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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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Monte Giovi, Montegiovi - Ente, Lente

 

(Montegiovi - Torrente Ente (a E))

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    GIOVE, GIOVI, GIOVO. - Molte montuosità della Toscana, e fuori di Toscana ancora, si distinguono con i nomi di Monte Giove, Monte Giovi, del Giogo, o del Giovo, per dirci più chiaramente che la loro etimologia non derivò da tempietti, da anaglifi o da montagne dedicate alla suprema divinità del paganesimo, ma sivvero dal vertice, o crine dei monti, che per metafora giogo e in qualche contrada appellasi zovo e giovo. - Tale è il giogo della giogana dell'Appennino, il quale serve di comunicazione ed aggioga le valli del mare Adriatico con quelle del mare Toscano. Tale il Monte Giove che si frappone fra il Val d'Arno fiorentino e la Val di Sieve; tale il Monte Giovi situato fra la vallecola della Chiassa e il corso dell'Arno, fra il Casentino e la Valle di Arezzo; tale il Monte Giovi che stà fra i valloncelli dell'Ente e del Vivo alla base occidentale del Monte Amiata; tale finalmente può dichiararsi il Monte Giove che fa parte della spina montuosa dell'Isola di Elba. – Vedere MONTE GIOVE, e MONTE GIOVI.

    GIOVO o ZOVO dell’Appennino di Garfagnana e di Lunigiana (
    Jovium et Juvium Alpis). Varie carte del medio evo tra quelle pubblicate dal Muratori giovano ad avvalorare il mio asserto; cioè, che i vocaboli di Giove, Giovi, e Monte Giovi derivino, come dissi, dal giogo dei monti. – Portano tuttora il nome corrotto di Zovo, o Giovo varie sommità dell’Appennino di Lunigiana e Garfagnana. – Senza dire degli altri varchi, per dove passano le strade, come quello del Giogo di Scarperia, citerò i seguenti documenti. In un lodo dato in Sarzana lì 12 maggio 1202, designando ivi i confini della diocesi di Luni, si
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    notano quelli del Giogo della Pania: comprendendo totam curiam Corvariae et Vallechiae usque ad montem, qui dicitur Juva (sic), et ab eo monte usque ad summitatem Alpium (Apenninorum). In altro istrumento del 1232 sulla confinazione del distretto Modanese col Lucchese lungo la criniera dell’Appennino è segnalato il confine usque ad Jovum Alpe. In altra convenzione del 1281 tra il Comune di Lucca e quello di Modena per il mantenimento della strada dell’Alpe di S. Pellegrino, sono espresse le seguenti parole: a Zovo Alpis, idest a Zugo Apennini.

    MONTE GIOVI in Val d’Orcia. – Castello con chiesa plebana (S. Martino) nella Comunità Giurisdizione e circa due miglia toscane a maestrale di Castel del Piano, Diocesi di Montalcino, già di Chiusi, Compartimento di Siena.
    Risiede il cassero col paese sopra un poggio quasi isolato di macigno, alla cui base verso grecale si avvicina per poco il precipitoso torrente
    Vivo, mentre dal lato opposto scorre il Zancona. Trovasi sul confine della gran mole trachitica che costituisce la cupola del Monte Amiata, in guisa che i paesi di Monte Giovi, di Monte Nero, e Monte Latrone dal lato occidentale costituiscono a piè del Mont’Amiata una cornice formata tutta di rocce nettuniane di origine secondaria.
    Fra le carte appartenute alla Badia Amiatina, ora nell’
    Arch. Dipl. di Firenze, avvene una del 39 giugno 1262 rogata in Monte Giovi, con la quale i sindaci della comunità medesima da una parte, e Gualterotto del fu Monaldo conte di Monte Nero insieme con Inghiramo suo figlio dall’altra parte, compromisero in Ventura di altro Ventura di Rollando da Monte Latrone per conto delle liti fra essi vertenti a motivo di affitti, dazi e servigii. – Inoltre due altri documenti del 1271, e 1272 della stessa
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    provenienza danno a conoscere uno dei conti di Monte Giovi, che appellossi Paganello figlio di altro C. Paganello, il quale nel mese d’aprile del 1271 in Monte Latrone dettò al notaro Ranieri del fu Matteo il suo testamento, col quale lasciava tutti i suoi beni e ragioni al mon. di S. Salvatore sul Montamiata; mentre nel secondo istrumento scritto nel 23 aprile 1272 sulla piazza di Monte Nero, lo stesso C. Paganello vendeva a Grazia di Marco da Monte Giovi per il prezzo di lire 35 senesi un pezzo di terra vignata posto nel distretto di Monte Nero.
    Io non ho ancora prove che bastino a decidere, se a questo Paganello conte di Monte Giovi, possa riferire un ben conservato e meglio scolpito sigillo da poco in quà discoperto in un orto di Montalcino, e a me favorito da quel monsignor vicario vescovile Can. Vincenzio Chiarini. Nel qual sigillo intorno all’emblema di famiglia (4 pannocchie di panico) sono scolpite le seguenti lettere + S. PAGANELLI COIS PANOCHIAR DI CIMP X IO. –
    Vedere MONTE NERO in Val d’Orcia.
    Checché ne sia il Castello di Monte Giovi nel secolo XIV si trovava soggetto alla potestà di Cione Salimbeni di Siena, cui fu rilasciato in libero dominio nel 1368 dai Senesi per essersi la potente famiglia de’Salimbeni a quel governo popolare contro il partito dei nobili alleata.
    Nel secolo XV il Castello di Monte Giovi fu assegnato in dote con titolo di feudo ad Antonia figlia di Cocco Salimbeni, allorché questa matrona rimasta vedova di Francesco Casale signor di Cortona, che virilmente benché indarno dal suo assassino difese, si rimaritò nel 1409 al celebre capitano Sforza da Cotignola; e fu appunto qui in Monte Giovi, dove nel 1411 nacque da tale matrimonio Buoso Sforza autore de’conti Sforza di S. Fiora. – Peraltro il
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    castello di Monte Giovi, poco tempo restò sotto i CC. Di S. Fiora, essendochè allo stesso secolo fu assalito e
    conquistato dalle truppe della Rep. di Siena, al cui dominio restò incorporato anche dopo che esso nel 1559 fu riunito e assoggettato alla corona granducale di Toscana.
    (MALEVOLTI Istor. Sanesi P. II. – GIGLI, Diario Sanese P. II.)
    Nel 1625 Monte Giovi fu concesso con titolo di marchesato al cavaliere Filippo Niccolini, che lo rinunziò dodici anni dopo alla corona granducale, dalla quale ottenne in permuta il marchesato di Camugliano e Ponsacco, mediante un diploma del Granduca Ferdinando II in data del 13 ottobre 1637. –
    Vedere CAMUGLIANO.
    Finalmente nel 1667 lo stesso Granduca Ferdinando II concedè a titolo di feudo il castello di Monte Giovi ad Antonio Argentina Bardi e suoi figliuoli, la quale concessione fu poi rinnovata nel 1738 dal primo Granduca dell’attuale dinastia felicemente regnante in favore del Marchese Girolamo Bartolomei; il qual marchesato cessò in lui medesimo al comparire della legge abolitiva dei feudi granducali. Allora il paese col distretto di Monte Giovi fu riunito al Granducato, sottoponendolo per l’amministrazione economica e per la giurisdizione civile alle magistrature di Castel del Piano, ed in quanto al criminale al vicario R. di Arcidosso.
    La parrocchia di S. Martino a Monte Giovi nel 1595 aveva 265 abitanti; nel 1640 ne contava 288; nel 1718 faceva 266 anime, e nel 1833 noverava 360 abitanti.

