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NOZZANO (Notianum Castrum) nella Valle del Serchio. – Castello con chiesa parrocchiale (SS. Pietro e Paolo) filiale della pieve di Arliano, nella Comunità Giurisdizione Diocesi e Ducato di Lucca, dalla qual città è circa 4 miglia a libeccio.
Il pittoresco Castello di Nozzano risiede sulla ripa destra del fiume Serchio presso allo sbocco della pianura pisana, su di un poggetto isolato formato da una pietra calcarea semigranosa di qualità simile alla roccia quasi marmorea del Monte Pisano, che gli resta a scirocco e del Monte di Quiesa che si alza dall'opposto lato. Dondeché il poggio di Nozzano deve considerarsi come l'anello di comunicazione fra il Monte Pisano e il Monte di Quiesa, il quale ultimo appartiene a uno de’contrafforti australi dell'Alpe Apuana. – Vedere LUCCA Comunità.
Il Castello di Nozzano esisteva innanzi il mille, del qual vero ne assicurano varie carte lucchesi. – Già all'Articolo CASTAGNOLO DI NOZZANO citai una carta del 969, nella quale l'uno e l'altro paese è rammentato. È un istrumento scritto in Lucca lì 12 settembre di detto anno, col quale il vescovo Adalongo concedé con titolo di livello ad Adalberto, chiamato Azzo, figlio di Giovanni e a Milone figliuolo di detto Azzo, due poderi della sua chiesa, situati in loco et finibus Notiano, ubi dicitur Castaniolo.
Undici anni dopo (27 giugno 980) il vescovo Guido rinnovò il contratto enfiteutico di quei beni posti nei confini di Nozzano, in luogo appellato Castagnolo. Arroge che il vescovo Pietro nel secolo antecedente, per atto pubblico rogato in Lucca lì 27 dicembre 899, aveva affittato una casa massarizia posta a Castagnolo presso Nozzano, di proprietà dell'Opera del Volto Santo di Lucca.
Conformemente a quanto avevano fatto il vescovi Adalongo e Guido, anche il vescovo Isalfredo per contratto degli 11
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ottobre 988 allivellò a Milone figlio del fu Milone e nipote di Azzo de'Lombardi, ossia de’nobili da Nozzano, altri beni attinenti alle chiese di S. Tommaso e di S. Pietro Somaldi, situati nei confini di Nozzano, ubi dicitur Castagnolo. – Finalmente al Castangolo di Nozzano potrebbe riferire una pergamena della stessa provenienza pubblicata con l'altre testé rammentate nelle Memorie Lucchesi (T. IV e T. V. P. II e III) in data del dicembre anno 776, con la quale un abitante di Castagnolo offrì alcuni suoi beni alla chiesa di S. Pietro a Filetta, la quale era compresa nello stesso piviere di Arliano.
Il Castel di Nozzano fu tra quelli dalla corona d'Italia assegnati in patrimonio ai marchesi di Toscana, per cui pervenne alla gran contessa Matilde, alla quale si attribuisce un palazzo torrito fatto erigere in Nozzano con una statua di S. Pietro titolare della chiesa parrocchiale.
Quindi è che il Marchese Corrado successore nel governo di Toscana alla gran contessa Matilde, nel 1126 donò al Comune di Lucca e per esso ai consoli di quella città il poggio con il distretto di Nozzano, compresi tutti gli edifizi, pascoli, paduli, prati, terreni colti e incolti situati nel perimetro della stessa contrada.
Fu poi il castello di Nozzano murato di nuovo e maggiormente fortificato dal celebre Castruccio, sotto il quale probabilmente fu scavato nel vivo masso quel profondo e spazioso pozzo che tuttora ivi si ammira.
Dopo la morte di Castruccio continuò Nozzano ad essere abitato e posseduto da molte famiglie nobili lucchesi, e quasi in segno della sua celebrità l'abate Barsocchini nel Diario Sacro delle chiese di Lucca, stampato nel 1836, ne avvisa che si conservano nella libreria del capitolo della cattedrale di S. Martino libri fino dai primi tempi della stampa pubblicati in Nozzano.
Il castel di Nozzano
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tra le poche volte che cadde in potere dei nemici di Lucca, una fu nella primavera del 1437, quando scese con numerosa oste dalla Lombardia il capitano conte Francesco Sforza al servizio de'Fiorentini, dai quali fu riconsegnato questo con molti altri castelli alla Repubblica Lucchese nella pace che ne conseguì tre anni dopo.
La parrocchia di S. Pietro a Nozzano nel 1832 contava 1174 abitanti.

NOZZANO nella Valle del Serchio. – Dopo l’annunzio del contratto enfiteutico del 27 giugno 980, ivi si aggiunga quello degli 11 ottobre 988 rinnovato dal vescovo di Lucca Isalfredo in favore di un Milione del fu Adalberto (cioè del fìttuario stesso del 980), cui confermò gli otto poderi, O case masserizie di pertinenza della chiesa di S. Tommaso presso la Postierla maggiore della città di Lucca, che due di quelle case massarizie erano nei confini di Nozzano ubi dicitur Castagnolo, cinque altre nel distretto di Camajore, e l’ottava nel luogo appellato Corsanico. Vi furono inoltre altri beni di suolo, fra i quali una possessione situata fuori le mura di Lucca presso il Parlatelo, e due pezzi di terra compresi nell’Isola del Serchio, ubi inter medio via percurrit, che confinavano da un lato in ramo de fluvio Auserclo juxta fluvio Auserclo etc. – (MEMORIE LUCCHESI Volume V. P. III) Vedere SERCHIO anche nel SUPPLEMENTO.
Rispetto alla citata Isola ed al ramo del Serchio da gran tempo deviato e tolto dappresso alle mura di Lucca dalla parte di Porta al Borgo, giova indicare una pergamena dell’archivio del R. collegio di S. Frediano di Lucca,degli 8 gennajo 1188, nella quale si legge, che il rettore dell’Opera del ponte sopra il fiume Serchio (il ramo predetto) vicino al Borgo S.
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Frediano, per interesse di detta Opera acquistò un campo nell’Isola posto vicino al detto ponte e poco lungi dalla chiesa di S. Leonardo di Lucca, la quale sino d’allora appellavasi in Capite Pontis.

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