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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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Monte Gonzi, Montegonzi

 

(Montegonzi)

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    MONTE GONZI, o MONTEGONZI nel Val d’Arno superiore. Castello con Villaggio e una chiesa priorale (S. Pietro) cui fu annesso il popolo di S. Michele a Sereto nel piviere, Comunità e circa due miglia toscane a scirocco di Cavriglia, Giurisdizione di San Giovanni, Diocesi di Fiesole, Compartimento di Siena.
    È posto in poggio sulla faccia orientale dei Monti del Chianti fra il torrente
    Rimaggio, che gli passa a levante, e il borro di Montegonzi, che scende al suo ponente.
    Comecchè il Castello di Monte Gonzi trovisi confermato ai conti Guidi dai diplomi imperiali di Arrigo Vl e Federigo II, con tuttociò una gran parte del suo territorio anche innanzi l’età dei sovrani testè nominati apparteneva ed era posseduta dai nobili di Ricasoli. Infatti questi signori non solo ebbero sulle due facce dei monti del Chianti fino dal secolo XI dominio baronale, ma furono eziandio, siccome lo sono tuttora, patroni della chiesa parrocchiale di S. Pietro a Monte Gonzi.
    La qual prioria di Moute Gonzi fino dal secolo XV fu riunita alla chiesa e canonica di S.
    Angelo a Sereto, siccome apparisce da una carta mutila del 16 agosto 1489 dell’Arch. Gen., ora nel Dipl. di Firenze. Trattasi della vacanza di entrambe le cure riunite accaduta per morte di Antonio Pazzi vescovo di Melito che fu rettore commendatario delle chiese medesime e della pieve di S. Paolo in Rosso. Per la qual cosa Ugolino di Niccolò Martelli cittadino fiorentino, come procutatore di Pier Giovanni e di Bindaccio fratelli e figli di Andrea Fibindacci da Ricasoli, e in nome anche di Bettino di Antonio, di Giovanni di Carlo, e di Piero di altro Piero di Carlo della stessa prosapia de’Fibindacci da Ricasoli, elesse in pievano di S. Paolo in Rosso, e in rettore delle
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    chiese unite di S. Pietro a Monte Gonzi, e di S. Angelo a Sereto Lodovico Martelli canonico fiorentino, perlochè nominò in procuratore il prete Francesco Stefano cappellano della cattedrale di Firenze acciò presentasse il nuovo eletto al vescovo di Fiesole, o al suo vicario.
    Per provvisione poi del 4 dicembre 1314 la Signoria di Firenze aveva ordinato di acquistare per il dì 1 marzo seguente le rocche di Monte Gonzi e di Monte Domenico nel Val d’Arno di sopra con altre fortezze dai magnati confinanti col dominio fiorentino; i quali esercitavano in essi luoghi una giurisdizione civile e criminale indipendente dal Comune di Firenze.
    In conseguenza dentro il prescritto periodo quelle ed altre castella dai commissari della repubblica furono comprate.
    Ma siccome fuvvi chi dimostrò qualmente 1’acquisto di simil fatta non era stato di ragione effettuato, così il governo di Firenze con altra deliberezione del 1375 ordinò, che si dovessero agli antichi signori i castelli medesimi restituire, e rimettere il tutto al primiero stato. (ARCH. DELLE RIFORMAG. DI FIR.)
    Che all’epoca suddetta il castello di Monte Gonzi appartenesse ai Ricasoli lo danno sufficientemente a conoscere gli storici fiorentini contemporanei, e segnatamente dietro l’asserto di Matteo Villani, il vecchio Ammirato; il quale all’anno 1352 discorrendo della ribellione de’Ricasoli nel Chianti per favorire l’oste de’Visconti contro la repubblica, dice, come fino d’allora si sapeva, che la famiglia de’Ricasoli era stata padrona di una gran parte del Chianti.
    Ma più chiaramente lo prova il trattato di Sarzana del 1353, nel quale fra i patti riguardanti i seguaci dell’arcivescovo Visconti di Milano fuvvi quello di restituire tutti i beni a Carlo di Pieruccio, ed a Pieraccio di Ciolo, signori di Monte Gonzi.
    Alla stessa consorteria apparteneva quel Bartolo da Monte Gonzi che il
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    Pontefice Martino V nel 1414 spedì con altri cittadini fiorentini ambasciatore alla regina di Napoli, e che vent’anni dopo fu commissario della galera che il Comune di Firenze inviò a Civitavecchia per condurre a Livorno il Pontefice Eugenio IV. (AMMIRAT. Stor. Fior. Lib. XVIII e XX).
    Comunque fosse, il popolo di Monte Gonzi nel secolo XV dipendeva dal Comune predetto, dal quale nel balzello del 1444 fu tassato per 35 fiorini d’oro. Esso sotto il governo mediceo fu capoluogo di una comunità che abbracciava i seguenti cinque popoli: S. Pietro a
    Monte Gonzi, S. Pancrazio nel Val d’Arno di sopra, S. Pietro a Massa; S. Michele a Colle (annessa alla precedente) e S. Martino in Pian Franzese. Vedere CAVRIGLIA Comunità.
    La prioria di S. Pietro a Monte Gonzi nel 1531 contava 539 abitanti, nel 1745 ne aveva 481; e nel 1833 noverava 615 abitanti.

    MONTE GONZI nel Val d'Arno superiore. – In fine si aggiunga. – Nel 1845 la parrocchia di
    Monte Gonzi contava 657 popolani, dei quali 598 abitavano nella Comunità principale di Cavriglia, ed una frazione di 59 individui spettava al territorio comunitativo di Montevarchi.
Localizzazione
ID: 2920
N. scheda: 33490
Volume: 3; 6S
Pagina: 401 - 402; 155
Riferimenti: 48050
Toponimo IGM: Montegonzi
Comune: CAVRIGLIA
Provincia: AR
Quadrante IGM: 114-3
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1701805, 4819404
WGS 1984: 11.49704, 43.50188
UTM (32N): 701868, 4819579
Denominazione: Monte Gonzi, Montegonzi
Popolo: S. Pietro a Montegonzi (con annesso S. Michele a Sereto)
Piviere: S. Giovanni Battista a Cavriglia
Comunità: Cavriglia
Giurisdizione: S. Giovanni Val d'Arno
Diocesi: Fiesole
Compartimento: Siena
Stato: Granducato di Toscana
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