale di prima istanza. – La Cancelleria comunitativa, l’ingegnere di Circondario, e l’ufizio di esazione del Registro sono
    in Castel Fiorentino; la conservazione dell’Ipoteche è in Volterra.

    QUADRO della Popolazione della Comunità di MONTAJONE a quattro epoche diverse.

    - nome del luogo: Barbialla, titolo della chiesa: S. Giovanni Evangelista (Rettoria), diocesi cui appartiene: Volterra,
    popolazione anno 1551 n° 264, popolazione anno 1745 n° 328, popolazione anno 1833 n° 360, popolazione anno 1839 n° 322
    - nome del luogo: Camporbiano, titolo della chiesa: S. Martino (Rettoria), diocesi cui appartiene: Volterra,
    popolazione anno 1551 n° 11, popolazione anno 1745 n° 37, popolazione anno 1833 n° 214, popolazione anno 1839 n° 240
    - nome del luogo: Canneto*, titolo della chiesa: S. Giorgio (Rettoria), diocesi cui appartiene: S. Miniato,
    popolazione anno 1551 n° 107, popolazione anno 1745 n° 176, popolazione anno 1833 n° 245, popolazione anno 1839 n° -
    - nome del luogo: Canonica*, titolo della chiesa: S. Eusebio (Rettoria), diocesi cui appartiene: Volterra,
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    popolazione anno 1551 n° -, popolazione anno 1745 n° 196, popolazione anno 1833 n° 325, popolazione anno 1839 n° -
    - nome del luogo: Castelfalfi, titolo della chiesa: S. Floriano (Pieve), diocesi cui appartiene: Volterra,
    popolazione anno 1551 n° 315, popolazione anno 1745 n° 237, popolazione anno 1833 n° 468, popolazione anno 1839 n° 476
    - nome del luogo: Castelnuovo, titolo della chiesa: S. Maria Assunta (Pieve), diocesi cui appartiene: Volterra,
    popolazione anno 1551 n° 351, popolazione anno 1745 n° 598, popolazione anno 1833 n° 836, popolazione anno 1839 n° 1012
    - nome del luogo: Catignano e Agreste, titolo della chiesa: S. Martino (Rettoria), diocesi cui appartiene: Volterra,
    popolazione anno 1551 n° -, popolazione anno 1745 n° 84, popolazione anno 1833 n° 229, popolazione anno 1839 n° 256
    - nome del luogo: Ceddri*, titolo della chiesa: S. Giorgio (Rettoria), diocesi cui appartiene: Volterra,
    popolazione anno 1551 n° 229, popolazione anno 1745 n° 108, popolazione anno 1833 n° 320, popolazione anno 1839 n° -
    - nome del luogo: Badia a Cerreto, titolo della chiesa: S. Pietro (Rettoria), diocesi cui appartiene: Volterra,
    popolazione anno 1551 n° 108, popolazione anno 1745 n° 161, popolazione anno 1833 n° 192, popolazione anno 1839 n° 209
    - nome del luogo: Chianni, titolo della chiesa: S. Maria (Pieve), diocesi cui appartiene: Volterra,
    popolazione anno 1551 n° -, popolazione anno 1745 n° 301, popolazione anno 1833 n° 500, popolazione anno 1839 n° 554
    - nome del luogo: Cojano, titolo della chiesa: S. Pietro (Pieve), diocesi cui appartiene: Volterra,
    popolazione
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    anno 1551 n° 140, popolazione anno 1745 n° 163, popolazione anno 1833 n° 292, popolazione anno 1839 n° 311
    - nome del luogo: Collegalli, titolo della chiesa: S. Vito (Rettoria), diocesi cui appartiene: S. Miniato,
    popolazione anno 1551 n° 192, popolazione anno 1745 n° 252, popolazione anno 1833 n° 276, popolazione anno 1839 n° 294
