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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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Montale, Viliano - Pieve di Viliano, di Villiano, di Vigliano

 

(Montale - Montale Alto)

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    MONTALE nella Valle dell’Ombrone pistojese. – Borgata già Castello con pieve prepositura (S. Giovanni Evangelista a Vigliano) comunemente appellata al Montale, posta a piè del colle dove fu la torre e il castello del Montale, l’una e l’altro atterrati. – È capoluogo di Comunità e di Giurisdizione nella Diocesi di Pistoja, Compartimento di Firenze.
    Fra gli avanzi del
    Montale vecchio contasi la casetta, che fino al declinare del secolo XVIII fu residenza dei potestà, di alcuni dei quali ivi è restata l’Arme. Stà il Montale vecchio sopra un colle isolato sparso di vigne, di alberi da frutto, e specialmente di olivi. Il qual colle si alza dal piano circa 250 braccia, poco meno del poggio di Montemurlo, che è due miglia al suo levante. Sono due prominenze, dalle quali si scuopre tutta la pianura pistojese, la pratese e quella dell’Arno, di Signa fino ai poggi delle pinete della Romola e di Scandicci presso Firenze.
    Costà sopra, come dissi, fu il castello del Montale, situato nel grado 28° 39’ 3” di longitudine e 43° 54’ di latitudine, alla sinistra del torrente
    Settola che gli bagna la base, mentre un torrente maggiore, l’Agna, gli scorre più da lungi a levante. – Ha distante miglia toscane 5 e 1/2 a ponente la città di Prato, e 5 miglia toscane a levante di Pistoja, sopra la strada provinciale denominata Montalese, la quale rasenta la pieve del Montale, e la grandiosa villa Covoni della Smilea, situata un quarto di miglio alla base del colle di Montale.
    Dell’origine di questo castello diede indizio Ricordano Malespini nel capitolo 98 della storia fiorentina, e più tardi Giovanni Villani al capitolo 31 Libro V della sua Cronica. – I quali due scrittori attestano, che al principio
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    del 1203 i Pistojesi, avendo tolto il castello di Montemurlo al Conte Guido de’Conti Guidi, poco appresso (settembre 1203) v’andarono ad oste i Fiorentino in servigio dei Conti, e che riebbonlo. Quindi più sotto aggiungono, qualmente nell’anno 1207 i Fiorentini avevano messo concordia fra i Pistojesi e i conti Guidi; se non che indi a poco tempo i predetti conti vedendo di non potere difendere dai Pistojesi quel castello, perché era loro troppo vicino, e vi avevano dirimpetto il castello del Montale, nell’anno 1209 il venderono per 5000 fiorini d’oro al Comune di Firenze. – Vedere MONTEMURLO.
    Concorda in ciò anche l’anonimo autore delle
    Istorie Pistolesi, il quale inoltre fa sapere: che dopo mossa guerra ai conti Guidi dai Pistolesi, e questi impadronitisi del Castello di Montemurlo, per rendersi più forti e sicuri fabbricarono di contro un altro castello con un’alta e forte rocca, che chiamarono il Montale, per essere alle falde di un monte: e che cavate molte famiglie dalla Valle dell’Agna, popolarono l’uno e l’altro di gente.
    Aggiunge di più il Fioravanti, che dopo terminata la rocca del Montale, il primo castellano della medesima a dì 9 maggio 1206 prestò giuramento di fedeltà in mano dei consoli di Pistoja con la premessa di tenere quel castello a difesa della stessa città e sue cortine. – (FIORAVANTI,
    Memor. Istor. Di Pistoja, all’anno 1203).
    Di questa contrada del Montale ritorna in campo qualche memoria all’anno 1220 nel privilegio concesso da FederigoII ai conti Guidi, cui fra gli altri confermò in feudo
    Montemurlo, e Montale. Che però i Conti Guidi innanzi la suddetta epoca tenessero fedeli, case e terreni nel piviere di Vigliano, ossia del Montale, lo dimostra per tutti un’istrumento rogato in Pistoja nel 1108, col quale il conte
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    Guido Guerra assegnò, o piuttosto confermò, alla pieve di S. Giovanni Evangelista a Vigliano alcuni beni statigli precedentemente donati dal conte Guido Guerra di lui padre. (ARCHIVIO DIPLOMATICO FIORENTINO, Carte del Capitano di Pistoja).
    Ma i possessi maggiori e i più potenti signori del Montale erano della casa magnatizia de’Cancellieri; uno dei cui magnati, il capitano Schiatta Cancellieri, è rammentato nelle
