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Monte Nero, Montenero di Livorno - Badia, Eremo di Montenero di Livorno - Monti Livornesi, di Livorno - Via Regia del Littorale

 

(Montenero)

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    MONTENERO, o MONTENERO di LIVORNO – Questo, che può dirsi il colle fiesolano de’Livornesi, essendo sparso d’ogn’intorno di amenissime case, casini, palazzi di campagna e borgate, costituisce l’ultimo sprone litoraneo dei monti che si avvicinano 5 miglia a scirocco della città di Livorno, nella parrocchia di S. Maria a Montenero, Comunità Giurisdizione e Diocesi medesima di Livorno, Compartimento di Pisa.
    Il monticello pertanto designato col vocabolo di Monte Nero, dal lato di libeccio e ponente scende quasi a picco nel mare, mentre dalla parte di maestro la sua base dolcemente si distende verso il salubre littorale dell’Ardenza.
    Non starò ad indagare se il nome di
    Monte Nero potè mai derivare dal color cupo delle folte boscaglie che nei tempi antichi lo rivestivano, o da una qualche altra circostanza speciale; dirò sivvero essere divenuto insigne nella storia religiosa per la miracolosa Immagine di Nostra Donna che ivi da cinque secoli con gran frutto e grandissima devozione si venera dal popolo Livornese.
    Tutti gli autori che in diversi tempi sopra l’origine e miracoli della Madonna di Montenero hanno scritto, si trovano fra loro concordi nel credere, che la S. Immagine dall’Isola di Negroponte al lido dell’Ardenza nel 1345 si trasferisse, e che un pastore per volontà della SS. Vergine sul vicino monte, nel luogo dove attualmente risiede, la miracolosa tavola trasportasse.
    Il quadro è alto braccia 4, largo braccia 2 e 1/2 in tavola grossa 4 dita, su della quale è incollata una tela, e da mano ignota dipintavi la Vergine Maria sedente in un cuscino ornato di fiorami d’oro con il Bambino Gesù a sinistra che tiene in mano un filo, cui è legato un’uccellino riposante sul braccio destro della SS. Madre.
    Era trapassato il corso di centodieci anni dacchè nell’oratorio dove si venerava quella S. Immagine, invece de’due romiti, che lo custodivano, subentrò
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    nel 1455 una piccola famiglia religiosa detta de’Gesuati, cui dall’arcivescovo di Pisa Giuliano vennero assegnati in dote dei terreni, parte coltivati e parte selvosi, situati in coteste vicinanze. Accaduta però (anno 1668) per volontà del Pontefice Clemente IX la soppressione di quell’istituto di claustrali, furono introdotti in Monte Nero l’anno dopo i chierici regolari denominati PP. Teatini.
    Sotto questi ultimi claustrali non solamente si accrebbe la fabbrica del convento, ma fu cominciato nel 1720, e 50 anni dopo restò compito, quel superbo tempio ricco di marmi fini e di ornati pregevolissimi con portico ed altri annessi, che costà si ammira.
    Nel 1783 essendo stato soppresso in Toscana l’ordine de’chierici regolari Teatini, furono fatti succedere alla custodia della S. Immagine di Monte Nero dei preti secolari, e la chiesa della Madonna fu dichiarata prioria parrocchiale. Ma nel 1792 con motuproprio del 28 ottobre il Granduca Ferdinando III di gloriosa memoria ordinò, che fosse affidato il tesoro della miracolosa Immagine di Monte Nero con tutte le sue pertinenze ai Monaci Vallombrosani di Toscana; i quali nel dicembre dello stesso anno fecero prenderne la consegna per procura; e nell’anno appresso un numero sufficiente dei medesimi si recò in quel claustro onde adempire, siccome con zelo e con gran decoro costantemente vi adempiono, agli uffizi sacri di questo devotissimo e frequentatissimo Santuario, non che al ministero parrocchiale della estesa sua cura.
    La parrocchia di S. Maria di Monte Nero nel l833 contava 1065 abitanti.