    - nome del luogo: Figline, titolo della chiesa: S. Antonio (Rettoria), diocesi cui appartiene: Volterra,
    popolazione anno 1551 n° -, popolazione anno 1745 n° 26, popolazione anno 1833 n° 241, popolazione anno 1839 n° 254
    - nome del luogo: Gambassi, titolo della chiesa: SS. Jacopo e Stefano (Pieve), diocesi cui appartiene: Volterra,
    popolazione anno 1551 n° 405, popolazione anno 1745 n° 196, popolazione anno 1833 n° 574, popolazione anno 1839 n° 721
    - nome del luogo: Gavignalla, titolo della chiesa: S. Andrea (Rettoria), diocesi cui appartiene: Volterra,
    popolazione anno 1551 n° 60, popolazione anno 1745 n° 42, popolazione anno 1833 n° 182, popolazione anno 1839 n° 205
    - nome del luogo: MONTAJONE, titolo della chiesa: S. Regolo (Pieve), diocesi cui appartiene: Volterra,
    popolazione anno 1551 n° 1077, popolazione anno 1745 n° 986, popolazione anno 1833 n° 1123, popolazione anno 1839 n° 1239
    - nome del luogo: Montignoso, titolo della chiesa: S. Frediano (Pieve), diocesi cui appartiene: Volterra,
    popolazione anno 1551 n° 369, popolazione anno 1745 n° 326, popolazione anno 1833 n° 344, popolazione anno 1839 n° 347
    - nome del luogo: Mura, titolo della chiesa: S. Stefano (Rettoria), diocesi cui appartiene: Volterra,
    popolazione anno 1551
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    n° 105, popolazione anno 1745 n°-, popolazione anno 1833 n° 189, popolazione anno 1839 n° 201
    - nome del luogo: Pillo, titolo della chiesa: S. Martino (Rettoria), diocesi cui appartiene: Volterra,
    popolazione anno 1551 n° -, popolazione anno 1745 n° 78, popolazione anno 1833 n° 173, popolazione anno 1839 n° 153
    - nome del luogo: S. Quintino*, titolo della chiesa: S. Quintino (Pieve), diocesi cui appartiene: S. Miniato,
    popolazione anno 1551 n° 116, popolazione anno 1745 n° 89, popolazione anno 1833 n° 112, popolazione anno 1839 n° -
    - nome del luogo: Santo Stefano, titolo della chiesa: S. Bartolommeo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Volterra,
    popolazione anno 1551 n° -, popolazione anno 1745 n° 124, popolazione anno 1833 n° 198, popolazione anno 1839 n° 223
    - nome del luogo: Sughera, titolo della chiesa: S. Pietro (Rettoria), diocesi cui appartiene: Volterra,
    popolazione anno 1551 n° -, popolazione anno 1745 n° 128, popolazione anno 1833 n° 244, popolazione anno 1839 n° 213
    - nome del luogo: Tonda, titolo della chiesa: S. Niccolò (Rettoria), diocesi cui appartiene: Volterra,
    popolazione anno 1551 n° 290, popolazione anno 1745 n° 128, popolazione anno 1833 n° 281, popolazione anno 1839 n° 353
    - nome del luogo: Varna, titolo della chiesa: S. Giovanni Evangelista (Rettoria), diocesi cui appartiene: Volterra,
    popolazione anno 1551 n° 141, popolazione anno 1745 n° 214, popolazione anno 1833 n° 377, popolazione anno 1839 n° 398
    - nome del luogo: Vignale, titolo della chiesa: S. Bartolommeo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Volterra,
    popolazione anno 1551 n° 275,
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    popolazione anno 1745 n° 140, popolazione anno 1833 n° 169, popolazione anno 1839 n° 211

    - Totale
    abitanti anno 1551 n° 4747
    - Totale
    abitanti anno 1745 n° 5212
    - Totale
    abitanti anno 1833 n° 8725