    Istorie Pistolesi sotto l’anno 1302, all’occasione di essersi accesi anche in Firenze i due partiti de’Bianchi e de’Neri. Il quale messer Schiatta nel detto anno incominciò a guarnire delle sue genti armate le castella del contado di Pistoja, specialmente il Montale dalla parte di Firenze, e Serravalle dalla parte di Lucca.
    Infatti Dino Compagni e Giovanni Villani registrarono nelle loro Cronache, in qual maniera il castello del Montale nel 1303 fosse preso dai fiorentini, mediante trattato tenuto con quei di dentro per opera di Pazzino de’Pazzi, che aveva una possessione ivi vicina chiamata
    Parugiana, ossia Perugiano (ch’è tuttora posseduta dalla casa Pazzi di Firenze), talché furono dati a chi lo consegnò 3000 fiorini d’oro. Narra con maggior dettaglio il conducimento di quelle trattative l’anonimo autore delle Istorie Pistolesi, con la differenza però che le trattative risguardanti la consegna del Montale accadessero per opera di un Bertino Niccolai cittadino pistojese fuoruscito di Parte Guelfa, o Nera; dicendo che un Niccolai stava a guardia della fortezza del Pantano (fra il Montale e il poggio a Cajano), la quale era di messer Simone Cancellieri, campione di Parte Nera; in guisa che i fiorentini per avere il castello del Montale col mezzo del Niccolai promessero a Braccino, ch’era il maggiore del paese, un guiderdone di 6000 fiorini d’oro.
    Come i Fiorentini ebbono il castello del Montale, lo che avvenne nel maggio
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    del 1303, per asserto del Villani, fu fatto abbattere e disfare infino nelle fondamenta, e la campana di quel Comune, ch’era molto buona, la feciono venire in Firenze, e puosesi in su la torre del podestà per campana de’messi, e chiamossi la Montalina– (Gio. VILLANI, Cronica Lib. VIII. Cap.65).
    Lo stesso storico soggiungeva: che disfatto che fu il montale, del mese medesimo di maggio, i Fiorentini da una parte e i Lucchesi dall’altra feciono oste alla città di Pistoja; e comecchè questa si difendesse gagliardamente, le guastarono però i subborghi intorno intorno, sicché essi tornarono con molta preda a casa.Rispetto al disfacimento del castello del Montale l’anonimo delle
    Istorie Pistolesi discorda dagli scrittori fiorentini contemporanei al fatto, tostochè scrisse, che quando il comune di Firenze ebbe avuto il castello di Montale, il fornì assai bene di gente da cavallo e da piè, e riducevansi dentro gran quantità di Guelfi Neri, i quali andavano facendo guerra alla città di Pistoja.
    Comunque sia andata la bisogna, certo è che della torre del Montale da molti secoli restarono appena le fondamenta con due braccia circa di muraglia sopra terra, state pur queste disfatte alla nostra età. Altronde non trovando più di essa torre fatta menzione nella guerra del 1305 contro Pistoja, né quando Castruccio nel 1325 pose l’assedio a Montemurlo, nel tempo che furon disfatti il castello di
    Giavello degli Strozzi, e la torre di Parugiano de’Pazzi, né trovando da alcuno storico nelle età posteriori rammentato il Montale come fortilizio, sembrano coteste ragioni sufficienti per decidersi a prestare maggior fede ai cronisti Dino Compagni e Giovanni Villani, che non all’anonimo pistolese.
    Non è per questo che il Comune di Montale cessasse di essere riguardato come il luogo più importante della Val d’Agna
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    e un paese di frontiera del territorio pistojese. Infatti si legge che gli abitanti di questa comunità si sottomisero per istrumento del dì 11 aprile 1351 alla Repubblica Fiorentina, dalla quale nell’atto istesso ottennero alcuni privilegj ed esenzioni.
    Importanti per la storia idraulica di questa contrada sono due deliberazioni prese dalla signoria di Firenze nel dì 30 agosto 1494 e nel 7 giugno 1498 sopra il regolamento da tenersi per il corso regolare delle acque del fiume Agna, impiegate pei mulini del Montale e di Montemurlo, donde insorgevano giornalmente delle controversie. Anche dopo la riforma del governo di Pistoja (aprile e maggio del 1402) quando furono ridotte a quattro le molte potesterie del contado pistojese, a questa del Montale fu conservato il giusdicente con estesa giurisdizione fino al di là dell’Appennino, e nella valle limitrofa del Bisenzio, mentre dalla parte della pianura pistojese arrivava sotto a Montemurlo, e alla
    Catena d’Agliana, dove a partire dal secolo XII soleva pagarsi il passaggio delle merci. – Vedere CATENA D’AGLIANA.