    MONTE GIOVI in Val d'Orcia. – Si aggiunga. – Dall'esame fatto nel 26 aprile del 1558 dai deputati della Repubblica sanese in Montalcino si rileva, che in Monte Giovi risedeva un giusdicente minore, cui quel Comune forniva il misero salario di lire 28 l’anno, mentre cavava da Grosseto due moggia di sale per anno, il quale soleva pagare scudi 42 d'oro,
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    pari a lire 336, a ragione di lire 8 a scudo.

    ENTE o LENTE (
    Ens fl.). Piccola fiumana tributaria del fiume Orcia, che scaturisce fra le rocce trachitiche nella pendice occidentale del Monte Amiata, due miglia a levante della Terra di Arcidosso.
    Veggonsi le sue copiose sorgenti cadere a scaglioni da una discoscesa altissima rupe nel luogo detto a tale effetto
    Acqua da Alto; nome che conserva quel rio sino alla sua unione con altro torrentello denominato le Melacce, a cui si marita poco innanzi di rasentare dal lato di grecale le mura di Arcidosso, sotto le quali accoglie il tributo del torrente Arcidosso, dopo che questo dal lato di ostro e libeccio ha solcato la base del poggio in cui stà ad arcidosso la terra nominata. Costà, passando sotto il primo ponte riceve il torrente Chioca, e di là drizzando il corso, prima da scirocco a maestrale, quindi a settentrione corre fra la base occidentale del poggio di Castel del Piano e quella orientale di Monte Laterone. Passata cotesta gola, davanti a Monte Giovi vi confluisce il fosso Villa, e poco dopo quello assai più copioso del torrente Vivo, entrambi derivanti dal Mont’Amiata. A tante acque limpide e perenni un miglio più sotto si accoppiano quelle del grosso torrente Zancona che, unito all’Ente in un più largo e unico letto, riceve dal lato della montagna stessa il torrente Ansedonia, poco innanzi di entrare nel fiume Orcia, non più che 10 miglia toscane lungi dalla sua sorgente di Acqua da Alto.
    Le particolarità del fiumicello
    Ente potrebbero ridursi a quello di conservare costantemente nel suo alveo una copia di acque potabili, utili
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    all’agraria e alle arti meccaniche, se non vi fosse una singolare per il naturalista, e avvertita dall’autore del Viaggio al Monte Amiata, quella, cioè, che serve il suo corso, quasi direi, di linee di demarcazione fra le rocce cristalline e volcaniche, che costituiscono la superiore ossatura del Monte Amiata, dalla sua sommità sino presso alla riva destra dell’Ente: mentre nella sponda sinistra di questa fiumana non s’incontrano più che rocce sedimentarie appenniniche. – Vedere ARCIDOSSO, e CASTEL del PIANO, Comunità.
Localizzazione
ID: 3123
N. scheda: 33460
Volume: 2; 3; 6S
Pagina: 69, 449; 399 - 400; 155
Riferimenti:
Toponimo IGM: Montegiovi - Torrente Ente (a E)
Comune: CASTEL DEL PIANO
Provincia: GR
Quadrante IGM: 129-4
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1705795, 4754004
WGS 1984: 11.52198, 42.91245
UTM (32N): 705858, 4754178
Denominazione: Monte Giovi, Montegiovi - Ente, Lente
Popolo: S. Martino a Monte Giovi, a Montegiovi
Piviere: S. Martino a Monte Giovi, a Montegiovi
Comunità: Castel del Piano
Giurisdizione: Castel del Piano
Diocesi: (Chiusi) Montalcino
Compartimento: Siena
Stato: Granducato di Toscana
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