    N. B. I popoli contrassegnati con l’asterisco *, cioè quelli di Canneto, della Canonica, di Ceddri e di S. Quintino, meno poche frazioni, dopo l’anno 1833 sono stati assegnati ad altre Comunità limitrofe. – All’incontro è stato aggregato alla Comunità di Montajone il popolo seguente

    - nome del luogo: Jano e Camporena, titolo della chiesa: SS. Filippo e Jacopo (Rettoria), (
    ERRATA: già della Comunità di Volterra) già della Comunità di S. Miniato e ora di Montajone, abitanti anno 1839 n° 335

    Entrano nella Comunità di Montajone dai popoli limitrofi le seguenti frazioni:

    - nome del luogo: Balconevisi, Comunità donde proviene: S. Miniato,
    popolazione anno 1839 n° 10
    - nome del luogo: Ceddri, Comunità donde proviene: Peccioli,
    popolazione anno 1839 n° 14
    - nome del luogo: Larniano, Comunità donde proviene: S. Gimignano,
    popolazione anno 1839 n° 31
    - nome del luogo: Nera, Comunità donde proviene: Volterra,
    popolazione anno 1839 n° 30

    - Totale
    abitanti anno 1839 n° 8817

    MONTAJONE nella Val d'Elsa – Si corregga alla pag. 284 Volume III il Quadro della popolazione dove si rammenta il popolo d’
    Jano e Comporena, che fu della Comunità di San Miniato e non mai di quella di Volterra. – In fine si aggiunga. – Nel 1833 la Comunità di Montatone senza gli annessi noverava 7725 anime e nel 1855 con gli annessi contava 9212 Abitanti, cioè:

    Barbialla (
    porzione), Abitanti N.° 347
    Camporbiano,
    Abitanti N.° 245
    Castel Falfi,
  •   pag. 18 di 18
    Abitanti N.° 453
    Castelnuovo di Val d'Elsa,
    Abitanti N.° 979
    Catignano,
    Abitanti N.° 281
    Cerreto (Badia),
    Abitanti N.° 224
    Chianni,
    Abitanti N.° 620
    Cojano (
    porzione), Abitanti N.° 319
    Collegalli,
    Abitanti N.° 330
    Figline,
    Abitanti N.° 286
    Gambassi,
    Abitanti N.° 706
    Gavjgnalla,
    Abitanti N.° 237
    Jano e Camporena,
    Abitanti N.° 552
    Montajone,
    Abitanti N.° 1268
    Montignoso,
    Abitanti N.° 385
    Mura,
    Abitanti N.° 221
    Pillo (
    porzione), Abitanti N.° 218
    S. Stefano,
    Abitanti N.° 245
    Sughera,
    Abitanti N.° 278
    Tonda,
    Abitanti N.° 273
    Varna (
    porzione), Abitanti N.° 472
    Vignale,
    Abitanti N.° 196

    Annessi

    Balconevisi; dalla Comunità di San Miniato, Abitanti N° 10
    Ceddri;
    dalla Comunità di Peccioli, Abitanti N° 10
    Larniano;
    dalla Comunitàa di San Giminiano, Abitanti N° 35
    Nera;
    dalla Comunità di Volterra, Abitanti N° 42
    TOTALE
    Abitanti N.° 9212
Localizzazione
ID: 2789
N. scheda: 32140
Volume: 3; 6S
Pagina: 278 - 284; 149 - 150
Riferimenti:
Toponimo IGM: Montaione - Pievecchia (a NE)
Comune: MONTAIONE
Provincia: FI
Quadrante IGM: 112-1
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1654530, 4824022
WGS 1984: 10.91395, 43.55471
UTM (32N): 654593, 4824196
Denominazione: Montajone
Popolo: S. Regolo a Montajone
Piviere: S. Regolo a Montajone
Comunità: Montajone
Giurisdizione: (Montajone) S. Miniato
Diocesi: Volterra
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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