REPETTI ON-LINE

Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

cerca... .

Morrona

 

(Morrona)

  •   pag. 1 di 3
    MORRONA in Val d’Era. – Castello che ha dato il nome ad una chiesa plebana sotto il titolo di S. Bartolommeo, siccome lo diede ad una insigne badia nella Comunità e circa un miglia toscane a maestrale di Terricciuola, Giurisdizione di Peccioli, Diocesi di Volterra, Compartimento di Pisa.
    Risiede presso la vetta delle colline cretose che dalla parte di levante acquapendono in Val d’Era, mentre dal lato opposto scendono in Val di Cascina.
    All’
    Articolo ABAZIA DI MORRONA fu detto che questa contrada nei secoli vicini al mille dipendeva da una consorteria di conti, i quali dal loro più antico autore, il C. Cadolo, furono distinti coll’epiteto de’Cadolingi. La qual badia, dedicata sino dall’origine alla B. Vergine Maria, era situata alquanto a settentrione del Castello di Morrona, là dove si disse poi la Badia vecchia. – Vedere MONTE VASO.
    Non è noto in quale anno fosse dato il titolo con gli onori di pieve alla chiesa parrocchiale di Morrona; certo è che anche la chiesa battesimale di questo castello nel secolo XIII era intitolata alla B. V. Maria, al pari della chiesa abbaziale, secondo che apparisce da un contratto di locazione del 1271 fatto dal priore di detta badia al prete Scolari pievano della pieve di
    S. Maria di Morrona.
    Che la pieve però fosse una chiesa diversa dalla badia, e che quella esistesse dentro il castel di Morrona, lo da chiaramente a dimostrare un diploma del 19 luglio 1138, col quale l’Imperatore Corrado II confermava all’arcivescovo di Pisa i beni stati venduti dall’abate di Morrona all’Arcivescovo Uberto suo antecessore, fra i quali acquisti vi fu compresa una porzione de’castelli di Morrona e del Vivajo con le respettive attinenze.
    Non era corso gran tempo, dacché i CC. Cadolingi avevano donato una parte del Castello e distretto
  •    pag. 2 di 3
    di Morrona ai monaci di quella loro badia, che Ruggeri Vescovo di Volterra per disposizione testamentaria del C. Ugo, figlio che fu del C. Uguccione de’Cadolingi, nel 1115 acquistò la metà di tutto ciò che quel conte possedeva nel vescovato volterrano, compresi i diritti sopra i Castelli di Morrona, di Acqui ecc.
    Dondechè l’abate e monaci, ai quali lo stesso C. Ugo sino dal 1109 aveva conferito la metà di quei possessi, dopo la conferma ad essi nel 1121 dal Pontefice Callisto II accordata, intentarono lite contro il vescovo volterrano. Alla quale controversia ne richiama una sentenza dell’Arcivescovo di Pisa pronunziata nel 20 agosto 1128, stata già pubblicata dal Muratori. Arroge che nel 1135 l’abate e monaci della badia di S. Maria a Morrona venderono una porzione dei beni sopra nominati all’arcivescovo di Pisa successore di quello che aveva data la sentenza nell’agosto del 1128.
    Inoltre si presentò nuova occasione agli arcivescovi pisani di far ulteriori acquisti in coteste parti della diocesi volterrana, allorché per contratto del 30 agosto 1152 l’abate di Morrona vendè a Villano Arcivescovo di Pisa quanto il suo Monastero possedeva ne’distretti di Monte Vaso, di Montanino, ecc. –
    Vedere MONTE VASO.
    Più importante ancora per la storia civile di Morrona sembra un placito pronunziato nel 17 marzo 1199 da Ubaldo Arcivescovo di Pisa, col quale si ordina a tre consoli di Morrona per essi e per tutto quel Comune di ubbidire d’allora in avanti ai precetti di quell’Arcivescovo loro padrone.
    Dal placito accennato frattanto emerge, che la comunità di Morrona sulla fine del secolo XII era preseduta dai
    consoli, i quali poi nel secolo XIV cambiarono il titolo in quello che tuttora portano di priori; e sembra inoltre che fino d’allora vi esercitasse una certa giurisdizione sovrana l’arcivescovo di Pisa.
    Dacché in Morrona misero piede
  •   pag. 3 di 3
    e acquistarono podere gli arcivescovi pisani, i suoi abitanti si tennero dalla parte ghibellina costantemente sostenuta dal Comune di Pisa; sicché nell’aprile del 1238 anche il Comune di Morrona inviò i suoi rappresentanti a S. Maria al Monte per stabilire le convenzioni fra i diversi partitanti della lega ghibellina in Toscana. Infatti a Morrona si ridussero in seguito i ghibellini di Val d’Era guidati da Neri d’Janni da Donoratico, quando essi nel 1294, unitisi con le genti del C. Guido da Montefeltro potestà di Pisa, fecero una sanguinosa zuffa contro l’oste guelfa fortificatasi in Peccioli di Val d’Era.
    Morrona, Terricciola ed altre castella delle
    Colline pisane caddero in potere delle armi fiorentine all’anno 1496 durante la guerra di Pisa. Dopo l’acquisto della qual città gli abitanti di Morrona unitamente a quelli di Terricciuola atto pubblico del 20 ottobre 1406 si sottomisero al dominio della Repubblica Fiorentina.
    L’antica pieve di Morrona, che per vecchiezza rovinò, era situata sulla estremità del paese, a differenza dell’attuale, ch’è fabbricata nel mezzo del castello. La pieve medesima fino dal secolo XIV era intitolata a S. Bartolommeo ed aveva per succursale una cappella rammentata nel sinodo volterrano del 1356.
    La parrocchia di S. Bartolommeo di Morrona, nel 1833 contava 460 abitanti.
Localizzazione
ID: 2885
N. scheda: 35270
Volume: 3
Pagina: 613 - 615
Riferimenti: 280
Toponimo IGM: Morrona
Comune: TERRICCIOLA
Provincia: PI
Quadrante IGM: 112-4
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1634330, 4821312
WGS 1984: 10.66331, 43.53423
UTM (32N): 634394, 4821486
Denominazione: Morrona
Popolo: S. Bartolommeo a Morrona
Piviere: (S. Donato a Terricciuola) S. Bartolommeo a Morrona
Comunità: Terricciola
Giurisdizione: Peccioli
Diocesi: Volterra
Compartimento: Pisa
Stato: Granducato di Toscana
  trova nel testo
 
  scarica scheda
  aggiungi note