    Frattanto la famiglia Cancellieri per le grandi tenute, per le case torrite e pei giuspadronati di chiese che le appartenevano nel territorio del Montale, si manteneva anco nei secoli posteriori al 1300 la più potente e più ricca di questa contrada; in guisa che gli annali pistojesi rammentano molti fatti atroci, piuttosto che azioni belliche e magnanime, accaduti al Montale a cagione della inimicizia inveterata fra le famiglie Panciatichi e Cancellieri. Donde conseguirono sanguinosi tumulti, sia nel 1455, quando andò in scompiglio la contrada di Agliana e del Montale; sia nel 1503, allorché i Cancellieri si fecero forti costà contro la fazione nemica; sia nel 1537, quando alla morte del primo duca di Firenze la famiglia Panciatichi con i suoi fautori diede di piglio alle armi nella città di Pistoja per
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    correre in traccia di nemici inermi, uccidendo un numero vistoso d’individui della casa Cancellieri, e obbligando i superstiti a refugiarsi alla campagna, specialmente nelle loro possessioni del Montale. – Ogni agitazione però fu piccola cosa appetto a quella che incorse due anni dopo per le pratiche tenute dai Cancellieri costà dal Montale con i loro amici di Pistoja. I quali, dopo aver raccolto molti de’loro fautori armati, entrarono di notte tempo in Pistoja per far man bassa sopra i Panciatichi. Ma la rabbia e il furore de’Cancellieri vennero frenati in sul far del dì dall’attività del commissario del governo, sicché essi veggendo il pericolo che loro soprastava, dopo aver corsa la città e uccisi alcuni de’Panciatichi, si ritirarono da Pistoja: e questa per buona sorte, dicono gli storici, fu l’ultima fazione che avvenisse tra i Panciatichi e i Cancellieri, per modo che il Montale d’allora in poi divenne stanza pacifica ed isolata de’suoi potestà.
    Il popolo del Montale del balzello imposto dalla Repubblica Fiorentina nel 1444 trovasi tassato fra i comuni del distretto fiorentino per 60 fiorini d’oro.
    Nel 1551 la chiesa plebana di S. Giovanni Evangelista al Montale comprendeva 4 comunelli; cioè, I° la
    Badia al Montale (S. Salvatore in Agna) che aveva 162 abitanti, 2° la Pieve al Montale con 259 abitanti, 3°Catognano con 142 abitanti, e 4° Jandaja con 221 abitanti. – Totale 784 abitanti. In quanto al giuspadronato della pieve del Montale, che fu di molti beni dalla casa Cancellieri dotata, all’estinzione di questa illustre casata passò nelle nobili famiglie de’Falconieri di Roma, del Marchese Niccolini di Firenze, e per due voci in quella de’Gannucci Cancellieri di Pistoja, famiglia nella quale entrò nel secolo decorso l’ultima femmina de’Cancellieri.
    La chiesa a tre navate fu riedificata quasi di pianta nel principio del
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    secolo corrente dal defunto pievano e preposto Vincenzio Bertini, il quale procurò di lasciare costà un saggio di tre valenti artisti; cioè dell’architetto fiorentino Marco Moretti, e dei due primi pittori toscani del suo tempo, di Sabatelli, che dipinse a fresco nella tribuna una visione dell’Apostolo di Patfo,e del Cavaliere Benvenuti, di cui è il quadro di un altare rappresentante la Samaritana al pozzo. – Anche nella sagrestia esiste un’Annunziazione di Maria, parto giovanile del pittore Sebastiano Veronese col nome suo e l’epoca in cui lo colorì (anno 1552); ma sia quella, come le altre due pinture hanno sofferto tanto da far dubitare all’osservatore che siano opere escite da quei pennelli. – La pieve di S. Giovanni Evangelista al Montale, ossia a Vigliano, ha sotto di se tre cure suffraganee; I S. Martino a Fognano, Prioria; 2 S. Michele a Tobbiana, Cura 3 S. Maria a S. Mato in Val di Bure,Cura. Era pure compreso nella parrocchia del Montale l’antico monastero con la profanata chiesa di S. Salvatore in Agna, detta la Badia; il cui locale situato alla destra del torrente Agna presso la magnifica villa della Smilea, dopo la sua soppressione fu convertito in tinaja della stessa fattoria ed attualmente ad uso di bigattiera.
    Le cappelle della Santissima Nunziata alla Smilea, di S. Cristina, di S. Antonio alla Villa Sozzifanti di S. Lucia de’Fabroni, e di S. Alberto a Colle della villa signorile con tenuta omonima dei conti Alberti, poi Bardi, ereditata dai conti Guicciardini, tutti cotesti oratori privati sono compresi nello stesso pievanato del Montale.

