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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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Montici, Montisci, Montiscio

 

(S. Margherita a Montici)

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    MONTICI, già MONTISCI, o MONTISCIO (Montiscius) nel Val d’Arno fiorentino. – Contrada deliziosa situata nella sommità più elevata del poggio omonimo fra la Valle dell’Arno fiorentino, in cui direttamente versano le sue acque dalle pendici volte a maestro, mentre il fiumicello dell’Ema gli scorre dal lato di levante e scirocco. Il perimetro di questa contrada può dirsi circoscritto dal popolo di S. Margherita a Montici, una delle parrocchie filiali della cattedrale di Firenze, fra le Comunità e Giurisdizione del Bagno a Ripoli e quella del Galluzzo, nella Diocesi e Compartimento di Firenze, la qual città è a due miglia toscane a maestro della chiesa di Montici.
    Le colline intorno a questa chiesa sono sparse di amene ville, di case coloniche e di borgate, e sul loro dorso si estende la strada chiantigiana passando dal Pian di Giullari, dove morì il celebre Galileo, e nei di cui contorni esisteva l’antico
    Bagno di Montici, rammentato all’Articolo LEPORI (S. MATTEO A) ossia IN ARCETRI.
    Fra Firenze, S. Margherita a Montici, diceva il Varchi nel lib. IX delle storie fiorentine, ed il Pian di Giullari per andare nel Val d’Arno di sopra, si trova oltre Bisarno il Pian di Ripoli, dove è il monistero delle monache di S. Brigida chiamato il Paradiso, sopra ed intorno al quale sono palazzi senza numero, e massimamente verso l’Antella.
    Fra i quali palazzi non è da tacere la villa magnifica dei Guicciardini sul poggio e assai d’appresso alla chiesa di S. Margherita a Montici; dove è fama che Francesco Guicciardini scrivesse una gran parte della sua storia d’Italia, innanzi che i quella villa prendesse alloggio Sciarra Colonna, uno dei colonnelli dell’esercito Cesareo Papale che assediò Firenze, e dove pur anco si fermò Baccio Valori commissario del Papa Clemente, quando costà nel 12 agosto dell’anno 1530
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    furono firmate le bugiarde condizioni per la capitolazione di Firenze. Delle quali convenzioni non solo, dice il Varchi, non fu osservata nessuna per la parte di Clemente VII, ma di ciascuna fu fatto il contrario. Dondechè, io penso, quel palazzo dal popolo quasi per ischerno venisse qualificato, siccome tuttora si appella, la Villa della Bugia. – Infatti essa nominavasi della Bugia sino da quando la famiglia Guicciardini nel 1719 l’alienò coi predj annessi a Jacopo di Ferdinando Nerli patrizio fiorentino, che in più ampia forma la ridusse, e di vasto giardino l’adornò, tale come la si vede tuttora che è di proprietà del signor Gaetano Marrocchi.
    Per tornare alla chiesa parrocchiale di questa contrada dirò che essa fu di antichissimo padronato delle illustri famiglie fiorentine Amidei e Gherardini, l’ultima delle quali tuttora superstite concorre all’investitura di quella chiesa insieme con la famiglia dei marchesi Niccolini di Firenze, sottentrata nel padronato di essa chiesa non meno che di quella di S. Giusto a Ema ec. Per testamento di Anton Francesco Gherardini fatto li 17 marzo dell’anno 1647.
    Relativamente al giuspadronato che fino dal secolo XIV almeno avevano sulla chiesa di Montici i Gherardini, lo prova fra molti altri documenti una delle tre distrutte campane di essa chiesa state rifuse nel 1839, la quale portava la data dell’anno MCCCCXXXV.
    al tempo di messer Bartolommeo d’Amideo Gherardini; il qual messere continuava ad esser rettore della stessa chiesa anche nel 1441.
    La prima delle tre antiche campane della stessa chiesa di Montici portava la data dell’anno MCCCVII. oltre il nome di un celebre fonditore ivi scolpito
    : Puccius Florentinus me fecit.
    Anche la seconda campana aveva la seguente iscrizione: A.D.MCCCLVI
    Franciscus Pucci Florentinus me fecit. – (Vedere FALTONA (PIEVE di).
    Della chiesa di
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    S. Margherita a Montici trovasi una delle più vetuste reminiscenze in un’instrumento del 18 agosto 1229 rogato in una casa situata nella parrocchia di S. Margherita de Montisci.
    Fra le memorie relative a questo tempo merita di essere indicata un’iscrizione in marmo murata sulla parete interna a
    cornu evangeli, della stessa chiesa di S. Margherita, nella quale si tratta d’indulgenze concesse nel 1296 da Mons. Francesco vescovo di Firenze ai fratelli della compagnia di S. Maria posta in S. Margherita de Montiscis, le quali indulgenze vennero ampliate nel 1304 dal Cardinale Niccolò da Prato vescovo d’Ostia e delegato apostolico in Toscana.
    Ma la chiesa di Montici è nota anche nella storia civile per aver servito di riparo e quasi di fortilizio a due Gherardini stati condannati nel 1349 dal potestà di Firenze per l’uccisione di un Firidolfi da Panzano. La vendetta del quale omicidio fu descritta da un canonico Niccolò di Francesco
    seniore de’Gherardini in un MS. posseduto dagli eredi Gherardini di Firenze.
    Dissi
    seniore, in quanto che un altro canonico, Niccolò di Francesco giuniore dei Gherardini, visse quasi un secolo dopo del prenominato; ed è quest’ultimo lo stesso che scrisse una breve vita di Galileo Galilei, ad insinuazione del quale egli lasciò la curia romana per venire priore a S. Margherita a Montici, invitatovi dallo stesso Galileo, nel tempo che egli abitava nella villa del Giojello; e tanto egli lodò la bella situazione del luogo e l’amenità del paese, che Niccolò Gherardini si risolvè a chiedere ai suoi condomini il priorato della chiesa di Montici, dove egli venne e dimorò quasi di continuo per tutto il tempo che visse esule nella vicina villa del Pian di Giullari il gran Galileo. Col quale il priore Gherardini avendo lo
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    spazio di 7 anni familiarmente praticato, seppe anche da lui molte singolarità relative alla vita di quel grand’uomo. – (TARGIONI-TOZZETTI, Ingrandimenti della Fisica in Toscana, Parte I Appendice).
    Finalmente da Montici derivò quel diplomatico
    Guelfo de’Gherardini da Montisci che la Signoria di Firenze nel 1350 inviò ambasciatore a Bologna, e nel 1352 a Perugia, a Siena e ad Arezzo.
    La parrocchia di S. Margherita a Montici nel 1551 contava 241 abitanti; nel 1745 ne aveva 589; e nel 1833 noverava 543 abitanti.

