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MONTE GRANELLI, o MONTEGRANELLI nella Valle del Savio in Romagna. – Piccolo Castello di cui porta il nome una parrocchia (S. Biagio a Monte Granelli) nella Comunità Giurisdizione e circa 4 miglia toscane a settentrione di S. Maria in Bagno, Diocesi di S. Sepolcro, già Nullius dell’Abazia di Bagno, Compartimento di Firenze.
Posa sopra il risalto di un contrafforte che staccasi dalla sinistra costa dell’Appennino per scendere fra le valli del Savio e del Bidente di Valbona. È poco lungi dalla strada provinciale che da S. Piero in Bagno mena alla dogana di Fonte Paolina e di là a S. Sofia.
Ebbero signoria in questo castello i conti Guidi del ramo di Romèna, ai quali apparteneva quel conte Bandino figlio del Conte Uberto di Monte Granelli, che nell’ottobre dell’anno 1357, all’occasione che il conte Pietro di lui zio ebbe venduto la sua parte del castello e giurisdizione di Romèna alla Repubblica Fiorentina, benchè il castello fosse stato nelle mani del nipote, il quale troravasi bandito dal Comune di Firenze, nè volendo egli essere da meno dello zio, offrì alla Signoria di Firenze l’intiero e libero dominio di Romèna, e tutte le altre sue terre pose sotto 1’accomandigia della Repubblica. – Per la qual cosa il Conte Bandino fu ribandito e dopo fatta la consegna della rocca di Romèna (21 ottobre 1357) ebbe in prezzo di quella 5000 fiorini d’oro. – (MATTEO VILLANI, Cronic. Lib. VIII. c. 7.)
Nel 1368, li 12 ottobre, lo stesso Conte Bandino stando nel suo Castello di Monte Granelli alienò agli eremiti di Camaldoli per 500 fiorini d’oro tutti i pascoli che i fittuarj tenevano dai conti di Romèna nel territorio d’Asqua, compresavi anehe 1a giurisdizione sugli uomini di detto territorio. – Vedere ASQUA.
Figlio ed
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erede del Conte Bandino fu un Conte Antonio da Monte Granelli, raccomandato pur esso della Repubblica Fiorentina, per mediazione della quale egli nel 1389 fu liberato dalla prigionia, in cui arbitrariamente era detenuto dal Conte Guido di Bagno suo consanguineo.
Lo stesso Conte Antonio nel febbrajo del 1400 (stile fiorentino) fu eletto in Firenze all’ufizio di capitano del popolo; e nel 1403 era con le genti della Repubblica all’assedio di Civitella presso Galeata, terra di Andreino degli Ubertini nemico del Comune, quando colui, che dal conte era stato lasciato alla guardia della rocca di Monte Granelli, scelleratamente tradendo la di lui fiducia, per danari la diede in mano del Conte Riccardo dei conti Guidi di Bagno. Dondechè la Signoria di Firenze tosto comandò al capitano di Galeata, che di concerto col conte Antonio si recasse a’danni de’conti di Bagno e degli Ubertini; contro i quali poco dopo fu mandato Jacopo di Alamanno fiorentino, uno dei Dieci della guerra alla testa di 500 cavalli e di 2000 pedoni. Le quali forze ben presto invasero i paesi dal conte Guido Guerra, dal Conte Riccardo di Bagno e dagli Ubertini posseduti in Romagna, nel Casentino e in Val d’A’mbra, sicchè tutto pervenne in potere del Comune di Firenze. – (AMMIR. Stor. Fior. Lib. XV, XVI e XVII).
Il Conte Antonio del fu Conte Bandino da Monte Granelli lasciò tre figli, Alessandro, Azzo e Carlo; l’ultimo de’quali col tiolo di beato viene comunemente appellato. Avvegnachè questi avendo eletto la vita ecclesiastica, vivente il padre diede principio alla congregazione degli Eremiti di S. Girolamo di Fiesole, che fu poi approvata nel l405 dal Pontefice Innocenzio VII, altamente protetta da Cosimo de’Medici il vecchio, a spese del quale sorse il convento e la chiesa di S. Girolamo sopra la sua villa di Fiesole, attualmente
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de’Ricasoli. – Vedere FIESOLE.
La parrocchia di S. Biagio a Monte Granelli nel 1833 noverava 239 abitanti.

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Monte Granelli, Montegranelli

(Monte Granelli)

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