    MOVIMENTO della popolazione della parrocchia plebana del MONTALE a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.

    ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due
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    sessi -; ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 120; totale della popolazione 784.
    ANNO 1745: Impuberi maschi 155; femmine 150; adulti maschi 327, femmine 329; coniugati dei due sessi 178; ecclesiastici dei due sessi 6; numero delle famiglie 203; totale della popolazione 1145.
    ANNO 1833: Impuberi maschi 305; femmine 267; adulti maschi 346, femmine 276; coniugati dei due sessi 568; ecclesiastici dei due sessi 5; numero delle famiglie 304; totale della popolazione 1767.
    ANNO 1839: Impuberi maschi 286; femmine 264; adulti maschi 378, femmine 290; coniugati dei due sessi 584; ecclesiastici dei due sessi 5; numero delle famiglie 309; totale della popolazione 1807.

    Comunità del Montale. – Questo territorio occupa una superficie di 12393 quadrati agrarj, dei quali quadrati 490 sono presi da corsi d’acqua e da strade. – Nel 1833 vi abitavano 6702 persone, a ragione di circa 446 abitanti per ogni miglio toscano quadrato di suolo imponibile.
    Il territorio comunitativo del Montale presenta una forma bislunga da ostro a settentrione tre volte maggiore che da levante a ponente. Esso dal lato di settentrione ha per limite una parte di criniera dell’Appennino centrale, la cui faccia settentrionale mediante la
    limentra acquapende nel Reno e di là nell’Adriatico, mentre le acque della pendice meridionale fluiscono nell’Ombrone pistojese, tributario dell’Arno, e mercé di esso nel mare Mediterraneo.
    Il territorio del Montale confina con sei Comunità. Dalla parte dell’Appennino tocca sulla sua cima il territorio della Comunità di Cantagallo, a partire da maestro,per la strada pedonale detta del
    Termine ossia dell’Ospedaletto Bardi, e di là dirigendosi verso levante per la giogana medesima giunge al Poggio alto, donde piega alquanto a scirocco per salire sulla sommità del Montauto. Ivi ritornando nella direzione di levante arriva sulla strada pedonale di Cantagallo che trova sopra le sorgenti
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    del rio delle Bracherelle. A questo punto il territorio del Montale prende la direzione di ostro per scendere dal monte di conserva con la Comunità di Montemurlo che dal lato di levante costeggia con questa mediante il rio delle Bracherelle e di là nel torrente più orientale dell’Agna, al quale il rio suddetto dopo due miglia toscane di caduta si unisce. Di costà seguitando l’alveo dell’Agna, medesima le due Comunità scendono verso la pianura, la Comunità di Montemurlo a sinistra, e questa del Montale alla destra ripa dell’Agna, sino a che dopo sei miglia di cammino sottentra il fosso calice sotto il Ponte a Bocci. Quì cessa la Comunità di Montemurlo e viene a confine dallo stesso lato orientale la Comunità di Prato, che insieme con questa del Montale corre lungo le murate sponde del Calice, sino a chè si unisce al torrente Brana, e poco dopo all’Ombrone pistojese.
    Quà dopo due miglia toscane e mezzo di confine cessa la Comunità di Prato, e piegando direzione da ostro a ponente maestro la nostra del Montale rimonta contr’acqua l’Ombrone avendo di faccia a libeccio la Comunità di Tizzana, con la quale fronteggia per altre due miglia e mezzo fino alla strada rotabile che traversa la
    Brana per andare a S. Piero d’Agliana e di là al Montale. A questo punto il territorio della nostra Comunità trova di faccia quello di Porta Carratica, con la quale poco dopo lascia a sinistra l’Ombrone per entrare nel rio di S. Moro e rimontarlo nella direzione di settentrione sino al Ponte de’Renzi, passando per la strada che da S. Piero d’Agliana va a Pistoja. Costà sottentra la Comunità di Porta S. Marco,
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    cui stà di fronte questa del Montale, da primo dirimpetto a settentrione sino al torrente Bure, poscia dal lato di ponente mediante il torrente Settola, mercé cui li due territorii si dirigono verso il Campo alla Torre, donde salgono sul monte de’Pianali e di Bachirossoli, rasentando la chiesa di S. Lucia de’Fabbroni che resta a ponente della Comunità del Montale, finché tre miglia toscane più in alto arrivano per termini artificiali sulla sommità dell’Appennino dell’Ospedaletto, dove le due Comunità si toccano con il territorio di Cantagallo.
    Fra le prominenze maggiori dell’Appennino, ch’è alle spalle del colle del Montale, contansi quelle de’
    Termini,o dell’Ospedaletto, il poggio de’Cigni, e il Montauto.Questi tre gioghi per quanto inferiori in altezza a molte altre creste dell’Appennino, nonostante appartengono alla spina della giogana che invia le acque nei due opposti mari, a settentrione nell’Adriatico, a ostro nel Mediterraneo, in guisa che può dirsi questo il giogo più meridionale della catena che attraversa la Toscana.
    Nel fianco che acquapende nella valle dell’Ombrone pistojese ha origine il grosso torrente
    Agna, per altro tripartito. Essendochè il ramo più orientale che passa a grecale del villaggio di Tobbiana, porta il distintivo di Agna di Striglianella; esso scende dalla forra tra il Montauto e il monte Giavello, dove raccoglie le prime acque del rio delle Bracherelle. In questo ramo tributano le loro acque le altre due Agna, una centrale che scende da Val di Pilli, e l’altra più occidentale che nasce sotto i poggi dell’Ospedaletto, e che appellasi Agna delle Conche, la quale si marita all’Agna di Striglianella tra Colle Alberto e la Casa Grande del Torracchi, circa un miglio toscano e mezzo a
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    grecale della pieve del Montale, quando già l’Agna centrale di Val di Pilli si è unita alla prima di Striglianella, quasi un miglio più in alto, presso le Mulinaccia del Tangocci.
    Negli alvei di questi tre rami dell’
    Agna, innanzi di riunirsi in un solo letto, sono state costruite 25 anni indietro con grande stabilità e magnificenza diverse Serre lavorate tutte di pietrame a bozze uniformi. Quattro di coteste serre possono dirsi le più grandiose; due delle quali sono circa 200 passi sopra le Mulinaccia; una di coteste Serre attraversa il letto dell’Agna orientale detta di Striglianella, e l’altra trovasi nell’Agna di Val di Pilli. Una terza Serra, chiamata della Fratta, che è la maggiore delle altre, attraversa il letto del torrente 300 passi al di sotto della confluenza delle due Agne testé nominate. Finalmente la quarta Serra è la più pittoresca di tutte, perché piantata sopra altissimi strati di macigno profondamente incavati pei serpeggianti canali fatti dalla caduta delle acque. Attraversa questa Serra l’Agna occidentale, ossia delle Conche, un miglio innanzi che le sue acque passino sotto il ponte delle Trecche per accoppiarsi alle altre due riunite costà in un solo letto. Coteste tre Agne non restano mai senz’acqua nella stagione asciutta,cosicché degli edifizj da mulini fabbricati lungh’essa, a partire dalle Mulinaccia, se ne contano non meno di venti.
