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Montioni, Montione Vecchio (e Nuovo)

 

(Poggio Montioni Vecchio)

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    MONTIONI, e MONTIONE (Mons Juni) nella Val di Pecora. – Due Montioni, il vecchio e il nuovo, il primo ridotto a una semidiruta torre distante mezzo miglio toscano dal secondo che è un borghetto di poche case edificato verso il 1810 alla base orientale del poggio di Montioni vecchio in tempo che signoreggiarono Piombino i principi Napoleonici di Lucca, cui apparteneva la bandita di Montione, già della Comunità di Suvereto, ora nella Comunità Giurisdizione e Diocesi di Massa Marittima, che è circa 7 miglia toscane al suo grecale, Compartimento di Grosseto.
    Ciò che precipuamente appellasi corte e Castello di Montione consiste in una contrada di circa 3 miglia toscane di superficie circoscritta dalla schiena de’monti che separano la Val di Cornia da quella della
    Pecora, la cui fiumana rasenta i confini di Montione dal lato di levante. Il suo territorio confina a settentrione colla bandita di Tricasi e della Marsiliana, a levante con la pianura di Valpiana, a ostro con i poggi di Valli e Follonica, a libeccio e ponente con la bandita di Vignale e a maestro con quella del castel di Monte S. Lorenzo nella Comunità di Suvereto. – la maggior parte del suo territorio è montuoso, in gran parte coperto di Marrucche, sughere e scope, destinate a ridursi in carbone per i forni di Follonica, oppure state atterrate per far dogarelle e potassa, avendo sostituito in loro vece le vigne e le semente.
    Del vecchio
    Montione si hanno memorie fino dal secolo VIII, quando in esso monte fu fondata la chiesa di S. Salvatore da diverse persone della contrada, e quindi nel 771 dal prete che ne fu investito rettore ceduta in padronato ai vescovi di Lucca. – (MEM. LUCCH. T.IV.)
    Sennonché cotesta cappella di Montione nell’anno 800,
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    per asserzione del Vescovo Giovanni di Lucca, era già ridotta rovinosa, per cui offrì insieme coi suoi beni a Wicheramo duca di Lucca, per se, pei figli ed eredi, purché dai nuovi patroni si pagassero alla mensa vescovile di Lucca due soldi d’argento per anno. Ciò rilevasi da un atto pubblico del 27 luglio 800 pubblicato dal Muratori. (Ant. M. Aevi.).
    Sebbene nei secoli susseguenti non si trovino più memorie della cappella predetta, non mancano per altro nell’Archivio Arcivescovile di Lucca membrane che rammentino la corte di
    Montione, o Monte Juni in Maremma, dove quella cattedrale possedeva molti beni. Tali sono le carte del 6 settembre 772, del 4 ottobre 783 e del febbrajo 807. Che anzi quest’ultima, rogata in Montione, verte sulla vendita di una casa massarizia con orto, vigna, terre e selva, posto in luogo appellato Paganico di Marittima; il qual podere confinava da un lato con la tenuta di Paterno, dal secondo lato con il distretto di Tricasi (verso la Marsiliana) e dal terzo lato col fiume Milia.
    Fanno poi menzione di altra chiesa sotto l’invocazione di S. Prospero, posta nel luogo
    ubi vocitatur Monte Juni finibus Maritimense, due altre carte della stessa provenienza, scritte in Lucca li 18 settembre 825, e 5 settembre 856, quando la stessa cappella era di giuspadronato de’vescovi lucchesi. – (MEMOR. LUCCH. T.V.P.II.)
    Ma anche di essa chiesa non rimasero più vestigie in Montioni; la cui corte insieme con quelle limitrofe della Marsiliana e di Valli viene ricordata da una membrana del febbrajo 1161 appartenuta alla città di Massa, attualmente nell’Archivio Diplomatico di Firenze.
    In quanto alla parte politica la contrada di Montione nel giro di tre secoli passò sotto il dominio di diversi padroni, e talvolta vi
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    signoreggiò più d’uno. Avvegnaché nel 1161, possedevano beni nella corte di Montioni, di Valli e della Marsiliana fino a Scarlino i figli di Stolmo della Marsiliana, i quali nel febbrajo di quell’anno venderono le suddette corti a Ildebrandino da Fornori. – (Carte della Comunità di Massa loc. cit.)
    Con la giurisdizione di Montioni al principio del secolo XIII spettasse ad alcuni signori Massetani, i quali ne fecero parte a Ildebrando Vescovo di Massa, lo dichiara un lodo del 16 novembre 1236 pronunziato nella chiesa maggiore di Massa dagli arbitri, i quali decisero, che nel castello e corte di