    MONTICI (S. MARGHERITA A) nel Val d’Arno fiorentino. A dimostrare l’antico padronato ch’ebbero costà gli Amidei, giova rammentare un atto di oblazione che sotto il di 21 settembre 1318 fecero al Monastero di S. Malteo in Arcetri i coniugi Corsino del fu Gianni di Messer Amadeo Amidei e donna Decca sua consorte del popolo di S. Stefano al Ponte delle loro persone con tutti i beni, fra i quali vi fu una
    cava di pietre posta nel popolo di S. Margherita a Montici. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte di S. Matteo in Arcetri.)
    Rispetto all’antico Bagno di Montici si aggiunga una provvisione della Signoria di Firenze del 30 agosto 1448, con la quale i priori della Repubblica ordinarono la restaurazione di quel Bagno, considerando (dice la provvisione)
    quod balneum S. Margharite a Montisci antiquitus, ut fama est, fuit utile jam et bonum balneum, et habita informatione ab intelligentibus et expertis viris, quod etiam, si reaptaretur, afferret satis utilitatis, ei commoditatis civibus et populo fiorentino, deliberaverunt, quod assignamentum fiat pro reparatione, etc. (GAYE, Opera cit. Volume I Appendice 2.)
    Nel 1845 la parrocchia di S. Margherita a Montici contava 580 popolani, 382 dei quali appartenevano alla Comunità principale del Bagno a Ripoli, ed una frazione di 198 individui era della Comunità
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    del Galluzzo.
Localizzazione
ID: 2841
N. scheda: 34840
Volume: 3; 6S
Pagina: 568 - 569; 163
Riferimenti:
Toponimo IGM: S. Margherita a Montici
Comune: FIRENZE
Provincia: FI
Quadrante IGM: 106-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1682585, 4846059
WGS 1984: 11.2685, 43.74664
UTM (32N): 682649, 4846234
Denominazione: Montici, Montisci, Montiscio
Popolo: S. Margherita a Montici
Piviere: S. Reparata, S. Maria del Fiore a Firenze
Comunità: Bagno a Ripoli
Giurisdizione: Bagno a Ripoli
Diocesi: Firenze
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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