    Nella pianura poi di questa comunità ad ogni cento passi s’incontrano ponti e ponticelli, quasi tutti costruiti a schiena d’asino, che cavalcano i canali piuttosto che torrenti di
    Bure, Brana e Calice, i quali hanno il loro
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    alveo rinchiuso fra altissimi argini artificialmente innalzati al di sopra della circostante campagna e delle strade rotabili tracciate per la pianura Montalese, per dove la Bure, e la Brana lentamente fluiscono da maestro a scirocco, mentre il torrente Settola scende a settentrione maestro del Montale per congiungersi alla Bure un miglio al di sotto della pieve a Vigliano. Tutti cotesti corsi d’acqua si vuotano nel fiume Ombrone, il quale dal lato di libeccio lambisce i confine territoriali della Comunità in discorso.
    In quanto alle strade rotabili, oltre le comunitative, havvi quella Regia postale
    pistojese,e la provinciale Montalese.
    Semplicissima, e quasi per ogni lato uniforme può dirsi la struttura fisica apparente della parte montuosa del territorio in questione. Poichè, se si eccettua l’umile collina del vecchio Montale, che consiste quasi tutta di calcare compatto, ossia di alberese,il restante dei colli e dei poggi che scendono dal Poggio de’Cigni, e dall’Appennino dell’Ospedaletto, sono coperti di macigno, sorta di pietra arenaria cerulea, che trovasi costà in strati altissimi variamente inclinati e tramezzati da straterelli di schisto marnoso. Da consimili strati derivano i grandi massi che veggonsi nel poggio e sulle ripide balze denominate per elisione de’Cigni, invece di dirle de’Macigni.
    Negli sproni inferiori del monte, specialmente fra l’Agna delle Conche e l’Agna di Val di Pilli, sottentra alla pietra arenaria un gres micaceo meno compatto del macigno predetto, volgarmente chiamato in Toscana pietra morta o tufina, ed anche tufo castagnolo, per la ragione non tanto del suo colore di castagne, quanto ancora perché in questa quantità di terreno prospera meglio che in altre l’albero produttore del frutto più utile e caro agli
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    abitanti dell’Appennino toscano.
    Nelle pendici estreme dei poggi che scendono da Fognano sotto la fattoria di Colle Alberto, in mezzo a un campo del podere detto della
    Torre, fra la strada comunitativa e l’Agna, si trovano le sminuzzate macerie di un distrutto edifizio che servì di Bagno nel medio evo, e che i Pistojesi chiamavano il Bagno di Bronia, o dell’Allegrezza. – esso fu indicato dal Fioravanti nelle sue Memorie storiche di Pistoja, al cap25, sotto il nome del paese in cui si trova, dicendo, che il Bagno del Montale fu restaurato nell’anno 1461 dai Pistojesi,ed attribuiva a coteste povere acque molte virtù secondo le tradizioni popolari.
    Aggiungeva il Matani nella
    Relazione delle produzioni naturali del territorio pistojese, che presso il Montale, (stando all’asserto di alcune memorie) esisteva un’acqua solfurea sulla via che conduce da Fognano alla villa di Colle Alberto (anzi fra la pieve del Montale e Colle Alberto) e specialmente in quella parte che Brollia, o Bronia addimandasi. – Il defunto pievano Bertini preposto del Montale avea concepito l’idea di acquistare in permuta, per conto della sua chiesa, quel fondo della casa Guicciardini con lo scopo di allacciare l’acqua di Bronia, e renderla al suo antico uso.
    È questa una pozzanghera che scaturisce tre braccia sotto il suolo attuale, di temperatura ordinaria, leggermente solforosa, trasparente, e debolissimamente alcalina. – Il Professore Giuseppe Giulj ne fece l’analisi che ha riportato nel T. V. della sua
    Storia Naturale delle acque minerali della Toscana.
    Non dirò della pianura del territorio comunitativo del Montale, compresa fra la strada Montalese e l’Ombrone pistojese, essendo essa ricoperta da un deposito di ciottoli e di arene tufaceo argillose trascinato dal monte per colmare l’antico padule della pianura
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    orientale pistojese. Relativamente poi alle produzioni agrarie, la parte più erta ed alpestre di questo suolo è lasciata a sodaglie con poche praterie naturali, le quali ultime si trovano sull’Appennino del Termine, in luogo detto Valchiara. Quindi sottentra nei contrafforti meridionali il bosco ceduo di querciuoli, e scope con qualche faggeta; più in basso lungo il corso dei torrenti compariscono i pioppi, e negli sproni intermedii le selve dei castagni; dopo le quali incominciano, sulla faccia esposta a mezzodì e a levante, i poderi coltivati a granaglie, a viti e a olivi con altri alberi da frutto, e questi arrivano più in alto che altrove sopra il poggio di Tobbiana, continuando di là fino sotto alla strada provinciale Montalese, la quale può riguardarsi quasi il limite inferiore, e la linea di demarcazione dell’ulivo.
    Poco al di sotto della strada medesima la pianura del Montale, che è abbondantemente irrigata dai descritti canali, fornisce ogni sorta di sementa di cereali, biade,granturco, miglio, lino, canape,erbaggi. Però i frutti più saporiti si raccolgono verso il poggio, mentre nella pianura prosperano in maggior copia i mori gelsi e abbondano i pioppi.
    Una bigattiera, stata aperta nel locale della Badia del Montale, indica per se sola che l’educazione de’filugelli è in aumento in questo territorio, la cui popolazione trova anche un industria proficua nel fare treccie da cappelli di paglia.
    Col motuproprio del 7 giugno 1775 in aumento a quello generale del dì 29 settembre 1774 per la nuova organizzazione delle comunità del distretto fiorentino, fu ordinato, che rispetto alle comunità di Tizzana, del Montale e di Serravalle la loro cancelleria comunitativa risiedesse in Pistoja, e che sotto nome di comunità del Montale s’intendessero tutti i popoli e territorii stati compresi sotto la giurisdizione civile, o potesteria del Montale, a seconda della legge del dì
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    30 settembre 1772 relativa alle giurisdicenze del Granducato.
    La quale potesteria abbracciava in detta epoca 17 comunelli ripartiti in altrettante parrocchie, che costituivano non tanto l’amministrazione economica dell’antica comunità del
    Montale (compresavi anche la nuova di Cantagallo) quanto ancora i popoli della Lega d’Agliana, ripartiti come dal di contro Prospetto apparisce.

