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e Storico della Toscana

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Monte Massi, Monte Masso, Monte Massimo

 

(Monte Masso)

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    MONTE MASSI, o MASSO, già MONTE MASSIMO presso Livorno. – È una propaggine settentrionale dei Monti Livornesi, la quale stendesi dalla Sambuca di Val Benedetta verso Limone fino presso le fonti di S. Stefano, ossia ai Lupi sulla strada Regia pisana, lungo la sinistra del torrente Ugione.
    Cotesto
    Monte Massimo o Monte Masso diè il nome a un castelletto baronale e ad una cappella (S. Maria) sotto il pievanato di S. Lorenzo in Piazza, ora nella suburbana di S. Matteo, Comunità Giurisdizione e Diocesi di Livorno, da cui Monte Massimo, o Monte Masso è 4 miglia a levante-grecale, nel Compartimento di Pisa.
    La più antica memoria superstite da me segnalata, che possa riferirsi al
    Monte Massimo livornese, è un istrumento scritto li 11 dicembre dell’anno 1109 nei confini di Parrana dentro lo stesso Castello il cui contenuto fu pubblicato dal Muratori. (Ant. Medii Aevi T. III).
    Trattasi della vendita del castello di
    Monte Massimo e suo distretto fatta per il prezzo di un anello d’oro dai fratelli Guido e Ranieri Malaparuta, figliuoli del fu Ranieri, e dalle respettive mogli Gasdia e Sofia, in favore di tre fratelli, Lamberto,Guilicone e Rainolfo, figli del fu Ubaldo, come anche a favore di Pietro arcivescovo di Pisa, d’Ildebrando e di Taiperto consoli pisani.
    Dei muri del castellare di
    Monte Massimo, ora Monte Masso, e della situazione topografica di questo luogo fu dato un cenno all’Articolo LIVORNO Vol. II pag. 724 e 725, ma più a lungo fu parlato dei signori del castello di Monte Massimo all’Articolo MELO (CAMPO AL), casale che insieme col Castello di Monte Massimo dava il titolo a una consorteria di conti pisani. Tale fu
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    quel Conte Tegrimo figlio del Conte Ubaldo del fu Mario che nel maggio del 1214, col consenso di sua moglie Berlinga, figlia del fu Tignoso da Putignano, vendè a Guglielmo da Casale del distretto di Monte Massimo 4 pezzi di terra posti in essa curia. Un’altra carta del febbrajo dell’anno 1218 rammenta lo stesso Conte Tegrimo di Ubaldo abitante nel suo castello di Monte Massimo, dove, a tenore di un terzo istrumento, nel novembre del 1236, si ritrovava il suo figlio conte Ubaldo giuniore.
    Anche l’avo di quest’ultimo risedeva nel castello signorile di
    Monte Massimo di sopra, allorchè per rogito del 20 gennajo 1202 il Conte Ubaldo figlio del Conte Mario di un altro Conte Ubaldo alienò per lire 12 di denari nuovi moneta pisana un mulino con un pezzo di terra posto nei confini di Monte Massimo vicino al letto del fiume Oscione (Ugione) in luogo detto Campo Tornale – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte di S. Lorenzo alla Rivolta).
    Molte altre membrane appartenute al monastero di S. Lorenzo alla Rivolta di Pisa, cui pervennero nel secolo XIII per donazioni fatte dai conti di Monte Massimo, rammentano questo luogo.
    Citerò fra le altre un testamento dettato li 4 febbrajo 1198 da donna Maria del fu Ranieri di Malaparata, moglie di Gualando del fu Sigerio di Uguccionello, la quale donna lasciò un legato allo spedale di Stagno della metà di tutte le terre che le appartenevano in
    Monte Massimo superiore e inferiore.
    Arroge ai due documenti del 1198 e 1220 sopra citati un terzo del 17 aprile 1203, fatto in
    Oliveto nei contorni di Monte Massimo e di Limone, col quale atto il conte Malaparuta figlio del fu Conte Ugo di altro Malaparuta
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    donava allo spedale di Stagno un pezzo di terra posto nei confini di Monte Massimo vicino al letto del fiume Oscione, in luogo denominato Campo Tornale, nel mentre che Agnese madre del detto Conte Malaparuta prestava il consenso per tale donazione col rinunziare ad ogni ragione dotale che potesse pretendere sopra quella possessione – Vedere LIMONE.