    MONTI LIVORNESI, o DI LIVORNO. – Con questo nome si distingue una piccola giogana di monti che corre lungo il littorale fra la foce dell’
    Ardenza e quella del Fine, mentre dalla parte del continente ha per confine il fiume Tora e la via Emilia di Scauro ossia la strada regia Maremmana.
    Il gruppo de’
    Monti
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    Livornesi trovasi circoicritto fra i gradi 27° 59’ e 28° 7’ di longitudine e il grado 43° 23’ e 43° 35’ di latitudine.
    La loro ossatura esteriore consiste in gran parte di macigno schistoso bene spesso alterato e convertito in gabbro rosso e in galestro diasprino. Cotesta metamorfosi pietrosa è più potente e meglio che altrove si manifesta sui
    Monti Livornesi a levante e ponente delle ricche e limpide sorgenti del torrente Morra lungo la strada che da Valle Benedetta guida al Gabbro, il qual ultimo paese porta appunto il nome della roccia sopra la quale esso fu fabbricato. – Vedere GABBRO (CASTEL DI).
    È parimente a levante delle sorgenti del torrente
    Morra dove corre un filone di manganese ossidato, cui serve di matrice una roccia quarzosa.
    Pertanto cotesti monti, che spettano alla classe de’terreni
    pluto nettuniani, veduti dal lato che acquipendono nel littorale, nascondono quasi a dirupo la base nel mare mentre dalla parte di terra scendono per inclinato declive nella Val di Tora e in Val di Fine per nascondere le loro falde fra le colline di terreno terziario marino che stendonsi sulla destra della valle le quali costitutiscono gran parte delle Colline superiori pisane; comecchè anche in mezzo a queste veggansi quà e là delle cupole fomate di terreno pluto-nettuniano consimile a questo de’Monti Livornesi. – Vedere CASTELLINA MARITTIMA, CHIANNI, LARI Comunità, e MONTE VASO.
    I
    Monti Livornesi sono attualmente repartiti fra tre comunità. Quella di Livorno occupa la porzione dirimpetto a libeccio, dalla foce del torrente Chioma fino alla base di Montenero, e di là girando dentro terra di fronte a ponente sino a settentrione lungo le deliziose pendici de’poggi di Limone e
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    Monte Massimo. fino al torrente Ugione.
    Dal lato di grecale sottentra la Comunità di Colle Salvetti passando per Nugola, Castell’Anselmo, le Parrane, Colognoli e Gabbro. – Finalmente dal lato voltato a levante fino a ostro cotesti monti fanno parte della Comunità di Rosignano cui appartengono i poggi di Castelnuvo della Misericordia e di Rosignano; e di costà voltando da levante a scirocco sino alla foce del fiume Fine, attraversando la spiaggia di Castiglioncello arrivano con la stessa Comunità sulla ripa sinistra del torrente
    Chioma. – Vedere COLLE SALVETTI, LIVORNO e ROSIGNANO Comunità.

    VIA REGIA DEL LITTORALE. – Questa strada stata finora
    Provinciale fu non ha guari dichiarata Regia in luogo del primo tronco della Via Emilia che partiva da Pisa fino presso al fiume Cecina. La Via Regia del Littorale, aperta di corto fra Monte Nero e Castiglioncello, ha il suo principio alla Barriera Maremmana di Livorno, e di lì rasentando il lembo del mare, taglia la base occidentale de’ Monti Livornesi per passare sotto Montenero, Calafuria, il Romito e Castiglioncello donde arrivare presso al Ponte del Fitto dove trova dopo buone 18 miglia toscane la Via provinciale Emilia.
Localizzazione
ID: 2960
N. scheda: 33980
Volume: 3; 5
Pagina: 449 - 450, 561 - 562; 728
Riferimenti: 2500
Toponimo IGM: Montenero
Comune: LIVORNO
Provincia: LI
Quadrante IGM: 111-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1609186, 4816438
WGS 1984: 10.35123, 43.49446
UTM (32N): 609249, 4816612
Denominazione: Monte Nero, Montenero di Livorno - Badia, Eremo di Montenero di Livorno - Monti Livornesi, di Livorno - Via Regia del Littorale
Popolo: S. Maria a Montenero
Piviere:
Comunità: Livorno
Giurisdizione: Livorno
Diocesi: Livorno
Compartimento: Pisa
Stato: Granducato di Toscana
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