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Monte Magno, Montemagno Lucchese, di Camajore - Bastia di Monte Magno, di Montemagno

 

(Montemagno - Castello)

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    BASTIA DI MONTE MAGNO sul torrente Freddana in Val di Serchio. Bastione distrutto sul dorso dei monti che separano la Valle del Serchio dal vallone di Camajore.
    Questa
    Bastia fu innalzata dai Fiorentini nel 1430, mentre erano occupati nell’assedio di Lucca. Poco dopo assaliti e vinti nell’anno stesso da Niccolò Piccinino venuto con numerosa oste dalla Lombardia, perderono questa posizione militare per non avere la Signoria di Firenze prestato orecchio al consiglio del suo capitano, il quale aveva proposto “che si mandassero sotto un capo 2000 fanti in Freddana nella Bastìa che ivi avevano fatto i Fiorentini a Monte Magno, ad oggetto di potere impedire il passo al nemico che veniva di Lunigiana, o passando questo da altra via, d’impedirgli in modo la vettovaglia che fosse forzato a partirsi”. (AMMIR., Istor. Fior., lib. 20.)

    MONTE MAGNO, o MONTEMAGNO LUCCHESE, detto anche di CAMAJORE, fra la Val di Serchio e la vallecola di Camajore. – Borgo con castellare, già Castello, donde ha titolo una chiesa parrocchiale (S. Michele) nel piviere, Comunità Giurisdizione e circa miglia toscane 3 a scirocco di Camajore, Diocesi e Ducato di Lucca, da cui Mont Magno è 9 miglia toscane a maestro.
    Siede nel giogo di un contrafforte australe dell’Alpe Apuana, sul varco della strada provinciale che da Lucca rimontando il torrente
    Freddana guida a Camajore e di là per Pietrasanta a Genova.
    Fino dal secolo X aveva costà podere e dominio una consorteria di nobili, cui appartennero i visconti, o cattani di Corvaja e di Vallecchia, i nobili di Porcari, e i Paganelli signori di Montemagno, i quali nel medio evo in Lucca ed in Pisa altrettante case magnatizie propagarono.
    All’
    Articolo GELLO DI CAMAJORE fu fatta menzione di un monastero di Benedettini ivi fondato dai signori di Montemagno e privilegiato nel
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    1148 dal Pontefice Eugenio III della casa de’Paganelli. Ed avvegnachè alcuni individui della famiglia Paganelli a quell’epoca erano già stabiliti in Pisa, siccome apperisce dalla pace fatta coi Genovesi nel l188 e giurata da mille scelti cittadini Pisani, fra i quali si firmarono un Betto de’Paganelli, un Ubaldo di lui fratello, e un Lemmo pur esso de’Paganelli da Monte Magno, quindi avvenne che da sì ffatta promiscuità di nomi, di persone e di luoghi insorse nobile gara fra i Lucchesi ed i Pisani, cercando ora questi ora quelli la gloria di avere per loro concittadino il sommo pontefice Eugenio III.
    Frattanto che a simil gara non sia chiuso l’appello dirò, che del MONTE MAGNO di Camajore, a partire dal secolo X trattano varie pergamene degli Archivii di Lucca. Tali sono, fra le altre, due istrumenti del 983 e 984 recentemente pubblicati nel T. V P. III delle Memorie per servire alla storia di quel ducato. I1 primo è un contratto, col quale Teudegrimo vescovo di Lucca concede ad enfiteusi a Sisemundo del fu Cunerado, detto
    Cunizio, molti beni appartenenti alla pieve di Camajore; compresivi anche i tributi e decime degli abitanti dei casali di quel piviere, fra i quali si nominano le ville di Nocchi, di Corsanico, di Montemagno ecc. – Il secondo è un istrumento, col quale lo stesso Vescovo Teudegrimo concede parimente a titolo di livello a Cunerado fratello dello stesso Sisemundo di Cunizio una porzione di case di pertinenza della pieve di Camajore, oltre le decime solite pagarsi dagli uomini delle ville di Camajore, di Nocchi, di Corsanico, di Montemagno, di Torcigliano ecc.
    Al figlio di uno dei due fratelli prenominati apparteneva quel
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    Guido del fu Sisemundo, che nell’anno 1014 ottenne ad enfitensi dal vescvo Corrado di Lucca una porzione di beni della pieve di Camajore con la sesta parte delle decime da pagarsi dagli uomini di Camajore, di Nocchi, di Montemagno ecc.
    Che i discendenti dei figli di Cunerado e di Sisemundo col progredire dell’età esteadessero il loro dominio nella corte e distretto di Montemagno, e che costà sino dal secolo XI innalzassero un castello baronale si deduce da una deliberazione, o placito del giugno 1099, pubblicato dal Muratori e dal Manzi nella villa della gran contessa Matilda del Fiorentini. Dal quale documento non solamente apparisce, che a quell’età esisteva in Montemagno un luogo munito, o castello sopra il borgo omonimo, ma resulta ti più, che Guidone nato da Ildebrando, e Ildebrandino di lui figlio unitisi ai loro fedeli e vassalli di
    Montemagno corsero a predare nei beni che i canonici di S. Martino possedeveno in Massa Rosa, in Gualdo, a Riceteri (Riscetro) ed in altre villate di quei contorni. Quindi il capitolo di Lucca dovè prendere la deliberazione di far erigere un fortilizio a Riceteri dirimpetto appunto a Montemagno. Allora i nobili di questo castello ricorsero supplichevoli alla marchesa Matilda, che allora appunto faceva giustiza in Lucca, e previa la promessa con giuramento di quei signori di non molestare mai più i beni dei canonici di S. Martino, nè i loro fedeli, essa comandò di sospendere la costruzione del fortilizio ordinando nel tempo stesso di apporre i termini fra i possessi spettanti ai canonici e quelli di pertinenza dei signori di Montemagno. – (MURATORI Ant. Medii Aevi T. IV).