    Montioni si lasciasse la metà ai vescovi, cui era stata molto tempo innanzi donata da un Tedicio di Gagliana, fratello di Ugolino, attuale possessore dell’altra metà, a condizione che il vescovo medesimo cedesse in feudo una terza parte della corte e Castello di Montioni allo stesso Ugolino di Gagliana, e ciò nel tempo che quest’ultimo personaggio aveva alienato una sesta parte del castello e corte di Montioni a un terzo possidente. Arroge che undici anni dopo lo stesso vescovo di Massa concedé in feudo una sesta parte di Montioni a favore di Todino del fu Cacciaconte ed ai suoi eredi con tutti i diritti e giurisdizioni. Nella qual famiglia Todini di Massa passò ancora la terza parte di Montioni che il Vescovo Ildebrando, a forma del lodo del 1236, doveva rinunziare a Ugolino di Gagliana. Imperrocché, asserisce il Cesaretti nella storia di Piombino, la famiglia Gagliana di Massa era della stessa consorteria di quella de’Todini; i quali ultimi ne’primi anni del secolo XV venderono il castello di Montioni col suo distretto a Gherardo d’Appiano novello Signor di Piombino, nei di cui successori a quel principato passò la sovranità di
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    questa contrada sino all’invasione francese; dopo la quale il congresso di Vienna nel 1814 deliberò la riunione dello stato di Piombino al Granducato di Toscana. – Vedere PIOMBINO.
    Nel tempo che Piombino fu soggetto al Baciocchi e ad Elisa sorella di Napoleone si edificarono per ordine di questi principi sulla base orientale del poggio che dà il nome a
    Montioni vecchio diverse case e magazzini, la maggior parte isolate, per comodità dei lavoranti e del prodotto che sino dal secolo XIV si ritraesse dalle allumiere del Massetano.
    Conciossiaché se la pietra di allume, o
    allumite, non costituisce la roccia dominante de’poggi di Montioni, essa però è frequentissima nella diramazione del contrafforte che scende dal monte Rotondo verso la vallecola della Milia, e che poi si avanza per Montioni vecchio sino al lido del mare. La pietra allumite vi è disposta in potenti filoni irregolari subalterni alla calcarea argillosa compatta. – Le cave di cotesta pietra esistono nel fianco orientale del poggio di Montioni vecchio dal lato che acquapende nel valloncello della Pecora.
    Quelle state riattivate dopo il 1803 sono sei, due di esse a escavazione coperta, le altre quattro a cava aperta. Nel 27 aprile del (
    ERRATA: 1822) 1832 accompagnato dal Cavaliere Cesare Airoldi, distinto cultore della geologia e minerologia, visitai presso Montioni nuovo la cava appellata Feranzona, ch’è una delle più basse e più profonde, dove l’allumite trovasi subalterna e come incassata nella calcarea argillosa disposta in strati ondulati e di diversa potenza e direzione; i quali strati veggonsi attraversati da’ filoni, o venule metalliche contenenti varie cristallizzazioni con solfuri di antimonio, di piombo, di ferro ed anche di arsenico, solfuri che non di rado convertonsi naturalmente in solfati.
    Il modo di escavare e di
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    predisporre la pietra allumite a ridursi in allume, fu descritto da Giovanni Targioni nel Volume VII de’suoi Viaggi. – La roccia migliore per ottenere questo sale dev’essere di un aspetto cereo, o bianco livido, morbida al tatto, e alquanto tenera allorché si escava. Ma l’allumite più comune è di color roseo tendente al lilla con venature grigie e persichine, di un aspetto, dicono que’lavoranti, lardellato.
    Fino all’anno 1833 Montioni fece parte della Comunità di Scarlino, stata riunita dopo il 1814 a quella di Gavorrano, dalla quale fu staccata nel 1838 per dare i distretti di Montioni, di Follonica e di Valli alla Comunità di Massa Marittima. –
    Vedere MASSA MARITTIMA Comunità.
Localizzazione
ID: 2851
N. scheda: 34940
Volume: 3
Pagina: 588 - 589
Riferimenti: 34941
Toponimo IGM: Poggio Montioni Vecchio
Comune: FOLLONICA
Provincia: GR
Quadrante IGM: 119-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1642167, 4762554
WGS 1984: 10.74508, 43.00393
UTM (32N): 642231, 4762728
Denominazione: Montioni, Montione Vecchio (e Nuovo)
Popolo: (S. Salvatore a Montioni)
Piviere:
Comunità: (Suvereto) Massa Marittima
Giurisdizione: Massa Marittima
Diocesi: Massa Marittima
Compartimento: Grosseto
Stato: Granducato di Toscana
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