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MONTE FATUCCHIO (Mons Fatuclus) nel Val d’Arno casentinese. – Castelletto con chiesa plebana (SS. Pietro e Paolo) nella Comunità e quasi 4 miglia toscane a settentrione del Chiusi casentinese, Giurisdizione di Poppi, Diocesi e Compartimento di Arezzo.
È situato in poggio sotto le sorgenti di un ramo del Corsalone, che scende da Monte Silvestri, e che porta il distintivo di Monte Fatucchio sul fianco occidentale di due contrafforti dell’Appennino fra l’Alvernia e Camadoli, appellati il Bastione e monte Calvano.
Una delle più antiche rimembranze del Castello di Monte Fatucchio incontrasi all’anno 1008 nell’atto di fondazione della badia a Prataglia, quando Elemberto vescovo di Arezzo assegnò al mon. medesimo fra gli altri beni un manso, o piccolo podere, posto nella corte di Monte Fatucchio ed una vigna fatta piantare di nuovo da quel prelato nei contorni di Partina, con obbligo all’abate di continuare la stessa piantagione. Il qual documento per avventura importa a far conoscere fino a quale elevatezza giungere poteva la fruttificazione delle viti nel principio del secolo XI, là dove dopo il diboscamento della cima dell’Appennino, massimamenite nello stato meteorologico attuale, sarebbe impossibile ottenere dalle viti alcun frutto in perfetta maturazione.
Nel 1147, di settembre, il Vescovo di Arezzo Girolamo rinunziò con titolo di permuta a Ramberto abate del monastero di Prataglia il viscontado, e guardia del castello di Monte Fatucchio con il suo distretto, ricevendo invece dall’abate predetto il castello e corte di Marciano, che egli teneva in pegno per lire 60 da Bujano vescovo aretino suo antecessore. – (ANNAL. CAMALD. T. III.)
Posteriormente troviamo a signoreggiare in Monte Fatucchio i conti Ubertini, siccome rilevasi dalli statuti di quella comunità compilati sotto la Rep. Fior. nel 1394, rinnovati nel 23
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gennajo del 1465 insieme con quelli di Corezzo e del Castellare. Avvertasi che in una di quelle rubriche si promettono premii a chi pigliasse o uccidesse Lupi ed Orsi piccoli o grandi dentro il distretto de’comuni e castelli preaccennati.
La chiesa di Monte Fatucchio sino dal 1155 dipendeva e faceva parte del piviere di S. Ippolito di Bibbiena, a forma della bolla spedita dal Pontefice Adriano IV a quel pievano. – Vedere BIBBIENA. – Ma pochi anni dopo la cura medesima fu innalzata all’onore di pieve, e come tale è registrata nel catalogo delle chiese della diocesi aretina dell’anno 1275. – (LAMI Mon. Eccl. Flor. pag. 1587 e segg.)
In quello compilato sulla fine del secolo XIV la pieve di S. Pietro a Monte Fatucchio aveva sotto di se le seguenti chiese; 1. S. Matteo di Fior Dama, ossia di Dama (riunita alla seguente) 2. S. Lorenzo a Casalecchio; 3. S. Bartolommeo di Catarsena (forse di Calleta); 4. S. Maria e S. Silvestro a Giampereta (cura esistente); 5. S. Maria di Vespro (ignota); 6. Ospedale del Corsalone (distrutto).
Attualmente sono suffraganee della stessa pieve alternativamente con quella di S. Martino a Gello le seguenti cinque parrocchiali; 1. S. Egidio a Frassineta; 2. S. Maria di Giona; 3. S. Bartolommeo di Calleta; 4. S. Jacopo a Terrossola; 5. S. Biagio alla Pretella.
Il comunello di Monte Fatucchio era unito a quello di Dama allorquando essi vennero incorporati con altri 13 comunali alla Comunità di Chiusi casentinese in ordine al regolamento speciale del 26 agosto 1776. – Vedere CHIUSI CASENTINESE.
La parrocchia de’SS. Pietro e
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Paolo a Monte Fatucchio nel 1551 contava 528 abitanti, nel 1745 era ridotta a 231, e nel 1833 a soli a 212 abitanti.

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Monte Fatucchio

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