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e Storico della Toscana

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Monteboni, Montebuoni, Monte Boni, Monte Buoni

 

(Montebuoni - Vallombrosina (a O))

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    MONTEBONI, MONTEBUONI e MONTE BONI in Val di Greve. – Borgo sotto il Castello con parrocchia (San Pietro) filiale della pieve d’Impruneta, nella Comunità Giurisdizione e circa miglia toscane 2 e mezzo a ostro del Galluzzo, Diocesi e Compartimento di Firenze, che è da Monte Buoni quasi miglia toscane 4 e mezzo a settentrione.
    Siede sopra l’ultimo sprone di un poggio di macigno che a ponente dell’Impruneta diramasi fino costà sopra la ripa destra della Greve; la quale fiumana ne lambisce le falde da ostro a ponente maestro, lungo la strada postale romana, mentre quella maestra antica saliva sul poggio attraversando il castello di Montebuoni.
    Vi ebbero signoria i
    Buondelmonti, i quali al dire del Malaspini, ebbero il nome da Monte Boni; dove solevano angariare i passeggeri e le merci che passavano di costà, quando Firenze, a detta dell’Alighieri, aveva il suo confine fra Trespiano e il Galluzzo.
    Ma i Fiorentini volendo toglier di mezzo l’abuso, che dai magnati del suo contado si cogliesse alcun pedaggio, e che vi fossero fortilizi così presso alla città, nel 1135, si recarono ad oste sotto il Castello di Montebuoni, il qual era molto forte, ed ebbonlo a patti, che si disfacessero le sue mura, e che le altre possessioni di case, chiese, e terreni ai Buondelmonti e loro consorti si rimanessero.
    E così (soggiunse il Villani) cominciò il Comune di Firenze a distendersi colla forza più che con la ragione accrescendo il contado, e sottomettendo alla sua giurisdizione ogni nobile di fuori. – (GIOV. VILLANI,
    Cronic. Lib. IV Cap. 36).
    Una delle più vetuste memorie de’signori di Montebuoni la si trova in un istrumento del marzo 1083, mercè cui Ranieri figlio di altro Ranieri, ed Ermengarda di lui madre, stando nel loro castello,
    qui vocatur Mons Boni, donarono alla badia
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    di Montescalari un pezzo di terra posto in piano di Mandria presso il fiume Ema, e lungo il rio che viene da Mezzaluna. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte della Badia di Montescalari fra quelle del Mon. Di San Virgilio di Siena).
    Esiste per altro fra le membrane della badia di Passignano un atto più importante e più antico, dell’ottobre 1041, fatto nel castello di Monte Boni giudicarla fiorentina. La quale ultima espressione fornisce argomento sufficiente a far credere, che innanzi la metà del secolo XI il castel di Montebuoni era compreso sotto la giurisdizione della città di Firenze.
    Appartiene alla stessa badia di Passignano altro istrumento del 7 giugno 1100, rogato nel castello di
    Monte Boni, col quale donna Imelda figlia del fu Guido e moglie di Ranieri del fu Ranieri (lo stesso dell’anno 1083) insieme con Guglielmo figlio di lei e del defunto Guglielmo suo primo marito, donò al monastero di Passignano tre stiora di terreno posto in luogo denominato Isola di Benerandolo. – (ARCH. DIPL. FIOR. Loc. cit.)
    Nella bolla del Pontefice Adriano IV dell’anno 1156, che confermava al pievano dell’Impuneta le chiese ed i beni della stessa pieve, è nominata la chiesa di Monte Boni col sopranome di San Pietro
    de Muliebre mala. – Forse da cotesta indicazione ebbe origine la leggenda ripetuta da alcuni cronisti fiorentini, che una giovane marchesa di Saluzzo, passando da Monte Boni per recarsi a Roma, fu sorpresa costà dalle doglie del parto, e che vi sgravò due figliuoli naturali, uno dei quali si dice che fosse autore del ramo de’Buondelmonti, e l’altro di quello de’Scolari.
    L a cronica sanese del Dei all’anno 1253 riporta, che in dett’anno i Sanesi arrivarono con la loro oste sino a
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    San Casciano, a Monte Buono e a San Gallo (forse San Gaggio).
    Nella strada maestra dentro il paese di Monte Boni fu eretto uno spedaletto, i beni del quale venivano amministrati da un converso della badia di Montescalari, cui esso spedale apparteneva. Sta a prova di ciò fra gli altri un istrumento del maggio 1345 scritto nel popolo di San Pietro di Monte Boni, in cui si tratta di un podere e di altri appezzamenti di terre, vignati e boschivi, posti nel popolo di San Martino a Bagnolo, il tutto dato in affitto da fr. Buonamico governatore e rettore dello spedale della badia di Montescalari posto nel popolo di San Pietro a Monte Boni. – Lo stesso spedalingo nel dicembre di quell’anno, per contratto rogato nel popolo di San Andrea in Percussiva, allivellò per 5 anni un mulino a due palmenti con terre annesse, posto nel popolo di Percussiva in luogo detto Grevignano sul fiume Greve per l’annuo canone di un porco del peso di libbre 200 e di otto moggia di farina di grano buono, fra le quali 51 staja di farina di grano
    Siciliano (grano duro) ecc. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte di San Virgilio di Siena).
    La parrocchia di San Pietro a Montebuoni nel 1833 contava 514 abitanti.

    MONTE BUONI DEL GALLUZZO in Val di Greve. – Si aggiunga in fine – Nel 1845 la parrocchia di Monte Buoni aveva nella Comunità principale del Galluzzo 559 Abitanti e mandava una frazione dì 40 persone nel territorio comunitativo di San Casciano. – Totale Abitanti 635.
Localizzazione
ID: 2833
N. scheda: 32630
Volume: 3; 6S
Pagina: 327 - 328; 152 - 153
Riferimenti:
Toponimo IGM: Montebuoni - Vallombrosina (a O)
Comune: IMPRUNETA
Provincia: FI
Quadrante IGM: 106-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1678613, 4841538
WGS 1984: 11.2177, 43.70693
UTM (32N): 678677, 4841712
Denominazione: Monteboni, Montebuoni, Monte Boni, Monte Buoni
Popolo: S. Pietro a Montebuoni
Piviere: S. Maria dell'Impruneta
Comunità: Galluzzo
Giurisdizione: Galluzzo
Diocesi: Firenze
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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