    Anche in un accordo di pace, firmato nella badia di Pozzevoli sotto dì 21
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    1uglio tra i consoli di Lucca e quelli di Firenze, furono inclusi in essa i signori di Corvaja quelli da Porcari e da Montemagno. – (AMMIR. Stor. Fior. Lib. XII).
    Quantunque i documenti sinora citati non rammentino alcun individuo di Monte Magno, sotto il nome speciale di
    Paganello, nè si vegga in essi qualificata la signorile condizione della casa Paganelli sopra quel castello, per altro nei secoli posteriori in tante ed in sì varie maniere l’una e l’altra cosa si manifesta da non lasciare alcun dubbio che la dinastia lucchese de’Paganelli dominasse nel Montemagno di Camajore piuttosto che in quello pisano sopra Calci.
    Non dirò di Guido signor di Montemagno rammentato in un diploma concesso nel 1160 dal duca Guelfone ai Lucchesi, sebbene sia lo stesso personaggio di colui che nel 1178 troviamo soscritto testimone con i suoi figli Inghiramo e Paganello ad un pubblico contratto; avvertirò bensì che questi figli di Guido, nel 1183, essendo allora morto il padre, risedevano nel castello avito di Montemagno insieme con donna Orabile di Opicino da Calcinaja moglie di Paganello del fu Guido prenominato.
    Nacquero dai testè rammentati coniugi due figli, Ildebrandino e Opicino, l’ultimo dei quali era ancora pupillo, all’anno 1193, quando il di lui fratello approvò per sè e per esso lui un lodo del 6 giugno dell’anno stesso, mediante rogito fatto nella canonica di
    S. Michele del Borgo di Monte Magno. – (DOMENICO BERTINI, Osservazione intorno alla patria e famiglia del Pont. Eugenio III, nel T. II degli Atti della R. Accademia lucchese).
    Molti altri documenti autentici aggiungere io qui potrei; fra i quali mi limiterò a citare un sigillo del
    milite Manfredi del nobile Paganello da Monte Magno illustrato dal Manni, che sembra richiamarci a quel Manfredi che con Ildebrandino da Monte Magno
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    nel 1237 fece lega tra le compagnie di nobili e comunità di parte ghibellina della Toscana, firmata nell’aprile del 1238 nella chiesa di S. Dalmazio sotto il castello di S. Maria a Monte, qualora non appelli ad un Manfredi giuniore figlio esso pure di un Paganello da Montemagno, ricordato in altro documento lucchese dell’anno 1323. – (Memorie Lucch. T. I. pag. 255).
    Allora i signori di cotesto Castello godevano giurisdizione quasi sovrana, quante volte si eccettui l’obbligo di far cavalcate e recarsi in guerra coi loro vassalli per l’Imperatore o per il Comune di Lucca, ai di cui Anziani quei nobili spesse volte giurarono fedeltà. Ciò che sta a dimostrare, avere signoreggiato in questo
    Monte Magno la famiglia lucchese de’Paganelli, e che all’età del Pontefice Eugenio III essa godeva nella contrada medesima di un dominio baronale al pari di tanti altri valvassori, o nobili di contado.
    Infatti il Castello di Montemagno, come posto importante a difendere la città di Lucca dalle aggressioni ostili, era guardato dalle milizie di questo Comune allorquando nel 1429 fu preso dall’oste fiorentina, che al passo della foce di Montemagno innalzò quella bastìa, che poco dopo venne assalita e presa (anno 1430) dal capitano Niccolò Piccinino inviato dal duca di Milano con poderosa oste a liberare Lucca dall’assedio. – (BONINSEGNI,
    Istor. fior.)
    In quanto alla parte ecclesiastica Montemagno ebbe due chiese, la parrocchia di S. Michele nel borgo, rammentata nel lodo del 1193 ed in un istrumento del 21 gennajo 1227 pubblicato dall’abate Bertini nella Memoria di sopra citata.
    Un’altra chiesa citata nel castello di
    Monte Magno sotto l’invocazione di S. Bartolommeo trovasi designata nel registro delle chiese della diocesi lucchese fatto nell’anno 1260, alla qual’epoca esisteva in Montemagno anche uno spedaletto. – Vedere CAMAJORE.
    La cura di S.
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    Michele a Monte Magno abbraccia nel suo distretto la popolazione di Riscetro, unitamente alla quale costituisce una sezione della Comunità di Camajore. – Essa nel 1832 noverava 404 abitanti.
Localizzazione
ID: 2941
N. scheda: 33770
Volume: 1; 3
Pagina: 287; 417 - 419
Riferimenti: 44250
Toponimo IGM: Montemagno - Castello
Comune: CAMAIORE
Provincia: LU
Quadrante IGM: 104-1
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1607712, 4863013
WGS 1984: 10.34233, 43.91392
UTM (32N): 607775, 4863187
Denominazione: Monte Magno, Montemagno Lucchese, di Camajore - Bastia di Monte Magno, di Montemagno
Popolo: S. Michele a Montemagno (con annesso Ricetro)
Piviere: S. Maria Assunta a Camajore
Comunità: Camajore
Giurisdizione: Camajore
Diocesi: Lucca
Compartimento: x
Stato: Ducato di Lucca
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