    Comunelli e Parrocchie

    Comunelli:
    1. Pieve al Montale
    2. Badia al Montale
    3. Jandaja
    4. Catognano
    Parrocchie:
    Porzione del popolo della Pieve di S. Giovanni Evangelista al Montale, restando l’altra porzione nel Comune di Colle e Fognano.

    Comunelli:
    5. Colle e Fognano
    Parrocchie:
    per Colle,
    il restante del Popolo di detta Pieve
    per Fognano, la parrocchia di S. Martino a Fognano

    Comunelli:
    6. Tobbiana
    Parrocchie:
    Prioria di S. Michele a Tobbiana.

    Comunelli:
    7. Treppio
    Parrocchie:
    Pieve di S. Michele a Treppio.

    Comunelli:
    8. Fossato
    Parrocchie:
    Parrocchia di S. Lorenzo a Fossato.

    Comunelli:
    9. Torri
    Parrocchie:
    Parrocchia di S. Maria a Torri.

    Comunelli:
    10. Luicciana, Cantagallo e Luogomano
    Parrocchie:
    Prioria di S. Michele a Torricella di Luicciana
    Porzione del Popolo di S. Poto di Vernio
    Parrocchia di S. Biagio a Cantagallo, e S. Cristina a Luogomano

    Comunelli:
    11. Migliana
    Parrocchie:
    Prioria di S. Maria a Migliana

    Comunelli:
    12. Usella
    Parrocchie:
    Pieve di S. Lorenzo a Usella

    Comunelli:
    13. S. Nicolao a Agliana
    Parrocchie:
    Pieve di S. Nicolao a Agliana

    Comunelli:
    14. S. Michele a Agliana,
    ossia a Vacchereccia
    Parrocchie:
    Pieve di S. Michele a Agliana

    Comunelli:
    15. S. Piero a Agliana
    Parrocchie:
    Porzione del popolo di S. Piero a Agliana

    Comunelli:
    16. Settola
    17. Moso
    Parrocchie:
    Altra porzione del popolo di S. Piero a Agliana
    Poorzione dei popoli di S. Maria a Pacciana, di S. Piero a Agliana e di quello della Ferruccia

    N. B.
    Gli ultimi cinque Comunelli costituivano la Lega d’Agliana.

    Nei primi anni del secolo XIX essendo stata eretta la nuova comunità di Cantagallo, furono levati a questa del Montale i popoli di Cantagallo, di Luicciana, Luogomano, Migliana, Usella,Treppio, Fossato e Torri; dondechè accaddero
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    alcune variazioni anche relativamente alla giurisdizione civile, essendochè il popolo di Luicciana fu dato al tribunale di Mercatale di Vernio, e quello del Fossato assegnato alla potesteria della Sambuca.
    Finalmente col motuproprio del 2 agosto 1838 sulla riforma generale dei Tribunali del Granducato vennero distaccati dalla potesteria del Montale i popoli di Migliana e di Usella in Val di Bisenzio, e assegnati al tribunale civile di Mercatale insieme con il popolo del Fossato.
    La Comunità del Montale non ha mercati settimanali, né fiere annuali; mantiene bensì i maestri di scuola, il cui ufficio disimpegna il preposto pievano con i suoi cappellani.
    La residenza attuale del tribunale civile del Montale è in un’abitazione sulla strada Montalese fra la villa della Smilea e la pieve. Il giusdicente appartiene a uno dei potestà suburbani di Pistoja, ed abbraccia nella sua giurisdizione anche la Comunità di Cantagallo meno, come dissi, alcune parrocchie.
    Questa Comunità ha la Cancelleria comunitativa, l’ingegnere di Circondario, l’ufizio del Registro, la conservazione dell’Ipoteche, e il Tribunale di prima Istanza in Pistoja.