    Nel 1206, lì 24 gennajo lo stesso Conte Malaparuta del fu Ugo, trovandosi nel Castello di
    Monte Massimo, vendè per lire tre di denari pisani un altro pezzo di terra dell’estensione di tre stiora posto nella villa di Valignano a Colle PinzutoVedere COLLE PINZUTO.
    Un’istrumento della stessa epoca rogato nel castello di
    Monte Massimo di sotto ne avvisa, che allora ivi esisteva una chiesa sotto l’invocazione di S. Biagio; mentre la cappella di S. Maria a Monte Massimo, che fu chiesa parrocchiale, trovasi rammentata in altra scrittura del 1197 appartenuta al monastero di S. Lorenzo alla Rivolta di Pisa.
    Infine il conte Ubaldo del fu Conte Tegrimo, e Gualdrada del fu Ugolino sua moglie, per contratto scritto li 15 maggio 1258 nell’oratorio di S. Bernardo e di S. Croce in foce d’Arno, donarono al monastero medesimo le possessioni di
    Monte Massimo in Pian di Porto. In vigore di siffatta donazione donna Pellegrina badessa e le monache di S. Croce alla foce d’Arno promisero ai suddetti coniugi di pagare loro ogni anno per gli alimenti staja 18 grano e altrettanti barili di vino oltre la metà del prodotto di dette terre. (ARCH. DIPL. FIOR. loc. cit.)
    Reclamò al Papa contro questa donazione il marchese Alberto del fu Andrea Marchese di Massa, di Livorno ec. siccome apparisce da una sentenza
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    del 17 dicembre 1261 pronunziata da Leonardo arciprete della Primaziale di Pisa suddelegato del Pontefice. Con la quale sentenza fu deciso che il marchese Alberto non dovesse per l’avvenire recar molestia di sorta al Monastero di S. Bernardo e S. Croce in foce d’Arno, ordinandogli di lasciarlo pacifico possessore della quarta parte per indiviso del Castello di Monte Massimo e sue pertinenze.
    Dopo che le possessioni di Monte Massimo dalle monache di S. Croce e di S. Bernardo passarono a quelle di Ognissanti, ossia di S. Lorenzo alla Rivolta, quest’ultime, mediante contratto del 22 gennajo 1334, allogarono per il tempo e termine di nove anni a maestro Bettino del fu Martino muratore, e a Stefano suo figliuolo la metà di tutti i monti di
    pietra a gesso situati nel distretto di Monte Massimo con obbligarsi all’annuo canone di lire nove di denari pisani. Vedere MELO (CAMPO AL) e NUGOLE.
    Il distretto di
    Monte Massimo costituiva un comune del Porto Pisano, e tale lo qualifica un mandato di procura del 17 gennajo 1265 fatto in Pisa, col quale Manno del fu Cofino console del Comune e università di Monte Massimo ed altri comunisti elessero il Conte Ubaldo del fu Conte Tegrimo in rappresentante del comune prenominato, posto nella giurisdizione del Porto Pisano, onde agire in qualunque lite. – (ARCH. DIPL. FIOR. Monastero di S. Bernardo di Pisa).
    Il castelletto di
    Monte Massimo o Monte Massi fu distrutto da’Fiorentini nell’ultima guerra di Pisa, e poco dopo anche la chiesa di S. Maria a Monte Massimo per decreto del vicario arcivescovile, dato in Pisa li 29 novembre 1418, fu ammensata insieme coi suoi beni al monastero di Ognissanti in S. Vito, quindi in S. Lorenzo alla Rivolta. (
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    loc. cit. Carte del Monastero di S. Lorenzo alla Rivolta).
Localizzazione
ID: 2948
N. scheda: 33850
Volume: 3
Pagina: 432 - 433
Riferimenti:
Toponimo IGM: Monte Masso
Comune: COLLESALVETTI
Provincia: LI
Quadrante IGM: 111-1
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1613695, 4823837
WGS 1984: 10.40853, 43.56039
UTM (32N): 613758, 4824011
Denominazione: Monte Massi, Monte Masso, Monte Massimo
Popolo: (S. Maria a Monte Massimo)
Piviere: S. Lorenzo in Piazza
Comunità: Livorno
Giurisdizione: Livorno
Diocesi: Livorno
Compartimento: Pisa
Stato: Granducato di Toscana
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