    QUADRO della Popolazione della Comunità del MONTALE a quattro epoche diverse.

    - nome del luogo: Agliana, titolo della chiesa: S. Michele (Cura), diocesi cui appartiene: Pistoja, popolazione anno 1551 n° 243, popolazione anno 1745 n° 254, popolazione anno 1833 n° 722, popolazione anno 1839 n° 699
    - nome del luogo: Agliana, titolo della chiesa: S. Nicolao (Pieve), diocesi cui appartiene: Pistoja,
    popolazione anno 1551 n° 306, popolazione anno 1745 n° 391, popolazione anno 1833 n° 1008, popolazione anno 1839 n° 1052
    - nome del luogo: Agliana, titolo della chiesa: S. Pietro (Prioria), diocesi cui appartiene: Pistoja,
    popolazione anno 1551 n° 502, popolazione anno 1745 n° 1209, popolazione anno 1833 n° 1619, popolazione
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    anno 1839 n° 1774
    - nome del luogo: Fognano, titolo della chiesa: S. Martino (Prioria), diocesi cui appartiene: Pistoja,
    popolazione anno 1551 n° 261, popolazione anno 1745 n° 206, popolazione anno 1833 n° 356, popolazione anno 1839 n° 402
    - nome del luogo: MONTALE e villate annesse, titolo della chiesa: S. Giovanni Evangelista (Pieve Prepositura), diocesi cui appartiene: Pistoja,
    popolazione anno 1551 n° 784, popolazione anno 1745 n° 1145, popolazione anno 1833 n° 1767, popolazione anno 1839 n° 1807
    - nome del luogo: Tobbiana, titolo della chiesa: S. Michele (Cura), diocesi cui appartiene: Pistoja,
    popolazione anno 1551 n° 397, popolazione anno 1745 n° 519, popolazione anno 1833 n° 689, popolazione anno 1839 n° 739

    - Totale
    abitanti anno 1551 n° 2493
    - Totale
    abitanti anno 1745 n° 3724

    N. B. La parrocchia di S. Pietro d’Agliana manda una porzione di popolazione nel territorio della Comunità di Porta S. Marco, dove sarà riportata quella frazione.

    Entra nella Comunità di Montale la seguente frazione

    - nome del luogo: Ferruccia, Comunità donde proviene: Tizzana, abitanti anno 1833 n° 481, abitanti anno 1839 n° 505

    - Totale
    abitanti anno 1833 n° 6702
    - Totale
    abitanti anno 1839 n° 6978

    VIGLIANO, o VILLIANO. – Non meno di tre Casali col nome di
    Vigliano, oltre l’antico Viliano che ha servito di nomignolo alla pieve del Montale, mi si presentano nella Toscana Granducale; cioè il Vigliano o Viliano di Rignano; il Vigliano della Casellina e Torri, ed il Vigliano di Barberino in Val d’Elsa.
    Il primo Casale è nella Comunità
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    e popolo di Rignano, Giurisdizione del Pontassieve, Diocesi di Fiesole, Compartimento di Firenze. – Di esso faceva ricordo un istrumento dell’aprile 1085 appartenuto alla Badia di Monte Scalari, ora nell’Arch. Dipl. Fior. – Il secondo Vigliano consiste in una borgata della cura di S. martino alla Palma, Comunità della Casellina e Torri, Giurisdizione della Lastra a Signa, Diocesi e Compartimento di Firenze; e di cui fanno menzione alcune membrane della Badia a Settimo e del Monastero di Cestello, pur esse dell’Arch. Dipl. Fior.
    Più noto di tutti è il terzo Vigliano, che da il titolo ad un antica chiesa parrocchiale (S. Lorenzo a Vigliano, o Viliano) nel piviere di S. Pietro in Bossolo, Comunità e circa due miglia toscane a maestrale di Barberino di Val d’Elsa, Giurisdizione di Poggibonsi, Diocesi e Compartimento di Firenze.
    La più antica menzione di questo
    Vigliano si trova nell’istrumento di donazione del 998 fatta dal Marchese Ugo a favore della Badia di S. Michele a Marturi. – Posteriormente ne parlano tre carte appartenute al Monastero di S. Apollonia riunite a quelle dell’ospedale di Bonifazio, ora nell’Arch. Dipl. Fior., una delle quali del 6 febbrajo dell’anno 1208, l’altra del 1301, e la terza del 1338, rogate tutte nel popolo di S. Lorenzo a Vigliano, piviere di S. Pietro in Bossolo.
    La parrocchia di S. Lorenzo a Vigliano nel 1833 contava 156 individui.

    VILIANO, o VIGLIANO (PIEVE DI) nella Valle dell’Ombrone pistojese. – Pieve antica sotto l’invocazione di S. Giovanni Evangelista nella Comunità, Giurisdizione e popolo del Montale, Diocesi di Pistoja, Compartimento di Firenze.
    Della pieve di
    Viliano, o Vigliano si trova fatta menzione fino dal secolo X anco innanzi al privilegio concesso nel 25 febbrajo 997 dall’Imperatore Ottone
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    III a favore della mensa vescovile di Pistoja cui confermò tutti i suoi beni a pievi, fra le quali cotesta di S. Giovanni a Viliano. Avvegnachè in due istrumenti del dicembre 958, e del marzo 984 si rammentata il Casale di Fognano nel territorio della pieve di S. Giovanni in Viliano. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte del Capitolo di Pistoja). – Inoltre nel 25 giugno del 1086 un tale Siffredo stando preso la chiesa plebana di Viliano detto un atto di donazione a favore della cattedrale di Pistoja, cui lasciava tutte le corti, chiese, castelli e beni che egli possedeva nel contado pistojese. – (loc. cit.)
    Rispetto al giuspadronato antico di cotesta pieve dissi all’Articolo MONTALE, qualmente esso nel principio del secolo XII apparteneva ai conti Guidi. – Tale lo diede a conoscere un istrumento del febbrajo 1108, col quale il Conte Guido Guerra figlio di altro Conte Guido confermò alla pieve di S. Giovanni Evangelista in
    Viliano la donazione fatta alla pieve medesima dal Conte Guido di lui genitore; per la qual conferma il Conte Guido Guerra ricevè soldi venti dal prete Pietro pievano della chiesa suddetta.
    Nell’anno innanzi fu rogato nel luogo stesso di Viliano (luglio 1107) un istrumento, pel quale un tale Raimondo figlio di Arrigo da Montemurlo e la di lui moglie Gisla donarono alla cattedrale di Pistoja le terre, vigne e case che quei coniugi possedevano nel castello, borgo e territorio di Montemurlo. –
    Vedere MONTEMURLO.
    Le poche notizie sopra citate bastano per dare a conoscere, che il luogo di
    Viliano con la sua pieve era più antico del castello di Montale stato edificato dai Pistojesi sulla fine del secolo XIII sul vicino poggetto.
    Infatti un istrumento del 22 settembre
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    1292 rogato nel claustro della pieve di Viliano tratta della compra fatta per lire 200 di monete pisane da Lando del fu Sannuto pievano di detta pieve di una possessione posta in luogo detto a Sala nel territorio di Montale. – (ARCH DIPL. FIOR. carte dell’Opera di S. Jacopo di Pistoja.)
    La pieve di S. Giovanni Evangelista a Viliano è da gran tempo prepositura, ed il suo parroco è uno dei vicarj foranei di quella diocesi.
    Dipendono dal pievano stesso tre chiese parrocchiali; 1. S. Maria a
    Tobbiana; 2. S. Martino a Fognano, 3 e S. Maria a S. Mato.
    Inoltre sono inclusi nel popolo della pieve il distrutto Monastero di S. Salvatore in
    Agna, l’oratorio di S. Maria alla Smilea; e quello di S. Antonio alla Villa Sozzifanti. Spettano alla cura di Fognano l’oratorio di S. Alberto al Colle dei conti Bardi, ora Guicciardini, e fanno parte della parrocchia di S. Maria a S. Mato gli oratorj di S. Lucia de’Fabroni, e la cappella di S. Tommaso (S. Mato) che fu di padronato del Monastero di S. Bartolommeo di Pistoja. – Vedere MONTALE.
    La pieve di S. Giovanni Evangelista a
    Viliano, o al Montale, nel 1833 aveva 1767 abitanti.

    MONTALE nella Valle dell'Ombrone pistojese. – Infine si corregga. – L’ingegnero di Circondario risiede al Montale, ed abbraccia 4 Comunità, cioè, di
    Cantagallo, del Montale, della Sambuca e di Tizzana.
    La Comunità del Montale nel 1833 contava 6702 individui, e nel 1845 noverava 7252 Abitanti, come appresso :

    Agliana (
    S. Michele) Abitanti N.° 711
    Agliana (
    S. Niccolo), Abitanti
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    N.° 1126
    Agliana (
    S.Pietro) (porzione), Abitanti N.° 1819
    Fognano,
    Abitanti N.° 436
    MONTALE,
    Abitanti N.° 1891
    Tobbiana,
    Abitanti N.° 785

    Annessi

    Ferruccia; dalla Comunità di Tizzana, Abitanti N.° 474
    TOTALE
    Abitanti N.° 7242
Localizzazione
ID: 2802
N. scheda: 32280
Volume: 3; 5; 6S
Pagina: 305 - 312; 767, 772 - 773; 151
Riferimenti: 1110, 21430, 26360, 55500, 55510, 55520
Toponimo IGM: Montale - Montale Alto
Comune: MONTALE
Provincia: PT
Quadrante IGM: 106-4
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1661792, 4866854
WGS 1984: 11.01671, 43.93859
UTM (32N): 661855, 4867029
Denominazione: Montale, Viliano - Pieve di Viliano, di Villiano, di Vigliano
Popolo: S. Giovanni Evangelista a Vigliano, a Montale
Piviere: S. Giovanni Evangelista a Vigliano, a Montale
Comunità: Montale
Giurisdizione: Montale
Diocesi: Pistoja
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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